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Autore: mygreatperhaps16    25/07/2015    1 recensioni
Dopo la battaglia contro Sebastian un altro problema sorge tra gli Shadowhunters di New York, ma questa volta ha come protagonista il sommo stregone della città, Magnus Bane. Cos' altro dovranno risolvere i giovani Nephilim e soprattutto a cosa andrà incontro Alec?
P.S. Una piccola ff Malec per iniziare :) enjoy it!
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il cielo quella notte, come tutte le notti a New York, era privo di stelle, le automobili e i taxi rumoreggiavano per le strade affollate, musica da discoteca inondava la città, i passanti raggomitolati nei loro cappotti si spintonavano tra loro in cerca di un riparo dalla pioggia ormai imminente. Un ragazzino prendeva a calci una lattina che faceva un gran fracasso toccando l’asfalto. ‘La solita serata pre-natalizia’ pensò lo stregone mentre ammirava New York dalla finestra del suo loft. Il presidente meow si appollaiò sul davanzale cercando le attenzioni del padrone che era assorto nei suoi pensieri. La guerra contro il figlio di Valentine era finita da un anno ormai, eppure gli shadowhunters non si fermavano mai. Erano sempre pronti a difendere questo mondo mortale da tutto ciò che potesse rappresentare una minaccia. Per non parlare delle stranezze che c’erano nei rapporti tra nascosti! Licantropi e Vampiri che organizzavano festicciole intime, che si sbaciucchiavano tra le strade. 
 In 401 anni della sua vita, Magnus non aveva mai visto una cosa del genere. Le fate erano le solite istigatrici. A volte lo stregone si chiedeva perché anche loro avessero un posto su questa terra, ma d’altronde lui non poteva giudicarsi migliore. In lontananza riusciva a vedere la cima dell’istituto. Chissà come se la stava cavando il suo Alec lì dentro! Da quando i genitori erano ad Alicante , Alec essendo il maggiore tra i fratelli, si era preso le piene responsabilità di capo dell’istituto di New York. Ma questo non gli impediva di sgattaiolarne fuori per discutere di prerogative importanti con il sommo stregone di New York … o almeno era quello lo scusante. *knock-knock* Qualcuno bussò alla porta. Magnus con i pantaloni laminati su cui ricadeva un paio di bretelle pagliettate, a torso nudo ,scalzo e con i capelli scompigliati e ricoperti di glitter andò ad aprire, sperando di non ricevere rogne. Sulla soglia dell’appartamento vi era un ragazzo sui 17-18 anni , non più alto del suo Alec, la maglietta con la scritta “ Dio c’è ma non sei tu, rilassati” da cui si intravedevano i marchi da poco incisi sul collo e sul petto, con i capelli ricci scompigliati e gli occhiali che era stato costretto a rindossare: Simon. Lo stregone si era quasi dimenticato di lui. Da quando suo padre gli aveva tolto i ricordi, Magnus stava facendo di tutto per ripristinarglieli, così da rendere felice Isabelle e beh, automaticamente il suo Alec.
“ Simon. Quale audace sorpresa, ti inviterei ad entrare ma vedo che sei già dentro.” Il ragazzo si era precipitato nel loft e si era scaraventato sulla poltrona di vimini.
“ Sai Magnus, credo che ormai ci siamo. Inizio a ricordare davvero tutto e riesco a mettere tutti i pezzi della storia insieme. Insomma, ora ricordo anche quando siamo andati ad Edom e il viaggio e Izzy che mi spingeva contro le pareti della grotta e il fuoco celeste e Izzy che diceva di amarmi e …”
“ D’accordo , d’accordo , vedo che inizi ad avere le idee chiare, fantastico! Ricordi altro oltre a te e Izzy che pomiciavate o giù di lì?”
“Beh, ricordo te in catene e Sebastian steso a terra morto … si suppongo di si, ma quando collego i ricordi ad Izzy mi sembra di non averli mai perduti”. Il modo in cui si illuminavano gli occhi di Simon quando parlava di Izzy era evidente. Lo stregone si intenerì. Quei poveri ragazzi! Così poca vita vissuta e pure così tante sofferenze e fardelli da portare     “ Oh beh, ma non sono venuto per la mia memoria” il tono di voce di Simon mutò immediatamente. “ E per cosa?” chiese lo stregone, il sopracciglio leggermente alzato per la curiosità.
“ Ecco vedi, credo che ci sia qualcosa che non va ad Alec..”
“ Spiegati meglio” Magnus che era rimasto in piedi si sedette di fronte al suo ospite. “ Ecco, ho notato che la notte va in giro avanti e indietro borbottando cose sul console e sui suoi genitori, ieri a cena ha litigato con Izzy e a pranzo con Jace, sta tutto il giorno rinchiuso in biblioteca e non lascia entrare nessuno. Magari tu riesci a farlo ragionare e a capire cosa lo tormenta” La preoccupazione e il desiderio di precipitarsi fuori da lì erano evidenti sul volto di Magnus, e lui lo sapeva “ D’accordo, dammi 5 minuti e ci precipiteremo direttamente all’istituto. Se Alec ha un problema devo essere lì con lui”. Lo stregone si infilò la prima camicia che gli capitò a tiro prese la giacca e i due uscirono.
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Le cose erano cambiate dopo la guerra. Gli accordi ora permettevano ai nascosti di entrare nell’istituto, solo su invito di un nephilim ovviamente. Magnus entrò nell’istituto con Simon al suo fianco. Ad accoglierlo c’erano Jace , Clary e Isabelle che non aveva accolto lui ma, Magnus lasciò passare: il suo unico pensiero era Alec. 
“ Magnus! Non ti hanno detto che è severamente vietato entrare in un luogo sacro come questo con pantaloni laminati e bretelle piene di lustrini?” disse Jace con quella familiare vena di sarcasmo nella voce.
“ Jace! Il tuo sarcasmo mi lusinga. Ti faccio notare che la camicia è semplicemente bianca, e non potevo indossarla senza pagliette!”
“ Lascialo perdere Magnus. Siamo tutti un po’ in tensione e credo che tu sappia il motivo” disse Clary “ Già. Mi fate strada?” 

Si sentivano delle voci nel corridoio. Alec seduto sulla poltrona girevole davanti alla scrivania piena di scartoffie e penne, si mise le mani tra i capelli bagnati dalla pioggia. Era sgattaiolato fuori dall’istituto senza che nessuno se ne accorgesse per incontrarsi con Catarina Loss, una strega non che amica. Tutta la faccenda era terribilmente estenuante e il giovane Lightwood avrebbe voluto solo starsene rannicchiato nelle lenzuola del letto di Magnus, con il suo stregone accanto. Ma sapeva bene di non poter vedere Magnus fino a quando la situazione non si sarebbe chiarita. Qualcuno bussò alla porta. Alec si tolse l’impermeabile impregnato d’acqua e la camicia, rimanendo solo in jeans e maglietta un po’ malandata. Il ragazzo aprì la porta e sulla soglia c’era Magnus “ Ciao Alexand…” Istintivamente Alec chiuse la porta, sbattendola in faccia al suo fidanzato. Non poteva vederlo, non poteva, non poteva! “ Beh , grazie ma no grazie! Ci tengo al mio naso.” Disse Magnus apparso improvvisamente nella stanza. A volte Alec dimenticava che lui fosse un figlio di Lilith. “Magnus io…” mentre cercava di prendere parola si accorse di essere arrossito. Con Magnus il suo autocontrollo spariva letteralmente “ Alec. Ascolta. So ch’è difficile per te avere tutta questa responsabilità addosso. L’istituto, la storia dei tuoi genitori, quel rompiballe di Jace… Ma… ehi! Con me puoi parlarne” le pupille da gatto dello stregone divennero visibilmente più dolci. Non era arrabbiato con lui per la scenata di prima, voleva solo aiutarlo, al solito di Magnus. “No. Il fatto è che tutti credete di dovermi aiutare ma la verità è che non ho bisogno di nessuno. Va tutto alla grande.. C’è solo… alla grande , davvero. Io … Iz sta bene, Simon ricorda, Clary e Jace hanno la loro camera da letto, il console è soddisfatto si e .. beh”
“Alexander” tutto quel parlare aveva distratto Alec tanto che non si era accorto della vicinanza dello stregone. Ormai erano a pochi centimetri l’uno dall’altro. Il cuore di Alec iniziò a battere all’impazzata. “Non puoi Alec, non puoi” si ripeteva il ragazzo nella testa. Lo stregone si sporse per baciare il suo amato Shadowhunters ma con un gesto fulmineo, quest’ultimo si scostò e si diresse verso la scrivania “ Dicevo… va tutto a meraviglia. Puoi andare Magnus. Sei congedato”
“Puoi andare?? Congedato? Alec ma che hai? Dio credevo di farti un favore a venire qui. Tutto lo stress … e invece guardati! Non ti riconosco più..” gli occhi azzurri che fino ad allora avevano evitato lo sguardo dell’altro si alzarono di scatto, fissandosi in quelli di Magnus. Egli non vi lesse altro che dolore “ Va a casa Bane. Ti prego” Magnus senza aggiungere altro, girò sui tacchi e uscì. ‘Va a casa’ gli aveva detto, ma quale casa se aveva lasciato la sua dietro quella porta?

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“Catarina, lo sai , provo molta stima per te, ma non posso accettare tale richiesta.”
“ Ma console, si rende conto di chi stiamo parlando? Magnus Bane! Il nascosto che ha sempre difeso i vostri nephilim e le vostre stupide leggi!”
“ Si ma ha anche aperto portali senza permesso ed evocato demoni, messo in pericolo i nostri figli evocando un cavaliere dell’inferno!”         “ Se non lo avesse fatto tutti quei ragazzi sarebbero a marcire a Edom! Gli ha salvato la vita” 
“ Basta, non alzi la voce con me. Magnus Bane andrà via da New York domani mattina stessa”                                                                                “Alexander Lightwood non ve lo permetterà mai!”                                  “E’ solo un ragazzo e deve obbedire al conclave. Magnus Bane rappresenta una minaccia per lui e per tutti noi”

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Il giorno seguente Magnus si svegliò di buon ora per il fracasso che stava combinando il presidente meow. “ Vieni qua gattaccio impunito” guardando il cielo azzurro non poteva far altro che pensare a quei due occhi azzurri che lo fissavano. Alec gli era mancato in qui giorni, aveva già pianificato di passare la notte con lui e il mattino uscire a fare spese natalizie per decorare il loft come se Magnus non fosse capace di farlo con uno schiocco delle dita. Avrebbe cancellato tutto quel dolore da quegli occhi se solo avesse potuto. Improvvisamente il cellulare di Magnus squillò. Era Catarina “ Hey! Qual buon vento ti porta a fare questa chiamata?” rispose sarcastico “ Senti Magnus non c’è tempo. Apri un portale e vieni all’istituto , subito! Possiamo toglierti dai guai, io e Alec abbiamo…”. Catarina fu interrotta bruscamente: “ Ferma, ferma… sono nei guai?” disse Magnus incredulo “ Vieni qui e ti spiegherò tutto”
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“Magnus” una voce dal corridoio dell‘Istituto lo stava chiamando. Magnus dall‘entrata riconobbe la figura dai riflessi rossi “ Clary, che sta succedendo?” chiese lo stregone stranito “ Ieri notte, Alec ci ha spiegato tutto. Vogliono toglierti la carica di sommo stregone Magnus! Ti vogliono mandare via di qui, a Chicago” 

“ Oh speravo alle fijii”. La ragazza guardò lo stregone allibita “ E’ una faccenda seria, Magnus” rispose “ Perché Alec me l’ha tenuto nascosto?” “ Cerca di capirlo… volevo aiutarti.” Ma Magnus continuava a non capire “Vieni, di qua.” I due si diressero verso la biblioteca. Con un gesto plateale delle braccia Magnus spalancò le porte e rimase pietrificato. Davanti a se non c’era un ragazzo, ma un uomo, vestito di tutto punto con tanto di cravatta che conversava animatamente con il console … beh forse non era una conversazione. Stavano litigando. Lo sguardo blu si posò su di lui. Fu una scintilla e Magnus campì che avrebbe fatto meglio a fidarsi del suo fidanzato. “ Bene , che la riunione inizi. “ disse Alec.           “ Console vuole dirci perché ci troviamo riuniti qui oggi” continuò. Il console Penhallow iniziò a farneticare sui principali motivi per cui Magnus doveva andarsene di lì,eccetera eccetera , ma tutti i sensi di Magnus lo imploravano di rimanere a fissare Alec come se fosse l’ultima briciola di pane sulla terra, l’ultimo bicchiere d’acqua fresca. “ D’accordo Console adesso le spiego io cosa c’è che non va nelle sue accuse, è molto semplice, due parole: Magnus Bane. Non c’è niente che non vada in quell’uomo e non ne parlo come suo amante , ma ne parlo in veste di Nephilim. Per quanto mi risulta dalle varie testimonianze, quest’uomo ha salvato molte vite e perse altrettante, è sempre stato a favore della legge e ha aiutato i Nephilim in diverse battaglie. Nessuno si è mai lamentato di lui né se ne è liberato” Magnus borbottò tra se’ “ Beh a parte in Perù..” e non finì la frase che ricevette una gomitata da parte di Catarina, la quale aveva una parte in tutto ciò. “Magnus Bane è un uomo d’onore e finchè ci sarò io a capo di questo istituto, giuro sull’angelo, che nessuno oserà mandarlo via da New York”                                                           “ Molto bene. Se è questo quello che vuoi ma ti avverto giovane Lightwood ti stai mettendo tra uno stregone e il conclave. Non ti gioverà in futuro” Alec fisso i suoi occhi in quelli del console: “ Me ne ricorderò” rispose.  Il console uscì dalla sala, Alec esausto si scaraventò sulla poltrona e subito iniziarono le esultanze. Jace diede una pacca sulla spalla al suo parabatai e Isabelle lo abbracciò come solo lei sapeva fare. “Allora era questo ciò che lo preoccupava, ero io” Pensò lo stregone, si rese conto che stava osservando la scena come un emerito imbecille così decise di dover dire qualcosa, si schiarì la voce :“ Beh immagino che debba ringraziare tutti voi e soprattutto te Alexander …” Il ragazzo gli sorrise e gli fece segno di zittire “ Taci, guarda che ti ho sbattuto la porta in faccia una volta e posso farlo di nuovo”. Scoppiarono tutti in una fragorosa risata tranne Alec e Magnus che continuavano a guardarsi negli occhi, l’uno perso nel blu e l’altro nell’oro.

   
 
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