Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Segui la storia  |       
Autore: rebswinchester    25/07/2015    1 recensioni
Attenzione, questa fanficion non appartiene a me, bensì è una traduzione.
Summer è sempre stata una brava ragazza. Prende sempre buoni volti e non compie mai un'azione sbagliata. Un giorno, suo padre ottiene un nuovo lavoro in Australia e lei trova che essa sia l'occasione perfetta per un nuovo inizio, specialmente dopo aver conosciuto Michael. Cosa potrebbe esserci di male in tutto ciò?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Michael Clifford, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Summer's POV

« Summer! Andiamo o faremo tardi! » mi rimbeccò mio fratello gemello, Adam.
Dunque, mi affrettai a prendere tutte le mie cose. Non ero solita ad essere in ritardo.
Non avevo avuto neanche bisogno di decidere cosa indossare, dal momento che la nostra scuola richiedeva l’uniforme.
Misi la cartella su una spalla e corsi giù per le scale. Adam mi stava aspettando sul ciglio della porta.
« Davvero, Summer. Cosa ti ha fatto perdere tutto questo tempo? »
« Scusami. » dissi mentre uscivamo di casa per prendere il bus in tempo. Era il nostro primo giorno di scuola. Ma non era solamente una nuova scuola in un nuovo quartiere, bensì una nuova scuola in un nuovo Paese. Mio padre aveva ottenuto un nuovo lavoro in Australia, perciò dovemmo lasciare tutto e trasferirci. Non che m’importasse poi tanto il fatto di trasferirmi, dopotutto non avevo una vera e propria vita in Alabama. Semplicemente andavo a scuola, ottenevo buoni voti e suonavo il violino. Invece Adam non voleva trasferirsi, amava la sua vita in Alabama: faceva parte di una squadra di football e aveva parecchi amici.

Una volta nel bus, prendemmo posto sui sedili davanti, ed io in seguito mi sistemai la gonna dai toni blu scuro, assicurandomi che non vi fosse nemmeno una piega.
« Stai benissimo. » mi disse mio fratello, un po’ infastidito dalla mia agitazione.
« Sono solamente nervosa, perlomeno questo mi aiuta. »
« Andrà tutto bene. » replicò, per poi poggiare la propria mano sulla mia. Io e Adam eravamo molto legati, benché fossimo parecchio diversi. Sapevo che lui ci sarebbe stato sempre per me e lui sapeva che lo sarei stata anche io. Quando ero più piccola odiavo avere un fratello gemello, ma adesso mi piace. Non so cosa avrei fatto senza di lui.
« Grazie. Vorrei che fossi più intelligente, così almeno avremmo qualche lezione insieme. » scherzai.
« Davvero divertente. » disse dandomi una leggera spinta, mentre il bus giungeva nel parechggio adiacente la scuola.

Il plesso scolastico era enorme, sicuramente più grande della nostra vecchia scuola. Mio padre mi aveva messo al corrente riguardo al fatto che non vi erano poi tanti studenti, circa 500 in totale.
Ero alquanto contenta che avessero un’orchestra. Non so cosa avrei fatto se non ci fosse stata, dal momento che suonare il violino era la mia unica vera passione. 
Il bus si fermò e noi studenti ci affrettammo a raggiungere l’uscita. 
« Buona fortuna per oggi, Summer. » mi augurò Adam, prima di imboccare la strada per la classe in cui si sarebbe tenuta la sua prima lezione. Pensavo che forse ci saremmo aiutati a vicenda per trovare le classi o almeno avremmo fatto un po’ di strada in più insieme, ma evidentemente sarebbe stato come in Alabama, dove tutti sapevano che eravamo imparentati, ma egli non mi rivolgeva nemmeno uno sguardo. 

Rimasi dunque da sola nel bel mezzo del cortile e mi guardai intorno spaesata, con lo zaino che mi pendeva dal braccio e la custodia del violino in mano. Non ero sicura riguardo dove dovessi andare e avrei voluto che Adam fosse con me.
Ero diretta verso la sala dell’Orchestra, per lasciarvi il mio violino, quando un ragazzo sbattè contro di me.
« Oh! » esclamai. Il violino mi scivolò dalle mani e finì a terra.
« Scusa! » urlò il ragazzo, mentre praticamente mi sfrecciò davanti. I suoi capelli erano di un biondo scuro, tendenti al castano e mi pareva un adorabile imbecille. Avrei dovuto essere arrabbiata con lui per aver quasi rotto il mio violino, tuttavia tutto ciò che volevo sapere in quel momento era il suo nome.



Michael’s POV
« Michael, alzati! Non vorrai di certo ricevere un altro biglietto del ritardo! » fu così che mi chiamò mia madre. Emisi un lieve gemito e mi rotolai sul dal letto. Lanciai un’occhiata all’orologio vicino al mio letto e notai che sarei dovuto essere a scuola in 15 minuti.
Fantastico. Se avessi ricevuto un altro biglietto del ritardo, sarei sicuramente finito in punizione.
Dunque, scesi dal letto e trovai la mia uniforme scolastica in quel casino che era il pavimento della mia camera.
Sebbene sia riuscito a prepararmi il più velocemente possibile e abbia addirittura corso (cosa che non faccio mai, dal momento che odio qualunque tipo di attività fisica) verso la scuola, comunque non riuscii a giungere in orario.
Sulla strada per l’ufficio, dove avrei dovuto ritirare il biglietto, mi scontrai con una ragazza.
« Scusa! » le urlai alquanto incurante. Quando mi voltai per guardarla meglio, non la riconobbi, ma non riuscivo comunque a toglierle gli occhi di dosso. Stava facendo fatica nel riprendere il violino che le era caduto di mano.
I suoi biondi crini erano raccolti in una coda di cavallo e la sua candida maglia bianca le stava alla perfezione. Quando alzò lo sguardo, ci fu un breve scambio di sguardi tra noi due, prima che mi voltassi in direzione dell’ufficio.

« Di nuovo in ritardo, eh Michael? » esordì Laurie quando entrai nell’ufficio. Feci le spallucce.
« Adoro dormire. »

« Sai cosa significa, vero? »
« Un’altra punizione, sì, lo so. »
Laurie firmò il mio bigliettino del ritardo e me lo porse. 
« Potresti andare a dormire presto oppure smetterla di dare feste. »
« Sì, sì, sì. » replicai canzonatorio.
« Cerco solo di preoccuparmi per te. » conoscevo bene le sue intenzioni, ma talvolta mi innervosiva parecchio. Sapevo che le punizioni non erano una buona cosa, ma quanto potevano essere brutte? Sicuramente non lo erano quanto le altre cose passate, ma, appunto, quelle erano del passato e tali dovevano rimanere.
« Buona giornata, Michael. » mi disse mentre uscivo. Non le risposi e iniziai a dirigermi verso la mia aula.

Ero quasi arrivato quando vidi nuovamente la ragazza a cui ero andato addosso nel bel mezzo del corridoio. Aveva lasciato il violino nell’aula di musica ed era ancora stupenda, sebbene avesse un’aria persa e frustrata. Tra le mani reggeva una mappa della scuola, che stava studiando per bene. 
Mi avvicinai a lei da dietro, sussurrandole « Persa? » nell’orecchio.

Ella sobbalzò notando quanto fossi vicino e si voltò verso di me. Sulle mie labbra comparve un sorrisetto sornione.
« Ancora tu » sovvenne con tono serio « E no, non mi sono persa. » iniziò ad allontanarsi da me, ma io prontamente la raggiunsi.
« Non mentirmi, non hai la più pallida idea di dove tu stia andando. Lascia che ti aiuti. » afferrai la mappa della scuola, insieme alle schede con il suo orario, alle quali diedi un’occhiata rapida. 
« Guarda, siamo nella stessa classe. » Puntai con l’indice la prima classe della giornata, Inglese. 
Gemette arresa e disse: « Okay, mi sono persa. Non posso credere a quanto sia in ritardo! Sarei dovuta essere in classe circa venti minuti fa! » dunque, si riprese indietro i vari fogli e si sistemò lo zaino sulle spalle.
« Oh, andiamo! È il tuo primo giorno, giusto? Non sarai nei guai, te lo garantisco. Anche io sono in ritardo e il peggio che possono farmi è mettermi in punizione. Andrà bene. » 
« Sei sempre così in ritardo? » mi domandò mentre ci stavamo dirigendo in classe.
« Più o meno. Mi piace dormire. » le spiegai.

« Finalmente sei qui, Clifford. E tu devi essere Summer. »
Non prestai molta attenzione all’insegnante, come sempre d’altronde, e mi accomodai al mio solito posto, di fianco al mio migliore amico Luke.
« Perdonate il ritardo, mi ero persa. »
« Non c’è problema, siediti pure. » esattamente come le avevo detto, non avrebbe ricevuto alcuna sorta di punizione o di avvertimento.

Si sedette esattamente di fronte a me.
Avrei voluto che avesse scelto un posto dall’altra parte della classe, poiché per tutta la durata della lezione non ho fatto altro che fissare la sua bionda coda di cavallo e pensare a quanto mi sarebbe piaciuto toglierle l’elastico e vedere i suoi capelli percorrerle le spalle.
Non riuscivo a smettere di pensare a lei e ciò non mi piaceva affatto: lei era una brava ragazza e a me non piacciono le brave ragazze






Spazio autrice
Eccomi qui, con un’altra fanfiction, questa volta a capitoli!
Ci tengo a precisare che questa fanfiction non appartiene a me, ma è una traduzione.
Questa è la storia in lingua originale: https://www.wattpad.com/story/10783976-new-beginnings-michael-clifford
Qui il consenso dell’autrice: http://i59.tinypic.com/1ryj3r.jpg

Devo dire che questa storia mi sta entusiasmando molto, sono curiosa di conoscere il rapporto che si creerà tra Michael e Summer, davvero. Spero lo siate anche voi. E poi boh, con l’ultima frase mi è partito lo ship, aah.
Okay mi dileguo, sono davvero di fretta. 
A presto, bestiole. x
-Rebs
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: rebswinchester