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Autore: Tatuata Bella    25/07/2015    3 recensioni
OS LARRY
Una possibile realtà, un futuro molto prossimo, che potrebbe essere domani o che non potrebbe essere mai.
Ed un primo bacio tra Harry e Louis, un sogno che ha aspettato troppo tempo prima di avverarsi.
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa OS è la seconda parte di Friends don't treat me like you do che è stata scritta dopo, ma cronologicamente viene prima di questa OS. Non è comunque indispensabile averla letta per leggere questa.
Era davvero troppo. 
Harry non riusciva a darsi pace mentre quella stupida giornalista continuava a fargli domande sulla sua presunta relazione con Louis. Aveva una telecamera puntata addosso, non poteva certo far trasparire tutto quello che sentiva dentro in quel momento.
Rabbia. Frustrazione. E un forte odio, verso quella donna che in quel momento rappresentava tutta la sua categoria. 
Il giorno prima aveva fatto le stesse identiche domande anche a Louis, e mentre Liam gli aveva mostrato il video di quell'intervista, Harry per la prima volta nella sua vita aveva ringraziato il loro management, che aveva cominciato a preferire le interviste singole piuttosto che quelle tutti insieme. Non avrebbe mai sopportato di vedere l'espressione di Louis farsi più dura, e il suo labbro inferiore scomparire dietro i suoi incisivi, per costringersi a stare zitto, a non dirgli quanto li disprezzasse e quanto tutte quelle domande su Harry lo mettessero in imbarazzo. 
Si sentiva in colpa, Harry, per tutto questo. Per tutte quelle domande e insinuazioni che doveva sopportare continuamente. Dopotutto era colpa sua, Louis non ne poteva niente.
E insomma, sì, quella volta era davvero troppo.
"Vuole davvero sapere cosa c'è tra me e Louis?" Sbottò Harry, la rabbia che traspariva dalla sua voce.
Non si curò nemmeno degli sguardi terrorizzati del suo staff, seduto a pochi metri da lui. L'avrebbe detto e nessuno avrebbe potuto fermarlo, non gli importava di cosa sarebbe successo dopo.
"Mi sono innamorato di lui cinque anni fa. Ma lui é DAVVERO eterosessuale. Quindi non c'è mai stato nessun bacio nessuna storia d'amore tra noi, nel modo più assoluto. Perché Louis non ha mai voluto. Quindi per favore smettetela tutti quanti di continuare a chiederci cose su noi due. O per lo meno smettetela di chiederlo a Louis. Perché lo mettete in imbarazzo e tutto questo non è colpa sua. E smettetela di chiederlo anche a me, perché facendo così mi fate solo del male."
 
 
Dopo ore di urla e di crisi isteriche di metà del suo staff, Harry, finalmente, era solo nella sua stanza di albergo. Era certo che se avessero potuto licenziarlo o farlo fuori in qualche modo lo avrebbero fatto, ma per fortuna, lui era Harry Styles e non potevano farci proprio nulla, ormai. L'aveva detto. Anni di sforzi da parte della modest per nascondere la veritá sono alla fine confluiti in una sola manciata di frasi, una risposta durata qualche secondo, dettata da una rabbia momentanea, scaturita dalla voglia di aiutare Louis a liberarsi di quella nomea che, senza volerlo, proprio Harry aveva contribuito a cucirgli addosso. 
Almeno adesso, forse, lo avrebbero lasciato in pace. 
Forse in fondo, non lo aveva nemmeno fatto solo per Louis, voleva anche privarsi del dolore di vedere la seccatura, e soprattutto la vergogna, negli occhi cerulei di quel ragazzo splendido, ogni volta che qualcuno gli chiedeva di lui.
Si irrigidiva ogni volta che qualcuno pronunciava il nome di Harry, soprattutto nell'ultimo anno, ed il riccio se ne accorgeva, se ne accorgeva ogni volta, è tutto questo gli faceva male. Sapeva che sarebbe andata cosí, fin dall'inizio, sapeva che tutto quel discorso contorto che Louis gli aveva rifilato, quasi quattro anni prima, quando Harry gli aveva confessato per la prima volta i suoi sentimenti, non avrebbe mai avuto senso e non sarebbe mai andata così. 
"No, te lo giuro, non devi sentirti imbarazzato con me adesso. Non ci sarà niente di strano fra noi due. Siamo troppo amici per lasciare che questa cosa rovini il nostro rapporto. Tu sei...il mio migliore amico."
L'aveva capito subito, Harry, che le cose non sarebbero potute andare bene così. Un po' perché essere solo amico di Louis non gli bastava non gli era mai bastato e non gli sarebbe bastato mai. E un po' perché sapeva che prima o dopo a Louis tutta quella situazione, del suo migliore amico innamorato di lui, e tutto il resto, avrebbe cominciato a pesare, a dargli fastidio. Ed era questo che vedeva sempre negli occhi di Louis, adesso. Fastidio. E ad Harry faceva così male da farlo andare fuori di testa. Come quel giorno, con quella giornalista. Ed aveva messo fine a quel teatrino una volta per tutte, adesso avrebbero giocato a carte scoperte.
Ma allora perché si sentiva così male?
Aveva appena fatto coming out con tutto il mondo, non avrebbe più dovuto nascondersi, certo, ma non era questo il modo in cui avrebbe voluto farlo.
Stupidamente, forse, aveva sempre immaginato quel momento in un modo diverso. Non sarebbe stato solo, avrebbe avuto la mano di Louis stretta nella sua, e la sua voce a completare le sue frasi, mentre confessavano al mondo il loro amore. Ma dopo tutti quegli anni, ormai, Harry avrebbe dovuto rassegnarsi, quell'amore non ci sarebbe stato mai, o piuttosto, non sarebbe mai stato ricambiato, perché a Louis, semplicemente, piacevano le ragazze. Avrebbe dovuto smetterla di pensare a lui anni prima, ma come diavolo poteva riuscirci se Louis era lì ogni giorno, a ricordargli di quanto fosse splendido? Pensava che forse sarebbe riuscito a superare la cosa se Louis avesse smesso di essere suo amico, di chiedergli consigli su ogni cosa, di correre da lui ogni volta che si sentiva triste, o ogni volta che era felice per qualcosa, se avesse smesso di condividere con Harry ogni singola emozione della sua vita. Ma non era stato così, perché anche quando Louis si era allontanato da Harry fino a smettere di rivolgergli la parola se non era strettamente necessario, anche adesso che sembravano quasi due estranei, Harry riusciva a leggerle nei suoi occhi tutte quelle emozioni che avevano condiviso, quel pezzo della loro vita così importante che avevano trascorso insieme, riconosceva ogni cosa nei suoi occhi, nel suo modo di muovere le mani, nelle piccole espressioni che faceva. Ed era ancora peggio, perché adesso Louis non gli parlava più, non veniva da lui a raccontargli ogni cosa, entrando impertinente nella sua stanza senza chiedergli il permesso, e restando lì, aspettando che Harry gli chiedesse "cosa c'é" per iniziare a parlare.
Adesso riusciva a vedere ogni cosa, ma non poteva raggiungerla, e stava impazzendo, ancora di più rispetto a quando usciva di testa ogni volta che Louis si sdraiava sul suo letto senza maglietta e gli sorrideva guardandolo negli occhi, ed Harry non poteva semplicemente allungare una mano di qualche centimetro e sfiorarlo.
Non c'era nessuna via d'uscita a tutto questo, non poteva semplicemente smettere di amarlo. Se non aveva smesso finora, probabilmente, non avrebbe smesso mai.
Harry sospirò seccato quando sentì qualcuno bussare alla porta. 
Qualcuno che voleva ancora fargli presente quanti casini aveva causato dicendo quelle cose in quell'intervista, o qualcuno che voleva semplicemente strillargli contro chiedendogli che cosa cazzo gli fosse preso, o se per caso fosse impazzito.
Aprì la porta con uno scatto, è una faccia scocciata giá stampata sul viso.
"Ciao."
Ad Harry mancò il respiro.
Era più di un anno che Louis non entrava nella sua stanza quando erano in albergo.
E come minimo era venuto per urlargli di tutto per quello che aveva detto alla giornalista. Harry non poteva sopportare anche questo da lui.
"Louis, ti prego, non é il momento adesso." Rispose, esausto. Non aveva più la forza di sopportare tutto questo.
Louis per un secondo sembrò ferito, mentre abbassava lo sguardo verso i suoi piedi "d'accordo, scusami. Torno fra qualche ora, ok?"
"No. Aspetta. Scusami, entra pure."
Louis mosse qualche passo nella stanza, rimanendo fermo in piedi, un po' imbarazzato.
Ruppe il silenzio immediatamente, prima che Harry potesse dire qualsiasi altra cosa: "ho visto le riprese della tua intervista di stamattina, ovviamente". Non aveva mai amato girare troppo intorno alle questioni.
"Ho perso la testa." Si giustificò Harry immediatamente. "Mi dispiace se ti ho messo in imbarazzo, in realtà l'ho fatto per farli smettere di chiederti cose. Hai tutto il diritto di avercela con me." 
Louis scosse la testa. "Harry io non ce l'ho con te." 
Harry era confuso. Aggrottò le sopracciglia, cercando di capire, e trattandosi di Louis non era una cosa che accadeva spesso.
"E allora perché sei qui?" Chiese.
"Ho visto quel video almeno venti volte, una dopo l'altra. Avevi una faccia mentre dicevi quelle cose, che... Io... Mi sono sentito malissimo." Harry riusciva ad accorgersi di quanto Louis fosse agitato, muoveva nervosamente le mani, tormentandosi le dita, e stava sudando lievemente. Sapeva anche che non aveva finito, che la cosa che aveva paura di dire doveva ancora arrivare, lo capiva da come muoveva freneticamente il piede, tamburellando per terra, così Harry rimase in silenzio, a guardarlo, lasciandolo prendere coraggio per andare avanti. Dopotutto era ancora la persona che lo conosceva meglio al mondo. 
"Non avrei mai voluto farti cosí male. Sei sempre stato importante per me. Credimi, avrei voluto qualsiasi cosa tranne che andasse così tra noi."
Harry lo interruppe. Il suo cuore stava già battendo troppo forte per la sola presenza di Louis così vicino, non avrebbe ascoltato altri discorsi su quanto gli dispiacesse per il solo fatto che lui non poteva amarlo nel modo di cui Harry aveva bisogno. Aveva già sentito quel discorso ogni volta che Harry aveva ceduto ed aveva di nuovo detto a Louis che era innamorato di lui. E questa cosa era successa cinque volte, Harry le aveva contate. Louis non se ne era mai andato. Gli faceva quel discorso, di quanto si sentisse male perché non poteva dargli l'amore che chiedeva, lasciava Harry in lacrime, e la mattina dopo ritornava a bussargli alla porta, o gli telefonava, e gli parlava di cose stupide con la sua solita voce squillante, come se non fosse successo nulla.
Questa era solo una di tutte quelle volte. Louis era ritornato a parlargli per ripetergli ancora una volta che l'amore di Harry sarebbe sempre stato a senso unico.
"Louis, lo sai. Non é colpa tua se non puoi stare con me. É un anno che non ci parliamo. Pensavo che ormai fossimo andati oltre tutto questo."
"Tu sei andato oltre, Harry?" Louis alzò gli occhi da terra per piantarli in quelli di Harry, voleva accertarsi che la risposta di Harry fosse sincera, probabilmente.
Certo che sarebbe stato sincero. Era sempre stato sincero con Louis, fin dal primo secondo.
"Ovviamente no, dato quello che ho detto stamattina. Pensavo che tu fossi andato oltre."
Louis sospirò, riprese a guardare per terra e scosse la testa.
"È solo che non volevo farti ancora male. Ho sbagliato tutto quanto con te, volevo solo evitare che ti sentissi ferito e invece sono solo riuscito a farti stare sempre peggio, solo perché sono stato egoista. Avrei dovuto allontanarmi da te nel momento in cui ho realizzato che ti eri innamorato di me. Me ne ero già accorto che stava succedendo, prima che tu me lo dicessi la prima volta, e non ho fatto niente per evitarlo. Avrei dovuto allontanarmi da te e basta, ma...per qualche motivo non volevo farlo." 
"Me l'hai detto un sacco di volte. Ero il tuo migliore amico. Era questo il motivo."
Louis scosse ancora la testa. Stava evitando palesemente lo sguardo di Harry, aveva la testa bassa e si guardava i piedi.
"No, non é questo il motivo."
Era agitato e stava tremando lievemente.
Harry era così tanto confuso che non riusciva nemmeno a capire il motivo per cui il suo cuore stesse battendo fuori controllo in quel modo, facendogli arrossare le guance e facendogli tendere le pareti dello stomaco.
"E allora cosa?" Chiese. Sapeva che quando stava così, Louis aveva bisogno di essere incitato per tirare fuori tutto quello che aveva da dire.
"Stavo bene con te. E non volevo che smettessimo. Volevo che le cose rimanessero così per sempre, perché ero così felice quando venivo da te per parlarti, o per passare solo del tempo con te. Così ho continuato ad ignorare ogni volta che mi dicevi di volere di più, perché..."
"Perché non potevi darmi di più. Lo so." 
Non era nulla di nuovo. Il cuore di Harry cominciò a rallentare, e la solita sensazione di dolore e delusione spuntó di nuovo alla bocca del suo stomaco. Forse Louis lo avrebbe lasciato in lacrime anche quella volta.
"Perché avevo paura, Harry."
Harry inconsciamente, trattenne il fiato, e ricominció a sentire lo stomaco attorcigliarsi. Questa era una cosa che non gli aveva mai detto. Rimase in silenzio, gli occhi spalancati, e dovette concentrarsi per non spalancare anche la bocca per lo stupore. Aveva paura di correre troppo con la fantasia, come tutte le volte che si era convito che qualcosa in Louis stesse cambiando ed invece era soltanto la sua immaginazione. 
Harry continuava a tacere, non era nemmeno in grado di parlare i quel momento, probabilmente, così Louis ruppe il silenzio e proseguì: "Tornando all' intervista di oggi, c'è una cosa che hai detto che...che non é vera, e devi saperlo."
Prese un respiro, e il tremore alle sue mani era diventato evidente, non cercava nemmeno più di nasconderlo. Stava tremando, completamente, come un bambino costretto ad affrontare le sue paure.
"Non é vero che non ti ho mai voluto. Non é vero che non ho mai voluto avere...qualcosa con te. Ero spaventato. Ho cercato di convincermi per anni che quella che provavo per te fosse soltanto amicizia, che mi stavo facendo tutte quelle domande soltanto perché sapevo che tu sei gay e che avevi una cotta per me, che fosse quello il motivo per cui continuavo a pensare ad un eventualità in cui io e te potessimo baciarci, fare sesso, o stare insieme, che se tu fossi stato etero non mi sarei nemmeno mai fatto domande, o non ci avrei nemmeno mai pensato. Ma in realtà l'ho sempre saputo che non era normale che io avessi così tanto bisogno di te se la mia fosse stata soltanto amicizia, che non era normale che mi piacesse quando mi guardavi tutte le volte che giravo mezzo nudo per casa tua. Solo che non volevo. Non volevo essere cosí, ero sempre stato sicuro che mi piacessero le ragazze, era la prima volta che un altro ragazzo mi facesse sentire così, ero un ragazzino e avevamo tutti i riflettori del mondo puntati su di noi, se mi fossi sbagliato sui miei sentimenti per te nessuno al mondo se lo sarebbe mai dimenticato e...non volevo ferirti, in nessun modo. Quindi dirti di no, ripeterti che ero etero ogni volta che tu mi dicevi di amarmi, per me era il mio modo di proteggerti e per fare sì che tutte le mie insicurezze non andassero a danneggiare anche te." Louis si fermò per riprendere fiato. Stava ancora tremando, e continuó a tremare come una foglia anche mentre Harry, sconvolto, fece un passo indietro, sedendosi cautamente ad un bordo del letto, perché non si sentiva per niente stabile sui suoi piedi.
Non riusciva concretizzare nemmeno una parola di quella lunga e dolorosa confessione che Louis aveva appena sviscerato. L'intero mondo in cui Harry aveva vissuto fino a quel momento era stato capovolto in una sola giornata e aveva davvero bisogno di respirare e di realizzare le cose che erano appena successe.
Poi la voce di Louis, ancora più sottile del solito, lo raggiunse di nuovo.
"Quando finalmente mi sono deciso a lasciarti andare, credevo che tu saresti stato meglio senza di me, che ti ronzavo intorno ogni giorno, che ti impedivo di farti la tua vita, di innamorarti di altre persone. É stata la scelta più dolorosa di tutta la mia vita. Ma quando ho visto la tua intervista di stamattina, ho visto il tuo sguardo, i tuoi occhi mentre dicevi quelle cose, ho capito che tu non stavi meglio per niente. E ho sentito un bisogno fortissimo di correre ad abbracciarti e a dirti che non era andata così.  E che tu non mi hai mai messo in imbarazzo, non mi sono mai vergognato di te, mai. Non era giusto che pensassi queste cose."
Harry lasció andare un respiro pesante che stava trattenendo nei polmoni da chissà quanto tempo.
Sentí Louis sedersi con delicatezza sul letto a fianco a lui.
"Harry?" Disse con un filo di voce. "Posso chiederti di darmi un bacio?"
Harry scattó, come risvegliando si da uno strano coma: "cosa?"
"Solo un bacio." Spiegó Louis. "Ho bisogno di capire cosa provo mentre lo faccio. Avrei dovuto farlo prima, ma voglio capire davvero che cosa c'é fra di noi."
E poi, senza nemmeno sapere perché, Harry, scosse la testa e distolse lo sguardo da quello di Louis, guardando il pavimento.
"No. Non ti daró nessun bacio, Louis."
"Perché?" Il tono di Louis era cosí sconvolto da sembrare completamente terrorizzato.
"Non puoi usarmi come una cavia per capire cosa vuoi fare con me sapendo che io ti amo da cinque anni. Non riuscirei a sopportarlo se dovessi dirmi di no dopo, quindi preferisco che tu te ne vada subito."
Louis scattó in piedi come una molla: "é tutto qui? É questo quello che hai da dirmi? Io sono venuto qui da te, e ho detto A TE cose che non avevo ammesso nemmeno con me stesso, e tu mi dici di andarmene? Beh, mi dispiace, Harry, non tutti sono così sicuri dei propri sentimenti al punto di andarli ad urlare in mondovisione come hai fatto tu, se ti aspetti questo da me, io non lo posso fare. Solo...forse mi aspettavo una comprensione diversa da te, per quello che ti ho appena detto."
Andó di corsa verso la porta, ma prima che riuscisse a tirare giú la maniglia e correre via, le dita di Harry si chiusero attorno al suo polso.
I loro occhi si incontrarono per un istante, ed Harry lesse dentro l'espressione di Louis che aveva voglia di piangere, e che non voleva che Harry lo vedesse, non dopo avergli aperto il suo cuore in quel modo.
Ed aveva già fatto così tanto, quel giorno, Harry se ne rese improvvisamente conto.
"Harry lasciami andar..."
Harry interruppe Louis prendendogli il viso fra le mani e unendo le loro labbra in un bacio caldo, bisognoso e avvolgente. Sentí Louis sussultare tra le sue labbra, e lo sentí sciogliersi dopo qualche istante, lo sentí respirare su di lui, attraverso di lui, mentre socchiudeva le labbra per lasciare entrare Harry.
Smise lentamente di tremare, mentre lasciava che le sue mani raggiungessero i ricci dietro la nuca di Harry, e stringessero un po', come se stesse dando ad Harry l'autorizzazione di rendere il bacio ancora più profondo, ancora più intimo.
Sembrava che fossero trascorsi secoli quando i due ragazzi si separarono, respirando ancora l'uno sulle labbra dell'altro.
"Ho aspettato così tanto per questo che non mi sembra vero." Sussurrò Harry.
Louis gli sorrise, un po' incerto. 
"Grazie per essere ancora qui."
Harry ricambió il sorriso, senza arretrare di un millimetro.
"Quindi?"
"Quindi cosa?"
"Questa specie di test...com'è andato, cosa hai provato?"
Louis gli sorrise di nuovo, prima di unire le loro labbra ancora una volta, velocemente, soltanto per un piccolo assaggio.
"Credo di averlo sempre saputo in fondo."
"Cosa?"
"Che ti amo da sempre, Styles."
 
 
 
 
Salve!
Oggi ero un pò in crisi e mi è balzata in testa questa cosa, l'ho scritta di getto ed eccola qui :)
Sono consapevole che è sdolcinatissima, ma per me la scrittura di questa OS è stata una specie di processo catartico, quindi spero che vi sia piaciuta e che mi lasciate qualche riga di recensione, che sono sempre benaccette :)

Vi allego un pò di link, già che sono qui:
La mia long Larry, Falling Apart
La storia che sto traducendo, You're an Asshole (but I love you) di theboyfriendstagram alias smileyourepretty
Trovate me e questa OS anche su Wattpad.

Un bacio!
Ire
 
  
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