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Autore: moira78    24/01/2009    2 recensioni
Un'altra storia datata ispirata da un horror (se l'avete visto cogliete meglio le allusioni più divertenti^^). Uno dei miei esperimenti di fanfiction comiche!
Edit del 28/1/2009: ff rivista e corretta da Tiger eyes.
Genere: Parodia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NON APRITE QUELLA PORTA!

Capitolo I




Su un ignota strada di campagna un pick-up verde scuro sobbalzava sul sentiero accidentato con grande disappunto dei suoi dieci occupanti. All’ennesima buca, Ranma diede un poderoso pugno in testa al guidatore.
“Idiota, vuoi stare attento?!”
Qualcuno lo picchiò a sua volta.
“Come ti permetti di colpire il mio più fedele servitore, Ranma Saotome?!” Strepitò il Tono Blu. “Posso farlo solo io!” Detto ciò mollò un secondo pugno al povero Sasuke, che si ritrovò così con due bernoccoli doloranti.
“Ma padroncino, non è colpa mia se la strada è dissestata! E poi ho l’impressione che ci siamo persi, questo sentiero non è sulla cartina!”
Kuno si appoggiò allo schienale con noncuranza.
“Impossibile! I miei antenati hanno tracciato personalmente questi sentieri perché tutti gli appartenenti alla famiglia Kuno potessero accedere al ranch della casata!”
“Sarà, ma a me sembra di stare sempre nello stesso posto!” Commentò Ryoga da tergo. Ranma lo squadrò.
“Da quando in qua hai il senso dell’orientamento… P-CHAN?!”
”Maledetto Ranma Saotome, come osi offendermi davanti ad Akane… IO TI AMMAZZOOOOO!”
“Vuoi combattere?!”
Ignari dei richiami degli altri che urlavano di rimanere fermi, i due cominciarono a pestarsi. Akane si voltò indignata.
“Che stupidi…” Commentò.
Kuno la abbracciò da dietro sospirando.
“Quanta saggezza nelle tue parole, Akane Tendo. Lascia quell’insulso di Saotome e mettiti con mgghhhhgh!” Mugugnò sulla sua gomitata implacabile.
“Come ti permetti di picchiare mio fratello, ragazzina?!” Strepitò Kodachi sfoderando il suo nastro.
“Che c’è, hai voglia di batterti anche tu?!”
“Smettetela adesso! Bastano da soli quei due, volete farci andare fuori strada?!” S’intromise Ukyo dividendole con la sua spatola gigante.
“Tu non intrometterti!” Sentenziò la Rosa Nera lanciando il nastro. Ukyo si spostò e Shampoo si ritrovò legata come un salame.
“Ehi, sta un po’ attenta, stupida!”
“Stupida a chi, ragazzina?!” Ribatté Kodachi piccata.
“Lascia stare la mia Shampoo!” Sbottò Mousse afferrandola per un polso.
“Taci tu!” Lo liquidò con un pugno.
“Che massa di idioti…” Commentò calma Nabiki nella confusione generale. Si chiese, ancora una volta, cosa l’avesse spinta a partecipare a quella stupida gita.
“Ahhhh, smettetela, andiamo fuori stradaaaaahhhh!!!” Strepitò il ninja manovrando il volante con frenesia.
Il mezzo si inclinò su un fianco e procedette per un po’ su due ruote tra le urla generali, poi si riassestò e Kodachi smise di stringere Sasuke per il collo.
“Padroncina… mi sai… strozzando!”
”Ehi guardate là!” Indicò Akane. “Una ragazza!”
In effetti una loro coetanea vestita alla bell’e meglio camminava con passi strascicati sul ciglio della strada. Era sporca di una strana sostanza nera. Nabiki si affacciò.
“Ehi tu, tutto bene?!”
Lei si voltò, pallida.
“Le mie… povere sorelle… Oh Kami, che incubo!”
La seconda delle sorelle Tendo fece per scendere, ma Kuno la bloccò con un braccio.
“Lascia fare a me, Nabiki.”
Obbediente si ritrasse, cercando di capire cosa diavolo avesse in mente. Il ragazzo scese con studiata flemma, si ravviò il ciuffo sulla fronte ed esordì prendendole la mano.
“Mia dolce creatura, posso io, il Tuono Blu del liceo Furinkan, offrirti il mio aiuto?”
“Il solito cascamorto…” Commentò Nabiki dal finestrino.
La ragazza fece un urlo tale che tutti caddero all’indietro.
“Ma che le è preso?!” Biascicò Ranma con le mani sulle orecchie.
Kuno alzò un sopracciglio a intervalli regolari, fingendo noncuranza.
“Cosa ho fatto di male…?” Chiese sudando freddo. Per tutta risposta, la ‘dolce creatura’ cominciò a picchiarlo.
“LASCIA – pugno – ANDARE – calcio – LA MIA MANO – schiaffo – BRUTTO PERVERTITO!” Kuno venne lanciato in orbita. “IO SONO UNA RAGAZZA DEBOLE E PURA, SAIII?!”
“Debole… e pura?” Si domandò Ryoga con un sorriso nervoso.
Dieci minuti dopo, il viaggio era ricominciato. Kuno sedeva a tranquillo a occhi chiusi e braccia incrociate sul sedile posteriore fasciato come una mummia, mentre la ragazza piangeva silenziosamente sulla sua disgrazia. Il terrore iniziale che la sporcizia che avesse addosso fosse sangue era scomparso. Sembrava piuttosto pece o inchiostro.
“Ci puoi dire cosa ti è accaduto?” Domandò Akane nel suo tono più dolce.
“Noi vogliamo aiutarti!” La esortò Ucchan.
“Sì, sfogati pure con noi!” Aggiunse Shampoo.
Lei le fissò con i lucciconi agli occhi e proruppe: “Io… noi… BUAAAAAAAAHHHHHH!”
Le tre ragazze vennero sbalzate all’indietro e Nabiki, più distante, commentò con le dita nelle orecchie: “Se non ci sbrighiamo a scoprire la sua tragedia diventiamo tutti sordi.”
D’improvviso Sasuke annunciò: “Ehi padroncino, credo che siamo quasi arrivati! Quel cartello…”
”NOOOO! NON DA QUELLA PARTEEEE! VI PREEEEGOOOOO!”
È inutile ripetere gli effetti del suo urlo sulla comitiva…
Inforcando gli occhiali che erano scivolati dal suo naso, Mousse guardò fuori a chiese: “Ma perché, cos’ha che non va questo pos….”
“NOOOOO! NON RIPORTATEMI DA LUUUIIIIII!” Strepitò quella cominciando a picchiare il povero ninja sulla testa prima a mani nude, poi con i vari oggetti che trovava. Quando arrivò a usare una cassaforte di discrete dimensioni – ma dove l’avrà presa?! – il poveretto svenne e il pick up continuò la sua corsa senza guidatore.
“Ma… che cosa… le hanno fatto?” Domandò Shampoo a nessuno in particolare.
“Il volanteee!” Gridò Ranma riprendendosi per primo. “Qualcuno prenda il…”
Kuno saltò in avanti e riuscì a sterzare prima di colpire in pieno un albero, poi cominciò a tempestare di pugni e scossoni il suo servo per svegliarlo. Quello riprese i sensi commentando: “Ma oggi ce l’avete tutti con me?!”
”Guida, idiota!” Lo apostrofò il Tuono Blu.
La ragazza intanto era tornata a urlare come un’ossessa di tornare indietro, di non riportarla da lui.
“Ma noi vogliamo solo aiutarti!” S’intromise Kodachi cercando di essere conciliante.
“Certo, alloggerai nella mia dimor…” Cominciò Kuno allungandosi per riprenderle la mano. Fu allora che lei, al culmine del terrore, si lanciò attraverso il lunotto posteriore lasciando un buco di notevoli dimensioni con la forma del suo corpo. Si voltarono tutti a guardarla, stupiti, scappare a gambe levate alzando dietro di sé un gran polverone. Sul sedile, rimase una larga chiazza di inchiostro nero.
“Certo che ne aveva di fretta…” Commentò Ukyo con un sorriso nervoso.
“Che disastro! Quella pazza ha rovinato il nostro mezzo di trasporto più costoso!” Si lamentò Kodachi.
“Già, pensate se viene a piovere…” Commentò Nabiki con noncuranza. In quella, un tuono esplose nel cielo prima sereno. Ranma le si accostò con aria omicida. “Non potevi stare zitta, Nabiki?”
“Oh, ma guarda tu che sfortuna…” Aggiunse con finto interesse. “Mai sentito parlare delle previsioni del tempo?”
Kodachi cominciò ad armeggiare con strane boccette colorate.
Se comincia a piovere dovremo sostare in albergo, allora farò annusare questo al mio adorato Ranma e potrò restare da sola con lui tutta la notte e ripetere l’idillio di quel bacio appassionato che…
Ma mentre lei rifletteva su episodi mai accaduti, Kuno abbracciò di nuovo Akane.
“Akane Tendo, non temere il temporale, se hai paura potrai rifugiati tra le mie forti bracmmmhhhhgghhh!!” Stavolta il Tuono Blu fu messo KO dal gomito della minore delle Tendo e dal pugno di Ranma, cadendo sulla sorella che annusò il suo stesso intruglio e dormì per il resto del viaggio.


“Quanto manca?” Chiese Ukyo annoiata gettando via altra acqua dal lunotto spaccato con una bacinella. Kuno giaceva ancora svenuto poco distante dalla sorella ancora profondamente addormentata, mentre P-chan e Mou-Mou lottavano sulla sua faccia ignara. Sasuke consultò la cartina.
“Mhhhh, direi che siamo vicini alla stazione di polizia della zona, superata quella sono pochi chilometri.”
“Magnifico…” Disse senza entusiasmo Nabiki.
“Guardate!” Esclamò Akane prendendo P-chan in braccio. “Sta nascendo il sole! A proposito, strano come P-chan compaia sempre all’improvviso!” Commentò facendo comparire sulla testa del suo fidanzato un enorme gocciolone. Sveglia come sempre, eh? Pensò perplesso, quindi si sporse.
“È vero, ha smesso di piovere!”
Sasuke si fermò all’improvviso e tutti gli caddero addosso. I dormienti si svegliarono di colpo e lo picchiarono.
“Ma insomma, chi ti ha dato la patente?!” Strepitò Ranma-chan attirando l’attenzione di Kuno.
“Oh… la ragazza col codino!” Lei gli piantò un piede sulla faccia.
“Non cominciare ora, Kuno…”
“Dove hai nascosto il mio adorato Ranma, ragazzina?!” Strepitò Kodachi.
“Oh no, fermate il mondo, voglio scendereeee!” Gemette Ranma-chan.
“Mi dici perché hai inchiodato in quel modo, Sasuke?” Gli urlò Ukyo da tergo. Quando vide cosa, o meglio chi fosse, si gelò. “Ma quello è…”
Tutti si voltarono a guardare e rimasero di sasso, paralizzati dall’orrore.
“Ora cominciano i guai…” Commentò Nabiki glaciale.
   
 
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