Film > Labyrinth
Segui la storia  |      
Autore: ghepy    26/07/2015    0 recensioni
Vi siete mai chiesti su che cosa sia avvenuto nel Underground prima che vi giungesse Sarah?
No?
Beh dovreste!
Sapete... prima di diventare quello che è, Jareth non era un uomo odioso e crudele.
Lui era di più.
Era il ragazzo più dolce che la Città Di Goblin avesse mai visto.
A dirla tutta, in origine non si chiamava Città Di Goblin...si...
Se non ricordo male...
Aspetta com'era?...
AH SI! Moon Light (luce di luna)!
Ma certo! Come ho potuto dimenticarmene?
Le era stato dato questo nome per via del colore del palazzo.
Si...
Me lo ricordo bene.
Era un castello immenso, dalle bianche pareti che ricordava proprio la luce della luna.
Un spettacolo insomma.
Eppure, non è così che voi l'avete vista vero?
No... come potreste?
In fondo il libro che io ho scritto non parla affatto di un bel principe, o di una città incantata o di un amore proibito...
No.
Però se mi ascolterete vi parlerò del caro principe jareth.
Io ve l'ho mostrata per ciò che è adesso.
Un re odioso, privo di affetto. Ricoperto da una melma che l'ha corroso sempre di più. Distruggendolo man mano che passavano i secoli.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jareth, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

In un caldo giorno d'estate.
Nella sala del trono di un castello.
Un giovane principe era impegnato a discutere con la madre.
"è un'emerita scemenza madre!" imprecava il giovine, tirando su e giù ripetutamente le braccia dalla collera.
"Modera il linguaggio caro, e comunque non è una sciocchezza! Anzi! è la cosa migliore! Da quando tuo padre è morto, Moon Light è cambiata in peggio!" Disse la madre, seduta sul suo trono.
"M-ma madre! Un ballo!? Insomma! è-è-è folle! Che razza di modo sarebbe per farmi trovare moglie?" disse il figlio pieno di collera.
"Insomma Jareth! Quante storie! è solo un ballo e poi non devi trovare necessariamente moglie questa sera!" disse la madre alzandosi per andare in contro al figlio che ora stava facendo avanti e indietro sul lungo tappeto rosso della sala.
"Ma perchè le maschere!?" sbottò lui.
"è per impedire che le giovani donne possano saltarti adosso tutte assieme. In questo modo potrai osservarle una ad una e scegliere la tua compagna in tranquillità" lo ammutolì lei.
Al giovane principe non andava proprio quel modo di fare di sua madre. Lo mandava su tutte le furie.
"Ma si può sapere perchè farai vestire tutti i nostri maggiordomi come me?" chiese lui.
Era allibito che sua madre potesse concepire una cosa del genere.
"Non credi che se fossi l'unico uomo in maschera, le fanciulle se ne accorgerebbero subito?" imprecò la madre sulla soglia di una crisi di nervi.
Il ragazzo sbuffò e uscì in fretta e furia dalla stanza, sbattendo la porta.
Possibile che non ci fosse altro modo per poter trovare moglie? E poi... lui non voleva una di quelle donne superficiali, che si fermano sul fatto che lui era il principe.
Lui voleva di più. Voleva l'amore di una compagna, l'affetto di una persona cara, non una donna falsa che si fingeva interessata a lui solo per il denaro.
Voleva la passione. l'amore.
"E va bene! Facciamo sta scemenza, ma il mio costume lo sceglierò io" disse il principe, soddisfatto della sua scelta.

 

 


Arrivò la sera e nel castello vi era un gran brusio di voci.
Nella grande sala da ballo vi era un lungo tavolo con sopra ogni ben di dio che la città di Moon Light poteva offrire.
C'erano anche un sacco di fanciulle. Ognuna di esse indossava una maschera diversa per celare il proprio volto.
Tutte le fanciulle erano decise a trovare il principe e perciò, dopo aver passato qualche istante con il primo ragazzo che incontravano, lo scansavo per passare subito al successivo, sperando di trovare il principe prima delle altre.
Che buffe!
Le ragazze si mettevano a rincorrere i giovanotti, come dei predatori che inseguono la preda, per poi accorgersi di aver sbagliato bersaglio.
Le madri delle fanciulle, prive di maschere, parlavano del più e del meno tra loro, sparlando e battibeccando di qualunque cosa gli capitasse a tiro.
Ma di tutto quel caos, solo, in un piccolo angolo, attaccato al tavolo delle cibarie, vi era Jareth.
'Non è stata proprio una grande idea' si lamentava il principe.
Per non dare troppo nell'occhio si era vestito come un maggiordomo, e perciò, per tutta la serata non aveva fatto altro che ricevere insulti di ogni genere da parte delle ragazze.
"SPOSTATI!" "mi hai macchiato il vestito!" "da quando alla servitù è concesso partecipare a queste feste?" cose così.
Il poveretto non ne poteva più. Voleva solo andarsene nella sua stanza e riposarsi psicologicamente.
La musica era assordante e aveva ricevuto tanti di quei pestoni e spinte che alla fine si era rifugiato in un angolino per riprendersi.
Poi... il silenzio.
Tutte le ospiti si erano girate a guardare l'entrata.
La musica si era fermata e il caos era cessato.
Jareth, preso dalla curiosità, si spinse in mezzo a quella calca di persone, finchè non vide i nuovi ospiti.
Una era una signora sui cinquant'anni. con i lunghi capelli neri che le cadevano sulle spalle.
Vestiva un elegante vestito verde-acqua con la gonna ampia, sebbene lei non fosse alta più di un metro e cinquanta.
E accanto a lei vi era un giovine. Sui diciasette anni.
Aveva una grande maschera blu che gli ricopriva tutto il viso, e vestiva come un pirata, con la giubba rossa, gli stivali neri, i pantaloni di un marrone chiaro, e una lunga chioma di capelli biondi gli cadeva fin sotto le spalle.
'Che strano' pensò.
Alla festa erano state invitate solo fanciulle, eppure quel ragazzo si era presentato ugualmente, fregandosene altamente.
Da come si guardava intorno il ragazzo, era evidente che fosse a disagio.
Guardava in ogni direzione, come se qualcosa potesse piombargli addosso da un momento all'altro.
Di lì a poco arrivò la regina.
"Signora Pendragon" asserì lei andando incontro ai due nuovi arrivati.
"Signora Kerèn" disse l'altra facendo un leggero inchino.
La regina era furibonda anche se non lo dava a vedere. Come aveva osato presentarsi alla loro festa?
"Vedo che hai portato la tua guardia del corpo...ciao meticcio!" disse disgustata la regina guardando il ragazzo, che ora la stava guardando con uno sguardo assassino.
"Ma se non ti dispiace vorrei parlarti a quattrocchi, Pendragon" disse la regina con disprezzo.
La signora Pendragon strinse il braccio del suo accompagnatore, come per rassicurlo e gli disse dolcemente "io e la signora ora dobbiamo parlare un attimo tesoro, tu divertiti pure".
Il giovane annuì leggermente e si allontanò.
Dopo che le due donne ebbero tolto il disturbo, l'orchestra riprese a suonare.
Jareth era un po' stranito.
Chissà perchè, ma vedeva qualcosa di interessante il quel giovine vestito da pirata.
Forse perchè era l'unico uomo con cui poter parlare un po', o forse perchè era incuriosito dall'atteggiamento  del ragazzo.
Il nuovo arrivato non fece passare due minuti che era già attaccato al tavolo del buffet, ma non per mangiare. Sembrava quasi interessato all'odore del cibo, come se stesse cercando qualcosa di particolare.
'Curioso' pensò Jareth avvicinandosi al biondo pirata.
Arrivatogli alle spalle bussò sulla spalla del ragazzo e questo si voltò.
Ora che lo osservava bene vide due grandi occhi blu nascosti dalla maschera.
Il fisico non sapeva definirlo.
La camicia che indossava sotto la giubba era molto ampia, perciò difficile dire se fosse asciutto o se fosse una un po' muscoloso.
Era alto quanto Jareth, anzi... forse qualche centimetro in meno.
Il giovane inclinò la testa, incuriosito dal ragazzo che l'aveva chiamato.
"Ehm...." balbettò Jareth "Ti...ehm...vi andrebbe di fare due chiacchere?"
Il pirata annuì leggermente.
Poi, inaspettatamente, il giovane prese Jareth per il gomito, trascinandolo in mezzo alla folla, fino ad un balcone che dava sul piccolo labirinto che c'era nel giardino.
Jareth era rimasto spiazzato, infatti gli ci vollero un paio di minuti per sistemarsi l'abito e la maschera.
"Allora..." disse il principe spolverandosi l'abito "...da dove vieni?"
Jareth aspettò impazziente. Voleva sentire la voce di quel ragazzo.
Voleva finalmente parlare con qualcuno e togliersi di dosso un po' dello stress che aveva accumulato.
"Io e la signora abitiamo fuori da Moon Light... siamo di Roscicand" rispose il ragazzo guardandolo.
Jareth rimase allibito.
Non tanto per ciò che aveva detto, ma per il modo in cui l'aveva detto.
Jareth si aspettava una voce forte, da vero uomo, da vera guardia del corpo, e invece aveva appena udito una voce chiara e limpida da ragazza.
"Asp-aspettate!" disse mettendole una mano davanti come per dire 'stop'.
"Voi... siete una ragazza?" chiese incredulo il principe.
Il pirata fece spalluce.
"E allora? è un crimine?" disse disinteressata.
"No..."ci fu un attimo di silenzio
"Più altro non mi aspettavo che una ragazza potesse essere...."
"... una guardia del corpo?" continuò lei zittendolo.
"Ecco....si! Insomma... un tipo come voi dovrebbe..."
"....ridacchiare con le amiche mentre sorseggia thè mangiando pasticcini?" ribattè di nuovo lei.
Era come se gli leggesse la mente. Lei terminava le frasi che lui cominciava.
"Si! Cioè...no! Insomma...."
La ragazza gli si avvicinò e gli mise una mano sulla bocca.
"non ti preoccupare... ho capito"
Gli occhi della misteriosa fanciulla era del più bel blu che lui avesse mai visto.
Non aveva mai vista due occhi così profondi. Gli sembrava quasi di poterci annegare dentro.
"Ti dirò..." disse la ragazza stiracchiandosi"...io non sono proprio un tipo da etichetta, perciò..."
Fece una leggera pausa.
"Ti andrebbe di venire con me lì nel labirinto?" indicò lo spazio sottostante rispetto a loro " la festa è così noiosa e pacchiana, non credo che riuscirei a resistere sino all'arrivo della mia signora in mezzo a tutta questa gente. E poi..." disse sedendosi sul corrimano del balcone "quelli come noi non sono mai ben accetti dagli altri, no?"
'Quelli come noi?' cosa voleva dire la ragazza con quella frase?
Jareth stava per rispondere alla domanda della fanciulla, ma non ne ebbe il tempo.
La ragazza scavalcò il balcone in pietra e saltò giù.
Cadde dolcemente, atterrando sui piedi, come un gatto.
Jareth pensò 'Se ce l'ha fatta lei posso farlo anch'io!' si disse.
Si lanciò, ma inciampò nel vestito e perse l'equilibrio.
Stava per cadere nel peggiore dei modi. Di faccia.
Preparandosi all'impatto, chiuse gli occhi, ma non si sfracellò.
Quando aprì gli occhi si ritrovò in braccio alla ragazza che lo guardava in modo perplesso.
"Non credevo che i servi di questa magione fossero tanto imbranati" disse sorridendo mentre lo metteva a terra.
In alto nel cielo, la luna piena faceva luce ai due ragazzi.
La ragazza avanzò verso il piccolo labirinto.
"è carino" disse guardandolo "peccato che non sia complesso".
Infatti non era un vero labirinto. Era più che altro un insieme di siepi alte che creavano un unico corridoio in linea retta, il quale portava sino al centro del 'labirinto' dove si trovava una grande fontana zampillante.
Jareth si avvicinò alla ragazza e la guardò perplesso.
"vi piacciono i giochi complessi?" chiese lui chinandosi verso di lei.
"si... vedete... prima che mio padre se ne andasse, mi faceva fare sempre dei giochi..."disse guardando il cielo sorridendo "...e più erano complessi, più mi divertivo".
La ragazza si avviò verso la fontana e Jareth la seguì.
"Non sapevo che alle principesse piacessero i giochi" esclamò lui scrutandola mentre le camminava dietro.
A quelle parole la ragazza si fermò e si girò a guardarlo freddamente.
"Principesse?" disse gelida "credi davvero che io sia una principessa?" avanzò verso di lui lentamente con aria minacciosa.
"Beh... eh eh...visto che siete venuta alla festa pensavo che foste una principessa in incognito" indietreggiò spaventato.
Che cosa aveva detto di sbagliato?
"L'ultima cosa che voglio è che la gente pensi che io sia una principessa" disse voltandosi "io non sono come quelle stupide oche giulive che pensano di poter comandare a bacchetta tutti secondo il loro volere" chinò il capo verso il basso "io non sono come loro".
"M-mi dispiace... non volevo offerdervi" disse il giovane, sperando di poter recuperare terreno.
La ragazza si portò una manica della giacca al volto e si girò sorridendo "Non ti preoccupare... non importa"
Con la manica la ragazza di stava asciugando le lacrime che fino a pochi istanti prima erano sgorgate dai suoi occhi cobalto.
Il principe era stupito. Non aveva mai visto qualcuno piangere, o almeno... non in sua presenza.
I due camminarono sino alla fontana.
"Se non sono scortese, posso chiedervi perchè odiate così tanto le principesse? Insomma, in fin dei conti fate da guardia del corpo ad una reale" Chiese lui mentre lei gli camminava davanti avvicinandosi alla fontana.
La ragazza sospirò pesantemente.
"Io non odio soltanto le principesse, odio i reali. Odio tutti quelli che si prendono gioco della gente comune solo perchè possono farlo...
Sono solo un branco di viziati che pensano solo ai propri interessi e basta!" disse lei colpendo con un pugno la fontana
"Ma la signora Pedragon..."continuò "lei è diversa da loro. Lei si è preoccupata per me. Avrebbe potuto abbandonarmi, vedendo come sono, e invece si è presa cura di me..."
Al ragazzo gli si formò un nodo in gola.
La ragazza si voltò di nuovo, dandogli le spalle.
"E i tuoi che dicono?" chiese interessata.
"Riguardo a cosa?" domandò confuso.
"Riguardo ai tuoi occhi... non ti dicono nulla?".
Cadde il silenzio.
Sebbene il tempo passato con quella ragazza fosse pocchissimo, l'aveva già inquadrato.
Anche se era un principe, era nato con gli occhi di due colori diversi, e la cosa aveva suscitato lo scandalo.
Per quelli come lui, avere gli occhi di due colori diversi signifacava solo portare guai.
"Sai..." continuò lei "... una volta ho conosciuto una bambina che aveva i tuoi stessi occhi" si interruppe un attimo.
Poi fece un piccolo ghigno "Povera piccola..." abbassò il volto per non far vedere l'amarezza che le si era dipinta in faccia "... l'hanno bruciata su un rogo crendendola una demone...che scemenza!"
Jareth la fissò impietrito.
Non credeva che per uno come lui potesse essere riservata una tale mostruosità.
Eppure. Dopo lo scandalo iniziale, nell'arco di un anno, tutti si erano dimenticati di lui.


A differenza di molte altre persone, lei non lo disprezzava, anzi... lo compativa, ma non perchè fosse diverso, no, ma perchè gli altri lo trattavano da diverso e sembrava proprio che lei potesse capirlo più di chiunque altro.
"Come si può anche solo pensare che una cosa stupida come il colore degli occhi possa portare a essere un demone? è solo stupidità, non trovi?" disse guardandolo dolcemente.
Jareth era commosso.
Non gli era mai capitato di trovare una persona che lo capisse davvero.
'Diverso...'
Già! Non si ricordava neanche più quante volte l'avessero chiamato in quel modo.
In quel momento, un grande dolore attenagliò il cuore del ragazzo, facendolo piangere.
Le si lanciò contro e l'abbraccio dolcemente, sprofondando il viso nei lunghi capelli biondi della ragazza per poter trovare un po' di conforto.
Lei, come risposta, gli accarezzò dolcemente il capo.
"Hey... va tutto bene" disse stringendolo a sè.
Dopo qualche minuto, il ragazzo si riprese e sollevò il capo verso la fanciulla.
I loro sguardi di incrociarono.
Per quanto lungo potesse essere il tempo, i due giovani continuavano a fissarsi, osservando il più piccolo dettaglio dell'altro.
Nel cuore del ragazzo era nato qualcosa.
Sentiva che il cuore gli andava a mille e che le ginocchia si erano trasformati in due molli budini.
Jareth si chinò verso di lei.
Voleva baciarla, sentire il suo sapore, sentire il suo contatto fisico.
Era proprio lì, a pochi centimentri di distanza.
Ma dun tratto, un boato interuppe i due. Sembrava come un ruggito.
" Oh no!"disse le ragazza guardando il castello.
Si staccò violentemente dal ragazzo e si precipitò dentro.
Con un balzo saltò sul balcone ed entrò.
Vicino all'ingresso si era formato un grande ammasso di gente, ma con un solo salto la giovane li evitò.
Jareth con un gesto di mani si teletrasportò nella sala.
La signora Pendragon era nel bel mezzo della sala. Respirava affannata e stava tutta curva su se stessa, come per sferrare un attacco.
Davanti a lei c'era la regina che la guardava con aria di sfida.
La bionda si parò davanti alle due dando le spalle alla regina.
"SI FERMI!" urlò "va tutto bene! tranquilla! non ti agitare!".
Parole al vento.
La donna si scagliò verso la regina, ma la ragazza la bloccò.
Quella donna aveva una forza sovraumana.
Non si era mai vista tanta ferocia da parte di una donna.
La guardia del corpo la placcava e la stringeva a sè affinchè non arrecasse danno a nessuno.
Rotolando di qua e di là, le due finirono fuori dal castello.
Jareth era rimasto indietro. Non vedeva niente. Sentiva solo il verso di una bestia e il rumore della stoffa che si strappava.
Poi silenzio.
Jareth spintonò con tutto se stesso per riuscire a vedere, ma quando arrivò all'ingresso non c'era più niente.
Erano sparite.
A terra c'erano pezzi di stoffa, sangue ed una maschera.
La fanciulla se n'era andata come quando era arrivata. Col silenzio.
Nessuno disse nulla e la festa ricominciò come se niente fosse.
Jareth guardò la madre.
Voleva chiederle su che cosa fosse successo per scatenare quella scena, ma non ne ebbe il tempo.
La regina si dileguò e il ragazzo restò lì.
Fermo, a guardare il sangue che aveva dipinto di rosso i bianchi ciottoli del giardino.
Si chinò perterra e raccolse la maschera, imbrattata di sangue.
'Ma dove sei andata? Prima ti prendi la mia attenzione e poi mi rubi il cuore?'

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Labyrinth / Vai alla pagina dell'autore: ghepy