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Autore: Eeureka    26/07/2015    2 recensioni
– [[ тenaoι ]] [[ dedιcaтa a o м e g a♥ ]]
– daʟ тeѕтo: L'unica compagnia che ha lì, sono le pareti della sua stanza ricoperte dal buio e i pochi spiragli di luce che si gettano sul pavimento, dovuti alla serranda semi chiusa e a un sole prossimo a tramontare. Mille pensieri che la tormentano, scorrono nella mente uno dopo l'altro e, fra questi, uno si afferma violentemente rispetto agli altri: la consapevolezza che quello che hanno costruito assieme in questi anni sta per sgretolarsi lentamente, scivolando dalla loro vita come acqua quando si tenta di prenderla fra le mani.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aoi Sorano, Matsukaze Tenma
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La coda di una cometa.




L'unica compagnia che ha lì, sono le pareti della sua stanza ricoperte dal buio e i pochi spiragli di luce che si gettano sul pavimento, dovuti alla serranda semi chiusa e a un sole prossimo a tramontare. Mille pensieri che la tormentano, scorrono nella mente uno dopo l'altro e, fra questi, uno si afferma violentemente rispetto agli altri: la consapevolezza che quello che hanno costruito assieme in questi anni sta per sgretolarsi lentamente, scivolando dalla loro vita come acqua quando si tenta di prenderla fra le mani.


Avevano solo sei anni, quando Aoi aveva imparato a osservarlo, a seguirlo in ogni suo bizzarro gesto nel vano tentativo di comprenderlo. Tenma è
un bambino speciale, pensava la piccola blu con gli angoli della bocca rivolti all'insù. L'amichetto era fantasioso, socievole e sprizzava energia da ogni poro. La sua compagnia era paragonabile a una giornata di sole; ma non di quelle afose e insopportabili, ma di quelle che, quando ci si perde a scrutare dalla finestra quella sfera infuocata e i suoi raggi d'oro, fanno venire voglia di fare tante cose, riempiono di volontà.
Era questo che per lei equivaleva a Tenma: luce. Perché la luce è calda, piacevole e sicura, anche se a volte può ferire. E se l'avesse potuto paragonare anche a una stella, sarebbe stato una cometa, mentre lei orgogliosa di definirsi la sua coda.
Ovunque andasse, Aoi lo seguiva. Al contrario degli altri bambini maschi non la cacciava via, e se lei gli proponeva di giocare a calcio non le rispondeva dicendo che "non è uno sport per le femmine", ma reagiva istintivamente: le labbra che scattavano e i denti bianchi che si rivelavano in quella che era una delle sue tante dimostrazioni di gioia.
Quando erano piccoli tutto era semplice: avventure continue, peripezie e lei che lo salvava ogni volta che il castano si metteva nei guai. Aoi era anche pronta a prendersi le veci di madre e a rimproverarlo se qualche idea fin troppo bizzarra sfiorava la mente di Matsukaze (ad esempio, una volta il pallone gli era volato nel giardino dei vicini, e il castano anziché andare a chiamarli per farselo tornare avrebbe preferito scavalcare l'enorme cancello. Assurdo!).
Alle medie, alle superiori, sempre insieme. Lì incominciarono i primi problemi, dovuti all'adolescenza: ai pensieri di entrambi che iniziavano a mutare, ad Aoi che rimembrava quando da piccola sognava di sposare Tenma, e trovava conferma dei sentimenti che prima erano solo un vago dubbio insinuatosi nella sua mente.
Poi il primo bacio. Non ricordava chi fosse stato più impacciato in quell'occasione, ricordava solo i respiri che si univano e le labbra che si protendevano per incontrarsi. Alla fine si erano scontrati in un modo abbastanza brusco, con i denti che cozzavano fra di loro, ma ne era derivata una risata briosa e il secondo tentativo era andato meglio, tanto che poteva paragonarsi alla bramata meta di una lunga corsa piena di ostacoli.


Dopo che la fase crescita era stata superata e la scuola restava ormai solo un brutto/bel ricordo, rimaneva solo da delineare quello che sarebbe stato il loro futuro. E, a quanto pare, mentre nella mente di Aoi l'avrebbero trascorso insieme, il castano sembrava serbare altri progetti.
Questo è il motivo per il quale Aoi, adesso, stringe convulsamente il proprio cuscino, affondandovi la testa per soffocare i singhiozzi, mentre le spalle tremano sul materasso.


«Ho l'occasione di giocare in un'importante squadra.» aveva detto improvvisamente, Tenma. Lo sguardo ceruleo attirato dal terreno, in quel caldo pomeriggio d'Agosto che sarebbe stato l'ultimo in cui camminavano mano nella mano serenamente.
La frase, per come si presentava, stava per essere accolta dalla blu come una magnifica notizia, ma la cadenza sul nervoso che aveva il tono del ragazzo le suggerì che era presto per gioire.
«A Los Angeles.» aveva buttato giù frettolosamente, il castano, mentre gli occhi di lei si sbarravano.
«Ah...» la cosa più intelligente che era riuscita a dire Aoi, lo stesso suono che si era poi propagato nell'aria all'infinito, prima che entrambi piombassero in un silenzio spaventoso, senza via d'uscita.
Nei giorni successivi avevano passato più tempo che potevano insieme, come per rimediare anticipatamente a quello che avrebbero perso una volta che il castano si sarebbe trovato in America. Era stato pressappoco inutile: involontariamente le conversazioni cadevano sull'imminente partenza, ammutolendoli subito dopo. E come se non bastasse si erano ritrovati ad affrontare l'argomento "relazione a distanza", che, per tutti i problemi che ci avevano trovato, anziché risollevare l'umore di Aoi l'aveva fatta deprimere più di quanto già non lo fosse, cominciando a delineare nella sua mente l'immagine di lei a parlare con lo schermo di un computer che rivelava un Tenma apparentemente vicino, ma irraggiungibile.


Ad Aoi viene in mente una conversazione passata avuta con le sue vecchie amiche, Midori e Akane. Quest'ultima se n'era uscita con un "Wow, certo che Tenma ama il calcio più di qualsiasi altra cosa!" e Aoi, ridacchiando, si era trovata a confermarlo. Ora accade la stessa cosa, ma con le risate sostituite da un amara sensazione che la divora. Non riesce a capacitarsi del fatto che quello sport, che lei stessa ha per lungo amato, le stia togliendo quella che ormai può definire la persona a cui più tiene. E posando gli occhi gonfi sull'orologio sopra al comodino si rende conto che manca sempre meno a domani, e alla partenza del castano. Un groppo in gola che aumenta di volta in volta, nel vano tentativo di soffocare un altro moto di pianto.

Smettila Aoi. Tu e Tenma vi sentirete ancora.
Prova ad obbligarsi, ma risulta essere inutile, perché l'unica cosa che vorrebbe fare è andare da lui e gridargli "Ti prego, resta qui". Ma non può, le gambe restano ferme. Non può prendersi quello che per tutta una vita è stato il sogno di Tenma, può solo sperare che al più presto trovi un rimedio per andare con lui. Deve convincere i suoi genitori contrari a farla partire all’estero.
All'improvviso il silenzio viene squarciato dal suono del campanello. La ragazza sussulta per lo spavento, come se si sia dimenticata che all'infuori di lei, rinchiusa fra le pareti atemporali della sua stanza, il mondo stia continuando a girare.
Ricorda improvvisamente di essere sola a casa e che quindi è l'unica che può andare ad aprire la porta. Per un attimo il pensiero vacilla se farlo o no; restare lì, ferma sulle lenzuola a fissare il soffitto, fingendo di non esistere. Ma l'insistenza con cui quel tasto viene ripetutamente schiacciato la incuriosisce e le sussurra che non ha via di scampo. E così si alza, strofinandosi gli occhi gonfi per scacciare i residui del pianto (gesto pressappoco inutile). Fa un respiro profondo e decide di dirigersi all'ingresso il più lentamente possibile, con la speranza che chiunque ci sia dietro la porta magari rinunci e vada via.
Una volta scese le scale - i cui gradini erano sembrati improvvisamente di meno - resta solo un breve tratto di corridoio da percorrere. Per fortuna all'ingresso c'è un altro specchio, che diventa la sua ultima fermata prima di aprire la porta, in modo da constatare che il suo viso sia presentabile.
Si ferma davanti alla porta e vi poggia delicatamente un orecchio sopra, per poi chiedere il consueto "chi è?". La risposta tarda ad arrivare, e l'animo di Aoi per pochi istanti spera che l'individuo dalla quale è divisa da quel pezzo di legno ci abbia rinunciato e se ne sia andato via.
«Sono io, Tenma.» il suo cuore ha un sussulto e corre nuovamente allo specchio sperando che gli occhi rossi non risultino troppo evidenti.
Ma che ci fa lì, Tenma? Si erano salutati il giorno prima, perché questo pomeriggio l'avrebbe dovuto trascorrere a fare i bagagli per la partenza.
Apre la porta con costante insicurezza per poi ritrovarsi davanti gli occhi plumbei del ragazzo.
«T-Tenma...» farfuglia, gettando a terra lo sguardo, incapace di sostenere quello dell'altro. In realtà è anche un modo per nascondere il viso.
«Aoi...» sussurra l'altro, che pare essere agitato e insicuro quanto lei. Rimangono per un po' così, in silenzio, il suolo che è diventato oggetto di interesse.
«Beh, domani...» comincia Aoi per rompere il silenzio, aspettandosi un continuo da parte di Tenma. Cosa che però non avviene. Solo altro silenzio.
«Aoi...» ripete il castano, sforzandosi di alzare lo sguardo verso la ragazza. Quest’ultima tenta di fare lo stesso, ma ci riesce solo per un fugace attimo.
«Aoi, ho deciso di restare.»
Eh? La frase riecheggia fra le pareti della mente, mentre Aoi si chiede se ha sentito bene.
«Se tu non puoi, io voglio restare qui. Con te.» Tenma si sforza di sorridere, ma è chiaro che per lui quello che sta facendo è un sacrificio enorme. Aoi non può fare altro se non scoppiare a piangere e correre ad abbracciarlo.
Le lacrime scendono copiose, una dopo l’altra. Aoi sta ancora cercando di elaborare per bene la situazione, perché la gioia è troppo forte, così tanto che per un attimo si chiede se tutto quello non sia un sogno e lei si trovi ancora col capo sul suo cuscino bagnato.
Si aggrappa a Tenma come se fosse la sua salvezza, ha paura di lasciarlo andare. Vorrebbe dirgli “non dovevi”, ma non ci riesce. Vorrebbe urlare “hai rinunciato al tuo sogno”, ma sono parole che si fermano in un groppo alla gola. Tenma è lì accanto a lei, visibilmente incerto per quello che ha appena fatto, per quello a cui ha rinunciato. E lei non tenta di farlo ragionare, no, sta zitta, è un’egoista. Vuole Tenma lì.
Le stelle brillano di luce propria, la coda ce l’hanno solo al momento di morire e schiantarsi. E Tenma vuole smettere di brillare, perde l’occasione di aumentare la sua luce a Los Angeles, solo per restare con lei.




{ my little corner }
Ehiiilà!
Fic dedicata a O m e g a, Ellie, che, anche se non frequenta più questo fandom, spero la apprezzi. Insomma, ti ho promesso una TenAoi, ed ecco - anche se dopo tre anni - una TenAoi!
E' da tanto che cerco di scrivere su questa coppia, sebbene io li preferisca come friendship (KyouTen OTP, sorry but not sorry.) Avrei preferito farlo in toni più allegri, ma l'ispirazione ha portato a questo, sob. L'intenzione era un lieto fine (io sono sempre per il lieto fine, anche se amo l'angst), dove Tenma decide di voler stare con Ao. Ma poi ho pensato che non poteva del tutto essere un lieto fine. Mi spiace per questo Ellie, prima o poi te ne farò una allegra, passassero altri tre anni-! ;u; (?)
Ho altre cosucce da dire! Prima: ho scelto di narrare al presente - cosa che non faccio mai - per creare un distacco dalle varie analessi che ci sono nel testo, e, per timore di fare confusione con i tempi verbali e scaturire confusione in voi lettori, ho diviso i ricordi del passato da quel che Aoi vive al momento. Seconda cosuccia: spero che Aoi non risulti ooc. Vuole un gran bene a Tenma, è vero, anzi, lo vuole tantissimo bene. Nonostante ciò, capitela, nelle sue condizioni era difficile lasciarlo andare via, insomma--
Va beh, detto questo, spero vi sia piaciuta! <3
un saluto da me e dal mio little corner che di little ha sempre davvero poco-
_Fernweh
  
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