Alla ricerca dei 5 fazzoletti
Autore: Cristy
Questo racconto è il mio primo IN ASSOLUTO! Non ho mai scritto altre ff o racconti
oltre a questo! Quindi vi sarei grata di non essere severi con me ç_ç! E' basata
su una mistura di fatti realmente accaduti e fatti fantastici! BUONA LETTURA
^^
Cap 1: in principio…
Una bambina di appena un anno è per la strada. Sta piangendo.
Ha 5 fazzoletti in mano: uno verde, uno rosa, uno azzurro, uno giallo e uno
bianco. Erano tutti di stoffa fina e non molto grandi: somigliavano a fular
per ragazzine. Sull'angolo destro, in basso avevano tutti uno strano ricamo.
-Io… io voglio la mia mamma. Mamma dove sei? Dove sei andata?- Disse la piccina
in preda alle lacrime. Era nel bel mezzo di una strada asfaltata. A destra e
a sinistra c'erano case, negozi e un giardino con qualche albero. Le case erano
piuttosto moderne ma sembrava che non ci fosse nessuno. Il caso volle che una
macchina nera passasse da quelle parti. Si fermò. La bimba guardava stupita
quello che stava succedendo. Erano un uomo ed una donna dallo sguardo preoccupato
rivolto verso la bimba. La donna aveva lunghi capelli rossi, ricci ed occhi
blu. Una donna molto affascinante. Lui un uomo con capelli neri, corti e lisci
e occhi verdi. Lei indossava un lungo vestito bianco tempestato da fragoline
e ciliegie, a maniche corte. In viso aveva appena un po' di rossetto. Lui era
in smoking nero.
-Piccola… stai bene piccina?- chiese con tono preoccupato lei.
-Su, vieni piccola! Chi potrebbe lasciare una bella bimba come te, in mezzo
alla strada, in piena pioggia? Verrai con noi! Cercheremo di rintracciare i
tuoi veri genitori!- disse l'uomo con un sorriso stampato in faccia. La donna
prese la piccola bambina e la portò in macchina. Però i fazzoletti erano volati
via e la bimba… non poté riprenderli. L'uomo si mise a guidare.
-Enzo… secondo te potremmo adottarla? Non abbiamo mai avuto figli… non potremmo?-
chiese la donna con tono disperato mentre teneva in braccio la bimba.
-Margherita forse si potrebbe fare ma prima… dovremmo rintracciare i suoi veri
genitori. Se fosse stato un caso del perché l'hanno perduta? Avrebbero diritto
a riprendersela…-
-Hai ragione… mi prometti che se nessuno si farà vivo la terremo noi?-
-D'accordo Margherita…- disse lui con tono rassegnato. I veri genitori della
piccina non si fecero trovare. Nonostante avessero messo annunci sui giornali,
spot alla televisione, avvisi alla radio e volantini in ogni dove, loro non
si fecero trovare. Dopo una lunga discussione Margherita scelse il nome Cristina
per la piccina. Lei sembrava approvare ed il marito Enzo si dovette rassegnare.
Passarono in fretta ben 10 anni… la piccola ormai era una ragazzina dell'età
di 11 anni: non molto alta, capelli lunghi, mossi, color castano scuro e occhi
marroni. Portava occhiali da vista ottagonali. Era molto superstiziosa e, essendo
cresciuta tra il lusso dei suoi ricchi genitori, non aveva imparato cos'era
davvero l'avventura, in più soffriva di vertigini. Era però vivace, scherzosa
molto coraggiosa, quando si trattava di dare una lezione a qualche amico. Era
fissata con gli oroscopi ed il siti internet che frequentava di più erano quelli
dedicati ad essi. Non ricordava nulla di quando aveva pressappoco un anno. In
casa avevano una cagna, Lola, bastardina somigliante ad un segugio austriaco,
ed un coniglio nano d'appartamento, Grigino, un coniglietto dolce e vivace di
colore grigio e bianco. Cristina, a quel tempo, aveva finito la quinta elementare
ed era esperta di computer ed internet, in più aveva una passione innata per
le storie d'avventura e d'amore. Sapeva scrivere bei testi. Questa passione
nacque in estate, a luglio con precisione, durante i giorni di svago in piscina.
Natasha, una ragazza alta, occhi marroni, capelli castani, lunghi. A Cristina
non stava molto simpatica ma talvolta si rivelava utile stare con lei. Durante
quei giorni afosi…
-Crikke! Avevo pensato che potremmo fare delle storie: sai per venderle e guadagnarci
qualcosa! Ho gia in mente il titolo: "Pokèmon-story" ti piace?- N.B.
Crikke è il soprannome di Cristina.
-Naty! Non è che mi vada fare un fumetto di pokèmon. Ma se ci possiamo guadagnare…
d'accordo ci sto! Quando ci vediamo?-
-Oh mai! Ho preparato una lista con i titoli. Tu fai le storie. Io penso ai
giochi e alla copertina!-
-Oh… un vero e proprio giornale allora!-
-Secondo te ci guadagneremo?-
-Non so! Sai… forse hai chiesto alla persona sbagliata! Non sono molto brava
a scrivere storie… ma pur di guadagnarci faccio di tutto!-
-Allora ok!- Natasha le porse la lista con i titoli già fatti. Cristina guardava
stupita: erano 2 fogli strapieni di titoli!
-Scusa… per quando dovrei darteli?-
-Mah… per domani!-
-Do… do… domani?-
-Sì! Io m'impegnerò a fare le copertine! Ah! Metti anche qualche disegno!-
-Co…co… come? Anche de... dei di... di… disegni?-
-Sì! Allora a domani!-
-Ah… domani?- Cristina rimase stupita e vide Natasha allontanarsi.
-Ah! Per domani… 5… 8… 18 STORIE? Ma qui siamo impazziti?- Cristina era esasperata.
All'improvviso un ragazzo alto, capelli corti, lisci, color castano chiaro,
occhi blu mare e corporatura snella, apparve dietro di lei. Era il suo amico
Leonardo: esperto di pokèmon e di game boy che aveva fatto amicizia con Cristina.
-Crikke che è successo? Sembri sconvolta!-
-Ah… Leo… ciao…! Facciamo qualche scambio?-
-Ok ma prima dimmi cos'è successo!-
-Non sono affari che ti riguardano!-
-Dai… almeno dimmi chi era quella bella ragazza!-
-Si chiama Natasha ed è una mia compagna di classe…- […purtroppo!] Pensò infine.
-Davvero? Wow! Spero di finire in classe con te alle medie!- E si mise a saltellare.
Leonardo De Santis era un ragazzo di Marciano: vicino a Cesa, il paesino di
Cristina. Si erano incontrati per puro caso nello stesso corso con lo stesso
insegnante (succede così nella piscina di cui parlo io! Fanno fino a 5 corsi:
tutti con diversi insegnanti! E anche lo stesso corso può avere più di un gruppo
di ragazzi quindi più insegnanti. n.d.A). Tutti e 2 esperti di game boy, fanno
amicizia e ogni tanto si scambiano dei pokèmon tramite Game Boy. Comunque Cristina
ha anche una migliore amica: Silvia! Capelli lisci e neri, molto lunghi, occhi
marroni e abbastanza snella ma non troppo. A lei non interessava il game boy
ma solo avere Cristina vicino: erano davvero inseparabili. Mentre Leonardo e
Cristina stavano facendo scambi arriva Silva.
-Ciao Sozzy! Come è andato il turno?- Sozzy è il soprannome di Silvia.
-Oh benone!- Silvia aveva il 3° turno e Cristina il 1°. Quando c'era il 2° turno
stavano insieme nuotando e spassandosela. Durante il 3° Cristina guardava Silvia
o si faceva una passeggiata o stava con Leo.
-Leo! Io vado! Ah! Domani non ci possiamo vedere: è l'ultimo giorno di piscina!-
-Ok! Nessun problema!-
-Bene Sozzy andiamo!-
-Ok Crikke!-
Le due si diressero al bar, pendettero una pizza ciascuna e diressero ad un
tavolo.
-Sozzy! Secondo te il prossimo anno finiremo in classe insieme?- Chiese Cristina.
-Guarda Cris… io sono sicura di 2 cose: 1° che resteremo amiche e 2° che saremo
in classe insieme!-
-Lo spero tanto! Non sai quanto vorrei finire in classe con te e con un altro
ragazzo, magari bellissimo! Poi… mi sento eccitata all'idea che andremo alle
medie! Una scuola così grande…-
-Gia! Da un punto di vista fa un po' paura!-
-In effetti! Tu pensa: sei nella nuova scuola e… potresti pure perderti! E'
così grande e immensa! Quello che mi preoccupa è finire nella stessa classe
con… xxxx-
-Hai ragione! E' una palla al piede! Ma anche xxxxxxx è identica!-
-Tentano di dividerci e poi sono stressanti e un po' troppo chiacchierine-
-Concordo!-La xxxxxxx è una loro compagna di classe **ANONIMA** che cerca di
dividerle! E xxxx è la loro compagna Natasha! Erano tutte nella stessa classe
delle elementari. Ora che arriveranno alle medie verranno divise le classi.
-Sol!- altro soprannome affibbiato a Silvia come Cris è affibbiato a Cristina!
-Tu di chi sei innamorata attualmente? Io di nessuno! Che gioia!-
-Io invece di Cozzamenta!- Cozzamenta è Luca! Il soprannome originale è Cozzo
perché sembra che abbia la testa vuota come una cozza! La Silvia però lo chiama
Cozzamenta! E' un po' più alto di Silvia e Cristina, capelli neri, corti e lisci,
occhi marroni ed un'intelligenza innata! E' molto magro ed molto raro trovarne
uno così!
-Oh… in effetti ti capisco!-
-Non credo! Me lo vorrei scordare dalla testa ma…-
-Non ci riesci! Sol! Credimi, Cozzamenta è perfetto per te!-
-Non credo!-
-Sì invece! Avete litigato circa… un miliardo di volte? Mi sembra… Bhe! Ho perso
il conto!-
-E cosa vorresti dire?-
-Che il vostro legame si è rafforzato! In più vi parlate spesso e molte volte
lui si confida con te e viceversa. Secondo me… prova qualcosa!-
-No! Lui è un tipo che lascia trasparire i sentimenti! Me lo avrebbe detto!-
-Allora non pensarci più! Non dico di togliertelo dalla testa ma anche solo
non sfondarti il cervello va benone!-
-In effetti ci penso troppo!-
-Troppo esageratamente! Sei in vacanza! Goditela!-
-Certo!- e finì con una bella risata da parte delle due. Il giorno seguente…
l'ultimo giorno di piscina! Arrivate Silvia e Cristina vanno sul bordo di una
delle piscine: quella più isolata! C'erano 3 piscine. Altrimenti tutti quegli
insegnanti dove andavano? Oggi avrebbero aperto gli scivoli, si sarebbero divertite
un mondo. L'apertura degli scivoli avveniva solamente l'ultimo giorno! Ma… ci
sarebbe stata la coda! Intanto era presto…
-Eh Sol! Fine! Di nuovo la parola fine su una storia! Prima l'anno scolastico,
poi le elementari e ora la piscina!-
-Sai… qui 3 anni fa abbiamo cominciato… e in un futuro molto remoto, si spera,
finiremo!-
-Sol: da quando sei così poetica?-
-Io poetica? Allora tu? Mi sembravi Dante prima!- e si mise a ridere
-Ridi, ridi che uccido!-
-Dai… però… in questi giorni mi sono accorta che, non solo noi due, ma anche
i nostri amici… stanno cambiando. Chissà se è un bene o è un male!-
-Bho! Chi può dirlo? Ne vedremo le conseguenze!- in quel momento una brezza
leggera le inondò.
-Andiamo! Stanno aprendo gli scivoli!-
-Sì! Cooooooorriamoooooo!- fece Cristina sprizzando allegria da tutti pori.
Si diressero agli scivoli e cominciarono a divertirsi e giocare. Però, quando
fu il turno di Cristina a scendere su quello scivolo così lungo e divertente,
qualcosa attirò la sua attenzione…
-Un fazzoletto rosa nel cielo? Che ci fa qui?- poi quel fazzoletto sparì dalla
sua vista, portato via dal vento.
-Chissà cos'era!- si disse. La giornata passò benissimo tra tutti i divertimenti!
Le due amiche si divertivano come matte! Finì presto quella giornata e tornarono
a casa, con la speranza di risentirsi presto.
Giusto una settimana dopo…
"DIN DON" suonano la porta.
-Chi è?- Chiede Cristina guardando dal terrazzo della casa.
-Ehi Cristy!- era suo zio Giulio.
-Zietto! Come va?- Chiese la ragazza.
-Benone!- lo zio Giulio era un tipo spiritoso. Era un missionario, un volontario
meglio dire, che lavorava in Africa, precisamente a Swakopmund in Namibia, nel
sud Africa. Era alto, biondo, ricciolo, con capelli corti, occhi verdi e sempre
un sorriso stampato in faccia. Era abbastanza magro ma non esageratamente. Aveva
una camicia a quadri, viola, e dei jeans ormai vecchi e rattoppati.
-Zio! Non sai che bello rivederti! Papà e mamma sono fuori! Sono sola con la
mia cagna ed il mio coniglietto! Ma prego entra!- Quindi la ragazza lo fece
entrare, aprendo il cancello elettrico dell'appartamento. La famiglia di Cristina
era molto ricca, ma non era spendacciona! Perciò avevano un appartamento a due
piani invece di una villa con piscina.
-Cristina! Certo che ne è passato di tempo!- disse lo zio mentre sorseggiava
del tè.
-Gia! Ma tu non vieni mai!-
-Bhe… ecco credo di aver trovato un regalo per te! Avevo promesso che ti avrei
fatto un unico regalo no? Bhe eccolo!- fu un fazzoletto verde. Nell'angolo in
basso, a destra, aveva un ricamo: uno scrigno giallo con sopra un uragano di
vento, gocce di pioggia, chicchi di grandine e fiocchi di neve. Cristina fu
molto stupita da quel ricamo e rise allegramente
-Com'è buffo!- disse ridendo ancora. Ma ad un tratto un pensiero la inondò:
una bimba piccola, per strada, piangente… 5 fazzoletti in mano… paura! Era paura
quella dipinta sul suo volto.
-Che è successo? Non stai bene?- chiese lo zio preoccupato.
-No! Sto benone! E' solo che…ho avuto una specie di… visione- disse seria. Non
sapeva come chiamarla.
-Me la descrivi?-
-Una piccola bimba di pressappoco un anno, piangente, abbandonata per strada…
che ha in mano 5 fazzoletti-
-I tuoi non ti hanno detto niente del passato?-
-Zio che vuoi dire?-
-Te lo racconteranno! Ma non devi essere tu a chiederlo! Te lo diranno quando
ti considereranno abbastanza grande-
-Che parole profonde!- disse scherzando Cristina.
Arrivò il momento dei saluti.
-Bhe Cristy! Devo partire per Lindi, in Tanzania!-
-Ma tu devi sempre essere in Africa? A proposito: il fazzoletto viene da lì?-
-Sì! L'ho trovato per caso e l'ho preso!-
-Capisco…- E si salutarono. Cristina volse lo sguardo al cielo. Era il tramonto.
Salì, quindi, sul balcone, dopo aver accompagnato lo zio al cancello, ad ammirarlo
in tutto il suo splendore. Il fazzoletto, rimasto sul tavolo del salotto, si
illuminò. Ne sarebbero successe di tutti i colori. Intanto Cristina ammirava
il tramonto. Il sole rosso che scompariva tra le case, le nuvole vicine tinte
d'oro, quelle lontano di rosa. Quel sole che stava scomparendo, aveva tinto
tutto di un colore diverso. Tutto era o giallo o rosa o rosso o arancione. Quel
cielo assomigliava a un miscuglio di colori sopra una tavolozza. La ragazza
era incantata dal panorama che le si prostrava davanti. Così incantata che non
si accorse dello zio che era ancora lì che la guardava, e dei genitori che tornavano.
La macchina dei signori era una bellissima BMV nera. Allo zio venne da ridere,
ma lo fece silenziosamente, mentre si dirigeva verso la sua decappottabile gialla.
Si alzò una brezza leggera che inondò la ragazza. Quel vento fresco e leggero,
in quel periodo afoso d'estate, la risvegliò. Scosse la testa per svegliarsi
totalmente e si diresse in casa. Prima di varcare la soglia si voltò verso il
sole ormai quasi scomparso, per l'ultima volta. Si notava che le nuvole erano
meno d'orate di prima. Tra poco si sarebbe fatto buio e Cristina fece un sorriso
lieve, accompagnato da uno sguardo infinitamente dolce. Seguì però un momento
di stupore: sulle ali del vento, un fazzoletto rosa viaggiava, attraversando
la parte dove era, ormai, un minimo spicchio di sole, scomparso tra le case
vicine. Quel fazzoletto. Cosa avrebbe portato? Scompiglio? Cristina se lo domandava
in continuazione. Poi chiuse gli occhi e ritornò in casa.
Due giorni dopo…
Silvia era in partenza per Palazzolo: a trovare i suoi nonni materni. Era triste
e preoccupata. Arrivata a quel piccolo paese, davanti alla casa, cercò di gioire
ma non ci riuscì. Il suo sguardo era perso nel vuoto. Entrata in casa salutò
i nonni e finalmente fece un piccolo sorriso. Bevvero una tazza di tè e Silvia
andò a distendersi in camera.
-Ehi Sil…- era la sorellina Serena, di un anno in meno di lei. Una ragazza abbastanza
bassotta, bionda, occhi marroni e con una voce molto bassa. Era molto calma
ma guai a chi la faceva arrabbiare!
-Che c'è Serena?-
-Ti vedo un po' giù… andiamo con le nostre cugine a fare una passeggiata in
bici?- Serena e Silvia, a Palazzolo, avevano alcune cugine più grandi di loro,
ma molto somiglianti alle due sorelle!
-Sono già arrivate?-
-Non ancora…-
-Chiamami quando arrivano!-
-D'accordo…- e richiuse la porta. -Chissà cos'avrà! E' triste da tutta la mattina-
disse poi sottovoce per non farsi sentire.
Cristy era nel balcone della casa. Era seduta nella seggiola, con le gambe
sopra il piccolo tavolino. Stava leggendo e si era addormentata. I raggi del
sole pomeridiano le dettero noia agli occhi, e si svegliò.
-Ah! Che bella dormita! Andrò a prepararmi qualcosa da bere: ho tantissima sete!-
Si stiracchiò per bene e si diresse in casa, prese un limone, un coltello e
lo spremiagrumi. Tagliò a metà il limone e spremette prima una parte e poi l'altra,
nello spremiagrumi. Dal ripiano sopra l'acquaio, Cristina prese il primo bicchiere
che le capitava sottomano. Aggiunse acqua e zucchero. Terminò col girare il
tutto e bere ciò che era venuto.
-Buono!- si disse fra se. All'improvviso squillò il telefono.
-Pronto?- fece lei frizzante dall'allegria con il bicchiere ancora in mano.
Qualcuno dall'altro cavo del telefono… piangeva a dirotto. Sembrava la voce
di una bambina di 10 anni.
-Cristina… la… la Silvia…- non appena pronunciato quel nome Cristina sprofondò
in un abisso.
-Stavamo andando in bici, facevamo una gara. Io, lei… e le nostre cugine di
Palazzolo…- Era Serena, sembrava essersi calmata ma era ancora disperata.
-A… ad un certo punto…- sembrò non farcela e sprofondò in un mare di lacrime.
Cristina era spaventata. Una lacrima le attraversò il viso. Stava tremano ed
il bicchiere stava pian piano scivolando dalle sue mani.
-Lei… mise le mani sugli occhi e la bicicletta cominciò a sbandare…- Cristina
si faceva sempre più interessata alle parole di Serena. Il cuore le fremeva
in petto, sembrava dovesse scoppiare. Il racconto di Serena era inondato dalle
lacrime. E questo non tranquillizzava la ragazza.
-Poi… ad una curva, Silvia riprese il controllo della bici e cercò di sterzare.
Era quasi paralizzata dalla paura ed urlava AIUTO! AIUTO!- Si sentì Serena che
piangeva sempre più.
-Non ce l'ha fatta… è andata a sbattere contro un ceppo: una rimanenza del tronco
quando è tagliato un albero… hai presente?-
-Sì… ti… ti prego Serena… continua!-
-Sì… ha fatto un volo di quasi tre metri insieme alla bici. E' atterrata su
un prato erboso ma di faccia… era tutta sanguinante. Usciva sangue dalle orecchie,
dal naso e dalla bocca…- (Fatti realmente accaduti! Giuro! n.d.A.) Cristina
era in preda al panico.
-Ora… è in ospedale… non so come stia…- questa fu la goccia che fece traboccare
il vaso. Il bicchiere cadde dalle mani di Cristina e si frantumò in mille pezzi.
Il liquido si parse per il pavimento e il vetro rimase a terra. Cristina era
molto spaventata. Mise giù la cornetta del telefono, di netto, e si diresse
in camera con lo sguardo perso nel vuoto.
-Sil… non mi abbandonare…- Le lacrime inondarono i suoi occhi e cominciarono
a scendere lungo le guance. Si buttò sul cuscino e diede libero sfogo alle lacrime…
Quattro giorni dopo…
Silvia era nella sua camera d'ospedale: da sola. La madre si era assentata
giusto un attimo. Bussano alla porta.
-Chi è?-
-Solly!- Cristina si inventava cento soprannomi al minuto…
-Crissy!- anche Silvia non era da meno. Cristina corse dall'amica e si abbracciarono.
-Pensavo di rivederti distesa su un divano o nei banchi di scuola! Mai in un
letto d'ospedale!-
-Anche io!- Il padre di Cristina tolse il disturbo e andò fuori dalla stanza
mentre le due ridevano allegramente.
-Ora mi spieghi cosa è successo! Sono stata 5.760 minuti iper preoccupata per
te!-
-In pratica 4 giorni!-
-Yes! Ma in minuti fa più effetto!-
-Bhe… quando andavamo in bicicletta, io, la Serena e le mie cugine, qualcosa
mi ha tappato gli occhi. Non potevo più vedere… ho tolto le mani dal manubrio
e me le sono messe sugli occhi ma non c'era niente! Quando, finalmente ho potuto
rivedere ho rimesso le mani sul manubrio ma… era troppo tardi!-
-Capisco… che avventura… e che dice il medico?-
-Tra poco mi rimetteranno. Guarda ho i denti davanti rotti…- e glieli fece vedere.
-Orrore!-
-Gia! E ho anche una microlesione al cranio…- Cristina era pietrificata. Silvia
vide la faccia dell'amica e disse
-Non ti preoccupare ora sto bene!- disse, a forma di scusa, Silvia.
-Per fortuna!- sospirò Cristina, e si misero a ridere.
2 giorni dopo…
Silvia era fuori dall'ospedale. Cristina… era una pigrona e se ne stava distesa sul suo letto o affondava nella sedia del tavolo dove era posto il computer, appoggiando i piedi sopra la scatola dove la madre teneva il vaporetto.Era la sua posizione preferita!
Settembre
Cristina non riesce a finire il libro delle vacanze ma non le importa! Poi…
scopre che lei e Silvia sono in classi diverse: SHOCK E non solo! Acquisitati
i libri altro SHOCK: cifra da capogiro! Poi erano tantissimi! Una barcata enorme!
-Cavolo! Io… dovrei… usare… tutti… questi… libri… durante… l'anno…? IMPOSSIBILE!
Odio le medie!-
-Ti capisco!- Cristina era la prima, la seconda Silvia: erano al telefono.
-Ci faranno studiare come bovi per caso?-
-Non esageriamo… molti saranno anche per gli anni successivi!-
-Gia ma intanto mi preoccupo!-
-Dai Cris! Non è la fine del mondo!-
-Gia! E' QUELLA DELL'UNIVERSO!- gridò lei. Silvia si staccò dalla cornetta e
poi le disse
-Crissy, ti si sente da mezzo metro dalla cornetta!- con aria alquanto infantile.
-Scusa! Ma hai visto quante materie? Cavolo! Non ne ho mai viste tante tutte
insieme! E poi non ci hanno neanche messo insieme! CHE RABBIA!-
-Calma Cris… ispira… espira…-
-Queste cosa tienitele per te, grazie!-
-Agitazione?-
-Sì…-
-Oh, senti: io ho in classe un certo Giacomo che ha avuto un colpo in testa:
sai che bello! Mi sento male al pensiero!- Ragazzo brutto ma brutto!!! N.B.
non c'entra NULLA con tutta la storia!
-Ah! Altre novità?-
-Sì! Tu sei beata! Hai Cozzamenta e un certo Matteo, che è bono… ma bonoooooo.-
-Calma Sol! Ma Cozzamenta lo pensi ancora?- disse con aria rassegnata
-Per fortuna l'ho dimenticato! Però è bello essergli amica! Ti fa copiare!-
Cristina rimase di sasso!
-Natasha e Giulia? Con chi sono?- Giulia: ragazza altezza standar, quella di
Cristina e Silvia, capelli corti e castano occhi marroni e con un carattere
troppo strano! La xxxxxxx!
-Giulia con me! Natasha con te!-
-PIGLIASSE UN COLPO A CHI HA FATTO QUESTE *BIIIIIIP* DI CLASSI!-
-Calma Cris…-
-COME FACCIO A STARE CALMA? VA TUTTO STORTO! GIULIA PUNTA SU DI TE E NATASHA
SU DI ME! NON POTREBBE ANDARE PEGGIOOOOOO!- Dopo questo grido… silenzio.
-Sol? Ci sei ancora?-
-Sì!- la voce sembrava venire da molto lontano. -Gridavi troppo forte! Ma sarei
spaccata un timpano!- ora si era ravvicinata. Stava parlando con aria infantile:
tipico di lei!
-Scusa!- disse Cristina con la stessa infantilità. Poi risero. Quelli furono
giorni felici…