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Autore: Aika Morgan    27/07/2015    7 recensioni
– Se fosse necessario mi baratteresti per una barretta di cioccolato, lo so... – ghignava Matt ogni volta che sentiva Mello scartare l'ennesima confezione di plastica colorata.
Mai, mai Mello lo aveva contraddetto, né aveva lasciato intendere che fosse così. Ogni volta gli fermava la mano e la portava sul suo fianco, baciandogli il viso e chiedendogli di scoparlo ancora e ancora, fino a fargli urlare l'orgasmo con tutte le forze che aveva in corpo.
La verità era che Mello a quella frase non aveva mai saputo cosa rispondere: non gli piaceva l'idea di abbassare la guardia, nemmeno con Matt, che pure conosceva da sempre. Era inoltre troppo concentrato sul desiderio di battere Near sul caso Kira per preoccuparsi di qualsiasi cosa avesse a che fare con i sentimenti. Sapeva infine che né lui né Matt avevano bisogno di smielate esternazioni d'affetto per essere sicuri di poter sempre contare l'uno sull'altro.
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Matt, Mello | Coppie: Matt/Mello
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Necrologio al sapore di cioccolato.

(ad Alice, Alessandra e al nostro shipping compulsivo)

 

Che Mello adorasse la cioccolata era un fatto risaputo. Lo sapevano benissimo tutti quelli che avevano avuto a che fare con lui nel corso degli anni, lo sapeva Near, che con lui era cresciuto alla Wammy's House, ma soprattutto lo sapeva Matt, che con lui aveva persino diviso la stanza dell'orfanotrofio. Matt avrebbe giurato che Mello conoscesse almeno il novanta per cento di tutti i tipi di cioccolata esistente al mondo. Mello, dal canto suo avrebbe giurato che, sebbene lo prendesse in giro per la sua golosità e gli paventasse lo spettro del dentista e dei denti rovinati nel giro di un paio di anni, Matt adorasse baciarlo sulle labbra sporche di cioccolato e leccare via quel sapore dolce dalla sua bocca, per poi sostituirlo con quello dei suoi baci e del suo sesso.

– Se fosse necessario mi baratteresti per una barretta di cioccolato, lo so... – ghignava Matt ogni volta che sentiva Mello scartare l'ennesima confezione di plastica colorata.

Mai, mai Mello lo aveva contraddetto, né aveva lasciato intendere che fosse così. Ogni volta gli fermava la mano e la portava sul suo fianco, baciandogli il viso e chiedendogli di scoparlo ancora e ancora, fino a fargli urlare l'orgasmo con tutte le forze che aveva in corpo.

La verità era che Mello a quella frase non aveva mai saputo cosa rispondere: non gli piaceva l'idea di abbassare la guardia, nemmeno con Matt, che pure conosceva da sempre. Era inoltre troppo concentrato sul desiderio di battere Near sul caso Kira per preoccuparsi di qualsiasi cosa avesse a che fare con i sentimenti. Sapeva infine che né lui né Matt avevano bisogno di smielate esternazioni d'affetto per essere sicuri di poter sempre contare l'uno sull'altro.

Quasi come se lo sapesse, Mello si era concesso solo una volta, solo quel pomeriggio, un momento per preoccuparsi dell'incolumità di Matt.

– Starai attento? – gli aveva chiesto, dopo aver riepilogato il ruolo che l'amico avrebbe avuto nel rapimento di Kiyomi Takada.

– Io sto sempre attento. – aveva risposto l'amico, col suo solito piglio beffardo.

Matt, non sto scherzando, questo non è un videogioco, è... è la realtà e potrebbe succedere qualcosa e...

Da quando in qua pensi che un tuo piano possa avere qualcosa destinato ad andare storto?

Già... andrà tutto bene. – aveva replicato Mello con voce ferma.

Gli aveva poi tolto di mano il joystick della Playstation e si era seduto cavalcioni su di lui, iniziando a leccargli piano il collo e a strusciare il bacino contro le gambe di Matt. Avevano fatto l'amore – ignorando entrambi che non sarebbe mai più successo – e ancora una volta Mello aveva imprecato, gridato il nome di Matt, gli aveva strattonato i capelli e poi si era accoccolato fra le sue braccia dopo essere venuto.

Su, andiamo! – gli aveva detto dopo essersi ripreso, rialzandosi dal divano e dando un colpetto sulla gamba di Matt.

Andiamo. – Matt aveva annuito, si era sistemato i vestiti ed erano usciti, entrambi convinti che dopo poche ore si sarebbero rivisti e magari avrebbero anche brindato al loro successo.

Riguardo l'identità del secondo rapitore, al momento essa è ancora sconosciuta.

Quello sarebbe stato l'unico necrologio concesso a Matt, l'anonimato mista all'identità di rapitore. Nulla sarebbe rimasto della sua aria beffarda, dei suoi capelli continuamente spettinati o dell'abitudine che aveva di cercare una sigaretta la mattina appena sveglio, quando ancora non gli riusciva nemmeno di aprire gli occhi.

Perdonami Matt.

Mello non riusciva a pensare a nient'altro, aveva un vuoto nello stomaco che coinvolgeva il petto e la testa e i polmoni e a fatica riusciva a concentrarsi sulla guida. Pensava a Matt, pensava a come avesse sempre accettato ogni sua richiesta, a come fosse stata l'unica persona a cui aveva permesso di accarezzare la cicatrice che gli deturpava il viso.

Pensava a nulla e pensava a tante cose, Mello, pensava al cioccolato che Matt gli regalava quando erano piccoli e ai tentativi che aveva fatto di insegnargli a giocare ai videogiochi, all'impossibilità di riuscire a batterlo, al fatto che non ci fosse riuscito nemmeno quelle volte che Matt cercava di perdere di proposito o di avvantaggiarlo.

E poi pensò a cosa gli avrebbe detto adesso, alla risposta che avrebbe dato alla frase che Matt gli mormorava sempre in un orecchio dopo aver fatto l'amore.

Se fosse necessario mi baratteresti per una barretta di cioccolato, lo so...

Stupido, avrebbe risposto se ce l'avesse avuto davanti, stupido, non lo sai che dimenticherei anche che sapore ha la cioccolata se questo significasse riportarti indietro?

 

 

_________

Mi sono addentrata relativamente da poco nel fandom di Death Note e penso che non scriverò poi tantissime fanfiction. Su Matt e Mello però DOVEVO scrivere, anche se sono una delle coppie che sullo schermo ha meno interazioni e meno ragion d'essere (ma meno male che ci siamo noi fan, giusto?)

Una piccola recensione sarebbe graditissima, anche perché è da un po' che ho un fastidiosissimo blocco e non mi viene di scrivere nulla.

La storia - o meglio, il flusso di pensieri di Mello - è da collocarsi durante l'episodio 36, quando dalla radio viene a sapere che Matt è morto. Avrei voluto coprire tutto il tempo che intercorre fra questo momento e quello in cui Mello viene stroncato da un infarto - ore? minuti? - ma alla fine l'ispirazione ha preso questa direzione.

Aika.

 


 

   
 
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