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Autore: emmegili    28/07/2015    3 recensioni
Shailene, soprannominata Shay, corre al pronto soccorso con la madre: l'autobus che stava riportando a casa i militari tra cui suo padre ha avuto un brutto incidente. E' distrutta, suo padre è gravissimo. Cosa succederà quando, gironzolando per l'ospedale, incontrerà Ryan, un giovanissimo soldato che era un collega del padre?
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DAL TESTO:
Io guardo il soldato dagli occhi verdi che vorrebbe essere al posto di mio padre perché si sente inutile. Non so come faccia mia madre a conoscerlo e viceversa, ma non chiedo nulla.
- Comunque ha ragione la dottoressa, Prescott –intervengo senza staccare gli occhi dal suo viso –Dovresti riposare, altrimenti ci finirai veramente, al posto di mio padre.
Lui mi guarda e mi sembra di vedere l’ombra di un sorriso sul suo volto.
- Non ti preoccupare, Shailene. So badare a me stesso meglio di quanto faresti tu stessa –dice a denti stretti.
Sussulto sulla sedia. Come fa a sapere il mio nome?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Hope'
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CAPITOLO 10

-Tuo padre torna a casa! Tuo padre torna a casa! –canticchia mia madre in cucina. Sorrido guardandola dal divano.
Sta organizzando un mega cenone per stasera: mio padre verrà dimesso. Gli invitati sono Jenny e i suoi genitori, Ryan e qualche vecchio amico di mio padre.
Io e Ryan daremo ufficialmente l’annuncio della nostra relazione. Sarà bellissimo. Devo solo chiarire le cose con Jenny, perché sono già passati cinque giorni dal nostro “litigio”. A dire il vero, io l’ho aggredita, poverina.
Però non posso abbandonare ora mia madre: mancano poche ore alla cena e devo aiutarla con i preparativi. Chiamerò Jenny e poi le ripeterò le mie scuse stasera di persona.
- Mamma, faccio una chiamata e arrivo.
- Certo, tesoro –cinguetta lei.
Salgo in camera e prendo in mano il cellulare. Avvio la chiamata sedendomi sul letto.
- Pronto? –sento la sua voce.
- Ciao, Jenny. Sono io.
- Sì, lo so. Cosa ti serve?
- Un minuto del tuo tempo. So che per telefono non fi aggiusta niente, ma ora non ho tempo di venire da te…sai, i preparativi per stasera…comunque, volevo chiederti scusa, Jen. Mi sono comportata malissimo, non ti meritavi un trattamento simile.
- Lo so, Shay. Però anche io non mi sono comportata bene. Sono tua amica, dovrei aiutarti, non metterti nei casini. Mi dispiace tanto!
- Oh, se solo fossi qui! Ti racconterei tante di quelle cose…
- Be’, tu non puoi venire qui, ma io posso venire da te. La cena è fra qualche ora, posso darvi una mano.
- Che bell’idea! Allora ti aspetto!
- A dopo!
Chiudo la telefonata e corro al piano di sotto.
- Mamma!
- Sì, cara?
- Viene Jenny. Dobbiamo parlare, ma dopo possiamo aiutarti coi preparativi. –spiego.
- Oh, d’accordo. Tovaglia rossa o bianca?
- Mm…direi bianca. Comunque, mamma, sono solo le quattro, la cena è alle otto!
Mia madre fa un gesto di noncuranza. In fondo, so che sarà puntuale come sempre.
Faccio per salire le scale, ma mi blocca.
- Ah, tesoro?
La guardo. E’ cosparsa di farina su ogni dove.
- C’è qualcosa tra te e Ryan? O la prima uscita che avete fatto è stata l’ultima?
Mentire. Mentire per mantenere la sorpresa.
- No, è solo che non abbiamo molto in comune. E’ stata un’uscita amichevole, tutto qui. Siamo…amici. –spiego. Che bugiarda. Non potevo essere più Pinocchio di così.
Assume un’espressione delusa. Mi acciglio.
- Ma è un così caro ragazzo! –protesta –E poi tuo padre lo adora! Sai come sarebbe difficile trovare un altro ragazzo che gli vada a genio?!
- Andiamo, mamma! –esclamo correndo alla porta. Jenny ha suonato il campanello.
Apro la porta.
- Shay! –piagnucola Jenny abbracciandomi. La stringo.
- Ciao, Jen. –mormoro –Andiamo in camera mia.
Io e Jenny passiamo davanti alla cucina. Mia madre urla un saluto alla mia amica, che ricambia.
Ci buttiamo sul mio letto, una volta entrate nella stanza.
- Jenny, per una volta lasciami parlare senza interrompermi. –esordisco.
- Okay.
Mi siedo a gambe incrociate.
- Innanzitutto, mi dispiace tantissimo, non avrei dovuto aggredirti così, mi sento un cane. Ma ho come l’impressione che tu mi abbia già perdonata.
Jenny fa per parlare, ma la blocco. Altrimenti perderò il filo del discorso.
- In secondo luogo, l’argomento è Ryan.
Inizio a parlare a mitraglia e le racconto tutto, ogni cosa, dell’equivoco, del bacio, della sera in cui è restato con me e della cavalcata; anche di Alice, Luke e Tommy, del fatto che fossi la sua speranza quand’era in guerra, che fosse già innamorato di me da tempo.
Quando smetto di parlare lei non dice nulla, rimane zitta e mi fissa.
- E stasera annuncerete la vostra relazione. –conclude. Annuisco.
- Ma…insomma, pensi che sia una cosa seria? –mi chiede.
Deglutisco.
- Io…io credo di sì.
- Ma cosa ne sarà del tuo sogno? Dell’università? Come pensi di gestire queste cose?
Abbasso lo sguardo. Studio come una forsennata da anni, e il mio intento è quello di terminare l’università al più presto. Perché? Perché voglio fare l’avvocato, voglio diventare un bravo avvocato e voglio farlo in fretta. Lavorerò per un’agenzia a Los Angeles e mi trasferirò. Pura utopia, ma è un’utopia che inseguo dalle scuole medie. Come farò a mantenere una buona relazione con Ryan se sarò occupata dallo studio, se dovrò viaggiare e ad un certo punto trasferirmi? Jenny ha ragione, sarà dura. E poi Ryan di sicuro vorrà ripartire in missione. Come farò? Come faremo? Tra poco più di un mese ci saranno gli esami e la consegna dei diplomi, poi, università. Così, subito. Come farò? Come faremo?
- Hai ragione, Jen –mormoro desolata.
- Sai che ti dico? Goditela fino a fine scuola, poi tu e Ryan vedrete. Io sono pessimista, questo si sa. E so anche avere una forte influenza sugli altri, anche questo è risaputo. Sii felice, Shay! Vivi la vita, non preoccuparti per i miei pensieri. Sai anche tu che non ho mai ragione.
Le sorrido. Mi ha allo stesso tempo messa al corrente della realtà e consolata.
- Hai ragione, Jen –ripeto.
- Perfetto. E, adesso, prepariamoci –sorride, complice. Forse dovrei preoccuparmi, ma non lo faccio.

Guardo l’orologio sul polso di Jenny. Otto e un quarto. Sono tutti al piano di sotto, lo sento. Sudo freddo. La mia migliore amica ha voluto che indossassi un elegante abito nero. Tremo solo al pensiero di quando dovrò comunicare a Ryan le mie paure e a tutto il resto degli invitati la nostra relazione. Devo vederlo. Ma Jenny mi ha imposto di non uscire dalla mia stanza, così ora aspetto che abbia finito di prepararsi nel mio bagno.
Esce frettolosa. Indossa un semplicissima gonna e una maglietta.
- E perché io sono vestita così? –sbraito. Lei alza gli occhi al cielo, poi esce dalla stanza. Rimango immobile, confusa. La sento sgridare qualcuno, poi Ryan compare al suo posto.
Chiude la porta e ci si appoggia, stremato.
- Ma come fai a sopportarla? –mi chiede.
Indossa giacca e cravatta, è proprio elegante. Mi si avvicina.
- Allora, sei pronta? –mi sorride.
- Ryan, dobbiamo parlare –mormoro. Lui mi guarda preoccupato.
- Il mio sogno è quello di debuttare a Los Angeles come avvocato –inizio.
- Questo lo so.
- Sì, ma…come faremo? Mi trasferirò, seguirò gli studi, viaggerò! Tu ritornerai in missione! Come faremo a gestire tutto questo, Ryan?
Lui mi prende il viso tra le mani, quasi sconcertato.
- Ce la faremo, il nostro amore supererà ogni singola cosa, Shay. Perché è di amore che stiamo parlando.
Gli sorrido.
- E poi ci trasferiremo vecchi e doloranti in una casetta nel Texas e guarderemo i nostri nipoti giocare. –continua in un sorriso sghembo.
Sorrido ancora. Gli do un bacio fugace.
- Grazie –sussurro.
Scendiamo di corsa le scale. In soggiorno sono radunate una quindicina di persone. E poi lo vedo. Mio padre su una sedia a rotelle, in disparte a chiacchierare col padre di Jenny.
Non so cosa mi passi per la mente, ma gli corro letteralmente addosso, lo abbraccio.
- Oh, papà!
Lui mi stringe, ridacchiando.
- Shay, tesoro…
Mi separo da lui, tutti che mi fissano.
- Salve, gente! –saluto impacciata. Gli ospiti scoppiano in una fragorosa risata.
Mi rivolgo a mio padre. Improvvisamente, mi ricordo che lui sa qualcosa di me e Ryan. Impallidisco.
- Sei bellissima, tesoro –sussurra ammirandomi.
- G…grazie, papà.
Mia madre arriva in salotto, portando un altro vassoio di antipasti.
- Ehm, scusate! –urla Jenny –Gente! Un attimo di attenzione!
So cosa sta per fare e le lancio un’occhiata disperata.
Mi ignora deliberatamente e sale su una sedia per attirare l’attenzione. Gli ospiti si zittiscono e la guardano curiosi.
- Che c’è, Jenny cara? –le chiede mia madre.
- Shailene deve fare un annuncio! –esordisce.
Mi avvicino a Ryan, tentando di sembrare indifferente.
- Non so di cosa tu stia parlando, Jen –rispondo a denti stretti.
- Oh, non essere…non essere te, per una volta! –protesta –Altrimenti lo dico io!
Guardo Ryan, allarmata. Lui sorride.
- Gente, l’annuncio lo faccio io al posto suo! –esclama.
Gli ospiti rivolgono lo sguardo su di lui, ancora più confusi e curiosi. Tento di sorridere, ma mi sa che la mia assomiglia più ad una smorfia.
Il silenzio diventa assordante.
- Io e Shailene stiamo insieme –annuncia cingendomi la vita con un braccio. Mi sento mancare i sensi. L’ha detto. L’ha detto!
Tutti restano in silenzio.
- Era ora! –urla poi mio padre. Strabuzzo gli occhi, poi gli applausi iniziano a circondare le mie orecchie, assieme ad urla, fischi ed esclamazioni.

Un mese e mezzo dopo…

Guardo la scuola davanti a me, poi tutte le persone che, come formiche, si muovono ansiose avanti e indietro.
Mia madre mi si avvicina brontolando e mi infila la tunica dall’alto, poi mi mette il cappello.
- Su, tesoro, muoviti! –mi esorta.
E’ il giorno dei diplomi. Poi farò un passo avanti verso il mio sogno. Ciò significa anche che ho esaurito il tempo con Ryan, ora tutto diventerà più difficile.
Entro nella sala dove sarà tenuta la cerimonia e mi siedo al mio posto.
Sono troppo agitata per rendermi conto del tempo, così quando chiamano il mio nome devono ripeterlo più volte.
Arranco fino al palco, arraffo il rotolo di carta, stringo la mano al preside e, impacciata, torno al mio posto. Sono un disastro totale!
Lancio un’occhiata dietro di me, vedo mia madre piangere e mio padre stringerle la mano, accanto a Ryan che mi guarda e sorride beffardo.
Gli faccio una smorfia, e lui sorride.

Finita la cerimonia mi ritrovo sommersa da parenti, amici, amici di parenti e parenti di amici.
Pacche sulla spalla, abbracci, strette di mano e congratulazioni.
Una mano mi prende il braccio e mi tira in disparte. Ryan.
Gli sorrido.
- Congratulazioni, avvocato –mi sussurra. Posa le sue labbra sulle mie, e mi bacia come se fosse la prima volta. Vorrei precisare che non sono ancora un avvocato, ma lascio perdere: a chi importa?
Quando si stacca dal mio viso, mi sorride triste.
- Devo dirti una cosa.
- Dimmi.
Mi guarda negli occhi.
- Mi hanno chiesto di fare ancora otto anni nelle armi. Missioni divise da licenze di più o meno giorni, poi sarò libero.
-Ah.
Lo sapevo, lo sapevo. E allora perché mi prende tanto di sorpresa?
- Ce la faremo, vero? Staremo insieme per sempre, vero? –chiedo con gli occhi lucidi.
- Certo che ce la faremo, siamo un avvocato e un super soldato, che timori hai? –ride.
Sorrido anche io.
- E poi?
- Poi cosa?
- E poi cosa faremo?
- C’è tempo per il poi, viviamo il presente.
- Giusto, viviamo il presente.

Nota dell'autrice:
Ciao!
Ho deciso di terminare la storia con un numero tondo di capitoli, ma non preoccupatevi: ho concluso presto perchè ho già in mente un sequel che spero tutti voi seguirete...Sarà una storia più seria, promesso, come prometto che ne pubblicherò il primo capitolo lunedì^^
E' stato bellissimo leggere le vostre recensioni, che mi hanno accompagnato durante tutto questo viaggio.
Vi voglio bene,
emmegili

   
 
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