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Autore: Chia_084    28/07/2015    5 recensioni
un principe e un mago, due facce della stessa medaglia, con un destino in comune, riportare la magia nel regno di Camelot.
[dal testo]
“sapete Artù Pendragon, voi siete un gran egoista! Pensate che vi sia tutto dovuto!” il moro si alzò in piedi e continuò “ Ma è normale, siete cresciuto nella comodità, sempre servito e riverito, non sapete com’è doversi guadagnare qualcosa! Mi dispiace dirvelo sire, voi non sapete nulla sulla gratitudine!” Merlino prese la sua roba e si diresse verso la porta
ArtùMerlino MerlinoGalvano ArtùGinevra
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Galvano, Gwen, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
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“ Ma che ore sono!? Merlino! Merlino! “ il biondo si alzò dal letto con tutte le intenzioni di trovare il suo servitore e dirgliene quattro, scese le scale e imboccò il corridoio che portava alla casa dove Merlino viveva insieme a Gaius, il vecchio medico di corte.
“ Salve Gaius, dov’è quel pigrone di Merlino!? “ disse spalancando la porta
“ Per favore sire non siate così duro con lui, non oggi.. “ disse il vecchio appoggiando una mano sulla spalla del principe.
“ voglio sapere dov’è! “ Artù sentì la rabbia montargli dentro, quella storia doveva finire, ormai erano 3 giorni che Merlino mancava i suoi compiti da servitore;
“ È di la… “ il medico indicò la porta della camera nella quale era solito dormire il ragazzo  , il principe partì a passo di carica e spalancò la porta, ciò che vide una volta entrato fu il suo servitore seduto  sul letto con la schiena contro il muro, i suoi occhi, solitamente di un blu acceso erano spenti e gonfi, probabilmente per le troppe lacrime che aveva versato,  i capelli corvini erano spettinati e sul pavimento giacevano i piatti intatti delle varie cene che il medico gli aveva portato.
“  Merlino “  il biondo si stupida di sentire la sua voce così tremante e nel vedere il suo servitore così triste il principe si vergognò del modo in cui entrato in quella casa.
“  non siete vestito “  disse il moro con una voce piatta e carica di tristezza
“ come potrei esserlo se il mio servitore sta ormai da tre giorni chiuso in casa poltrire ” disse il principe guardando il ragazzo.  Merlino abbasso lo sguardo, ad Artù per un mento sembra di scorgere una lacrima sulla  guancia del moro che però  fu troppo veloce a pulirla per dargli la certezza di averla vista sul serio.
 Quella scena colpi il principe come un pugno allo stomaco, Merlino sembrava così fragile e indifeso in quel momento  che ad Artù venne voglia di abbracciarlo.
 Si avvicinò di qualche passo al servitore poi si fermò di colpo e indietreggiò tornando sulla porta.
“ Sire “ disse Merlino puntandogli gli occhi blu addosso “ potrei avere il giorno libero fino a domani? Le prometto che poi lavorerò sodo” il biondo lo guardò per un po’ poi disse “ E va bene Merlino ma ad una condizione, stasera esci con me e andiamo alla locanda, non puoi stare sempre in quel letto! “  il moro lo guardò come sorpreso poi sulle sue labbra  si formò un sorriso e i suoi occhi tornarono un po’ più luminosi
“ Grazie Il principe sorrise e nel suo petto esplose una sensazione di felicità e calore,
“  possibile che vederlo felice mi faccia stare così bene?! No, non essere sciocco Artù, non è possibile...“ si disse uscendo dalla casa del medico.
 Una volta tornato nelle sue stanze Artù si rese conto di non aver chiesto a Merlino cosa lo avessi ridotto in quello stato.
 “ Non mi devo intromettere nella sua vita privata “ si disse, però voleva sapere e alla fine la tentazione fu più forte, così andò a chiedere all’unica persona che conoscesse il suo servitore più di chiunque altro.
 La serva era intenta a riordinare dei bellissimi fiori nei vasi sul davanzale e non sentì il principe entrare.
 “ Ginevra “ la servo si girò di scatto facendo cadere uno dei vasi che si frantumò sbattendo sul pavimento.
“ mio signore! Mi avete spaventato…“ disse facendo una riverenza  “ perdonami Gwen, ma ho bisogno del tuo aiuto  la ragazza arrossì  “ voi avete bisogno di me !?”
“ si, siete l’unica che può aiutarmi” il viso della ragazza avvampò nuovamente
“ sedetevi e raccontate, sarò lieta di aiutarvi” il biondo si sedette passandosi una mano tra i capelli color del grano,
“ Merlino “ disse solamente “ Merlino!? “  ripeté Ginevra confusa, “ si, sono tre giorni che quello scansafatiche non si alza dal letto! Oggi sono andato da lui per dirgliene quattro ma l’ho trovato in condizioni pietose, occhi gonfi e tristi, capelli spettinati ma soprattutto non aveva toccato cibo! Non è da lui, sai per caso cosa può averlo ridotto così!?”
La ragazza sorrise “ siete preoccupato per lui… “ Artù arrossì “ No, non essere sciocca, non sono preoccupato, voglio solo che il mio servitore torni al lavoro il più presto possibile “ Ginevra lo guardò teneramente “ quindi voi non sapete “
“ sapere cosa?” il principe assunse un’espressione preoccupata, la ragazza lo guardò poi distolse lo sguardo puntandolo fuori dalla finestra verso il lago che si intravedeva tra gli alberi
“ Avanti Ginevra parla! “ disse Artù spazientito  “ ci credo che sia distrutto povero Merlino, oggi è esattamente un anno…” disse facendo una pausa “ un anno da cosa!? “
“ ricordate la pantera alata che avete affrontato? “ ,“ si la rammento”  disse  Artù confuso
“ vi ricorderete anche che Merlino era parecchio strano in quel periodo… “ il principe si spazientì “ Ginevra arriva al sodo! “ “ bhe in realtà la belva era una ragazza, Freya, che a causa di una maledizione ogni notte si trasformava in essa. Merlino l’aveva liberata dai cacciatori di taglie e la tenne nascosta per tre giorni, anche dopo aver scoperto che era un mostro aveva continuato ad amarla, voleva fuggire con lei, dovevano scappare proprio la notte in cui voi l’avete affrontata ferendola mortalmente. Merlino la trovò in fin di vita e la portò fino alle sponde del lago che vedete la, li lei gli morì tra le braccia” la ragazza terminò il discorso e notò che sul viso di Artù si era dipinto un velo di tristezza “ in sostanza è colpa mia se lui sta così… “
il principe guardò la serva sperando in parole di conforto “ mi dispiace dirvelo Artù ma si, è così “ , il biondo si alzò e si diresse verso la porta “ grazie Gwen “ disse senza voltarsi, e anche se non lo vide la ragazza fu sicura che stesse piangendo. 
  
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