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Nives scoppio in una fragorosa risata vedendo il ragazzo ricciolino danzare nelle sue calze tubolari come se si trovasse ad un ballo reale. La ragazza spostò lo sguardo verso la loro camera d'albergo da quattro soldi, eppure le sembrava così giusto quello che stavano facendo.

Ashton aveva gli occhi che brillavano sotto la luce crepuscolare del sole che stava tramontando, i suoi occhi in quel momento le ricordavano i cartelli dell'autostrada che aveva incontrato quella sera per arrivare lì dove erano ora.

Il ragazzo si buttò di peso sul letto, cacciando, poi, dalla tasca destra dei pantaloni, un pacchetto di sigarette, era così bello quando fumava, passò la sigaretta  a Nives, la quale accettò con timore, lei non era solita fumare, ma non voleva apparire una stupida agli occhi del bel ragazzo difronte a lei.

Ashton appoggiò il capo sulla spalla di Nives così da poterle baciare la pelle candida. La ragazza amava così tanto quei dolci baci. Le lenzuola bianche della camera facevano da sfondo perfetto ai loro candidi baci, mentre, la grande città pareva fare da musica di sottofondo così da non far notare, a Nives, il piccolo canino storto di Ashton. La vita notturna non le si addiceva poi così male.

— Qui è proprio dove comincia —

E proprio dopo aver mormorato quelle parole, inizialmente senza senso, il ragazzo poggio le sue labbra su quelle di Nives, ma quelle labbra le parevano essere troppo pesanti sotto le sue. La ragazza si era ripromessa di non permettere al ragazzo di completarla, o per lo meno, non così facilmente, eppure le era sfuggito tutto di mano.  Eppure le sembrava così giusto quello che stavano facendo. 

Nives non voleva fargli capire che non era in grado di abbandonare tutto quel che avevano così facilmente. Voleva solo scappare con lui da qualche parte, avrebbe voluto incontralo ogni notte e tenerselo con se per sempre.

Nives abbraccio il ragazzo come se fosse la ringhiera delle scale della sua vecchia scuola e Ashton le bacio la fronte e le labbra così da farle alleviare tutte le preoccupazioni e i timori. Eppure le sembrava così giusto quello che stavano facendo.

Nives sapeva che loro due erano un qualcosa che Ashton e la sua ragazza non erano, ecco perché lui era lì con lei. La ragazza di Ashton arrossiva nella foto dentro il suo portafoglio, forse perché lei non poteva vedere cosa erano loro due. La ragazza però, cercava di toglierselo dalla testa perché non andava bene bene ciò che facevano, e loro lo sapevano. Eppure Asthon rimaneva un punto fisso nella mente della povera Nives.

Anche se quest'ultima non faceva che morire dentro, essere la seconda scelta non era di certo nei suoi piani,  non era di certo ciò che lei avrebbe voluto. Pensava, per lo meno, di meritarsi di essere la prima, però il destino le aveva riservato tutt'altro trattamento, e lei lo accettava.

Voleva solo sentirsi amata da quel ragazzo che ora le stava baciando con passione ogni angolo del suo corpo: Ashton stava baciando, di Nives, le labbra, i lobi, le spalle, i capelli, il naso, il mento, le guance, e continuava così per tutto il corpo, senza mai lasciarsi andare del tutto, lei non voleva correre, non per quella notte almeno. 

Non voleva andare a letto con lei, voleva sentirla con lui. . Però queste cose non le avrebbe mai dette a Nives, perché stare male era più semplice di stare bene. Nives avrebbe dato la sua anima per sentirsi dire di essere amata da Ashton.

Ad un certo punto prese coraggio e disse:

— Scusa ma mi sono innamorata stanotte —

— Come? —

— Non intendevo innamorarmi stanotte, ne tutte le altre notti in cui ti ho amato —

— Nives... —

—  Sembri quasi innamorato stanotte, e di me che sei innamorato? —

— Io... io —

— Potremmo fingere di essere innamorati? —

Ashton rimase senza parole, nessuna di quelle che gli venivano in mente andavano bene. Nives stava sperando in una sua reazione, una qualsiasi, le sarebbe andato bene anche uno schiaffo, se lo sarebbe fatto bastare, in qualche modo. Il ragazzo respirava in modo strano, come se stesse per soffocare, tutto quello era troppo per lui.

Nives raccolse i suoi vestiti e con solo il lenzuolo addosso aprì la porta però prima di andare via, per sempre quella volta, disse con la voce rotta:

— Non intendevo innamorarmi stanotte, perdonami —