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Autore: _Joanna_    29/07/2015    1 recensioni
Aveva ucciso sua madre nel venire al mondo, le aveva squarciato il ventre; aveva permesso a Tysha di stargli accanto e lei aveva perso tutto: ingenuità, innocenza; credeva di averla salvata da quegli stupratori e invece l’aveva condannata a un destino ancora più miserevole. Aveva condannato suo fratello, lui gli aveva sempre voluto bene, lui l’aveva liberato e ora Tyrion aveva ucciso suo padre. “Lui ti ha mentito” sussurrava quella voce maligna “È anche colpa sua”. Tyrion aveva odiato la sua famiglia, tutti loro, perché adesso li rimpiangeva?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tyrion Lannister
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Sono come te, padre” aveva sibilato. Un pensiero che gli attraversava la mente, la perforava. Ora era morto. Lo aveva ucciso lui. Come aveva ucciso tutti quelli che gli erano stati troppo vicini. Sua madre, suo padre, Tysha, forse anche Joffrey.

     Aveva ucciso sua madre nel venire al mondo, le aveva squarciato il ventre; aveva permesso a Tysha di stargli accanto e lei aveva perso tutto: ingenuità, innocenza; credeva di averla salvata da quegli stupratori e invece l’aveva condannata a un destino ancora più miserevole. Aveva condannato suo fratello, lui gli aveva sempre voluto bene, lui l’aveva liberato e ora Tyrion aveva ucciso suo padre. “Lui ti ha mentito” sussurrava quella voce maligna “È anche colpa sua”. Tyrion aveva odiato la sua famiglia, tutti loro, perché adesso li rimpiangeva?

     “Ti ha dato tutto” ancora quella voce, sembrava diversa ora “Ti ha accettato come figlio suo, ha cercato in tutti i modi di renderti degno del nome che portavi, concedendoti la libertà di scegliere” Scelta? Quando mai Tyrion Lannister aveva avuto scelta? Aveva sposato la donna che amava e suo padre l’aveva concessa alle sue guardie. “Non poteva permettere che tu corressi dietro alla figlia di un contadino, ormai avevi scelto la tua strada” «Ah sì? E quando?» chiese alla voce. Un colpo sordo e per un attimo le pareti di legno tornarono a schiacciarlo. Era stato lui a parlare? Quel suono lugubre, simile a un gorgoglio , era stato lui ad emetterlo? “Vuoi fare le capriole? Vuoi imbarcarti per quel viaggio assurdo con tuo zio? Fai pure ma fallo con i tuoi soldi e non tornare a chiedermi l’elemosina”. Avventura o quotidianità. Gloria incerta o agi sicuri. Scelta. E aveva scelto, era rimasto. “Mi ha portato via la donna che amavo” insisteva la sua ragione “La famiglia viene prima di tutto. Per il bene della tua famiglia tu dovevi sposare un nome e titolo, non una donna” ribatteva petulante quella voce lontana, eppure così vicina. “Mi ha dato lo scarto di mio nipote, una bambina che avrebbe preferito morire piuttosto che toccarmi.” “Ti ha dato il Nord.” “Mi ha privato della mia eredità.” “Ti ha dato la tua avventura.” No, no era tutto sbagliato. Suo padre gli aveva dato la cucciola di Stark per umiliarlo, per… “Jaime doveva avere Castel Granito, la storica, immobile, certa fortezza dei Lannister. Lui è un guerriero, non un politico; un cavaliere, non un lord. Lui è bruciante istinto, tu sei freddo intelletto”. Che cosa gli stava dicendo quella voce, perché lo confondeva? Voleva farla tacere, non voleva più ascoltare, ma doveva, faceva male, ma non poteva resistere alla tentazione di sentire quello che aveva da dire. “A Jaime il noto, a te l’ignoto. Una terra nuova, sconosciuta, ostile. A te la gloria di aver portato i leoni nel Nord, dove persino i draghi avevano faticato. Tyrion il domatore di lupi sarebbe stato il tuo nome.” No, quella voce mentiva, come suo padre, sua sorella, come Jaime, come Tysha; tutti loro gli avevano mentito. Ora davvero non voleva più ascoltare, e ora la voce lo derideva. Era la risata di Joffrey. Vedeva i nani in groppa alle loro grottesche cavalcature. Il vino che gli ruscellava tra i capelli, che gli faceva bruciare gli occhi. E quegli occhi che urlavano muto terrore mentre soffocava. “Ovunque vadano le puttane” “Dove vanno? Dove vanno padre?” Voleva chiederglielo, ma ormai era troppo tardi, lui l’aveva ucciso, messo a tacere per sempre. “Lui mi stava condannando a morte, dimentichi? Lui mi ha sempre voluto morto” questa volta aveva colpito nel segno “Davvero?” rispose ironica la voce “Cosa ti disse prima che lo colpissi a morte? Non verrai ucciso. Ho intenzione di mandarti alla Barriera”. “Morte o Barriera, per uno come me fa poca differenza” ribatté deciso. “Non ricordi ciò che ti disse Mormont? Sei un uomo astuto, Tyrion. E sulla Barriera c’è bisogno di uomini della tua stoffa. Era un’altra possibilità quella che tuo padre ti stava offrendo; fare della Barriera il tuo impero, essere ricordato come il più grande Lord Comandante dei Guardiani della Notte. Non riesci a vedere?”. “Grano” gracchiò la voce. Vide l’alta Barriera. “Quando fa caldo, la Barriera lacrima”. Ma quelle erano lacrime rosse come il sangue. È il tramonto. È il fuoco, la sta sciogliendo. Vide un grosso drago nero.

     Rivide la luce del sole, la leggera brezza marina cancellò gli ultimi strascichi di quel sogno infame. Meereen. Daenerys. Ricordava solo questo. Daenerys Nata dalla Tempesta, la Non-bruciata, Madre dei Draghi, Distruttrice di catene, Figlia della Morte. Morte. Come Tyrion Lannister.
  
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