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Autore: cin75    29/07/2015    5 recensioni
Questa sarà una raccolta di storie, di pezzi di vita, di tanti "diversi" Jared e Jensen. A volte saranno storie tristi, a volte comiche, a volte romantiche. Saranno quello che mi ispirerà il mio animo nel momento in cui le scrivo. Quindi sperate sempre che io sia felice!!
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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DELUSIONI

( missing moment di Il sapore del piacere. Per chi volesse leggerla e capire come è iniziata:  http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2720797&i=1  )
 
“Io ti amo, Jensen!” disse quasi con amarezza Jared, fissando il suo compagno, visibilmente colpevole.
“Lo so!” rispose con timidezza Jensen.
“Ti ho sempre amato e questo tu lo sai!” ribadì con più dolore nella voce.
“Lo so. Anche io, Jared!” fece non riuscendo a trovare una scusa plausibile per quello che aveva fatto.
“E allora …perché?”
“Ti giuro…ti giuro che non volevo…”
“Perché mi hai fatto questo?!”
“Non pensavo potesse succedere. Non pensavo di poter arrivare a…..a tanto!” ammise senza nascondere la sua palese colpa.
“Perché?!” sembrò quasi piagnucolare, Jared.
“Per favore…per favore…perdonami. Rimedierò…te lo giuro. Io farò…”
“Farai cosa , Jensen!!?? E’ tardi ormai!!!” esclamò esasperato a  quel punto il giovane.

Rimasero per un attimo in silenzio. Il giovane ancora amareggiato. L'altro, sempre più in colpa.

“Ti avevo chiesto solo di registrarmi la finale di Masterchef!!!” riprese a lamentarsi Jared.

“Lo so, piccolo. Lo so…. ma fammi spiegare!!” continuò Jensen.
“Al diavolo!! Sapevi che ci tenevo….erano tre giorni che ti supplicavo di premere solo REC. Ti avevo detto che quella cena mi avrebbe tenuto al locale più del dovuto. Dovevi premere solo REC. Che cosa c’era di difficile??!” lo riproverò irritato dal casino di cavi e prese che regnava nel loro soggiorno.
“Ma io…”
“Io ti ho registrato il tuo pallosissimo documentario del National Geographic sulle civiltà estinte dei …Nata…Pala…Paya…..” asserì con decisione anche se non ricordava quel maledetto nome.
“Nabta Playa.” lo corresse istintivamente Jensen che venne immediatamente fulminato dallo sguardo di ammonimento del giovane compagno.
“Guarda qui!? Sembra che sia esploso un negozio di elettronica. Che diavolo è successo, me lo spieghi?!” fece curioso, poi, Jared, notando l’intreccio insensato di  cavi che Jensen aveva creato collegando l’impossibile.
“Ascolta. Stavo per iniziare la registrazione, quando mi ha chiamato il prof. Morgan……”
“E cosa?..... parlare e premere un semplice tasto è troppo per te?!” ironizzò Jared, mentre si chinava per cercare di rimediare al casino elettrico che aveva “inventato” Jensen.
“No!! Ma stavo per farlo quando Morgan mi ha detto che lui partirà per delle ricerche non so per che parte sperduta del mondo e ha convinto il Preside Beaver ad affidarmi la sua cattedra. Capisci, Jared?” cercò di rendersi convincente. “Sarò di ruolo fin quando non tornerà….e io…io …insomma….mi è presa l’ansia o l’euforia o non so che cosa, e nel girarmi per rimettere a posto il telefono, ho…ho tirato via i cavi del televisore. Ho cercato di rimetterli in ordine, e riavviare tutto ma quando mi sono spostato per prendere il telecomando ho urtato il registratore e si sono allentati i suoi fili….” Spiegava con enfasi, sperando di riuscire a spiegare quegli infernali minuti in cui tutto sembrava essere andato storto. “….sai…lo sai che rimettere filo con filo non è il mio forte. Chiedimi di spiegarti dove come e quando è nato, cresciuto e finito un popolo, ma non chiedermi di collegare uno stupido registratore. Lo sai…lo sai ..che vincerà lui!” fece sconfitto e poi per dare forza a quella sua mancanza: “Presa A  per il cavo C2. Porta di uscita B4, per collegamento in entrata F6……insomma? Cos’è la battaglia navale?!” fece esasperato.
“Tu fa schifo a battaglia navale!” gli ricordò Jared immerso tra quei cavi.
“Lo so!!!!!” affermò con decisione Jensen. Era la conferma di quello che stava cercando di far presente al giovane compagno.
Jared stava ancora chinato e nascosto tra il televisore e le altre apparecchiature ad esso collegato. Era assurdo!!

Jensen era riuscito perfino ad incasinare l’apparecchio dell’ADSL. E quello era wire-less!!!

Dio!! però, lo amava anche per questo. Jensen era tanto sexy e preparato nel suo campo, quanto impedito in ogni cosa che fosse ricollegabile all’elettronica. Era come se fosse geneticamente incompatibile con ogni cosa che avesse un minimo di elettricità in sé.

Quando Jared si rese conto di aver rimesso ogni cavo e ogni presa al posto giusto, fece un sospiro soddisfatto. Uscì lentamente da dove era rannicchiato, facendo attenzione a non staccare di nuovo i cavi.
“Ok! Ora è tutto di nuovo apposto.” Fece guardando ancora un po’ seccato il compagno che da una certa distanza lo guardava ancora in colpa. “Riuscirai a non incasinare di nuovo tutto?!” lo provocò e Jensen abbozzò.  Infondo se lo meritava.

“Sei….sei ancora arrabbiato?!” azzardò dopo qualche minuto, mentre gli porgeva una birra fresca.
“Non lo so. Ci tenevo a quella finale. C’erano un paio di idee che mi sarebbero state davvero utili al Peccato di gola.” Fece evitando ancora di guardarlo, anche se ormai, l’arrabbiatura era passata. Voleva solo tenere Jensen un po’ sulle spine. Adorava quando aveva queste occasioni, perchè sapeva che il compagno, ex spogliarellista, avrebbe trovato il modo per farsi perdonare.
“Andiamo….non tenermi il muso!” fece Jensen, addolcendo il tono e abbassando la voce di quel tanto che una certa scarica attraversò la schiena di Jared.

Ecco , ci siamo!, pensò già leggermente agitato il giovane cuoco.

“Sarò un rispettabile docente universitario per un bel po’. La cosa...la cosa non ti fa…piacere!?” fece calcando il tono sull’ultima parola e piazzandosi davanti a lui. Jared lo vide schiacciare un tasto del telecomando dello stereo.
L’unico oggetto rimasto incolume dalla “catastrofe Ackles”.
 
Sentì partire una musica e già dalle prime note, quella melodia lo riportò a cinque anni prima. Su un palco di uno Streep - club.
“Ce..certo!” balbettò senza rendersene conto.
Diamine, Padalecki! , controllati!, si ammonì nella sua mente, mentre Jensen aveva preso a muoversi sensualmente davanti ai suoi occhi.

“Non ti ricorda niente questa musica?!” fece sensuale, mentre abbassandosi piano verso il compagno, seduto sul divano, con le mani, piano, gli entrava sotto la camicia.
“S…sì. Cer…certo!” ansimò a causa del tocco di Jensen.
“E in nome di quel ricordo….non puoi….perdonarmi?” fece ammiccando suadente, mentre gli si sedeva a cavalcioni.
“Io veramente ricordo l’enorme imbarazzo che questa…canzone….grazie a te…” fece sporgendosi in cerca di un bacio che arrivò , però, troppo leggero e sfuggente. “….ha causato!” finì, non troppo soddisfatto di quel contatto.
“Io invece , ricordo che questa canzone mi ha cambiato la vita!” sembrò correggerlo Jensen, mentre gli lasciava una lenta e sensuale scia di baci che si avventurava tra collo, spalle, e torace.
“Gesù!!!” sospirò in estasi Jared, quando una mano di Jensen, gli accarezzò voluttuosamente il cavallo dei pantaloni e mentre il compagno non smetteva di baciarlo languidamente. “E come…come può una canzone dei Gotan Project…averti …oddio!!....” esclamò dopo un ennesimo approccio di Jensen che godeva nel vedere Jared così preso da lui e dalle sue attenzioni. “…averti…cambiato la vita?!” riuscì a concludere.
Jensen si drizzò, abbandonando a malincuore quell’angolo del collo del compagno che adorava infinitamente.

Guardò  Jared negli occhi. E il suo sguardo era sincero. I suoi occhi meravigliosamente verdi e brillanti perché specchio di ciò che provava per Jared e per il desiderio che sentiva per lui.
“Mi ha portato a te!” disse come se fosse la cosa più semplice del mondo. “Mi ha portato al tuo amore. Mi ha portato a conoscerti e a capire che non ci sarai che tu nella mia vita. Sempre. Per sempre, amore mio!” confessò con una decisione che però venne tradita comunque dall’emozione che quelle parole gli avevano causato.
“Jensen…” fece Jared, profondamente colpito da una tale dichiarazione.

Loro si amavano e se lo dicevano spesso. Se lo dicevano tanto. Se lo dicevano sempre.

Ma per uno strano motivo , quella sera, le parole di Jensen gli avevano colpito e trafitto il cuore. In senso buono, naturalmente.
“Ti amo anch’io, Jensen. Ti amo più di ogni altra cosa. Sono uno chef, ma credimi, amore mio, tu sei l’unico ingrediente che è capace di dare sapore e senso alla mia vita. Senza di te, niente avrebbe significato!” fu la sua dolce e innamorata replica.

Naturalmente non ci vuole un genio, per capire, che la musica continuò a suonare e loro continuarono a ….
Beh! il resto immaginatelo voi: Jared e Jensen, innamorati, un divano, una musica sexy.
Non è difficile come cosa, no?

 
“È meraviglioso 
quando arriva il momento 
in cui capisci che starai bene”

(Amazing, Aerosmith)
 


N.d.A.: E ciao  di nuovo a tutti! Come spiegato nell'introduzione questa sarà una sorta di raccolta di semplici pezzi di vita dei J2.
Non ci sarà un filo conduttore tra una storia e l'altra. Ogni storia, ogni "pezzo di vita" è un racconto singolo. L'unico aspetto comune saranno Jared e Jensen e quello che li lega o che li ha legati o che li legherà di storia in storia. 
Spero che le storie vi piacciano e come sempre dico: Signori e signore, se leggete , recensite, perchè recensire fa bene all'anima!!

Baci, Cin!!
   
 
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