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Autore: unannosenzapioggia    29/07/2015    2 recensioni
«Grazie»
«Per cosa?»
«Per aver cambiato il mio biglietto per Parigi in uno per Madrid e avermi fatto venire con te in vacanza» sussurra «E per aver sopportato una ragazza antipatica, acida e fastidiosa come me»
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Biglietto d'andata

 
Si guarda le scarpe mentre cammina: la testa bassa e gli occhi fissi su quelle Converse alte e rosse, ormai sporche di terra e bucate sui lati, ma non gliene importa molto. Si volta di scatto, quando sente delle voci alle sue spalle e cerca di capire da dove vengano, fissando ogni lato della casa da cui si sta allontanando velocemente, con gli occhi colmi di lacrime. Riprende a camminare, accelerando, ponendo un piede davanti all’altro e per un po’ quella sequenza continua e sempre uguale riesce a distrarla dai suoi pensieri. Ad ogni passo che fa, si allontana da lui e dalla possibilità di perdonarlo per quello che ha fatto: le lacrime cominciano a scendere veloci e la gola a bruciare. Non sa se brucia per il dolore che sente, per i pezzi del suo cuore che bucano il petto e non la fanno respirare, oppure se brucia per quanto ha urlato contro di lui e le sue bugie.
Sa che non la seguirà – non l’ha mai fatto – ma per un attimo, ci crede e se lo immagina mentre corre verso di lei e le chiede di dimenticare tutto e di amarlo almeno la metà di quanto lui ami lei. Ma non sente nessun passo contro le foglie sparse a terra, nessuna voce a chiamarla: non sente più niente e non sa se esserne felice o meno.
Continua sui suoi passi, verso l’unico posto che l’abbia mai fatta sentire al sicuro: è una cosa stupida, visto che è una semplice roccia, sul ciglio di una strada per la quale non passa mai nessuno, ma è la sua roccia; è quel posto dove può rifugiarsi quando la vita diventa troppo difficile, troppo stressante, troppo opprimente, quando vuole il silenzio per cercare se stessa e i suoi pensieri, quando ha semplicemente bisogno di staccare la spina.
Si stringe nella felpa – la sua – e si avvicina alla roccia, sospirando ed eliminando l’ennesima lacrima impertinente scesa sulla sua guancia, per poi arrampicarvisi sopra. Si siede e si guarda intorno: è sola. Ha promesso a se stessa che non avrebbe mai pianto per un ragazzo, eppure eccola lì, come una stupida, a piangere per una persona che le ha promesso tutto, ma non le ha dato niente. E, alla fine, non riesce a trattenerle quelle lacrime e scoppia come una bomba ad orologeria, singhiozzando e ascoltando il rumore che lei stessa produce fare un eco che rimbalza contro gli alberi che la circondano.
Ripensa a quando l’ha visto per la prima volta: era al fast food con una sua amica, lui aveva fatto un po’ il cretino, perché quella ragazza con i capelli lunghi e gli occhi color cioccolato gli era piaciuta sin da quando era entrata e lei aveva ridacchiato, scuotendo di tanto in tanto la testa.
Ripensa alla loro prima estate passata insieme: erano andati al mare, vicino casa, ma andava bene così: l’importante era stare insieme.
Ripensa al primo bacio sul dondolo, alla sua pelle olivastra contro la sua pallida, alla prima volta che l’aveva vista piangere, alle passeggiate sul molo, al suo sorriso caldo e alle sue mani grandi intrecciate alle proprie o appoggiate su una delle sue gambe, mentre guidava e la guardava cantare a squarciagola.
Si arrabbia con se stessa per non essere stata abbastanza brava a tenerselo uno così, ‘che lei lo sa che la gente glielo diceva sempre di non lasciarselo scappare e lei giura di avercela messa tutta, ma forse non è stato abbastanza. Lei non è abbastanza per lui: forse è troppo timida, apprensiva, riservata, forse anche noiosa. Così lui è scappato e ora ne ha una più adatta a sé.
Sorride, quando si ritrova a sperare che almeno lui sia felice e scuote la testa, amareggiata, perché sua nonna aveva ragione quando le diceva che era troppo buona e che avrebbe dovuto imparare ad essere più stronza, perché ad essere troppo puri di cuore, si finisce per essere calpestati.
E lei si sente così: distrutta e annientata da l’unica cosa che la faceva respirare, eppure allo stesso tempo, desidera che almeno uno dei due sia felice.
Quando il telefono suona, lo tira fuori dalla tasca degli shorts velocemente e aggrotta la fronte, notando che lo schermo riporta il suo nome.
Vorrebbe rispondere, vorrebbe per l’ennesima volta ascoltare le sue bugie mascherate con una scusa e magari anche credergli per davvero, ma sa che, così facendo, farebbe del male a se stessa. Attende che smetta di squillare e poi lo spegne completamente.
Quell’estate è cominciata solo da un paio di settimane e già fa schifo.
«Kat»
La ragazza alza la testa e la sua bocca si schiude sorpresa quando riconosce la voce e le Vans nere e rovinate di Louis.
«Che è successo? Stai bene? Sei-»
«Sto bene, Louis» risponde, finalmente alzando la testa e guardandolo negli occhi «Davvero»
Il ragazzo rimane lì in piedi di fronte a lei, senza sapere come fare. Kat lo sa che è preoccupato per lei, ma in quel momento tutto ciò a cui pensa è il dolore che sente. Si rende conto che sia da egoisti, ma non le importa di quello che gli altri hanno da dirle.
«Come facevi a sapere che fossi qui?»
Lui ridacchia «Sono il tuo vicino di casa, so più cose di quanto pensi»
Kat si ritrova a sorridere e si sente meglio: Louis è il suo vicino di casa da sempre. Non sa chi si sia trasferito in quel quartiere per primo, ma sulla base di quello che ricorda, quel ragazzo dai capelli rossicci, gli occhi azzurri come il mare, la lingua troppo lunga e la sigaretta appoggiata dietro l’orecchio c’è sempre stato.
Lo guarda colpire con un piede un sassolino e poi dondolarsi sulle scarpe senza sapere che fare: Kat sorride di nuovo, perché è adorabile quando è in imbarazzo e non la prende in giro per qualcosa che lui trova divertente, ma a lei da fastidio.
«Vuoi restare lì per molto?» gli chiede alla fine.
Il ragazzo alza di scatto la testa e non sa cosa voglia intendere con quella domanda. La guarda un po’ confuso e trova che sia carina, con la rabbia che le si legge negli occhi, la tristezza nelle lacrime che le attraversano il viso e le labbra arrosate. È proprio bella e Louis non sa come prenderla questa cosa.
«Vuoi che me ne vada?»
«No» decide alla fine Kat «Voglio che tu ti sieda qui con me»
Louis annuisce e si arrampica sulla roccia, per poi sedersi accanto a lei con le gambe incrociate e le ginocchia che sfiorano quelle di Kat.
«Che c’è? Mr Fuckboy ti ha lasciato per un’altra?» chiede schietto, ridacchiando e indicando con un dito le loro case in lontananza.
Kat si irrigidisce di colpo a quelle parole e non sa se scoppiare a piangere un’altra volta o tirare un pugno a Louis. Ma di fronte a quel silenzio, lui capisce e pensa che un bel pugno se lo meriterebbe proprio.
«Scusa» mormora «Sono un idiota»
«Almeno siamo entrambi d’accordo su qualcosa»
«Siamo acide oggi»
«Scherzi, vero?» scatta Kat, dandogli una spinta, senza spostarlo di un centimetro.
«Però ci sono riuscito»
«A fare cosa?»
«A farti sorridere»
La ragazza scuote la testa e torna a guardare davanti a sé: le piace Louis, la sua presenza lì è confortante e divertente, se pur fastidiosa. Guarda passare un auto e sospira di nuovo, cercando di non pensare a tutto quello che è successo quel pomeriggio. Sa che le lacrime saranno nascoste dietro ai suoi occhi e pronte ad uscire finchè non sarà lei a decidere di farlo.
«Comunque è un cretino» la voce sottile di Louis la riporta alla realtà.
«Siamo d’accordo anche su questo»
«Insomma, io non mi sarei mai fatto scappare una ragazza antipatica, acida e fastidiosa come te» afferma, facendola ridere di nuovo e si unisce a lei.
Kat lo sa che lo fa soltanto per tirarle su il morale e vorrebbe ringraziarlo per questo. Alla fine, è l’unico ad essersi preoccupato per lei, ad averla seguita fino a lì senza sapere niente, ma con la sensazione che ci fosse qualcosa che non andasse bene.
«Grazie» sussurra alla fine, riconoscente.
Louis ridacchia e si avvicina per schioccarle un bacio sulla guancia, facendola arrossire, ma quel gesto la fa sentire meglio, come se fosse rinata. Infatti, non gli lascia nemmeno il tempo di allontanarsi, che si sporge leggermente verso di lui, alzandosi sulle ginocchia, e lo bacia.
E lui rimane spiazzato per qualche secondo, senza capire cosa stia accadendo e perché: prima Kat piange perché il suo ragazzo la lascia e poi lo bacia. Non che gli dispiaccia, ovviamente. Appoggia le sue mani sulle guance ancora calde di lacrime della ragazza e risponde al bacio, sorridendo sulle sue labbra. E per una volta, non dispiace nemmeno a Kat: pensa che si sarebbe sentita in colpa, verso se stessa, verso il suo – ex – ragazzo, ma tutto ciò che sente è di volerlo baciare per sempre.
Louis interrompe il bacio, lasciando scivolare tra i denti il labbro inferiore della ragazza e le sorride, alzando un sopracciglio «Non ci sto capendo più un cazzo»
Kat ride e rimane ferma in quella posizione: così vicina tanto da sentire il cuore del ragazzo battere forte contro il petto «Ti chiederei scusa, ma-»
«Sfacciata» commenta Louis.
«Louis» lo richiama.
«Non farlo, ti prego: risparmia il fiato per baciarmi un’altra volta»
Kat gli da una leggera spinta «Quindi, ti è piaciuto, eh? Non sono più.. Hm, come hai detto? Antipatica, acida e fastidiosa? Oh, e sfacciata»
«Sei anche carina»
La ragazza alza le spalle e finalmente si alza, per scendere da quella roccia e tornare a casa. Spera davvero che lui se ne sia andato: non ha ne voglia ne forza per affrontarlo di nuovo e, sinceramente, non vuole vederlo ancora. Questa volta non lo perdonerà.
«Hey, ma dove vai?» esclama Louis e la segue a ruota cercando di stare al suo passo.
«A casa»
«E il mio bacio?»
«Mi hai detto che sono antipatica: chiedimi scusa e ne riparliamo»
Il ragazzo spalanca gli occhi dalla sorpresa «Cosa? Tu mi hai baciato e tu dovresti scusarti»
Kat non si volta nemmeno mentre appoggia una davanti all’altra le sue Converse rosse e percorre a passo veloce, ma con la testa alta, la strada verso casa. Lo sa che lui sta camminando dietro di lei e le scappa da ridere, quando ripensa al dialogo che hanno appena avuto. Nonostante tutto, non riesce ancora a credere di averlo baciato, ma soprattutto che ad entrambi sia piaciuto. Continuano a camminare in silenzio e arrivano di fronte alla porta di Kat. Adesso, si sente un po’ imbarazzata e non sa cosa dirgli.
«Ho un’idea» se ne esce così lui, con gli occhi chiari che brillano e le labbra piene, ma sottili, ancora arrossate per via del bacio.
«Cosa?» risponde la ragazza più rilassata, mentre infila la chiave nella toppa della porta.
«Vieni in vacanza con me» dice semplicemente «Parto tra tre giorni: io e i miei amici facciamo un interrail e stiamo fuori tre settimane»
«Cosa?» ripete, adesso spaventata e colta di sorpresa.
«Sì, hai altri programmi?» chiede, malizioso «Oh, scusa, forse Mr Fuckboy vuole ancora portarti a Parigi?»
«Che stronzo che sei»
«Acida»
«Smettila e vai a casa» gli dice, ormai con un piede in casa. Può addirittura sentire il profumo di ciò che sua madre sta cucinando per cena.
«Prima rispondimi»
«Louis-»
Ma le sue parole vengono interrotte dalle labbra di Louis, che di nuovo si incastrano alle sue bruscamente. Addolcisce il bacio e dopo aver assaporato quelle labbra che – puoi giurarci! – non smetterebbe mai di baciare, si allontana riprendendo aria «Lo prendo come un sì»
Non le da nemmeno il tempo di rispondere, che già ha percorso il vialetto, superato il cancello e si è incamminato verso casa.
 
Sono quasi le dieci di sera e il treno per Copenaghen ha dieci minuti di ritardo, ma non importa perché tanto dovranno passarla su quel vagone la notte. La Danimarca è l’ultimo paese che rimane da visitare, prima di tornare a casa: sono partiti da Londra tre settimane e mezzo prima – perché Louis ha voluto fare sosta pure a Milano, che non era prevista.
Zayn e Niall stanno guardando un film al pc e litigano per le cuffie: vorrebbero guardarlo senza, ma ci sono altre due persone nel loro scompartimento e sanno bene di dare fastidio. Kat si è addormentata da quasi un’ora e la sua testa è appoggiata sulla spalla di Louis, che rimane in silenzio e guarda fuori dal finestrino le distese di campi verdi che il treno costeggia e sorpassa velocemente.
Ancora non riesce a credere che Kat sia venuta in vacanza con lui e soprattutto che sia riuscita a resistere a venti e più giorni di alzatacce, corse per prendere pullman, treni e mezzi vari, ai suoi due amici, alle innumerevoli città visitate, ai chilometri fatti a piedi e a lui, che non è riuscito nemmeno un secondo a starle lontano. Non è da lui essere così appiccicoso – come lei l’ha definito – ma sa che nel profondo del suo cuore, lei apprezza questo genere di cose.
Le è piaciuto vederla sorridere di fronte ad uno stupido gioco di magia a Milano, vederla con la bocca aperta dalla sorpresa e gli occhi luminosi di fronte alla Tour Eiffel piena di luci in piena notte, ammaliata dai resti del muro di Berlino e non vede l’ora di tenerla per mano a Copenaghen mentre camminano per i quartieri più caratteristici. È stato strano, in senso buono, svegliarsi ogni mattina nello stesso letto, farsi la doccia, uscire con gli altri per fare colazione in gruppo e provare ogni volta qualcosa di diverso da mangiare (che finiva per far schifo a tutti, ad eccezione di Niall). Nessuno dei due è abituato a tutto ciò: sono passati da essere vicini di casa che a malapena si salutano al dormire insieme, tenersi per mano e baciarsi, sempre accompagnati dalle facce schifate dei suoi due amici.
Ritorna alla realtà quando sente un leggero movimento vicino a sé; si volta e sorride quando si accorge che Kat si è svegliata.
«Hey» sussurra, con gli occhi stanchi.
«Hai già ricaricato le batterie?»
Scuote la testa «Quanto ho dormito?»
Louis le si avvicina e appoggia le sue labbra morbide sulla fronte della ragazza «Un’oretta. Hai fame?»
«No, sto bene» si sporge verso di lui e lo bacia «Non vedo l’ora di essere a Copenaghen, è la mia città preferita»
Louis sta per rispondere quando i due estranei seduti insieme a loro cominciano a lamentarsi della confusione che Zayn e Niall stanno facendo e a voler andare a dormire. Così i due ragazzi sono costretti ad interrompere il film e a preparare i letti.
Kat si strofina gli occhi con una mano e si alza per dare una mano ai ragazzi, ma Louis le fa segno di rimanere seduta. Così ne approfitta per guardarlo e anche se ha gli occhi mezzi appannati e due occhiaie enormi sotto gli occhi, riesce a vederlo. Vede il luccichio che ha negli occhi ogni volta che la guarda, vede le labbra rosee che la baciano e le sfiorano la pelle, il k-way verde militare che sta indossando, che le ha prestato un sacco di volte; vede un ragazzo di cui si è innamorata troppo facilmente e profondamente e questa cosa la spaventa. Qualche volta ci pensa a scappare a gambe levate pur di non sentire più quel peso di terrore che le opprime il petto, ma poi come farebbe? Come farebbe a scappare quando Louis la tiene per mano, le dà da mangiare l’ultimo morso del suo panino perché lei ha ancora fame, le tiene caldo di notte e le sta facendo vivere l’estate più bella della sua vita? Non può scappare, non sarebbe giusto.
«Fatto» la voce di Niall la riporta alla realtà. I due estranei si infilano direttamente nei loro letti «Vieni a fumare una sigaretta con noi?»
Louis guarda gli amici e poi Kat: una sigaretta non ci starebbe per niente male in quel momento, ma non vuole lasciarla sola, specialmente con due estranei ad un metro di distanza.
«Vai» dice alla fine la ragazza, sorridendogli per rassicurarlo.
Louis annuisce e la lascia da sola: esce nel corridoio e segue i due amici fino all’area fumatori. Quei treni sono così piccoli e stretti e gli fanno mancare l’aria, ma aveva voglia di uscire dal suo scompartimento e sgranchirsi un po’ le gambe.
«Che avete da ridere?» chiede ai due ragazzi, mentre sorpassano una famiglia e scavalcano una valigia lasciata in mezzo al corridoio.
«Non riesci nemmeno a lasciarla per un minuto» afferma Zayn, accendendo la sigaretta e tirando una spallata a Niall, facendolo ridere ancora «Ci sentiamo offesi»
Louis rotea gli occhi e tira fuori l’accendino dalla tasca dei jeans «Vaffanculo ragazzi»
«Hey calma, stiamo scherzando» dice il biondo «E’ solo che-»
«E’ solo che» lo riprende Louis «E’ l’unica cosa bella che ho e non voglio perderla»
«State insieme da tre settimane, non puoi dire una cosa del-»
«Sì, invece, cazzo» risponde infastidito «Tre settimane non sono niente, lo so. Ma so che la voglio più di ogni altra cosa quando sta in silenzio e mi guarda con quei suoi occhi che valgono più di mille parole, lo so quando mi tiene per mano e la stringe e lo sapevo già quando mi ha baciato su quella roccia cinque minuti dopo aver rotto con il suo ex. Lei è sempre stata lì ed io non me ne sono mai accorto»
Niall e Zayn rimangono in silenzio e lo fissano con gli occhi sorpresi: non avrebbero mai immaginato che uno come lui potesse mai provare qualcosa del genere. Louis non è un tipo da frasi romantiche, sentimenti troppo esposti – soprattutto di fronte ad altra gente, come in quel momento. Lui non dice mai quel che sente e talvolta nemmeno quel che pensa, perché crede che le persone siano troppo stupide per capire i suoi pensieri. Non è uno di quelli che si innamora così di una ragazza e la porta in giro per l’Europa per tre settimane, sapendo a malapena il suo nome e che è la sua vicina di casa.
«Smettetela di guardarmi così» dà un ultimo tiro alla sigaretta prima di spegnerla e gettarla nel portacenere. I due ragazzi non fanno la stessa cosa, così suppone di essere l’unico a tornare nello scompartimento «Vado a dormire, buonanotte»
Esce ripercorrendo i corridoi di un paio di vagoni, ma si ferma quando sente una mano appoggiarsi sulla sua spalla.
«Ti sei incazzato davvero?» gli chiede Niall, con un’espressione preoccupata.
«No» sorride «Ma lo sai che non mi piace essere preso in giro»
«Non lo stavamo facendo: volevamo solo capire cosa significa per te Kat» risponde, stringendosi nelle spalle «Siamo tuoi amici e non vogliamo che tu soffra»
Louis annuisce riconoscente e senza dir niente, riprende a camminare. Non sente alcun passo dietro di sé, quindi suppone che non lo stiano seguendo. Quando arriva di fronte alla porta del suo scompartimento, l’apre piano cercando di non far rumore e si addentra nella stanza, completamente immersa nel buio. Si dirige verso la sua brandina, ma si accorge che Kat ha preso il suo posto. Sorride nel vederla tutta rannicchiata tra le coperte, con la sua felpa che le va un po’ grande e che la fa più piccola.
«Kat» sussurra, sedendosi vicino a lei «Che stai facendo? Perché non sei nel tuo letto?»
«Volevo dormire con te» mormora, tra uno sbadiglio e l’altro e Louis non può far altro che pensare che sia adorabile con i capelli sparsi sul cuscino e la voce impastata dal sonno.
Non risponde e la guarda cadere in un sonno profondo un’altra volta. Così si sfila le scarpe, il k-way e rimane con una maglietta e i pantaloni grigi della tuta. Si infila sotto le coperte e sbuffa quando si accorge che il letto è veramente piccolo, così abbraccia Kat, che si gira verso di lui e affonda il viso nell’incavo del suo collo.
Louis le lascia un bacio leggero sulla fronte e chiude gli occhi rilassandosi: vorrebbe che quel viaggio durasse in eterno, solo per rimanere in quella posizione.
Tra pochi giorni torneranno a casa e spera che le cose non cambino nemmeno di un centimetro: vuole ancora gli stessi baci, che Kat rida alle sue battute e si arrabbi quando dice qualcosa per farla innervosire; vuole tornare con lei alla sua.. Alla loro roccia, tenerla per mano e passare il resto dell’estate con lei seduto sul vecchio dondolo che suo padre ha in giardino.
«Louis» apre di scatto gli occhi e si volta verso di lei.
«Dimmi» risponde, mentre sente anche Niall e Zayn rientrare.
«Grazie»
«Per cosa?»
«Per aver cambiato il mio biglietto per Parigi in uno per Madrid e avermi fatto venire con te in vacanza» sussurra «E per aver sopportato una ragazza antipatica, acida e fastidiosa come me»
Louis la bacia sulla punta del naso e ride «E’ stato un piacere»




 
 

salve!
non l'avrei mai detto, ma sono tornata a scrivere sui one direction! in realtà, ho deciso di partecipare a questo contest che la dolcissima Lilac J ha organizzato (e a cui mi ha invitato, grazie ancora!) e quindi eccomi qua :-)
diversamente dal solito, non ho molto da dire, anche se mi è piaciuto molto tornare a scrivere su di loro, in particolare su Louis - è stata una nuova sfida per me, perchè 1) non avevo mai scritto su di lui e 2) non avevo mai scritto qualcosa basato su un prompt da seguire! quindi spero solo che vi piaccia :-)
ringrazio di nuovo Lilac e vi lascio, augurandovi buona lettura
un bacio,
Giulia

 


 
  
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