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Autore: Undead    30/07/2015    3 recensioni
Scrivere una lettera per fare Coming Out con i proprio genitori, farsi conoscere per il ragazzo che sono e non per la ragazza che credono io sia.
One Shot che fa parte della serie "La storia di Alex"
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Gender Bender, Tematiche delicate
- Questa storia fa parte della serie 'La storia di Alex'
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Prendere in mano una penna, iniziare a scrivere.
Scrivere per poter far conoscere se stesso.
Per farsi conoscere dai propri genitori.
Metter parole, semplici ma pesanti, nero su bianco dove non possono essere cancellate senza lasciare un segno.
Le parole scritte che se vengono dimenticate basta rileggerle.
Parole che scorrono, si perdono in divagazioni, lasciano suspense, arrivano al dunque e rassicurano. Parole che devono essere capite, digerite.
Ci si deve riflettere sulle parole, perché le parole hanno un peso e possono ferire molto di più di quello che si pensa.
 
Manca poco.
Leggeranno la mia lettera, io sarò lontano ma mi aspetto telefonate, messaggi insistenti, opprimenti.
Non è il momento, devono riflettere, capire quello che gli ho detto. Possono informarsi se soltanto lo volessero. Non dovrebbe lasciarli troppo sconvolti, certo è una cosa grande, pesante ma è la realtà e devono farci i conti.
 
Prendo la valigia, lo zaino e tutto quello che mi serve.
La casa è deserta, lascio la busta sul tavolo, la troveranno quando torneranno dal lavoro.
Mi chiudo la porta alle spalle.
Salgo in auto e parto, ormai è fatta, non posso più tornare indietro e non voglio farlo.
Adesso c’è solo l’attesa, devo provare a non pensarci, staccare per tre giorni e affrontare le cose una volta tornato.
Ora devo solo godermi questa “vacanza”.
 
***
 
I genitori di Alex entrano in casa, vedono una busta sul tavolo indirizzata a loro. Non sanno cosa possa contenere, sono curiosi e preoccupati perché hanno riconosciuto la scrittura di loro figlia.
Aprono la busta e iniziano a leggere…
 
Ciao mamma, ciao papà.
Vi scrivo questa lettera perché ho bisogno di farvi sapere una cosa e a parole non l’avrei potuto spiegare così “dettagliatamente”, perché come avete sempre detto ho dei problemi a parlare.
In ogni modo, ho deciso di consegnarvela mentre sono via per darvi il modo di rifletterci su, discuterne e metabolizzare il tutto, senza che le domande, perplessità o qualsiasi altra cosa possa affiorare alla vostra mente nel momento subito successivo all’apprendimento della“notizia” influenzino esageratamente la vostra reazione.
Non so se potete averlo pensato, se lo pensate oppure non ve lo aspettate per niente. In ogni caso, vorrei solo dirvi di stare tranquilli, che ci sono tante persone che hanno affrontato/affrontano quello che sento il bisogno di affrontare anche io.
Adesso leggete con calma, senza iniziare a viaggiare non so dove con la mente, come potrebbe succedere.
Io ho cercato di spiegare abbastanza bene quello che volevo dirvi, per qualsiasi cosa, quando torno, ne possiamo tranquillamente parlare, perché credo che in un qualche modo se ne debba parlare. E se nel frattempo volete più informazioni potete tranquillamente documentarvi su internet. Sotto vi lascerò dei link per siti web, pagine fb e canali youtube dove potrete leggere e vedere video per avere maggiori informazioni e/o chiarimenti, sempre che vogliate farlo.
 
Comunque ho fatto un’introduzione anche troppo lunga e articolata, non voglio girarci troppo intorno, anche perché non avrebbe senso farlo, ormai ho capito chi sono e vorrei solo che lo capiste anche voi.
L’anno scorso mi avete chiesto se mi piacciono le ragazze ed io vi ho detto di sì, voi avete detto che non avevate problemi e vi siete domandati perché non ve lo avessi detto, beh il fatto è che per me è normalissimo, mi sono sempre piaciute e non mi sono mai chiesto il perché… Ma un perché me lo ponevo fin da piccolo, cioè perché non potevo fare TUTTO come i miei amici; crescendo queste differenze le ho notate sempre di più, tipo al mare o al parchetto dove, dal momento della pubertà, ad esempio, non ho più potuto stare a petto nudo per una questione di sola diversità fisica, diversità che ho “detestato” e che “detesto” tutt’ora. Diciamo che per un periodo avevo cercato di conviverci ed imparato a far finta di nulla, ma dal momento che ho dovuto affrontare l’argomento del corpo e dei miei sentimenti in relazione ad esso mi sono reso conto non avrei potuto convivere per tutta la vita con un “odio” represso per il corpo che mi ritrovo e quindi ho provveduto ad iniziare un percorso che mi porterà ad avere il corpo che mi rappresenta, cioè non che rappresenti il “mio” genere biologico ma il mio vero genere.
Praticamente se non lo aveste ancora capito ho iniziato questo percorso perché io mi sento di essere un FTM, ovvero un Transgender che ha intenzione di transitare da femmina a maschio.
 
So che probabilmente non capirete, subito, vi chiedo soltanto di provarci… Vi lascerò tutte le informazioni necessarie per poter comprendere al meglio ed aiutarvi ad affrontare la “situazione”, sempre che vogliate farlo.
A me farebbe piacerebbe e, sicuramente, aiuterebbe che voi mi appoggiaste in questo percorso ma non posso obbligarvi e se non lo farete io lo continuerò comunque perché è l’unico modo per essere, finalmente, me stesso e quindi poter vivere appieno la mia vita.
 
Grazie.
 
Vostro figlio Alex
 
 
Arrivati alla fine si scambiano uno sguardo, senza sapere cosa dire. Loro figlia gli ha appena detto di essere loro figlio. Le loro teste sono piene di domande, pensieri e preoccupazioni. Sono arrabbiati, non capiscono, hanno bisogno di tempo.
Tre giorni e saranno di nuovo tutti insieme. 
   
 
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