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Autore: Sylvia Naberrie    30/07/2015    3 recensioni
Kuvira è già in viaggio per ristabilire l'ordine nelle provincie del Regno della Terra.
Ma c'è una cosa che la Grande Unificatrice non aveva considerato e calcolato.
Un nuovo amore sboccerà in questo viaggio, un dolce amore ma anche sobrio e misurato.
E quando il traguardo sembra essere raggiunto, ecco che tutto si distrugge. E la strada, che sembrava essere giunta verso la vittoria finale, si rivela essere in un inesorabile declino.
Ecco la fine della Grande Unificatrice.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Korra, Kuvira, Quasi tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'All Hail the Great Uniter!'
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All-Hail-the-Great-Uniter-The-End







ALL HAIL THE GREAT UNITER!
The End





Avevo lasciato foglio, penna e calamaio sulla scrivania ed ero in piedi, le mani dietro la schiena, ad osservare il paesaggio notturno che si intravvedeva dal vetro del dirigibile.
Ero sovrappensiero. Dovevo trovare un modo, un sistema per poter raggiungere in fretta e senza spreco di energia gli stati del Regno della Terra. E inoltre c'era il problema dei dissidenti e i non nativi della Nazione. Potevo sfruttare la loro manodopera. Ma per cosa?
Erano passate tre settimane da quando io, Bataar e l'esercito di dominatori del metallo eravamo riusciti a stabilizzare Ba Sing Se. Avevamo raccolto anche altre due province nel nostro progetto di unificazione, ma eravamo ancora molto lontani dalla nostra meta.
"C'è qualcosa che ti turba, Kuvira?", mi chiese dolcemente Bataar.
"Vorrei trovare un modo per raggiungere le province della Terra velocemente. Le aeronavi sono lente e sprecano troppo carburante. Le satomobili, in questo terreno dissestato, sono inutili e comunque anch'esse troppo lente. Ci vorrebbe qualcosa come il sistema di rotaie di Ba Sing Se, che colleghi tutte le province..."
Mi girai a guardarlo.
"Tu hai qualche idea?"
"Ci lavorerò su!", esclamò e, stupita, lo vidi schizzare fuori dalla mia cabina.

Quella mattina Bataar non si era fatto vedere e nemmeno il pomeriggio, e la sera a cena neanche si era presentato. Era già calata la notte e lui non aveva ancora dato notizie di sé dalla sera prima.
Cominciai a preoccuparmi. Perciò decisi di andare a controllare nella sua cabina.
Lo trovai davanti al suo tavolo da lavoro, la lampada accesa, i capelli scombinati e la barba disfatta.
"Bataar!", gridai preoccupata e con un pizzico di disappunto, anche.
"Oh, Kuvira, stavo per venire a cercarti. Vieni, ti mostro una cosa", mi disse avvicinando una sedia a sé. Mi sedetti accanto a lui.
"Hai un aspetto indecente", commentai.
"Come? Ah, già... Scusa"
"Ma hai dormito stanotte?"
"Qualche ora, comunque vorrei mostrarti il mio progetto"
Scossi la testa sorridendo e mi avvicinai di più al suo piano di lavoro.
"Cos'è?", chiesi incuriosita.
"Un treno ad alta velocità! Vedi, questo è il treno, la sala di guida, questo è il vagone conferenze e gli altri sono gli alloggi. I tuoi sono vicino al vagone conferenze, il mio viene dopo, poi ci sono quelli di Varrik, Zhu Li, Bolin, e quelli dopo sono degli altri soldati. Ah, l'ultimo vagone è per gli esperimenti. Che ne pensi?"
Osservai quel lavoro. Era incredibile. Era quello che ci serviva!
"Quanto ci vuole per costruirlo e metterlo in funzione?", chiesi estasiata.
"Dipende da quanti uomini abbiamo..."
"Useremo tutti coloro che abbiamo mandato in carcere. E anche i cittadini delle province conquistate", affermai sorridendo senza staccare gli occhi dal foglio.
"Allora penso cinque mesi per collegare metà Regno. Se lavorano velocemente anche di meno. Qualche rotaia era stata costruita in alcune province, se non sbaglio. Ci uniremo a quelle"
"Perfetto"
"Perciò... Ti piace?", chiese Bataar titubante.
"È perfetto!", esclamai abbracciandolo. Lo sentii irrigidirsi e successivamente abbracciarmi stretta.
Presto avremmo avuto la Nazione della Terra sotto il nostro controllo.


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L'aeronave atterrò dolcemente sulla piattaforma e attesi che il portello si aprisse. Ero la prima e dietro di me c'erano Bataar, qualche soldato e Bolin. Quel ragazzo si era unito a noi alcune settimane dopo la conquista di Ba Sing Se e aveva giurato fedeltà alla mia causa.
Eravamo arrivati nella provincia di Shun, dove ci attendeva il governatore insieme a tantissime persone.
"È un vero piacere avervi qui, Grande Unificatrice", disse l'uomo inchinando la testa. Osservai la moltitudine di gente dietro a lui.
"Spero abbia un luogo più tranquillo dove potremo discutere", commentai. L'uomo sollevo la testa.
"Ehm... Certo. Venga, mi segua"
Mi fece strada in quella che ritenni fosse il palazzo governativo. Mi condusse dentro un ufficio mentre Bataar e le guardie attendevano all'esterno.
Estrassi dalla mia valigia il contratto.
"Come può vedere, la situazione è preca..."
"Questi sono i termini di condizioni", lo interruppi schiaffandogli il contratto sul tavolo. L'uomo, intimorito, lo prese e iniziò a leggere. Vidi nei suoi occhi indignazione.
"Cosa? Ma è assurdo! Perché dovrei consegnarle la mia provincia?", mi gridò furente.
"Perché voi siete cittadini della Terra e pertanto dovete unirvi alle altre provincie. In questo momento siete spaesati, senza una guida, senza difese. Con me sarete al sicuro, avrete tutto quello che vi serve... A patto che seguiate le mie condizioni", spiegai serafica.
"Mai. Non seguirò le vostre scellerate condizioni", controbattè il governatore spingendo il contratto dalla mia parte.
"Se non lo farete, le mie guardie non vi aiuteranno. Le mie truppe se ne andranno e voi resterete a proteggervi dai banditi da soli. Io credo sia più opportuno firmare, se fossi in voi"
"Non prendo ordini da una donna"
Quel commento mi fece infuriare come non mai.
"E allora proteggetevi da soli"
Girai i tacchi e uscii, seguita da Bataar.
"Cos'è successo?"
"Il governatore ha bisogno di tempo per pensarci. Andiamocene"
Quella stupida presunzione. Io non ero solo una donna. Da sola, ero riuscita a gestire una città caotica come Ba Sing Se.
Il mondo avrebbe visto di cosa fosse capace una donna.

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Stavo ammirando il treno che aveva ideato da Bataar. Era lucido, enorme, magnifico.
"Vuoi vedere com'è dentro?", mi chiese Bataar. Annuii, sorridendogli.
Salii in quello che doveva essere il vagone delle conferenze. C'era una grandissima mappa del Regno della Terra con attaccati dei tasselli. Erano le province che in quegli otto mesi si erano unite a noi.
"Ti piace? È stata una mia idea"
"È... Fantastico!", esclamai estasiata. Mi girai.
"Grazie, Bataar"
"Per te farei questo e altro", affermò dolcemente prendendomi le mani.
Arrossii e il mio cuore batté più veloce.
"Hai fatto un lavoro eccezionale. Non so come avrei fatto senza di te", ammisi. Lui scosse la testa e si avvicinò di più.
"È tutto merito tuo. Hai creduto in me, sempre. Non so cosa avrei fatto io senza di te. Mi hai liberato, mi hai riportato alla luce quando vivevo all'ombra di mio padre", il suo sguardo si indurì. Ma i suoi occhi, quando tornarono nei miei, divennero più dolci.
"Sei eccezionale, Kuvira. E sono fortunato ad averti conosciuto. Io...", esitò.
Vidi il suo viso avvicinarsi sempre di più al mio. Il mio cuore batteva velocissimo e, d'istinto, chiusi gli occhi e schiusi le labbra. Le sue mani lasciarono le mie per posarsi sulla mia nuca e schiena. La prima cosa che avvertì sul viso fu il suo alito caldo e dolce. Poi il suo naso scivolare accanto al mio e infine le sue labbra. All'inizio fu una lieve pressione, timida e molto dolce. Poi iniziarono a muoversi e le mie labbra si mossero con le sue.
Sentendo che rispondevo al bacio, Bataar mi strinse più forte a sé e feci scivolare le mie dita tra i suoi capelli.
Non riuscivo bene a capire quello che provavo dentro. Mi sentivo senza fiato, lo stomaco che solleticava e un brivido continuo alla schiena.
Mi sentivo leggera, libera e spensierata. Come se tutti i miei doveri e le mie preoccupazioni in quel momento fossero scivolati via.
Le labbra di Bataar si allontanarono dalle mie. Quando aprii gli occhi vidi che in quell'istante li stava aprendo anche lui e mi sorrise. Con il pollice mi accarezzò la guancia, i suoi occhi brillavano.
"Ti amo, Kuvira"
Non risposi ma appoggiai la testa sul suo petto e lo abbracciai.
Anch'io lo amavo.

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Sospirai poggiando i gomiti sulla scrivania e coprendomi il viso con le mani, lasciando che la luce della lampada illuminasse le mie dita. Ero stanca, quel giorno avevo lavorato tanto.
"Va tutto bene, tesoro?", chiese la voce di Bataar. Mi rialzai subito, mi ero dimenticata ci fosse anche lui in stanza. Odiavo farmi vedere debole e vulnerabile, io ero Kuvira, la Grande Unificatrice e non dovevo mostrare alcun segno di debolezza a nessuno.
"Sì, tutto bene", risposi tornando a lavoro. Bataar si alzò dal divanetto di fronte la mia scrivania e si mise dietro la mia sedia, per massaggiarmi le spalle. Mugolai di piacere.
"Secondo me per oggi potresti lasciare il lavoro e ti riposi. Hai lavorato tutto il giorno, è normale tu sia stanca"
Inclinai la testa all'indietro per poterlo guardare.
"Lo sbrighi tu il mio lavoro?", scherzai. "Certo!", affermò ridendo Bataar allungando il braccio per afferrare le mie carte. Con un gesto della mano, dominai un pezzo di metallo della mia corazza e bloccai la sua mano sulla scrivania, a pochi centimetri dalle mie carte.
"Mi blocchi?", chiese scherzando.
"Già"
"Ora vuoi buttarmi in uno dei tuoi campi di rieducazione?", mi sussurrò avvicinandosi al mio viso. Con un altro gesto della mano lo liberai.
"Non sarebbe una cattiva idea. Hai una strana influenza sulla Grande Unificatrice, è meglio toglierti di mezzo", scherzai.
"Ah, sì? Vediamo cosa penserai dopo...", Bataar si avvicinò alle mie labbra e mi baciò appassionatamente, nonostante fosse una posizione un po' scomoda, io sulla sedia e lui inginocchiato davanti a me.
Bataar si allontanò dalle mie labbra e mi mostrò due piccoli cerchi di platino poggiati sul palmo della sua mano. Il mio cuore batté all'impazzata.
"Che ne dici se... Dopo tutto questo... Ci sposassimo?", chiese titubante. Guardai incantata quegli anelli di platino e spostai il mio sguardo a lui.
"Sì"
Bataar sorrise raggiante e infilò l'anello più piccolo nel mio anulare sinistro e lo stesso feci io a lui con l'anello più grande, destinato a lui. Poi prese la mia mano e intrecciò le dita.
Erano così belle con quegli anelli. Con l'altra mano raggiunse il mio viso e mi baciò, dolcemente stavolta.
"Mi hai reso felicissimo, Kuvira", mi sussurrò. Sorrisi con lui e le nostre labbra tornarono a baciarsi, per tutta la notte.

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Erano passati due anni da quando avevo ricevuto l'incarico di unire le provincie del Regno della Terra. Mancavano altre cinque provincie per far sì che il mio progetto terminasse.
Mi stavo recando in una di quelle, Yi. Stavo osservando la mia mappa quando Bolin venne a riferirci che altre due provincie si erano unite a noi. Sapevo già quali e con il dominio del metallo inserii nella mappa due sagome che ritraevano le due regioni che si erano unite.
"Siamo al novanta per cento, Kuvira", mi disse Bataar.
Già. Ancora il dieci per cento e tutta la nazione della Terra si sarebbe unita sotto la mia bandiera. Ma ancora non avevamo finito. Avevo giusto lasciato il meglio alla fine.
"È fantastico! Zhu Li, servici un po' di quel the celebrativo", gridò euforico Varrik.
Zhu Li mi offerse una tazza di the, ma rifiutai.
"Per me niente. Non festeggerò finché il Regno della Terra non sarà unito al completo", il mio rimprovero velato giunse a destinazione dato che anche gli altri smisero di bere.
All'improvviso sentimmo il treno rallentare e poi frenare bruscamente. Riuscii a mantenermi in posizione, forse grazie anche alle ore che passai anni fa a fare danza.
Cercai di rimuovere quel ricordo dalla testa. Suyin non era più la mia protettrice. Aveva tradito me e soprattutto il Regno della Terra.
Un soldato venne verso la nostra direzione.
"Perché ci siamo fermati?"
"Le mie scuse. Ci sono dei sassi sui binari, forse per colpa dei banditi. Stiamo inviando le truppe per gestire la situazione", mi informò.
"Falle ritirare. Mi occuperò dei banditi personalmente", sorrisi. Era da tempo che non entravo in azione, dovevo tenermi pronta per lo scontro finale. E già avevo una mezza idea di usare quei banditi a mio vantaggio.

Lo scontro non durò a lungo. Quei tipi erano piuttosto scarsi nel dominio, si vedeva che erano dei disperati in cerca solo di guai.
Li avevo sistemati sui binari, la mani bloccate con lamine di metallo.
Richiamai a me quelle che bloccavano loro la vista. Una donna mi fissò con uno sguardo pieno di timore e terrore.
"Voi siete... Kuvira!"
"E voi siete i banditi che hanno causato caos dove io sto cercando di ristabilire l'ordine, o no?", ribattei.
"Ci dispiace! Non sapevamo fosse il vostro treno e..."
Agitai una mano e zittii quella donna.
"Non parlare sopra di me!", la rimproverai arrabbiata. Agitai di nuovo la mano e la lamina di metallo cadde dalla sua bocca.
"La prego, abbia pietà di noi!", supplicò l'uomo vicino la donna.
"Smettetela di comportarvi come se questo fosse il giorno peggiore della vostra vita. Questo è un bel giorno. Darò a tutti voi l'opportunità di riabilitare voi stessi, e diventare membri produttivi della vostra Nazione. In questo momento voi siete persi, ma promettete la vostra lealtà a me e vi darò un nuovo scopo nelle vostre vite. Certamente, se non volete unirvi, potete sempre rimanere qui, sperando che qualcuno vi salvi prima che passi il prossimo treno. Ma non ci conterei"
"No, ci uniremo! Non lasciateci qui!", mi supplicò un uomo.
"Promettiamo la nostra lealtà a voi, Grande Unificatrice"

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Arrivammo presso la provincia di Yi.
I primi a uscire furono i soldati, poi Bolin e Bataar. Non appena scese gli vidi illuminarsi gli occhi e con sguardo interrogativo gli chiesi silenziosamente cosa stesse succedendo.
"Guarda chi c'è!", esclamò. Uscii dal treno e vidi Opal e Kai vicino a Bolin.
"È bello rivederti, sorellina", continuò Bataar.
"Che splendida sorpresa. Una felice riunione della mia coppia preferita", commentai sorridendo.
"Come sta mamma?"
"Come se ti importasse! Ancora non ti ha perdonato per ciò che hai fatto", rispose con rabbia Opal a suo fratello.
"Sai, per una persona che ritiene di essere così illuminata, mamma è capace di riservare tanto rancore", commentò Bataar.
"Penso che quando suo figlio la tradisce..."
Sospirai. Era proprio da Suyin riservare tanto risentimento per così lungo tempo.
"Per piacere", sospirai seccata, "Opal, non siamo qui per discutere con te riguardo qualcosa che è accaduta tre anni fa. Siamo qui per aiutare questa città, proprio come voi", la informai gentilmente. Opal mi guardò furiosa.
"Ho sentito come aiutate le città. Conquistandole", disse infatti con astio.
"So che le dicerie su di me possono essere piuttosto fuorvianti, ma sto dando a tutti in questa nazione un futuro migliore. E con l'aiuto di Bolin e le idee del mio fidanzato, stiamo preparando le basi affinché le persone possano raggiongere la propria grandezza"
Opal mi guardò meravigliata.
"Il tuo fidanzato?"
"Non l'hai saputo?", domandai sorpresa a mia volta. Io e Bataar ci guardammo, scambiandoci un sorriso.
"Tuo fratello e io stiamo per sposarci"
"Non è fantastico, tesoro?", chiese Bolin imbarazzato. Mi avvicinai a Opal e le misi una mano sulla spalla, conciliante.
"So che le cose si sono complicate nella tua famiglia quando io e Bataar abbiamo lasciato Zaofu. Ma non pensi sia giunto il momento di perdonare e dimenticare?"
Un'improvvisa voce interruppe la nostra conversazione.
"Cosa ci fate qui?"
Mi girai e vidi il governatore di Yi venire verso di noi insieme ad una moltitudine di gente. Ebbi un déjà-vu, ma non ricordai dove e quando avevo visto una scena simile.
"Salve, governatore. Mi chiedevo se lei ed io potevamo parlare privatamente"

"Quindi... ha avuto modo di ripensare alla mia generosa offerta?"
Eravamo dentro al treno, il governatore seduto a leggere il contratto e io in piedi, braccia dietro la schiena che osservavo la città dal finestrino.
"Generosa? Volete prendervi tutto! Come può essere generosa?", ribatté l'uomo.
"Governatore, il vostro stato è stato invaso dai banditi. Vi hanno superato in numero e privato delle provviste. La domanda non è se vi conquisteranno, ma quando. A meno che non firmiate il nostro accordo. Accettate i termini, e avrete tutta la forza del mio esercito con voi. Rimarrete in carica... Solo sotto la mia supervisione. Salverò la vostra vita e quella dei vostri cittadini. Penso sia piuttosto generosa", ribattei con decisione.
Il governatore si alzò e con il braccio buttò il contratto e la penna a terra, rovesciando il calamaio a terra, versando l'inchiostro sul tavolo e a terra.
"So come manipolate gli stati e li forzate ad unirsi a voi. E so che l'unica ragione per cui volete questa regione è per la sua ricchezza di minerali"
Lo guardai senza battere ciglio.
"Potranno chiamarvi 'Grande Unificatrice', ma voi distruggete tutto! Non consegnerò il grande stato di Yi nelle vostre mani"
Quel commento mi infuriò. A quel punto mi avvicinai minacciosamente a lui, facendolo ricadere sulla sedia.
"Siete pieno di orgoglio, ma non riuscite a proteggere il vostro popolo"
Il governatore mi guardò impaurito e posai una mano sul suo schienale.
"Il vostro orgoglio non fermerà le orde di briganti mentre la vostra città crollerà a terra. E il vostro orgoglio sicuramente non sfamerà la vostra fame quando tutto sarà ridotto in macerie!", affermai con ira.
Era per colpa di gente come lui se la Nazione della Terra era caduta nel caos più totale. Uomini pieni di orgoglio che credono di avere tutto sotto controllo, ma non è così. Ci vuole forza e determinazione per mandare avanti uno stato, una Nazione. Bisogna farsi rispettare. E quell'uomo evidentemente non c'era riuscito.
All'improvviso ricordai dove avevo già visto questa scena. Nella provincia di Shun. Il governatore che non voleva il nostro aiuto, ma che alla fine, con la forza, si era unito a noi. E lo stesso sarebbe accaduto qui.
Il governatore mi lanciò uno sguardo arrabbiato.
"Andatevene. Fuori dal mio stato!"
"Voi perirete... A meno che non teniate conto della mia generosa offerta"
Il governatore si alzò e uscì dal treno. Lo seguii.
"È tempo di andarcene. Non siamo i benvoluti qui", avvisai i miei uomini.
"Cos'è successo?", chiese sorpreso Bolin.
"Pare che non possiamo fare un giusto accordo, per il momento", dissi girandomi per tornare dentro.
"Aspettate!"
Mi girai. Kai si avvicinò.
"Non rimarrete nei paraggi per aiutarci?"
Offrii a Kai il foglio con il contratto e lui lo prese.
"Qui c'è il contratto. Rimarremo lungo il confine per un giorno. Convincete il governatore a firmarlo e avrete tutto l'aiuto che vi serve"

"Lo stato di Yi è da adesso sotto la completa protezione del mio esercito!", gridai alla folla, il giorno successivo. Vi furono grida di esultanza da parte di uomini, donne e bambini.
Alla fine i banditi avevano colpito ancora, rubando le scorte di cibo che i dominatori dell'aria erano riusciti a raccogliere e Kai aveva convinto il governatore a firmare.
Mi girai verso l'uomo.
"Proclamate la vostra lealtà, se volete rimanere al vostro posto", minacciai.
Il governatore s'inchinò a me, ma il suo tono mostrava disprezzo.
"Giuro fedeltà a voi, Grande Unificatrice"



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Erano passate tre settimane e già ero arrivata alla mia meta finale: conquistare Città della Repubblica e risanare la grande falla di quel sistema, che aveva sottratto dei territori al Regno della Terra, trasformato da me in Impero.
Avevo già conquistato Zaofu e i loro abitanti mi avevano giirato fedeltà, ad eccezione di Suyin e la sua famiglia. Li avevo imprigionati, ma per colpa dell'Avatar, Lin, Opal e Toph Beifong, erano riusciti a sfuggire insieme ai traditori Zhu Li e Bolin.
Ma non importava. Avevo comunque conquistato Zaofu e ora toccava a Città della Repubblica.
Il mio esercito marciava minaccioso per la città e riuscii a far arrendere il presidente Raiko mostrandogli il potere del colosso di titanio ideato da Bataar.
Nel braccio destro aveva un'arma che sfruttava la potenza degli spiriti rampicanti, un potere scoperto dai traditori Varrik e Zhu Li.
Attendevo l'esito dell'incontro con Raiko da Bataar, ma cominciavo a preoccuparmi. Ormai l'incontro doveva essere finito da un pezzo e Bataar non si era fatto sentire. Che il presidente si fosse rimangiato la parola o avesse cambiato idea?
Con l'interfono di quella enorme macchina gigante chiamai l'aeronave di Bataar.
Mi rispose la voce di un giovane soldato.
"Pronto?"
"Soldato, fammi parlare con il comandante Bataar"
"Ehm... Subito, generale"
Sentii dei vaghi borbottii smorzati e improvvisamente la voce cambiò.
"Kuvira, sono Raiko. A che gioco state giocando? Mi hai detto che avresti mandato Bataar con i tuoi termini di arresa, ma lui non si è presentato"
"Che vuol dire, 'non si è presentato'?", chiesi irritata.
"A quanto dicono i tuoi soldati, non si trova a bordo"
Rabbrividii. Cosa poteva essergli successo? Venni assalita dalla paura.
"Se non è nell'aeronave, allora dov'è?", chiesi con la voce spezzata dalla preoccupazione.
Un improvviso ronzio statico interruppe la mia chiamata con il presidente.
E il mio cuore perse un colpo non appena riconobbi la voce.
"Kuvira? Sono Bataar. Sono stato catturato. La mia aeronave è stata assalita e sono stato preso con la forza. Korra rifiuta di lasciarmi andare a meno che non ci arrendiamo e abbandoniamo la città"
"Sei ferito?", chiesi preoccupata.
"Sto bene"
"L'Avatar è lì con te?"
Forse potevo mandare una squadra a prenderlo e catturare anche l'Avatar.
"Sì, sono tutti qui"
'Bene'
Sollevai un dito e dominai una levetta del pannello di controllo, disabilitando la mia voce così da non essere udita dall'altra parte della linea. Mi girai verso un operatore del colosso alla mia sinistra.
"Scopri da dove viene il segnale", ordinai.
"Ascoltami", ordinò la voce di Bataar e mi voltai verso l'altoparlante. "Se cercherai di conquistare Città della Repubblica, l'Avatar non mi permetterà di vederti mai più... E mi rifiuto di vivere in questo modo"
Rimasi impassibile ma dentro di me una tempesta di emozioni ribollirono. Voleva che mi arrendessi? Dopo tutta la fatica che avevamo — che avevo — fatto in questi tre anni?
Continuai ad ascoltare attentamente.
"Dimentica la Repubblica Unita, noi abbiamo il nostro Impero! Abbiamo l'un l'altra! Andiamocene a casa e sposiamoci. L'unica cosa che importa è che rimaniamo insieme per il resto della nostra vita"
In quel momento capii che l'avevo perso. Avevo perso Bataar, si era lasciato convincere che avrei potuto abbandonare tutto.
Ma non potevo.
Il mio amore per la Nazione della Terra era molto più grande, forse più grande del mio amore per lui, per Bataar.
Avevo perso persino il mio alleato più forte, il mio più grande sostenitore.
"Abbiamo identificato la loro posizione", mi riferì l'operatore.
Con un dito dominai il pulsante di prima, ripristinando la mia voce anche nell'altra linea. Il mio cuore batteva all'impazzata, era così veloce che sembrava non battere più. La mia voce tremava.
"Hai ragione. Non vale la pena sacrificare la nostra vita insieme per questa città", chiusi gli occhi, cercando di ricacciare le lacrime indietro.
Stavo abbandonando tutto per amore del mio progetto, del mio popolo. Tutto.
"Ti amo, Bataar"
'Perdonami se non te l'ho mai detto prima. Perdonami per quello che sto facendo. Perdonami. Ti ho amato, tanto, ma tu hai scelto una strada che io non posso percorrere'
Fu quasi un dolore fisico quando dominai le leve per muovere il busto e le braccia del colosso. La mia mano tremò prima di chiudersi a pugno.
Un lampo violetto. Un'esplosione. Poi solo fumo e cenere.
Inspirai ed espirai, ormai vuota di tutto. Il mio volto era senza espressione ma concentrato e determinato.
Avrei concluso la mia missione.



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"È finita. Farete ritirare il vostro esercito..."
Una voce mi parlava in lontananza... Lentamente aprii gli occhi.
"...e vi arrenderete al presidente Raiko..."
Era la voce dell'Avatar! Aprii gli occhi di scatto e le lanciai uno sguardo d'odio.
"... Poi voi e —"
Le lanciai un masso in faccia dominandolo e riuscii a coglierla di sorpresa e a fuggire. Guardai dietro di me tenendomi una mano sul fianco.
Korra era finita dietro a un cumulo di macerie.
"Fermati!"
Proseguii dritto, verso la foresta di Spiriti Rampicanti. Ero stanca, zoppicante, ferita e affaticata. Per un attimo persi anche l'equilibrio, ma mi rialzai e a fatica continuai la mia fuga, prendendo fiato di tanto in tanto.
"Kuvira!"
Scattai la testa in direzione della voce.
"Arrenditi!", mi ordinò la voce dell'Avatar.
"Mai", sussurrai determinata.
Proseguii e scostai dei rampicanti che bloccavano il passaggio. Alzai lo sguardo e mi si bloccò il fiato in gola. Sospirai meravigliata.
Davanti a me giaceva l'arma del mio colosso.
"Ti prego, termina questa pazzia! Deve finire ora!"
"Se vuoi veramente che finisca, allora vieni a prendermi!", urlai mentre salivo sull'arma. Pochi minuti dopo arrivò Korra, paralizzata dal vedersi puntata l'enorme cannone.
"Ora è finita!", esclamai spingendo la leva dell'enorme grilletto.
"Non farlo!"
'Troppo tardi'
Il lampo violetto arrivò come previsto. Ma l'Avatar riuscì a mettersi in salvo.
Stranamente, il raggio non si fermò e l'arma, per la potenza proprio del raggio, cominciò ad andare indietro. I rampicanti in cui era impigliata l'arma cominciarono a illuminarsi di violetto e improvvisamente il cannone deviò, sparando fuori dalla foresta.
Terrorizzata, rimasi aggrappata all'arma.
"Spegnetelo!", gridò la voce di Korra. Cercai di tirare l'enorme grilletto dell'arma ma questa non si spegneva.
"Non ci riesco!", gridai frustrata.
Un improvvisso scossone mi scaraventò giù e gridando rotolai per terra.
Lentamente sollevai la testa e in quel momento morii dentro.
L'arma, senza più alcun controllo, stava girando verso di me. Il raggio stava per raggiungermi e uccidermi quando Korra si frappose fra me e questo.
La guardai terrorizzata e orrificata.
Vari raggi bianchi e violetti sprizzarono dalla cupola difensiva che l'Avatar aveva creato.
Questa sarebbe stata l'ultima cosa che avrei visto, ne ero certa.
Che ironia. Uccisa dalla mia stessa arma.
Un raggio bianco mi avvolse e persi conoscenza.

Mi sentivo...leggera. Senza peso.
Vedevo tutto viola, sicuramente il mio spirito si stava staccando dal mio corpo e quello che vedevo era il raggio di quel cannone infernale.
Sentii una superficie dura sotto i miei piedi ma ero senza forze e crollai. Delle braccia riuscirono a sorreggermi.
Aprii gli occhi e scoprii che erano le braccia di Korra a sorreggermi. Gridai impaurita e la spinsi via, allontanandomi.
Poi mi guardai intorno. Era un luogo pieno di colori sgargianti, un cielo di un azzurro intenso, una colonna di luce gialla e verde alla mia destra e posavo i piedi su un prato pieno di fiori purpurei.
"Cos'è successo? Siamo... morte?"
"No, stiamo bene, ma siamo nel Mondo degli Spiriti. Tutta l'energia proveniente dalla tua arma ha creato un nuovo portale e ci ha portati qui", rispose Korra guardandosi intorno.
"Perché mi hai salvato, dopo tutto quello che ti ho fatto?", chiesi frustrata.
"Penso... Perché vedo molto di me in te"
La guardai stupita ma cambiai subito espressione. Sicuramente era un trucco.
"Noi non siamo affatto simili!", sibilai irata.
"Sì, invece. Siamo entrambe agguerrite e determinate a trionfare, a volte senza pensare alle conseguenze"
"Non volevo finisse in questo modo", ammisi, cadendo in ginocchio. "Se tutti voi vi foste arresi, niente di questo sarebbe successo"
"Avete fatto tutto voi. Provocando gli Spiriti Rampicanti, agendo come una dittatrice con il vostro popolo... Dovevate sapere che quello che stavate facendo non era giusto"
"Stavo cercando di aiutare il mio popolo! Su ha voltato le spalle al Regno della Terra. Tu eri sparita. Dovevo fare qualcosa!"
Suyin aveva tradito il Regno della Terra ed io ero stata l'unica a voler aiutare la mia nazione. Nessuno aveva il diritto di accusarmi. Nemmeno l'Avatar.
"Penso di aver capito ora...", commentò Korra.
"Tu non capisci niente di me", replicai sprezzante girandomi dall'altra parte.
"Sì, invece. Su mi ha raccontato come ti ha presa quando eri giovane. Deve essere stata così dura essere un'orfana"
La sua compassione in quel momento mi diede sui nervi.
"Non pretendere di sapere come mi senta! L'Avatar è adorato da milioni di persone! Io sono stata abbandonata dai miei stessi genitori, come se non contassi niente per loro! Come potevo tirarmi indietro e guardare la stessa cosa accadere al mio paese quando più aveva bisogno di una guida?", gridai piangendo.
Non poteva sapere... non poteva sapere cosa avevo passato io! Non poteva conoscere l'ultimo sguardo della propria madre quando ti abbandona, non sapere quale fosse il nome del proprio padre, il non aver mai ricevuto un abbraccio materno, di una vera madre.
Non volevo che la stessa cosa accadesse al mio popolo. Io ero rimasta senza genitori, ma il mio popolo non sarebbe rimasto senza guida.
"Volevi creare un posto dove tu e il tuo popolo non sareste più stati vulnerabili di nuovo. Non sarò mai stata orfana, ma credimi, so cosa si prova quando si ha paura"
Korra sedette di fronte a me.
"Dopo che sono stata avvelenata, avrei fatto di tutto per riavere il controllo. E quando mi ristabilii, tutti sembravano essersi dimenticati di me, sembrava che il mondo non avesse più bisogno di me"
Ma non poteva sapere cosa volesse dire non aver mai ricevuto vero amore in vita sua.
Il mio pensiero raggiunse Bataar.
No, Bataar era stato l'unico a credere sempre in me, l'unico che mi aveva sostenuto sempre. Era pronto ad abbandonare tutto per me e aveva rinnegato la sua famiglia.
No! Che cosa avevo fatto? Avevo distrutto tutto, tutto, e ora non mi restava più niente.
Avevo tradito l'amore della mia vita e ora giacevo lì, umiliata e sconfitta.
Ma Korra mi aveva aperto gli occhi.
L'ambizione e il desiderio di riscatto mi avevano accecata. Ero stata così stupida, così sciocca, così cieca...
Ma ora era tempo di rimediare. Una cosa giusta e buona la dovevo fare, almeno alla fine.
Abbassai lo sguardo, sconfitta.
"Va bene, sono pronta. Accetterò la punizione che mi spetta"


















Angolo dell'autrice

Salve a tutti!
Come promesso, ecco una OS incentrata su Kuvira e Bataar ma anche sulla parte finale di ALOK.
Non potevo non inserire la scena in cui spara al capannone dove si trova Bataar pur di uccidere l'Avatar u.u
Spero abbiate gradito! ^^
Chiedo anche perdono per il ritardo, in realtà ho finito di scrivere questa OS più di dieci giorni fa, ma per un problema del banner e per colpa dei miei corsi all'uni ho dovuto posticipare la pubblicazione. Sorry :(
Comunque mi sono divertita a scrivere questa serie di OS, magari in futuro ne potrei scrivere una su una eventuale visita di Bataar a Kuvira in carcere ;)
Inoltre ho sempre in mente di scrivere la crossover comico/demenziale con i personaggi di Thor e Star Wars xD
Ma per quella dovreste aspettare un po' di più, perché sarà una mini-long ;)
Bene! Allora vi lascio qualche link utile:
La OS precendente, ovvero: All hail the Great Uniter! - The Beginning
Il mio gruppo dedicato a EFP, dove potrete spammare le vostre storie: Gruppo fb "EFP Fandoms!"
Il mio profilo Ask:
Perfetto!!
Ringrazio Heartbreakerz, me stessa e Michael Jackson per il banner. Scommetto indovinerete subito quale banner ho realizzato io xD
Ringrazio anche CalcedonioBlu per aver recensito la storia precendete e so che lo farà anche con questa ^^
Grazie a tutti voi che avete letto, messo tra i preferiti/seguiti/ricordati/da recensire e grazie di cuore a chi commenterà *-*
A presto!!!
Vostra

Sylvia Naberrie
   
 
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