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Autore: princess_sweet_94    30/07/2015    3 recensioni
"È un sogno che mi porto dietro da più di tre anni, un sogno irrealizzabile...
Non sarei dovuto tornare qui, non avrei dovuto riportare alla luce vecchi sentimenti... nei brevi due anni che sono passati dal giorno della nostra separazione ho tentato di dimenticarti e chissà, forse ci sarei anche riuscito. Ma ora non è più possibile."
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aiko/Aika, Seya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Guardo l'infinita distesa del mare con amarezza, è notte, la luna splende nel cielo illuminandomi fiocamente con la sua pallida luce. La guardo per un pò pensieroso, il livido sulla guancia preme ma a chi vuoi che importi?
Sposto lo sguardo accanto a me dove la bottiglia di rhum giace innoquamente sulla sabbia, la prendo e ne scolo un sorso... che serata di merda.
Una stupida scazzottata ad una stupida festa e guarda come mi sono ridotto. Ricordo il tuo sguardo preoccupato, i tuoi occhi ansiosi mentre correvi verso di lui per vedere se era ferito così come ricordo gli occhi dei presenti scioccati e ostili verso di me.
«Ma andate al diavolo!»
Mi scolo un gran sorso lasciando che l'alcool mi entri in circolo, facendomi dimenticare te e quella stupida festa ormai finita per me.
Ma allora perché ora piango? Si, sto piangendo. Sono lacrime quelle che scendono dai miei occhi, che mi bagnano le guancie e puntellano la sabbia col mio dolore.
In un moto di rabbia scaglio la bottiglia contro lo scoglio vedendola andare in frantumi, come il mio cuore spezzato da tempo.
Mi siedo sulla sabbia, tirando le ginocchia verso il petto, poggiando le braccia su di esse e affondandoci il viso.
«Stupida ragazza!» mormoro con voce dilaniata dal dolore e dal pianto «Guarda come mi hai ridotto!» e inizio a piangere, senza esitazione e senza vergogna.
Piango alla Luna che, silenziosa, dondola su di me carezzandomi con i suoi raggi, cullandomi nella sua luce. Piango alle stelle che, innocenti, si fanno carico del mio dolore osservandomi dall'alto. Piango al mare che, rumoroso, s'infrange contro la terra quasi con rabbia come se condividesse la mia. Piango a te, dolce amore della mia vita, che mi hai incantato con i tuoi occhi e il tuo essere, che mi hai fatto innamorare al primo sguardo quasi fossi stata creata per abbindolarmi e io concepito per lasciarmi abbindolare.
Il cielo solo sa quanto io ti voglia, qui e adesso, nelle mie braccia; vorrei stringerti senza paura e vivere con te
ciò che resta della nostra vita.
È un sogno che mi porto dietro da più di tre anni, un sogno irrealizzabile...
Non sarei dovuto tornare qui, non avrei dovuto riportare alla luce vecchi sentimenti... nei brevi due anni che sono passati dal giorno della nostra separazione ho tentato di dimenticarti e chissà, forse ci sarei anche riuscito. Ma ora non è più possibile.
Urlo al cielo la mia disperazione... dove sei? Perché non sei qui con me? Perché sei con lui?
«Seiya?»
Alzo la testa nel sentirmi chiamare: Aya è in piedi davanti a me, mi guarda tristemente con le mani congiunte sul vestito color pesca e le spalle avvolte nello scialle bianco.
«Che cosa ti succede?» mi domanda. Non le rispondo, abbasso lo sguardo asciugato dal vento. «È per lei?» insiste.
«Cos'ha lui più di me?» assengo infine «Lui l'abbandonata per uno stupido conservatorio, io invece gli sono sempre stato vicino!» esclamo mentre sento le lacrime bagnarmi nuovamente il viso. Mia sorella s'inginocchia e mi stringe, mentre continuo a piangere tra le sue braccia.
Non parla, non ce n'è bisogno, il suo abbraccio vale più di mille parole.
«Non avercela con me, per favore» sussurra; alzo gli occhi su di lei confuso mentre indica alle mie spalle. Mi giro e ti vedo: illuminata dai raggi lunari, il vestito color del sole in ombra, i capelli cresciuti che ti ricadono sul petto in quella coda laterale, gli occhi luminosi che mi guardano seri con un velo di tristezza. Il mio cuore perde alcuni battiti e mi perdo nella tua visione.
Sei ancora più bella sotto il cielo stellato; quasi non me ne accorgo quando Aya scioglie la nostra presa e si allontana silenziosamente, da noi e dalla spiaggia.
Mi alzo in piedi e ti guardo negli occhi, avrai sentito tutto?
Bah, tanto chi se ne importa!
«Però, ti sei sprecata a venire qui» dico voltandomi, tu non mi rispondi, stai valutando cosa dire.
«È vero...» chiedi «...quello che mi ha detto Aya? Tu sei innamorato di me?»
Stavolta sono io a non risponderti.
"Seiya, rispondimi!"
Non posso... non posso risponderti. Ti perderei per sempre, anche come amica... sempre se si possa definire amicizia la nostra.
«Seiya...»
«Va da lui, ti starà aspettando!» t'interrompo, senza voltarmi a guardarti. Non sopporto il peso di questa conversazione, intrapresa solo per soddisfare la tua curiosità. Se prima volevo averti ora che sei qui voglio che tu te ne vada, che mi lasci in pace.
Sento i tuoi passi venirmi incontro ma non mi muovo, mi raggiungi e ti fermi dietro di me: «Guardami negli occhi!» suona come un ordine e io, sorprendendo me stesso, obbedisco. Vedo il tuo viso solo per un istante prima che la tua mano mi colpisca sulla guancia già precedentemente lesionata.
Non è la prima volta che mi schiaffeggi ma questa volta fa più male delle altre e non so se è per il livido che hai colpito o per la rabbia e il disprezzo che hai messo nel farlo.
Rimango così, con lo sguardo rivolto alla tua destra per non guardare quegli occhi carichi d'odio che mi fissano.
Stupida ragazza! Guarda come mi hai ridotto, senza neanche la forza di reagire, ad autocommiserarmi davanti a te, sull'orlo delle lacrime per il troppo dolore sopito in me e che ora si sta risvegliando, urlando contro il mio petto, premendo per essere liberato. E se lo libero chi ci va di mezzo sei solo tu, poiché sei l'unica qui con me... e io non voglio che succeda.
«Che fai, non reagisci?» mi rimproveri con rabbia.
Non posso reagire... non voglio reagire, potrei fare qualcosa di cui mi pentirei a vita.
Il mio silenzio ti fa infuriare, lo so. Alzi la mano che s'impianta di nuovo nella mia guancia destra.
«Insomma, fa qualcosa!» urli nel mentre. Ti afferro il braccio di scatto e tu ti blocchi.
Ecco, ho fatto qualcosa... ma non farmi fare altro, ti prego.
«Però, ti sei sprecato.» commenti ma c'è qualcosa di strano nella tua voce. Qualcosa che fa scattare qualcosa in me: d'istinto ti avvicino e affondo nelle tue labbra, così morbide e fresche... il tuo sapore m'inebria facendomi quasi perdere la ragione Ti bacio con foga, stringendoti a me per paura che tu possa scapparmi... ma non reagisci, non mi respingi, sei immobile tra le mie braccia lasciandoti baciare.
Era forse questo che volevi facessi? Era questa la reazione che volevi? Ma perché?
Ti stringo più forte mentre quelle domande aleggiano nella mia testa: volevi forse una dimostrazione della mia infatuazione per te?
Beh, l'hai ottenuta.
Riluttante ti lascio mentre cerco di calmare il mio cuore che ha preso a battere violentemente sotto la pressione del mio contatto con te.
«Seiya, tu sei innamorato di me?» mi chiedi ancora come se già non ne avessi avuto conferma.
«Disperatamente» rispondo senza più forze per mentire. E ora? Che ne sarà di noi e della nostra amicizia?
«Da quando?» chiedi ancora, seria.
«Da quando ti ho incontrata» rispondo e li vedo, i tuoi occhi, sgranarsi per un momento e ciò cosa dovrebbe farmi, piacere forse?
«Così... così tanto? Ma tu hai sempre...»
La tua incredulità mi fa sorridere, un sorriso amaro «Se l'avessi saputo prima, cosa sarebbe cambiato?» domando «Tu hai sempre voluto lui»
«Non sempre»
Alzo la testa di scatto su di te, sul tuo splendido viso, sui tuoi occhi chiari: cosa intendi dire?
«Il primo periodo in cui incontrai Rei credevo di esserne innamorata, passavamo del tempo insieme, sentivo la sua mancanza... eppure non l'ho mai amato sinceramente. La mia era solo una cotta per lui, nient'altro e tutt'ora è così anche se ho l'impressione che sia svanita anche quella scintilla» mi racconti mentre un barlume di speranza si accende in me «Se c'è qualcuno di cui mi sarei potuta innamorare forse eri tu. Ma la tua irriverenza e il tuo modo di fare mi allontanavano.» concludi guardandomi tristemente, uno sguardo che non sono sicuro di riuscire a reggere.
«E ora?» chiedo, e non riesco a nascondere un tremito nella voce. Tu ti avvicini, una vicinanza estrema per me, poggi le mani sui miei fianchi e ti alzi sulle punte «Fammi innamorare» mi sussurri all'orecchio.
E sembra quasi un desiderio il tuo, un desiderio insperato e ardito che io soddisferò senza esitare oltre.

Quante volte ho sognato questo momento, quante volte l'ho immaginato: io e te, soli sulla spiaggia mentre le prime luci dell'alba ti accarezzano. Sembra davvero un sogno eppure tu sei qui, accanto a me, che dormi beatamente.
Non svegliarti. Non svegliarti ancora. Lasciami del tempo per guardarti, per averti, per ricordarti... ci rivedremo?
Chi lo sa. Forse no.
Lentamente apri gli occhi, i tuoi splendidi occhi immersi nella calda luce luce rosata e arancio, i tuoi morbidi capelli arruffati sembrano brillare di un vivace arancione mentre lasci che l'acqua ti solletichi i piedi nel suo lento ed ipnotico andirivieni.
L'aggettivo 'Stupenda' sminuisce ciò che sei in questo momento. Tu vali molto di più.
Mi guardi. Ti guardo... ma quel sorriso che aspetto incurvi le tue labbra non si presenta.
Abbassi lo sguardo triste, quasi in colpa: non dirmi che te ne stai pentendo?
"Non... non avremmo dovuto..." sussurri stringendo le gambe avvolte nel vestito scompigliato a te. Non parlo, le tue parole mi hanno ferito profondamente tuttavia attendo. Passano parecchi secondi di silenzio.
"Dobbiamo andarcene..." mormori "Se qualcuno ci vedesse cosa gli diremmo?" spieghi ma non ti muovi, resti stesa sulla sabbia, girata su un fianco, rannicchiata e con le mani congiunte sotto la testa.
"Che abbiamo passato la notte a parlare... fino ad addormentarci" sussurro perdendomi nella tua visione; ti vedo riflettere sulla proposta ma non riceverò mai una risposta.
Ci rifletto anche io: la scusa reggerebbe se non fosse per gli evidenti segni che abbiamo fatto tutto fuorchè parlare. Inutile dire che è stata la serata più magnifica della mia vita, inutile dire che ne vorrei passare altre così, inutile dire che non succederà mai più... inutile dire ogni cosa quando è già più che ovvia.
Restiamo a fissarci, in silenzio, mentre il sole sorge sulla cittadina muta.
Se avessi saputo fin da subito che questa è l'ultima volta che ti vedo avrei cercato di rendere questa notte più che meravigliosa, mi sarei impresso ogni dettaglio di te nella mia mente per non dimenticarlo, ti avrei marchiata più a fondo di modo che tu non dimenticassi me, ti avrei baciata così tante volte da bastarmi per tutta la vita.
E invece siamo qui, a passare i nostri ultimi minuti a guardarci prima che tu te ne vada via per sempre... da questa città e da me.


Angolino Autrice:
sono sempre stata innamorata della Aika/Seiya. Si vede lontano un chilometro che lui la ama ed è proprio questo rapporto di attrazione/repulsione tra loro che mi ha spinto a sostenerli (sinceramente Rei mi è sempre stato antipatico); quindi ho scritto questa storia su loro due... spero piaccia 😊
Abbracci,
princess_sweet_94
  
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