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Autore: Zeranzo    25/01/2009    1 recensioni
Storiella semiseria su un demone evocato. Né più né meno.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“il tempo è ormai giunto”
così annunciava il celebrante. Ormai era tutto pronto per il rituale… la notte era senza stelle (a causa della grossa cappa di smog della città vicina) e l’unica cosa che illuminava l’altare era la luce soffusa della luna, pallida, che mostrava soltanto dei dettagli dell’altare. Il silenzio, che era proprio del cimitero, aiutava con l’atmosfera sacrale che gli uomini avevano dato per il rito. La vittima, una giovane cassiera di un negozio, legata nuda all’altare, posto sopra alla tomba di una bambina di cinque anni, era in lacrime, vedendo cosa volevano fare. Intorno all’altare, c’erano i simboli che, a detta del capo della setta, dovevano evocare il demone distruttore. L’unico altro elemento che mancava era.. il sacrificio che avrebbe completato l’opera. Dunque, il celebrante alzò il pugnale contro la vittima, con gli occhi di quest’ultima che guardavano sbarrati l’arma che l’avrebbe uccisa. Ma l’oggetto rituale non fece in tempo a arrivare a colpirla che il cerchio si illuminò di un viola scuro. Dopodiché, si sprigionò un fumo bianco, denso; quindi comparve.
Esistono due categorie di persone: quelle a cui lo smoking sta bene e quelle a cui sta male. Ciò che comparve apparteneva di sicuro al secondo tipo. Era un ragazzo non molto alto; i capelli, lunghi e neri, erano in un disordine tale che, per avere un effetto simile, bisognerebbe mettere la propria testa in una centrifuga. La camicia, tenuta mezza fuori, doveva essere originariamente bianca; tuttavia era diventata un collage di macchie rossicce di natura non tanto identificabile, che spaziava fra la macchia creata dal ketchup a quella del sangue. Gli occhi, anch’essi neri, esprimevano una vivacità a metà fra quella di un assonnato e quella di un rimbambito. Si grattò la testa, si guardò intorno, perplesso.

“Avete chiamato?” Gli astanti, vittima sacrificale compresa, guardarono in silenzio perplessi il nuovo comparso.
“Beh, non avete mai visto un demone in vita vostra?” Si grattò di nuovo la testa, ripensando a quello che aveva detto, mentre slegava la vittima. “Effettivamente no. Domanda stupida”
“Lei è veramente un demone?” affermò sempre più perplesso il capo della setta, squadrando il ragazzo appena arrivato
“Certo. Non ha visto il grosso cerchio (che, tra l’altro, avete disegnato male) illuminarsi e il fumo uscire? Diavolo, non sarà scritto bene, ma c’è scritto!”
La perplessità aumentò al concludersi di questa affermazione (che nessuno capì). Alcuni si grattarono la testa, non capendo. Ma quello che ebbe una reazione violenta era il capo cerimoniere.
“Ragazzino, non prendermi per il culo! Non è possibile che tu sia un demone! Hai pure rovinato il rito! Le stelle non sono più in posizione… “
Il ragazzo guardò l’uomo, sollevò la testa verso l’alto, tornò a guardare l’uomo, di nuovo sollevò lo sguardo al cielo. Ora era lui quello perplesso, alzando il sopracciglio.
“Come diavolo fai a vedere la posizione delle stelle con la cappa di smog? Io non ci riesco… “
“Basta! Levati dai coglioni! Dobbiamo finire il rito!”
“Idiota, il rito è già finito. Sono io il demone che avete evocato.”
a questa affermazione, seguirono tre fasi. La prima consiste in una reazione stupita di tutti gli astanti, vittima compresa (che, per qualche motivo, era rimasta incuriosita dalla vicenda e voleva vedere come sarebbe andata a finire) . Successivamente, segue la pausa che è un preludio all’ultima fase, quella più importante, che consiste in una risata generale e molto sguaiata; un eschimese giurò di aver sentito delle risate mentre tornava dalla caccia. L’unico che non rideva era il ragazzo che, anzi, stava iniziando a arrabbiarsi
“Cazzo c’avete da ridere voi… “
“Ragazzino, è impossibile che tu sia un demone…”
“Perché, come ti immagini un demone? Grosso, brutto, con le ali immense, cornuto, con gli zoccoli, che entra accompagnato dalle urla dei dannati e dalle fiamme dell’inferno, mentre incute paura con una risata?”
alla sua descrizione di un ipotetico demone, il ragazzo accompagnò una ampia gestualità, per poi concludere con una risata che fece rabbrividire tutti i presenti. Vide soddisfatto l’effetto sortito, poi continuò.
“tutta colpa dell’iconografia. Solo gli idioti prendono quell’aspetto. Adesso che gli umani hanno iniziato a fare i rituali in casa, quel fisico diventa un problema. Ho sentito di un paio di idioti che sono rimasti bloccati, colpa del soffitto basso; quando sono scomparsi, si sono portati via un pezzo di soffitto! Ma ce ne sono stati sicuramente di più. Si riconoscono perché hanno i segni dell’intonaco sulle corna… Alcuni si sono disperati nel sapere che l’evocatore aveva messo un soppalco! Anche se è un problema anche quando non sei evocato; provaci ad andare in giro con un corpo del genere! Molti si sbilanciano… Inoltre fa molto “vintage”… per le fiamme, molti demoni hanno smesso di farle per lo stesso motivo. Alcuni hanno mandato a fuoco la casa dell’evocatore, uccidendolo… E Dio sa quanto si perde un’occasione per stare nel mondo terreno… Le voci dei dannati ci stavano all’inizio, ma i sindacati hanno rotto le scatole: già sono dannati, figuriamoci fargli fare un lavoro extra non pagato da aggiungersi alla pena! È per questo che hanno smesso.”
“Ragazzino… “
“Piantiamola con questo ragazzino! Ho 200 anni! Anche se per i canoni demoniaci sono giovane, sono sempre più vecchio di voi!”
“ Mi sembra che tu ci stia pigliando pesantemente per il culo con queste farneticazioni…”
“Non sono farneticazioni! E perché dovrei pigliarvi per il culo?”
“ Per salvare la ragazza che hai liberato, mi pare ovvio”
“Ma se neanche la conosco! Inoltre i demoni né simpatizzano né sono avversi al genere umano!”
“E come sarebbero?”
“Se ne fregano. I demoni esistono di per sé, senza che gli umani esistano. Anche se il termine “demone” è molto ampio, siamo spiriti indipendenti. Molti di noi sono malvagi… ma gli uomini sanno fare danni benissimo da soli… Di solito ci divertiamo a guardare che cosa fate. Sapete, l’eternità è una grandissima rottura di coglioni multipla. Quindi ci sfoghiamo vedendo cosa fate. È meglio di quella che voi chiamate televisione… come dice un mio simile in un fumetto che ho letto una volta, siete così bravi che non abbiamo nemmeno bisogno di intervenire! Tutto ciò che l’uomo fa è colpa dell’uomo o della casualità… Quando poi veniamo nel vostro mondo… che non è l’unico… siamo in estasi, visto che ci possiamo divertire. Infatti…”
il ragazzo non finì la frase. Un adepto, a metà fra l’annoiato e l’arrabbiato, aveva tirato fuori la pistola e l’aveva puntata contro il sedicente demone.
Bang.
Il proiettile sibilò nell’aria, fendendola, veloce. Il bersagliato non se ne accorse… il colpo lo trapassò da parte a parte, aprendogli la testa. La canna della pistola fumava ancora quando il resto della setta si era voltato a vedere cosa era successo.

“Sei scemo?”
“ Questa è la dimostrazione che stava dicendoci un mucchio di palle… E poi era logorroico”
“Dobbiamo occultare il corpo adesso, pezzo di idiota!”
a questo punto, però, il danno era fatto. Soprattutto per quello che successe dopo. Per prima cosa, non uscì sangue dalla ferita, ma un liquido nero, denso, simile al petrolio. Iniziò a uscire, “riempiendo” i buchi che il proiettile aveva creato. In secondo luogo, le intenzioni del ragazzo erano mutate. Ai presenti venne un brivido lungo la schiena; per la seconda volta quel ragazzo incuteva terrore. Fu un attimo: il demone fece uno scatto verso il suo uccisore, colpendolo con un pugno in faccia. Non mi soffermerò su una descrizione dettagliata; la testa era stata completamente recisa dal collo e si andò a schiantare contro una lapide vicina. Il giovane era soddisfatto del suo operato mentre alcuni dei presenti, alla visione, vomitarono.
“Se-sei un mo-mostro!”
“Mah va’? non mi avete sentito prima? Non avete letto bene? Io sono un demone… Le armi umane ci fanno un baffo… Io sono di solito un tipo pacifico, ma quando tentano di ammazzarmi (invano) mi incazzo… qualcun altro vuole unirsi al morto? Già che siamo al cimitero, faccio il rito abbreviato di morte…” Il demone fece un sorriso che, visto che aveva addosso il sangue appena versato, aveva un non so che di macabro. Alcuni tremavano, capo compreso. La vittima sacrificale, dopo la scena, si era nascosta dietro all’altare terrorizzata. Quindi la paura si tramutò in rabbia per l’uccisione dell’adepto e si lanciarono contro il ragazzo, volendolo uccidere.
“Vabbeh, cazzi vostri…”
Fu una lotta veloce; non avevano alcuna possibilità contro il demone, lo sapevano, ma il terrore e la rabbia annebbiava la ragione. La ragazza era ancora nascosta dietro l’altare, non volendone sapere niente. Il risultato si vide all’alba; la vittima sacrificale vide il risultato. Seguirebbe una descrizione che farebbe invidia al migliore degli splatter; però io non ne sono capace, né ho lo stomaco per reggere. Quando i poliziotti arrivarono, quattro svenirono. Un paragone molto convincente per la situazione era che i corpi erano stati messi in un enorme frullatore. Non riuscirono a riconoscere i cadaveri. Il demone sogghignò. Quindi si incamminò al cinema (essendosi pulito dal sangue), o al luna park… che cosa importa? Tanto non è mai avvenuto.
Oppure in un’altra dimensione.
Oppure è veramente avvenuta….
  
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