Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: ella96    31/07/2015    0 recensioni
Dalla storia, prologo:
Lei era una resiliente.
E solo io potevo conoscere la sua storia. Non il ragazzo che ora la guardava come se fosse un tesoro raro, non la madre di lui che la tratta come se fosse una figlia baciandole le guance, non la bambina di quattro - o forse cinque - anni che la sta rincorrendo.
La osservo da lontano, io non appartengo al suo mondo, ma io so perché lei è una resiliente. So perché è così lontana da casa, esiliata in quel luogo che è l'Ungheria, con il suo sole caldo che le sfiora le spalle coperte da una sottilissima camicetta bianca, leggerissima.

Una storia d'amore vista da fuori, da un narratore sconosciuto che ripercorre la vita della protagonista con un passato da dimenticare, finita anni prima in cura. Una storia di introspezione, di crescita personale, di segreti e di bugie e di un amore che non muore mai, anche quando sembra dimenticato. Anche quando è lontano.
«E ora mi vuole spiegare perché proprio le rose canine, Miss Hamilton?»
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico, Universitario
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

title

Il dottor Kavens finì per affezionarsi a quella ragazzina, ma questo avvenne solo dopo tanto tempo. E Miss Hamilton passò davvero molto tempo in quello studio.

Ma prima ancora di finire in quello studio medico, da uno psicologo con una cartella che riportasse a lettere cubitali il suo nome, prima ancora di essere conosciuta come "Miss Hamilton", quella ragazzina era stata una bambina come tutte le altre. Una brava bambina.

Io, a quei tempi, non potevo far altro che non averla in simpatia. Sembrava una fatina, questo sì, ma era terribilmente viziata ed abituata ad ottenere tutto quello che voleva. E si imbronciava facilmente e quando lo faceva, non c'erano possibilità di compromesso con lei. Questo fu evidente fin dalla prima volta che la vidi, quando richiese quel vaso di rose canine. L'assistente tornò circa un'ora dopo per informare che non era stato possibile trovare quel tipo di rose e quindi ne aveva preso un altro mazzo, rose variopinte, bellissime, e lo erano davvero, bellissime, intendo. Lei, invece di essere grata per il disturbo e per il pensiero di aver scelto così accuratamente dei fiori sostituitivi a quelli da lei richiesti, si mise a piangere, a sbattere i piedi e a dire che non li voleva, che se fossero entrate quelle rose, nella stanza, lei sarebbe uscita di lì. Solo il dottor Kavens riuscì a quietarla dopo una decina di minuti pieni, assicurandole con tono gentile e modi pacati che il suo assistente avrebbe fatto del suo meglio per trovarle ugualmente quello che lei aveva richiesto, anche a costo di andarle a raccogliere lui stesso. E allora si quietò, tornò a sedersi sulla poltrona con un broncio da bambina che, pensandoci ora, mi strappa un sorriso dalle labbra ma allora, a quei tempi, l'avrei voluta prendere a ceffoni.

Molte ore dopo, finalmente, la richiesta di Miss Hamilton fu esaudita e la fanciulla saltò dalla sedia con un moto di felicità precedentemente assente, correndo in punta di piedi verso la porta e con le sue piccole manine afferrare il grosso vaso che le era stato porto dall'assistente, stringerlo al petto e tornare traballante, sotto quel peso, verso la scrivania, poggiandolo proprio lì in mezzo. Non si preoccupò del fatto che, per fare spazio al vaso, avesse fatto cadere decine di cartelle mediche a terra, rovinandone l'ordine e instastidendo palesemente l'assistente del dottor Kavens.

Kavens, d'altra parte, sembrava davvero divertito dal comportamento di Miss Hamilton la quale ora si era tranquillizzata, si era seduta sulla poltrona e sfiorava le rose canine e chiacchierava di tutto e di nulla, ridacchiando e scuotendo la testolina con i suoi bei capelli e ogni volta che lo faceva, sembrava farlo con una leggera malizia ma era difficile dirlo con sicurezza visto quanto sembrasse più piccola della sua età.

«Ahi!» l'unico istante in cui smise di parlare fu quando una rosa la punse sull'indice da cui uscirono due o tre goccioline di sangue rosso intenso. E gli occhi le si inumidirono, li alzò verso il medico e sussurrò nuovamente «...ahi» ma non ci fu risposta. Probabilmente era abituata che al minimo problema o comando, tutti si interessassero a lei, ma ora non era più così. Kavens scoppiò a ridere, di una risata profonda, rauca. Quella bimba lo divertiva. E lei si imbronciò, nuovamente, tornando a dedicarsi alle sue rose in silenzio per diverso tempo.

Ben presto, però, fu ovvio che la sua non era una natura silenziosa e dopo un tempo che a me sembrò davvero troppo poco, riprese a parlottare, seguendo solo i propri pensieri, non certo una linea logica.

«La mia scuola aveva un giardino. Era grande, curato, c'erano tanti abeti, pini, aiuole, era proprio un bel giardino, sì, e tutti, appena arrivava la bella stagione, andavano lì. Non c'era mai un posto libero per sedersi se arrivavi tardi» lo disse sovrappensiero, continuando a fissare le sue rose e sfiorandone i petali, quasi come se non fosse diretta a nessuno questa frase. Non aveva risposto alle domande del dottor Kavens, ovviamente, neppure ad una, sembrava come se non si fosse resa conto di trovarsi all'interno di uno studio medico. Lei parlava, così, a caso. Quello che le veniva in mente lo diceva. E io all'inizio ne fui annoiato. Era una paziente, si doveva riuscire a capire le cause del male per riuscire a curarne i sintomi e pensavo che quello che stesse dicendo fosse una perdita di tempo. Presto, molto presto, non lo pensai più. Non pensai più nulla. Iniziai solo ad ascoltarla con sempre più passione e partecipazione. C’era qualcosa dietro quel suo parlottare che riusciva a coinvolgere chiunque. Che ne fosse consapevole o meno, non fui mai in grado di capirlo.


La risorsa più importante della Gran Bretagna, quella che gli ha permesso di diventare grande, è ritrovabile nell’oceano, nei suoi porti e nei suoi marinai. Ovunque vi è un po’ d’acqua, vi è l’anima inglese che vi si risiede, imperturbabile ed eterna. Ma vi è un luogo, uno solo, un’isola così piccola da non comparire neppure nelle comuni mappe geografiche che spesso viene scordata e i marinai non vi approdano facilmente se non in un periodo dell’anno ben preciso. Era come se quell’isola non esistesse nel tempo restante. Ed è lì che Miss Hamilton visse buona parte della sua giovanissima vita. In una isola della Gran Bretagna di pochi chilometri quadrati. Un bel luogo, un’isoletta tranquilla, lontana dallo smog industriale della capitale, circondata dall’umore della natura: il rumore delle placide onde che si infrangevano su una costa sabbiosa tiepida erano il sottofondo perenne, il cinguettio di uccelli piccolissimi che creavano il loro nido sulle grandi querce che circondavano l’intera isola di verde e flora erano la melodia che ben si conosceva ma sempre meravigliava, i fiori selvaggi, il sole non troppo caldo che rischiarava le giornate, gli animali selvaggi che se ne andavano in giro indisturbati, consapevoli che quello fosse il loro luogo. E dalla costa si apriva una stradina ciottolata non troppo larga, unico sentiero per arrivare all’unico luogo abitabile di quella isoletta lontana dal mondo. E se la si percorreva, si potevano ammirare gli animali spiarti da dietro questa o quell’altra querce che si andavano piano piano ad inspessire e a occupare più spazio quanto più si salisse in superficie, creando una vera e propria foresta.

E alla fine del percorso, se si conosceva la via e non ci si perdeva, il residente – o visitatore che fosse, purché accompagnato – si ritrovava ad aspettare di fronte un cancello di ferro battuto intrecciato con forme floreali. Oltre esso, superato quell’ultimo ostacolo, il paesaggio cambiava completamente.

 

 

NOTE D'AUTRICE:

Hi! Sono tornata con un nuovo capitolo *-* in realtà sarebbe dovuto essere più lungo ma essendo molto descrittivo quello che ho abbozzato fin'ora del prossimo capitolo, ho preferito dividere in due per evitare che diventasse noioso! ♥
Sperando che il nuovo capitolo vi piaccia e che troviate il tempo di recensire, vi auguro un buon fine settimana *-*

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: ella96