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Autore: Sapphire_    01/08/2015    2 recensioni
Tratto dal primo capitolo:
"Akashi Seijuro, nonostante avesse a malapena tredici anni, era un tipo che incuteva abbastanza timore.
Saranno stati i suoi occhi – bicromatici, uno rosso e l’altro dorato – oppure quell’aria di superiorità che sembrava intrinseca in lui.
[...]
A lui non importava essere simpatico a chiunque. Il suo unico obbiettivo era vincere. Ed era la cosa che gli riusciva meglio, oltretutto.
[...]
Quello che colpì maggiormente Akashi però non era la figura in sé, ma il fatto che nessuno lo vedesse. Sembrava invisibile: nessuno lo notava, gli si fermava accanto, gli parlava. Sembrava che fosse solo un’ombra.
Ancora prima che ne fosse consapevole, quel ragazzo era diventata la sua nuova preda."
***
Salve a tutti! Questa mini long l'ho scritta più di un anno fa, quando ancora KnB era in corso e le cose che si sapevano su Akashi erano molto meno. In ogni caso, oggi ho deciso di pubblicarla, giusto per condividere questa cosuccia con voi. Spero che l'introduzione vi abbia incuriosito, in questo caso: buona lettura!
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Seijuro Akashi, Tetsuya Kuroko
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~Hunting

[Third year]


~Cattura


Per Akashi era ovvio come sarebbe terminata la finale del torneo scolastico delle medie.
Non c’era neppure l’ombra di un dubbio: avrebbero vinto, punto e basta.
E così era stato.
Perciò non era stato sorpreso o particolarmente esaltato quando l’arbitro aveva annunciato la loro schiacciante vittoria sull’altra squadra – di cui il nome era poco importante, ormai.
Soltanto una piacevolissima sensazione di soddisfazione lo riempiva, niente di più e niente di meno.
Perché, per l’ennesima volta, aveva vinto.

[Non continuerai a vincere per sempre, te l’ho già detto.]

«Complimenti ragazzi! Anche per questa volta abbiamo vinto!» esclamò una Momoi esaltata che girovaga per lo spogliatoio tra i suoi amici.
Akashi rimase zitto mentre ascoltava i compagni trionfare e si passava un asciugamano tra i capelli rossi.
Guardò gli amici uno ad uno.
Kise rideva per lo spogliatoio lanciando in aria l’asciugamano e abbracciandosi con un Aomine che, non particolarmente entusiasta, sorrideva giusto per far compagnia all’amico. Murasakibara mangiava concentrato i suoi dolcetti, annoiato dall’ennesima vittoria facile; affianco a lui, Midorima sorrideva soddisfatto e giocherellava distrattamente con l’oggetto fortunato del giorno – una strana conchiglia dalla forma equivoca e di un tenue rosa.
Si voltò, alla ricerca di Kuroko.
«Dov’è Tetsu-kun?» la voce incuriosita di Momoi risuonò nello spogliatoio, pronunciando ciò che erano i pensieri di Akashi. I ragazzi si guardarono fra di loro, finché la voce annoiata di Atsushi parlò.
«L’ho visto uscire fuori dalla palestra con il suo borsone»
«Uscire?» ripeté Kise. Murasakibara annuì, dando un morso a un altro snack che aveva tirato fuori da non si sa dove.
Ma Akashi, ormai, aveva già spento la parte razionale del suo cervello.
Sta scappando.
Senza dire una parola, si alzò di scatto e corse fuori dalla stanza, sbattendo la porta e cogliendo tutti di sorpresa.

[Questa è la parte interessante.
Avanti, Akashi-kun, prendi la mira.
Farai centro o un buco nell’acqua?]

Appena uscì fuori dalla palestra, Akashi percepì il sudore ghiacciarsi al contatto con l’aria fredda e pungente di quella sera.
Ma la ignorò. Bensì si guardò intorno e iniziò a correre, cercando la familiare – e piacevole, doveva ammetterlo – figura di Kuroko.
Che sembrava essersi volatilizzato.
Si fermò, poggiando le mani sulle ginocchia e prendendo fiato.
«Maledizione» mormorò con voce spezzata.
«Maledizione cosa?»
La voce pacata attirò all’istante la sua attenzione, facendolo voltare; incontrò così lo sguardo di Kuroko che lo fissava indifferente.
«Dove diavolo eri finito?!» scattò nell’immediato Akashi, avanzando di colpo e spingendo all’indietro il compagno di squadra che lo fissò interdetto.

Devo calmarmi, fu l’ordine che si rivolse Seijuro.
«…Stavo andando a casa» fu la fredda e impersonale risposta.
Silenzio gelido.
«Senza nemmeno salutare?» chiese improvvisamente calmo Akashi. Kuroko, se fu sorpreso da quell’improvviso cambio di carattere, non lo diede a vedere.
«Sì»
Seijuro, dovette ammetterlo, fu spiazzato da quella risposta secca.
«Non ci vedremo più»
Le parole uscirono prima che potesse fare qualcosa per bloccarle.
«Già»
«E ti va bene?»
Quella domanda – Akashi se ne accorse – rivelava una sua debolezza.
Ma Kuroko non rispose.
«Perché?» e, appena Seijuro pronunciò quella parola, entrambi sentirono uno strano senso di dejà vu che riportava loro alla mente un istante dell’anno prima, mentre stavano seduti uno accanto all’altro.
«Perché vorrei dare un taglio con la mentalità di questa scuola. Sai, ho capito che vincere non è tutto»
Akashi però non colse quella che, in altri momenti, sarebbe suonata come un’eutanasia alle sue orecchie. Strinse i pugni e fissò ancora di più Kuroko che non l’aveva ancora guardato negli occhi.
«Perché?»
«Ti ho già det-»
«Sai bene a cosa mi riferisco» lo interruppe Akashi.
A quella frase, Kuroko alzò lo sguardo e puntò gli occhi azzurri su quelli bicolore del compagno. Akashi, per un istante, pensò che non l’aveva mai guardato così. E questo gli faceva terribilmente male.
«Perché mi tratti come un oggetto. E non lo sono»
«Mi stai dicendo che hai vinto tu?» quella frase suonava quasi strana in quel contesto. Kuroko sorrise fioco.
«No. Perché, vedi, non c’è stato nessun gioco. Nessuna battaglia. Dovresti smetterla di vedere tutto come tale»
«Stai zitto!» esclamò Akashi, avvicinandosi veloce e quasi sovrastando l’altro.
«Sai, Akashi-kun… - rimase zitto per qualche secondo – Mi piaci di più in questi momenti. Perché sembri più umano»
E, mentre sussurrava queste parole a pochi centimetri dal viso del suo interlocutore, alzò la mano e sfiorò una ciocca di capelli scarlatti.
«Sì, mi piaci molto di più»

[Non hai sparato, Akashi-kun.
Forse perché ti sei appena accorto di essere stato risparmiato da un tenero cacciatore?
Ritorna al sicuro, ora.
In questo gioco, sei sempre stata tu la preda.]

Seijuro non si accorse di quando Kuroko se ne andò.
Fatto sta che si ritrovò da solo, nel buio del campo della palestra in cui si trovava, con una sciarpa azzurra al collo che profumava di milk-shake alla vaniglia.
E, finalmente da solo, poté permettersi di chiudere gli occhi e assaporare il dolce amaro sapore della sconfitta.


***

«Ehi, capitano!» la voce di Hayama, il suo compagno di squadra, riportò Akashi alla realtà.
Il rosso alzò lo sguardo, fissando l’amico che lo chiamava e lasciando poi scivolare lo sguardo sulla maglietta della squadra, dove a caratteri cubitali spiccava
Rakuzan.
«Sto arrivando, vai pure» disse indifferente.
Attese che l’altro uscisse e poi si alzò in piedi, in procinto anche lui di uscire e andare in campo.
Ma, poco prima che superasse l’uscio, si girò e lanciò uno sguardo alla borsa semiaperta.
La sciarpa azzurra era sempre là, come ogni volta.
Inconsapevolmente sorrise. Poi, senza dire una parola, andò in campo.




Angolo Autrice
Ed eccomi qui per l'ultima volta!
A dire la verità avrei dovuto postare questo capitolo lunedì o martedì, ma oggi parto al mare e non avrò internet a disposizione, quindi ho preferito postarlo prima rispetto ad aspettare un paio di settimane.
Che dire, è stato breve! Sono solo tre piccoli capitoli, ma spero che comunque vi siano piaciuti, anche se è una fanfiction senza troppe pretese. Spero anche di essere riuscita a caratterizzare perlomeno decentemente Akashi e Kuroko, o comunque di non averli resi OOC.
Ringrazio di cuore a coloro che hanno commentato questa mini long e a chi l'ha inserita tra le preferite/seguite/ricordate: mi avete reso veramente felice!
Non so che altro aggiungere, tranne che potreste ritrovarmi a breve in questo fandom con una flashfic Himuro/Murasakibara, che in caso pubblicherò al mio ritorno.
Spero che anche quest'ultimo capitolo vi sia piaciuto, anche se rimane abbastanza vago, e che abbiate passato dei minuti piacevoli leggendola.
A un'eventuale prossima volta!

Sapphire_

  
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