~Hunting
[Third year]
~Cattura
Per
Akashi era ovvio come sarebbe terminata la finale del torneo
scolastico delle medie.
Non
c’era neppure l’ombra di un dubbio: avrebbero
vinto, punto e
basta.
E
così era stato.
Perciò
non era stato sorpreso o particolarmente esaltato quando
l’arbitro
aveva annunciato la loro schiacciante vittoria sull’altra
squadra –
di cui il nome era poco importante, ormai.
Soltanto
una piacevolissima sensazione di soddisfazione lo riempiva, niente di
più e niente di meno.
Perché,
per l’ennesima volta, aveva vinto.
[Non continuerai a vincere per sempre, te l’ho già detto.]
«Complimenti
ragazzi! Anche per questa volta abbiamo vinto!»
esclamò una Momoi
esaltata che girovaga per lo spogliatoio tra i suoi amici.
Akashi
rimase zitto mentre ascoltava i compagni trionfare e si passava un
asciugamano tra i capelli rossi.
Guardò
gli amici uno ad uno.
Kise
rideva per lo spogliatoio lanciando in aria l’asciugamano e
abbracciandosi con un Aomine che, non particolarmente entusiasta,
sorrideva giusto per far compagnia all’amico. Murasakibara
mangiava
concentrato i suoi dolcetti, annoiato dall’ennesima vittoria
facile; affianco a lui, Midorima sorrideva soddisfatto e
giocherellava distrattamente con l’oggetto fortunato del
giorno –
una strana conchiglia dalla forma equivoca e di un tenue rosa.
Si
voltò, alla ricerca di Kuroko.
«Dov’è
Tetsu-kun?» la voce incuriosita di Momoi risuonò
nello spogliatoio,
pronunciando ciò che erano i pensieri di Akashi. I ragazzi
si
guardarono fra di loro, finché la voce annoiata di Atsushi
parlò.
«L’ho
visto uscire fuori dalla palestra con il suo borsone»
«Uscire?»
ripeté Kise. Murasakibara annuì, dando un morso a
un altro snack
che aveva tirato fuori da non si sa dove.
Ma
Akashi, ormai, aveva già spento la parte razionale del suo
cervello.
Sta
scappando.
Senza
dire una parola, si alzò di scatto e corse fuori dalla
stanza,
sbattendo la porta e cogliendo tutti di sorpresa.
[Questa
è la parte interessante.
Avanti,
Akashi-kun, prendi la mira.
Farai
centro o un buco nell’acqua?]
Appena
uscì fuori dalla palestra, Akashi percepì il
sudore ghiacciarsi al
contatto con l’aria fredda e pungente di quella sera.
Ma
la ignorò. Bensì si guardò intorno e
iniziò a correre, cercando
la familiare – e piacevole, doveva ammetterlo –
figura di Kuroko.
Che
sembrava essersi volatilizzato.
Si
fermò, poggiando le mani sulle ginocchia e prendendo fiato.
«Maledizione»
mormorò con voce spezzata.
«Maledizione
cosa?»
La
voce pacata attirò all’istante la sua attenzione,
facendolo
voltare; incontrò così lo sguardo di Kuroko che
lo fissava
indifferente.
«Dove
diavolo eri finito?!» scattò
nell’immediato Akashi, avanzando di
colpo e spingendo all’indietro il compagno di squadra che lo
fissò
interdetto.
…Devo
calmarmi,
fu l’ordine che si rivolse Seijuro.
«…Stavo
andando a casa» fu la fredda e impersonale risposta.
Silenzio
gelido.
«Senza
nemmeno salutare?» chiese improvvisamente calmo Akashi.
Kuroko, se
fu sorpreso da quell’improvviso cambio di carattere, non lo
diede a
vedere.
«Sì»
Seijuro,
dovette ammetterlo, fu spiazzato da quella risposta secca.
«Non
ci vedremo più»
Le
parole uscirono prima che potesse fare qualcosa per bloccarle.
«Già»
«E
ti va bene?»
Quella
domanda – Akashi se ne accorse – rivelava una sua
debolezza.
Ma
Kuroko non rispose.
«Perché?»
e, appena Seijuro pronunciò quella parola, entrambi
sentirono uno
strano senso di dejà vu che riportava loro alla mente un
istante
dell’anno prima, mentre stavano seduti uno accanto
all’altro.
«Perché
vorrei dare un taglio con la mentalità di questa scuola.
Sai, ho
capito che vincere non è tutto»
Akashi
però non colse quella che, in altri momenti, sarebbe suonata
come
un’eutanasia alle sue orecchie. Strinse i pugni e
fissò ancora di
più Kuroko che non l’aveva ancora guardato negli
occhi.
«Perché?»
«Ti
ho già det-»
«Sai
bene a cosa mi riferisco» lo interruppe Akashi.
A
quella frase, Kuroko alzò lo sguardo e puntò gli
occhi azzurri su
quelli bicolore del compagno. Akashi, per un istante, pensò
che non
l’aveva mai guardato così. E questo gli faceva
terribilmente male.
«Perché
mi tratti come un oggetto. E non lo sono»
«Mi
stai dicendo che hai vinto tu?» quella frase suonava quasi
strana in
quel contesto. Kuroko sorrise fioco.
«No.
Perché, vedi, non c’è stato nessun
gioco. Nessuna battaglia.
Dovresti smetterla di vedere tutto come tale»
«Stai
zitto!» esclamò Akashi, avvicinandosi veloce e
quasi sovrastando
l’altro.
«Sai,
Akashi-kun… - rimase zitto per qualche secondo –
Mi piaci di più
in questi momenti. Perché sembri più
umano»
E,
mentre sussurrava queste parole a pochi centimetri dal viso del suo
interlocutore, alzò la mano e sfiorò una ciocca
di capelli
scarlatti.
«Sì,
mi piaci molto di più»
[Non
hai sparato, Akashi-kun.
Forse
perché ti sei appena accorto di essere stato risparmiato da
un
tenero cacciatore?
Ritorna
al sicuro, ora.
In
questo gioco, sei sempre stata tu la preda.]
Seijuro
non si accorse di quando Kuroko se ne andò.
Fatto
sta che si ritrovò da solo, nel buio del campo della
palestra in cui
si trovava, con una sciarpa azzurra al collo che profumava di
milk-shake alla vaniglia.
E,
finalmente da solo, poté permettersi di chiudere gli occhi e
assaporare il dolce amaro sapore della sconfitta.
***
«Ehi,
capitano!» la voce di Hayama, il suo compagno di squadra,
riportò
Akashi alla realtà.
Il
rosso alzò lo sguardo, fissando l’amico che lo
chiamava e
lasciando poi scivolare lo sguardo sulla maglietta della squadra,
dove a caratteri cubitali spiccava Rakuzan.
«Sto
arrivando, vai pure» disse indifferente.
Attese
che l’altro uscisse e poi si alzò in piedi, in
procinto anche lui
di uscire e andare in campo.
Ma,
poco prima che superasse l’uscio, si girò e
lanciò uno sguardo
alla borsa semiaperta.
La
sciarpa azzurra era sempre là, come ogni volta.
Inconsapevolmente
sorrise. Poi, senza dire una parola, andò in campo.
Angolo Autrice
Ed eccomi qui per l'ultima volta!
A dire la
verità avrei dovuto postare questo capitolo
lunedì o martedì, ma oggi parto al mare e non
avrò internet a disposizione, quindi ho preferito postarlo
prima rispetto ad aspettare un paio di settimane.
Che dire, è stato breve! Sono solo tre piccoli capitoli, ma
spero che comunque vi siano piaciuti, anche se è una
fanfiction senza troppe pretese. Spero anche di essere riuscita a
caratterizzare perlomeno decentemente Akashi e Kuroko, o comunque di
non averli resi OOC.
Ringrazio di cuore a coloro che hanno commentato questa mini long e a
chi l'ha inserita tra le preferite/seguite/ricordate: mi avete reso
veramente felice!
Non so che altro aggiungere, tranne che potreste ritrovarmi a breve in
questo fandom con una flashfic Himuro/Murasakibara, che in caso
pubblicherò al mio ritorno.
Spero che anche quest'ultimo capitolo vi sia piaciuto, anche se rimane
abbastanza vago, e che abbiate passato dei minuti piacevoli leggendola.
A un'eventuale prossima volta!
Sapphire_