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Autore: Zero    27/02/2005    8 recensioni
Il racconto è corrotto o danneggiato. Leggerlo ugualmente? (Y/N)
Genere: Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il racconto è corrotto o danneggiato

I suoi occhi erano tanto limpidi da riflettere la loro stessa immagine, che proveniva dallo specchio, che a sua volta rifletteva nuovamente la loro luce, in un gioco di infiniti rimandi. Ma in fondo a quegli occhi, oltre l’ennesima riflessione, un bagliore nascosto tradiva l’apparente limpidezza di quello sguardo.

Ma nessuno poteva accorgersene. Egli era lì che fissava lo specchio con aria di vaga sfida, quasi a voler strappare a quel pezzo di vetro l’urlo lacerato che giaceva cristallizzato tra le sue fibre.

Ma tutto taceva. Il silenzio immobile di quella stanza, le luci al neon, le superfici che odoravano di detergente, tutto sembrava ricordare l’atmosfera sterile di una sala operatoria. L’unico flebile rumore, che intermittente interrompeva quella quiete innaturale era il suono ovattato del motore di una lavatrice, che proveniva evidentemente da una stanza lontana.

Non un muscolo nel suo volto si muoveva. La sua figura si stagliava immobile, eretta, di fronte al lavello, senza tradire la minima emozione.

Egli pareva perfettamente calm… perfetbzzz… calmAHHH. Er…LASCIAM… la stanza er%fzzz… pulit… SANGUE!!! Perfettamente pulita… nooo… NON VOGL… l’odore di detergente aleggiava nell’LASCIAMI PORCO! TU NON HAI MAI CAPIT… clic.

Improvvisamente si scosse dalla sua posizione statuaria. Un altro rumore ruppe il silenzio. Lo scrosciare dell’acqua nel lavandino si sovrappose al sommesso brontolio della lavatrice. Una leggera pressione fece abbassare lo stantuffo del sapone liquido, facendo cadere vari millilitri di denso liquido sulla mano sottostante. L’acqua, mescolandosi al sapone, scendeva verso lo scarico descrivendo cerchi concentrici che si stringevano sempre di più fino a giungere, inevitabilmente, al termine della loro corsa.

Infine, altre gocce, più rade, caddero nel lavello, fino a cessare del tutto. Un asciugamano venne rimosso dal proprio supporto, per poi essere rimess… bzzz… IL BAMBIN… AHHHHHH!!! ££%$$%$£&/ biiiiiiiiip.

 

Rewind

 

Sgorga, sgorga abbondante. Esce copioso, si riversa come un fiume, che dalla sorgente scende lungo le alture, forma laghi, rigagnoli, zampilli, cascate. Rossi laghi. Zampilli scarlatti. Cascate ematiche. Sgorga dalle profondità, risale le doline carsiche scavate con facilità estrema. Scavate con piacere perverso da quella morbida lama che, quasi senza incontrare ostacoli, penetra nella carne, ne raggiunge i profondi recessi. E il sangue esce, esce sempre di più, crea uno specchio perfetto per terra, dove egli può vedere la sua immagn… NOO!!!!!

 

Fast forward

 

…per poi essere rimesso a posto. Lo spazzolone era stato rimesso al suo posto, nello sgabuzzino. Gli stracci stavano perdendo ogni macchia nella lavatrice. I guanti… bruciati. Con meticolosità accurata si lavò nuovamente le mani. Di nuovo si asciugò con l’asciugamano. L’aveva preso pulito dal cassetto della biancheria. Adorava l’igiene. Udì il bip finale della lavatrice. Senza fretta si recò nell’altra stanza. Fortunatamente quell’apparecchio funzionava anche da asciugatore. Estrasse i capi e li posò delicatamente in una tinozza. Li portò poi in un’altra stanza. Il ferro era nell’armadietto, lo sapeva. Lo prese, lo attacco alla spina. Ovviamente dopo aver indossato i guanti. Iniziò a lisciare con cura le pieghe degli stracci e dei lenzuoliiiiiii….%$£&$£RE$%Y

 

Rewind

 

Non sparisce! Gli stracci sono gettati l’uno sull’altro. Ammonticchiati. Le lenzuola bianche si colorano in pochi attimi. La depravazione scaccia tanto in fretta l’innocenza! Il sangue ammorba in fretta, penetra per capillarità fin nelle fibre più profonde del tessuto. Scaccia il bianco. Il rosso vince! E presto gli asciugamani sono madidi di sangue. Guarda come si inzuppano di morte! Con che sete bevono la vita altrui! Sì, ancora… gridate al mondo la mia perversione. Fategli credere che io sia pazzo, semplicemente perché non sono in grado di capirmi! Voi non potete capirm… non potete capirm… non potete… ete… ete… ete… clic.

 

Stirava con cura i capi, uno a uno, con mano esperta. Il ferro scorreva sicuro su quei morbidi panni. Il vapore eliminava una ad una le pieghe, le annullava rapidamente. Dopo poco tempo, una pila di soffici asciugamani di spugna, accuratamente ripiegati, faceva bella mostra di sé sul ripiano del bagno. Alcuni secondi dopo, le casse dello stereo diffusero in tutta la casa piacevoli note di musica classica… gli urli sarebbero stati atroci se non li avesse soffocati con il palmo della mano… la sinfonia andava aumentando, in un crescendo sublime… si preparava a sferrare il colpo finale, alzò alto il coltello e…

 

La chiusa grandiosa pose fine all’esecuzione del brano.

  
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