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Autore: RaffaellaMj    01/08/2015    2 recensioni
La storia di una donna forte, che vive della sua arte, vivere per lei è una sfida tutti i giorni, ma non si fermerà anche se le hanno tolto tutta la sua dignità.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Michael Jackson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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*CAPITOLO 1*
Un venerdì di dicembre

 

Come ogni pomeriggio, eccomi qui sulle scale di una vecchia chiesa, i miei unici amici,un carboncino e una gomma. Il caldo sole pomeridiano sfiorava la mia pelle, ma non riusciva a placare il freddo, di un venerdì di dicembre.

Quel giorno portavo vari ritratti. Non ero semplicemente gente famosa, erano anche persone comuni, quelle persone in cui riconosco l'essenza vera della vita

 

Le star o i ricchi, non vivono realmente, vengono solo adorati e resi quasi degli Dei, sfoggiano le loro ricchezze, davanti a chi la vita, la vede come un unico grosso problema.

Io ? Beh io credo di essere tra quelli con il “ grosso problema”, eppure, non mi lamento del lavoro che faccio.

Mi accendo una sigaretta, nel vano tentativo di riscaldarmi. Lì, di fianco a me, il mio cappello, purtroppo vuoto. Poi, eccolo, un piccolo angioletto biondo, imbacuccato fino alla punta dei capelli, puntare il dito contro un mio ritratto < ti piace piccolo? > gli domandai, rimase a fissarmi, mettendosi il ditino in bocca, con aria indecisa e timida, fece “si” con la testa, sorrisi intenerita.

Almè, quel dolce attimo durò troppo poco, la madre del piccolo si avvicinò frettolosamente, prendendo il bambino per mano, dicendo < cosa fai? vieni via da qui Luca > la signora mi guardò un attimo, con disprezzo < non ti devi avvicinare a queste persone > si girò e disse a bassa voce, senza nemmeno guardarmi in faccia < probabilmente è una tossica ubriaca >. Non ero tossica, neanche ubriaca, ero.... povera, tutto qui, cure per me stessa non potevo permettermele.

Ma la gente sa solo “ giudicare” .

 

Ormai non facevano più effetto su di me, le offese, c'è chi comprende e chi no, la signora.. non comprendeva. Il pargoletto invece, lui si che era.. puro.

 

Cercavo di sistemarmi la giacca, in cui ormai, sembravo un bozzolo. Riprendendo poi a disegnare, farlo con i guanti non è il massimo, ma piano piano ci si abitua a ogni cosa.

< cosa stai disegnando? > mi sentii dire, senza voltarmi risposi < niente, una rosa, giusto per buttarmi in un momento di creatività >.... < è molto bella, per essere ancora uno schizzo > “ uno schizzo” ripetei quelle parole nella mia mente, nello stesso momento, girai la testa per vedere con chi avevo il piacere di parlare, non fu una bella visione, perché quel qualcuno era il barbone che si metteva sempre seduto davanti alla banca, vicino alla mia chiesa. Possiamo dire che eravamo amici, solo di vista, non avevamo mai parlato, ma lo vedevo tutti i giorni quindi ormai, posso dire che conoscevamo bene, le facce l'uno dell'altra.

 

< che ci fai qui? > domandi curiosa < ho deciso di voler vedere più da vicino il Raffaello che vedevo sempre disegnare > “ il Raffaello, questa è carina “ < beh non credo di essere quel genere di artista > < io penso che sei sottovalutata, sai ho visto quella di poco fa, che gentaglia > risi divertita < pensa che mi ha dato della tossica ubriaca >continuavo a ridere passandomi la mano sulla fronte < davvero? Ma chi si credeva di essere ? > lo guardai < chi si credeva di essere ? Una elegante signora, ovviamente > anche lui rise < proprio una nobil donna aggiungerei > continuammo a ridere < devo dire che sei molto simpatico...ehmm?> mi guardò titubante < ah scusa sono Johnny piacere > mi porse la mano, aveva i guanti con le punte bucate < piacere Susan> < senti Susan, che ne dici se mi fai un ritratto ?> sorrisi un po' divertita < e cosa te ne fai tu di un tuo ritratto sentiamo?> arrossì < beh così posso vedere un po' come sono > smisi di sorridere a quelle parole < è da molto che non ricordo più il mio viso > un velo di tristezza scese sul suo volto e quel sorriso, un po' sdentato, sparì, cercai di risollevare gli animi < ok visto che mi stai simpatico te lo offro .. gratis! > sorrisi e lui rise di nuovo divertito < grazie bella signorina lei è proprio gentile > … < beh bella! Non esageriamo > Johnny si alzò e si mise davanti a me per farsi ritrarre, ero contenta di far felice un amico.

 

Le giornate stavano diventando sempre più fredde, quella settimana avevo venduto un ritratto di Elvis a un fan, meglio di niente direi. Però da troppo tempo non vedevo Johnny, sarà passata una settimana, quando nel pomeriggio lo vidi, camminava piano piano, andandosi poi a sedere vicino all'ingresso della solita banca. Non lo vedevo in gran forma. Avvolta nella mia solita giacca mi avvicinai < ehi Johnny? tutto bene? > alzò lo sguardo e vidi che aveva un occhio gonfio < oh Dio Johnny, che cavolo ti è successo?> non mi rispose, riabbassò lo sguardo < ti prego parlami> …..< dei tizzi mi hanno picchiato, rubandomi quei pochi spiccioli che avevo> l'espressione sul mio viso era un misto di paura e indignazione < che schifo, quanti erano?> < erano in tre, mi hanno attaccato senza un motivo, sono riusciti a deridermi, io accetto le offese, ma le botte...no, ho cercato di difendermi, purtroppo non ho la forza di dieci uomini> non sapevo cosa dire < senti Johnny vieni con me, ti ospito nella mia baracca, non voglio più vederti da solo> .. < no non preoccuparti, so cavarmela, sono in mezzo a una strada da più tempo di te, so come gira il mondo > < cosa vuol dire, dobbiamo stare uniti > il suo sguardo si posò su di me, accennando un piccolo sorriso < io so che prima o poi morirò, o di fame, sete, freddo, quindi, non ho paura, sono pronto > per colpa delle sue parole incomincia a piangere, un pianto di sfogo < non devi neanche dirle queste parole, devi vivere con dignità anche se stai in mezzo a una strada.. > < Susan! Quelli come noi, non hanno più dignità, c'è l'hanno tolta ed è per questo che siamo qui > non riuscivo ad a accettare la sua modalità di pensiero < io ho ancora dignità > dopo quella frase mi girai e tornai alla mia chiesa, Johnny abbassò la testa, da quel giorno, continuammo solo a guardarci da lontano.


Angolo autrice
Eccomi qui, non so perchè ma ho avuto l'ispirazione per un'altra storia, quindi eccola qui, fatemi sapere come vi sembra, ovviamente è un capitolo introduttivo, giusto per farvi capire chi sia questa Susan, spero siate in tanti a recensire e grazie per aver letto :) un bacio a tutti 
Raffaella

 

 

 

   
 
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