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Autore: Pinkproudhead    01/08/2015    0 recensioni
Pensieri che ho scritto di getto, mentre guardavo il brutto tempo e pensavo, è tutto molto sconfortante quando tu stai respirando ma non stai respirando davvero,sei solo un automa in balia degli avvenimenti e i pensieri ti soffocano. Non c'è una trama, non è una storia vera e propria, non la pubblico perchè la trovo particolarmente notevole o rilevante, semplicemente mi andava di condividerla con qualcuno. Buona lettura. Mi scuso per i possibili errori di battitura.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sto sulla soglia di casa, è una giornata uggiosa ma comunque calda. Mi siedo, dentro regna un profondo silenzio (nessuno osa pronunciare qualche parola) fuori anche, solo qualche macchina distrugge, di tanto in tanto, l'atmosfera cupa o forse semplicemente stona  con questo mio stato d'animo che non riesce, proprio non ce la fa,  a concepire la vitalità del mondo in questo momento .
Se fosse un'altra giornata, una qualsiasi altra giornata, se solo questa giornata non fosse mai arrivata, se fosse stata cancellata da tutti i calendari del mondo, se fosse già domani, se qualcuno riuscisse a risparmiarmi questo profondo dolore, se questa ferita non perdesse così tanto sangue. E invece non c'è modo di cambiare lo scorrere delle cose, l'andamento degli avvenimenti, sono stata un' illusa, una povera ingenua illusa, nel pensare che forse non mi sarei dovuta scontrare con quest'eventualità che adesso ha cambiato nome e si è trasformata in una certezza, con un pizzico di ironia
E quindi alla fine è morto, sapevamo tutti sarebbe finita così, eravamo pronti. Ma non oggi. E forse neanche domani. Mi chiedo, si è mai pronti per cose del genere? 
L'ho visto piccolo, instabile, sulle sue gambine gracili, l'ho visto piangere di disperazione e ridere di gusto. Ho visto mutare i suoi lineamenti  nel tempo, ho visto la sua espressione ingenua prendere consapevolezza nello scorrere dei giorni. Era fondamentalmente buono, intelligente, forse arrogante, non dava mai segno di provare qualcosa, le sue emozioni- erano emozioni intense e incotrollabili, lo capisco solo adesso- trasparivano solo nei dettagli, in una parola, in un gesto ricco di tenerezza. Era un sacco di cose, ma adesso non è più niente, e non sarà mai più nulla, e il suo viso adolescente sarà il suo viso definitivo, e avrà per sempre l'acne, e non si innamorerà mai, per sempre vergine, perennemente amareggiato dalle circostanza.
Non sono sicura mi mancherà, non sono riuscita a versare una lacrima, e neanche ad emettere un suono, da quando ho saputo che non è più tra di noi. Nelle lunghe notti di malattia, mentre ansimava, rantolava e soffriva, al capezzale del suo letto, immaginavo che sarebbe stato tutto molto più definitivo che nell'ora della sua dipartita anche qualche parte di me sarebbe morta per sempre. Invece, sono ancora perfettamente integra, perfettamente viva, respiro e domattina dovrò alzarmi di nuovo, nessuno è arrivato a strapparmi un pezzettino cuore, forse, è semplicemente marcito pian piano, nel tempo, e adesso è totalmente scomparso e spiega questo vuoto abissale che provo.  Nel mio egoismo, penso, sarebbe stato tutto molto più bello e scenografico se mi fosse morto tra le braccia, se avessi assistito ai suoi ultimi respiri, se in punto di morte avesse detto" sono stato felice di averti accanto".
Abbiamo litigato,nel corso della sua vita(e della mia, del resto) talmente tante volte, ma adesso sembrano inezie, sciocchezze, lo escludevo della mia vita, lo tagliavo fuori a forza dai miei pensieri, lui faceva lo stesso, ci si mordeva la lingua fino a vederne il sangue piuttosto di ammettere di volerci bene , ma suppongo che tra di noi, di bene, ne scoresse davvero tanto,come un enorme fiume sotterraneo, a volte si facevano previsioni sul futuro, erano tutti piuttosto tristi, nulla di eccezionale, non si sognavano cose stratosferiche , solo cose mediocri, però insieme. Non è anche questa una forma d'amore? 
Ma negli ultimi tempi, prima di ammalarsi, intendo, era più scostante e pedante del solito, rideva poco, non trovava più conforto nelle parole, i suoi discorsi avevano perso spessore e i suoi occhi non avevano più quella luce guerrigliera, non poteva certo sapere quello che l'attendeva di lì a qualche mese, nessuno di noi poteva saperlo o sospettarlo, e adesso mi chiedo, perchè? Che avesse già intuito il suo triste destiono? Come se adesso avesse importanza, comunque,  come se qualunque cosa avesse importanza adesso. 
Ha iniziato a tirare un po' d'aria,  tra poco pioverà, me lo dicono le ossa,mi accendo una sigaretta nella speranza che sia solo una previsione senza fondamenta. 
Non andrò mai a trovarlo - è chiaro- mai vorrò vedere la sua foto patinata su una lapide, mai vorrò dargli la soddisfazione di vedermi piangere sul suo marmo bianco, e comunque sono sicura he riderebbe di me se mi sapesse a portargli chissà quale fiore finto, a sussurrare preghiere, a desiderare di non essere qua.
I sentimentalismi non erano roba per lui. E non sono neanche roba per me.
Mentre guardo cadere la cenere cerco di non pensarci più. E da lontano si sentono i primi tuoni. 
  
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