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Autore: Little_Lotte    02/08/2015    12 recensioni
" Mi piaceva camminare per i binari della Stazione.."
[ A 35 anni dalla Strage di Bologna, il mio personale omaggio a tutti coloro che hanno perso la vita durante quel tragico evento. Per non dimenticare mai.]
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopoguerra
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Mi piaceva camminare per i binari della Stazione.

E' sciocco, lo so, ma ho sempre pensato che vi fosse qualcosa di estremamente romantico in essa: persone che si ritrovano dopo un lungo periodo di assenza e si corrono incontro fra le lacrime di gioia, scambiandosi baci ed abbracci, guardandosi con occhi colmi di gioia e commozione, nel cuore la speranza e la felicità di poter condividere nuovamente emozioni che la distanza aveva troppo a lungo costretto a mantenere private. O ancora, persone costrette a dirsi addio per chissà quanto tempo, baci soffocati fra i singhiozzi, corpi che indugiano forse un po' troppo a lungo nei loro ultimi abbracci - quasi a non volersi più lasciar andar via – e promesse eterne ed immortali, giuramenti bisbigliati fra i capelli della persona amata, mani che si stringono come a voler suggellare quell'ultimo, solenne patto.

Vi erano così tante persone alla Stazione di Bologna, ed io amavo osservarle una ad una.

Sembravano tutte così immerse nei loro pensieri e nei loro saluti, da non rendersi neanche conto di essere osservati; era come se, magicamente, tutto ciò che avevano intorno svanisse in una chiara nuvola di fumo, come se non esistesse nient'altro che loro in quell'enorme, chiassosa stazione.

Adoravo tutto questo.

Mi piaceva soffermarmi su quelle persone ed inventare su di loro le storie più assurde, romantiche ed impensabili; non l'ho mai raccontato a nessuno per paura che mi prendessero per pazza, ma ogni volta che il mio sguardo si soffermava un po' troppo a lungo su uno sconosciuto, la mia testa iniziava inevitabilmente a viaggiare alla ricerca di un passato da raccontare o misteri da approfondire .- un segreto celato e pieno di vergogna, un nemico dal quale fuggire, un amore impossibile da non saper dimenticare.

Mi piaceva sognare che, un giorno o l'altro, anch'io avrei vissuto una di quelle avventure che mi dilettavo ad inventare per gli altri.

In fin dei conti, ero solamente una ragazzina.

L'ultima volta che mi soffermai a guardare uno sconosciuto dentro alla stazione, ricordo di aver pensato che dovesse essere una specie di principe o roba simile, da quanto era bello: ricordo i suoi occhi scuri come la notte ed i suoi capelli riccioli, il suo sorriso cortese e l'espressione assorta con cui leggeva avidamente il suo giornale.

Ricordo anche di essere persino arrossita nel momento in cui si voltò verso di me e di aver desiderato, in quel momento, di poter restare lì – dentro a quella sala d'aspetto – per tutta l'eternità.

Ed in effetti, fu proprio quello che accadde.

Sentì un fortissimo boato nelle mie orecchie, poi tutto divenne buio e confuso per diversi minuti. Quando riaprì gli occhi, tutto era diverso: non vi erano più sorrisi, né baci o abbracci, tutta la stazione urlava e piangeva di dolore come non avevo mai visto prima.

Come non sarei mai stata in grado di immaginare neppure nelle mie fantasie più remote.

Dissero che era stata una bomba a fare tutto questo e ore più tardi, quando finalmente la calma tornò a regnare sovrana dentro quella stazione, elencarono i nomi di tutte quelle persone che, in seguito all'incidente, avevano perso la vita.

Erano 85.

Fra di essi, vi era anche il mio.

Non sono sicura di ricordare che cosa provai all'epoca: rabbia, dolore, paura... Forse solamente confusione.

Avevo solamente 16 anni e la mia vita era già finita.

Non era una novità alla quale sarei riuscita ad abituarmi tanto facilmente.

Non ho mai saputo che cosa accadde veramente, chi fu il vero responsabile della mia morte; di nomi ne vennero fuori tanti, ma nessuno di essi portava con sé la verità.

Ancora adesso, dopo tutti questi anni, io non conosco il vero nome del mio assassino.

Tuttavia, ho imparato a convivere con la mia morte in maniera più o meno serena: mi trovo ancora qui, alla Stazione di Bologna, ed ancora non ho smesso di osservare i passanti; continuo a farmi domande sul loro passato, ad inventare storie romantiche ed intrighi misteriosi sul loro conto, ad immaginare che cosa accadrebbe se vi fossi io al loro posto.

In un certo senso, mi aiuta a dimenticare tutto ciò che non potrò mai avere.

Soltanto di una cosa ancora mi dispiaccio: di non aver mai più rivisto, da dopo l'esplosione, quel bellissimo principe dagli occhi scuri sul quale avevo tanto fantasticato.

Immagino che sarà quello il mio unico, vero rimpianto.

In ogni caso, conserverò sempre il piacevole ricordo e la consolazione che sia stato proprio lui l'ultima cosa sulla quale ho posato il mio sguardo prima di morire.


 


02 Agosto 1980 - 02 Agosto 2015.
Per non dimenticare.

  
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