“Io credo in te”.
So che quando te l’ho detto non ci hai creduto.
O magari non mi hai nemmeno sentito, fermo nella tua opinione di avere a che fare con un folle, un cinico, un uomo senza credo né valori.
Eppure io dicevo sul serio, mio algido Apollo.
Io credo davvero in te; potrei non credere nella tua Causa, ritenere una follia la tua rivoluzione, eppure sono sempre qui, ad ascoltare incantato le tue parole, la tua voce che sale e che scende seguendo la passione e l’emozione che ci metti.
Quasi mi ci fai credere, mio Apollo, mio folle leader luminoso: mi attrai come la luce fa con una falena.
E so che mi brucerai, Enjolras, così come finirai col bruciare chiunque, anche te stesso.
Non credo fino in fondo a ciò che dici, non ci vedo vittoriosi e trionfanti davanti ad una Francia libera, però tu ne sei convinto.
Parli come se già la vedessi, come se già questa nuova Parigi fosse attorno a te… E allora io quasi ci credo.
Ci voglio credere, perché tu sei così sicuro, così forte, così calmo.
Tu sei tutto quello che io non sarò mai, mio Apollo, mio leader, mio Enjolras - che mai sarai mio, in realtà, ma perdonami se mi prendo questa libertà nel pensare a te quando sono solo.
Domani è il giorno della Rivoluzione, finalmente quel momento è arrivato.
Il “grande giorno”, eh?
Non esiti, non tremi, non pensi; sei deciso, fermo, sicuro, e noi lo siamo con te.
Lo siamo per te.
Che crediamo nella Causa o in te, la cosa non cambia: dove sei tu siamo anche noi, come piccole falene che continuano imperterrite a volare attorno alla loro luce.
Ti seguiremo, nostro leader, nostra ispirazione e rovina.
Io ti seguirò, nel buio o nella luce, non mi importa-
Libertà o morte, mi vanno bene entrambe, se posso continuare ad essere con te.
Se è la vittoria che ti aspetta, sarò felice di vincere al tuo fianco.
Se è la sconfitta…
“Io credo in te”
Non ho mai creduto in nulla, finora. Niente mi ha mai dato motivo di voler morire per esso, o con esso.
Tu sei il primo, e molto probabilmente l’unico.
Non credo in niente, non credo in nessuno, ma credo in te.
Tu invece non pensi nemmeno che io possa essere serio mentre pronuncio quelle quattro parole, non immagini nemmeno quanto io sia sincero nel dirle.
Permettimi di dimostrartelo, domani.
Lascia che ti segua: fino all’ultimo respiro, fino all’ultimo battito, consentimi di seguire ciò in cui credo.
E non guardarmi con disprezzo, se ti è possibile, mio Apollo.
Enjolras, che io viva o che io muoia, finchè sarà per te, mi vedrai vivere o morire per qualcosa in cui, finalmente, posso credere.
Permettimi di seguirti, Apollo, e allora te lo dimostrerò: tu ed io siamo uguali, anche se agli antipodi. Tu ami la Patria e io amo te.
Lasciami vivere o morire per te, meglio ancora con te, e poi sorprenditi: questo cinico buono a nulla ha finalmente qualcosa in cui credere, qualcosa per cui combattere.
E quel qualcosa, mio Apollo, mia Causa, quel qualcosa sei sempre stato tu.
Perché io credo veramente in te.
 
 
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Nota dell’autrice:
Oddio, l’ho fatto davvero… Ok! Salve a tutti, sono approdata da pochissimo nel fandom e alla fine ho deciso di lanciarmi in una FF su… beh, questo.
Ho provato ad immaginare i pensieri di Grantaire prima della Rivoluzione e questo è ciò che è venuto fuori, con quel po’ che ho imparato sul personaggio.
Benissimo, Victor Hugo si sarà rigirato nella tomba e i fan mi tireranno pomodori, ne sono consapevole, ma non ho resistito e ho pensato di provare con un piccolo tributo ai miei due personaggi preferiti… a dire il vero non volevo nemmeno pubblicarla, ma qualche altra autrice di mia conoscenza (>_>) alla fine mi ha incitata (minacciata!) a farlo.
E quindi ecco qui questa cosa, che mi auguro che non vi abbia fatto poi così tanto schifo, e mi ritiro, con la promessa di non infierire più di tanto su quel capolavoro che è Les Mis…
Passate una buona giornata/notte/eccetera,
baci
 
Starishadow