Libri > I segreti di Nicholas Flamel
Ricorda la storia  |      
Autore: Lady Horcrux    02/08/2015    5 recensioni
Tutto era finito.
Aerop-Enap, l'Antico Ragno, era riuscita a ripulire l'isola di Alcatraz dalle creature rimaste, Nicholas e Perenelle Flamel erano spariti in un portale diretto a Parigi, insieme a Marethyu, mentre Black Hawk era riemerso poco prima dell'alba dalla baia, grondante acqua e senza uno stivale.
Machiavelli era seduto su una panchina vicino agli uffici amministrativi, guardava la città di San Francisco che si risvegliava e riprendeva vita dopo il blackout e i disordini causati dalla nebbia innaturale del giorno prima, la popolazione ignara delle molte battaglie che si erano combattute quella stessa notte per la loro salvezza.
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Altri, Niccolò Machiavelli
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Intro - Parigi è una città stupenda NB: Questa fanfiction è ispirata da una saga di libri: I segreti di Nicholas Flamel, l'immortale. Non credo che molte persone l'abbiano letta, non essendo molto famosa in Italia, per questo ho ritenuto di dover inserire una piccola introduzione alla trama, in modo che chiunque potesse capire i riferimenti nella storia. Ovviamente ci sono spoiler sul finale, quindi se qualcuno fosse interessato a leggere i libri, non è il caso che legga la storia, per evitare di rovinarsi la sorpresa. Spero che l'introduzione sia abbastanza chiara, se qualcuno dovesse avere dubbi, può segnalarmelo in messaggio privato o nelle recensioni
Lady Horcrux


***


C'è un libro che, in sole 22 pagine contiene tutto il sapere del mondo. E' il Libro di Abramo il Mago, il Codice. Al suo interno, tra profezie e storie, c'è l'incantesimo della Pietra Filosofale e la ricetta per l'Elisir di Lunga Vita.
Nelle prime pagine del Codice, però, c'è anche una profezia, più antica del mondo stesso, che parla di due gemelli leggendari dalle aure di puro Oro e Argento. Uno destinato a salvare il mondo, l'altro a distruggerlo.
Nicholas Flamel, il noto Alchimista, e sua moglie Perenelle sono i due immortali incaricati di custodire e proteggere il Libro, che era stato venduto loro quasi mille anni prima da un misterioso individuo incappucciato, con un uncino al posto della mano sinistra.
Sophie e Josh Newman sono due gemelli quindicenni. I loro genitori sono archeologi e questo li costringe a viaggiare molto e trasferirsi spesso. Ora sono a San Francisco, dove vivono con la zia Agnes mentre i genitori sono via. Hanno quasi l'età per guidare e, con il desiderio di mettere da parte i soldi per comprare un'auto tutta loro, accettano entrambi un lavoretto estivo, Josh nella libreria di Nick e Perry Fleming, Sophie nel caffè proprio di fronte.
Le loro vite, prima ordinarie, vengono sconvolte dall'arrivo nella libreria del dottor John Dee, che riduce l'edificio a un cumulo di macerie alla ricerca di un libro. Josh e Sophie assistono ad una terribile lotta tra Dee e Nick, in cui entrambi fanno uso di poteri che i due gemelli non avrebbero mai creduto possibili. Alla fine il dottore riesce a prendere il Libro e a rapire Perry, lasciando la libreria senza guardarsi indietro.
In quel momento Nick svela ai due ragazzi la vera identità sua e di sua moglie e decide di portarli via, perché ora che il dottor Dee sa della loro esistenza, non saranno più al sicuro.
Comincia un viaggio per i due ragazzi che, nel giro di pochi giorni, scopriranno che le leggende e le storie che conoscevano, non erano sempre semplici storie. E così il loro potenziale magico viene risvegliato, rivelando che Josh e Sophie, con delle aure d'oro e d'argento, potrebbero finalmente essere i gemelli della leggenda.
E così ha inizio la loro avventura, tra porte di energia, magie elementali, personaggi storici, Dei e miti di tutto il mondo.
La mia storia ha inizio dopo la fine della saga. Il mondo è salvo, i gemelli hanno compiuto la loro profezia e la guerra tra Antichi Signori e Oscuri Signori sembra aver avuto una fine.
Niccolò Machiavelli e Billy the Kid sono due tra i molti personaggi realmente esistiti presenti nella saga, entrambi a servizio degli Oscuri Signori che hanno donato loro l'immortalità.
Il primo, grande scrittore e stratega nella vita, vive a Parigi, dove è a capo dei corpi speciali della polizia. E' un uomo freddo, calcolatore, sta dietro le quinte della politica mondiale e tira i fili, come un burattinaio. Ma, a differenza di Dee, non ha perso completamente la sua umanità.
Viene incaricato dal suo padrone, Aton, di recarsi sull'isola di Alcatraz, dove Dee ha radunato un esercito di mostri e creature leggendarie che, al momento opportuno, devono essere risvegliate e gettate contro la città di San Francisco, con l'intento di creare il caos e decimare la popolazione.
Qui incontra Billy, al servizio dell'Antico Signore Quetzalcoatl, una creatura dalle fattezze di un rettile, con una lunga coda piumata. All'americano viene ordinato di aiutare Machiavelli nel suo compito di risvegliare le creature, ma qualcosa va storto. Capiscono entrambi di essere dalla parte sbagliata in quella guerra e decidono di tradire i loro padroni, cambiando fazione e cercando in ogni modo di distruggere le creature prima che queste possano fare danni.
Nel libro non viene raccontato cosa succede loro dopo la fine della guerra, per questo ho deciso di immaginarlo per conto mio. Si parte dal presupposto che Billy è stato infilzato al petto dal Karkinos, un mostro gigante a forma di granchio, e che Machaivelli ha cercato di salvarlo, curandolo con la sua aura che però era troppo esigua per sanare completamente le sue ferite.


***


Parigi è una città stupenda.



Tutto era finito.
Aerop-Enap, l'Antico Ragno, era riuscita a ripulire l'isola di Alcatraz dalle creature rimaste, Nicholas e Perenelle Flamel erano spariti in un portale diretto a Parigi, insieme a Marethyu, mentre Black Hawk era riemerso poco prima dell'alba dalla baia, grondante acqua e senza uno stivale.
Machiavelli era seduto su una panchina vicino agli uffici amministrativi, guardava la città di San Francisco che si risvegliava e riprendeva vita dopo il blackout e i disordini causati dalla nebbia innaturale del giorno prima, la popolazione ignara delle molte battaglie che si erano combattute quella stessa notte per la loro salvezza.
Alzò il volto al cielo, chiudendo gli occhi e godendosi il calore del sole che lentamente ricaricava la sua aura e ringiovaniva i suoi lineamenti.
Poche ore prima era quasi bruciato nel tentativo di salvare Billy. L'aura bianco sporco era scivolata via dalle sue dita per sanare l'orribile ferita dell'immortale americano, mentre il proprio corpo invecchiava visibilmente. Era stato Black Hawk a fermarlo, scacciandogli via le mani dal petto di un Billy in fin di vita. Lui avrebbe continuato: gli avrebbe regalato tutta la sua aura, fino all'ultima stilla, anche a costo di entrare in autocombustione.
Era rimasto lì con lui fino alla fine della battaglia, seduto sul pavimento sudicio della casa del custode di Alcatraz, con la testa dell'altro sulle gambe, osservando con occhi distanti gli sforzi dei suoi compagni di risvegliare l'Antico Ragno, mentre Black Hawk e Marte distraevano il Karkinos.
Aveva guardato, senza vederlo davvero, Marte Ultore che accendeva la sua aura rosso sangue fino a esplodere in una polvere bianca. L'ennesimo sacrificio in una guerra per la salvezza del mondo.
Odino ed Hel erano morti allo stesso modo qualche istante prima, sacrificandosi per proteggerli dagli Ampu.
Black Hawk era caduto in acqua in quello stesso istante, colpito dall'enorme granchio.
Non ce l'avrebbero mai fatta. Billy era ferito, Nicholas e Perenelle non avevano abbastanza aura, lui stesso era troppo debole. Aerop-Enap era la loro unica possibilità, ma l'Antico Signore non si risvegliava. Era ancora chiusa in quel rifugio di fango e saliva e a nulla erano valsi gli sforzi congiunti di Machiavelli e dei Flamel. Avevano rischiato le loro vite, donato tutta l'energia che possedevano, ma avevano perso comunque.
Poi aveva visto Flamel uscire dal bozzolo, un attimo prima che questo si sgretolasse e un immenso ragno srotolasse otto lunghissime zampe pelose.
Il Karkinos era enorme, certo, ma Aerop-Enap era due volte più grande di lui. Il corpo dell'Antico Ragno era ricoperto di peli viola spessi quanto un dito, le zampe erano nere, grandi quanto il busto di un uomo e dotate di uncini appuntiti alle estremità; a differenza dei comuni ragni, attaccata al corpo c'era una testa dai tratti quasi umani, rosa pallido e senza naso né orecchie, ma con una lunga apertura al posto della bocca e otto, identici occhi sulla cima.
Aerop-Enap aveva ucciso il Karkinos, rinchiudendolo in una fittissima ragnatela bianca. Poi se n'era andata, richiamando gli ultimi ragni rimasti sull'isola e uccidendo le creature mostruose sopravvissute alle battaglie di quella notte.
Ora Alcatraz era tranquilla. I gabbiani stavano lentamente ritornando, riempiendo l'aria salmastra della baia con i loro versi striduli.
L'immortale italiano sospirò, tornando a guardare la città. Si sentiva esausto, spossato. Mai, in più di 500 anni di vita, si era sentito così. Aveva fatto la prima cosa giusta dopo moltissimo tempo, disubbidendo agli ordini dei suoi padroni e diventando un waerloga, uno stregone traditore. Aveva combattuto per la salvezza degli homines. Aveva vissuto davvero, dimostrando a sé stesso e al ricordo di sua moglie che c'era ancora dell'umanità in lui.
Ma tutto questo era stato possibile solo grazie a una persona. Un ragazzino - perché nonostante fosse immortale, ai suoi occhi non era altro che un ragazzo - che gli aveva fatto comprendere di star sprecando la sua immortalità,  che l'aveva capito davvero e che lo aveva aiutato a mettere tutto in discussione. Quel ragazzino senza alcun rispetto per le regole, che non prendeva nulla sul serio e che non conosceva neanche il significato della parola 'prudenza'. Quello stesso ragazzino che non aspettava altro che la fine di quella inutile guerra, solo per la sua promessa di insegnargli tutto quello che poteva sulla magia. Il suo primo, vero amico. Il suo unico amico.
Era rimasto con lui fino al ritorno di Black Hawk, poi l'americano e Nicholas l'avevano allontanato dalla guardiola per poter aiutare Billy. Era seduto su quella panchina da allora.
Aveva visto i Flamel uscire fuori alle prime luci dell'alba, quando Aerop-Enap era ritornata da loro dopo aver ucciso tutti i mostri.
Machiavelli non si era avvicinato a loro, aveva soltanto guardato l'Alchimista, aspettando un cenno che gli facesse comprendere la situazione. Quando quel cenno era arrivato si era semplicemente voltato verso la città, osservando il sole che si alzava lentamente nel cielo, illuminando un venerdì mattina qualsiasi per gli homines.
I Flamel e l'Antico Ragno erano andati via poco dopo, i primi erano tornati nella loro amata Parigi, la seconda era rientrata nella prigione di Alcatraz, aspettando il ritorno di Marethyu.
E dopo ore, Machiavelli era ancora lì, osservando i movimenti ipnotici delle onde sull'oceano, mente la sua pelle tornava bianca e il suo corpo ringiovaniva.
Doveva tornare a Parigi anche lui, riprendere tra le mani il controllo della sua intricata rete di polizia e spionaggio, tornare alla sua vecchia vita e al suo ruolo di burattinaio, dietro le quinte della politica mondiale.
Allora perché era ancora fermo su quella panchina di pietra, con le mani abbandonate sulle ginocchia e lo sguardo perso nell'orizzonte?
Ho bisogno solo di un attimo. Un momento per riprendere fiato. Un istante di calma dopo la tempesta.
Udì dei passi leggeri che si avvicinavano a lui, ma rimase immobile, fingendo di non averli sentiti. Sapeva a chi appartenevano, per questo non si mosse neanche quando sentì quella stessa persona sedersi pesantemente accanto a lui.
- Ti godi il panorama? - chiese una voce palesemente affaticata.
- Sto ricaricando le energie. Non posso certo ripresentarmi a Parigi con l'aspetto di un vecchio incartapecorito - disse, fingendo un'indifferenza che in realtà non provava.
- Quindi tornerai a casa?
- E' la cosa giusta da fare. Ci sono faccende che richiedono la mia attenzione e non possono essere rimandate ulteriormente.
L'americano annuì. - Capisco - disse, guardando anche lui verso la baia. - Sembra assurdo, non credi? In meno di tre giorni abbiamo quasi contribuito alla distruzione del mondo per poi ritrovarci a combattere per salvarlo.
Machiavelli sorrise appena. - E ora che tutto è finito, torneremo alla normalità. Dovremmo aspettarci un paio di telefonate, credo.
L'altro sospirò, con fare melodrammatico. - Quetzalcoatl non sarà affatto contento di come si sono messe le cose... Anche se ho sentito dire che la strega di Endor andrà a fare una visita a lui e a Bastet.
- Allora sei in una botte di ferro - disse Machiavelli, ridendo. - La reputazione della strega di Endor la precede, e il suo odio per gli Oscuri Signori è risaputo.
- E che mi dici di te? Non hai paura di cosa potrebbe farti il tuo padrone?
Machiavelli scosse la testa. - Forse dovrei, ma al momento non è tra le mie priorità - rispose, stiracchiando le labbra in un tentativo di sorridere. - Aton, il mio padrone, potrebbe essere più comprensivo di quanto non sembri. Era un Oscuro Signore, è vero, ma non è mai stato così avverso agli homines. Potrebbe capire cosa mi ha spinto a tradire la sua causa.
- E se non dovesse farlo?
Qualcosa nella voce dell'altro convinse l'immortale italiano a girarsi per guardarlo. Aveva il volto pallido e un'espressione malinconica che l'altro non gli aveva mai visto. I vestiti erano sporchi e mal ridotti, mentre una fasciatura improvvisata capeggiava sul suo petto, tenendogli il braccio sinistro assicurato al corpo, in modo che non lo muovesse troppo. - Credo tu sappia già la risposta, Billy.
L'altro immortale annuì e abbassò lo sguardo. - Avevi promesso che mi avresti preso come apprendista, una volta che tutta questa storia fosse finita.
- Non ho mai detto che non tornerò - replicò l'italiano. - L'eternità è un periodo estremamente lungo, ci sarà tempo per ogni cosa.
- Hai ragione, immagino.
In quel momento Black Hawk uscì dalla guardiola distrutta, riponendo un telefono nella tasca dei jeans. - Una barca ci aspetta per riportarci a terra. - Fece un gesto per indicare l'isola. - Qualcuno si occuperà di ripulire tutto. - Si avvicinò a Billy e lo aiutò ad alzarsi, stando attento a non toccare la fasciatura sul petto.
L'italiano li seguì poco dopo, rimanendo ad ascoltare i loro discorsi in silenzio finché non raggiunsero il molo. Non avrebbe avuto nulla da dire in ogni caso.
Inaspettatamente, Black Hawk lo accompagnò anche all'aeroporto. Fermò la vecchia Jeep vicino ad una delle entrate meno trafficate e spense il motore.
- Spero di rivederti - gli disse, stringendogli la mano. - Anche se forse non troppo presto. E' stato uno spasso, davvero, ma credo che ci serva un po' di tempo per rimettere in sesto il Paese.
Machiavelli rise, ricambiando la stretta. - Anche per me è stato un piacere. Magari la prossima volta sarete voi a raggiungermi in Francia, chi lo sa.
- Ho sempre voluto visitare l'Europa - assentì l'americano. Attese che gli altri due scendessero e parcheggiò l'auto non molto lontano, restando seduto all'interno in attesa di Billy.
Il ragazzo lo accompagnò fino alla porta, poi si fermò accanto a lui, non sapendo bene cosa dire.
- Dunque le nostre strade si dividono qui, per ora - Disse l'italiano, voltandosi verso di lui.
- Già - Billy annuì, sollevando lo sguardo nel suo. - Non devi ascoltare Black Hawk, comunque, farebbe piacere ad entrambi rivederti presto.
- Farebbe piacere anche a me e il mio invito di prima era sincero - disse, poggiando le mani sulle spalle dell'altro. - Parigi è una città stupenda e fin troppo tranquilla. Scommetto che ti piacerebbe.
Billy gli regalò un sorriso, il primo vero sorriso da quando lo aveva raggiunto sulla panchina, quella mattina ad Alcatraz. - Ne sono sicuro anch'io.
Si strinsero la mano un'ultima volta, ancora troppo nervosi e scombussolati per pensare ad altro da dirsi o per salutarsi in qualsiasi altro modo. Dopodiché Machiavelli afferrò la borsa con il computer ed entrò nell'aeroporto, senza guardarsi indietro.
Si sarebbero rivisti, un giorno. Nel frattempo avrebbe fatto in modo di controllare che quel ragazzino scapestrato non si mettesse in qualche guaio più grande di lui. In fondo, controllava la più grande rete di spionaggio d'Europa, non sarebbe stato difficile essere la sua ombra nell'attesa di un nuovo incontro.
Un vago sentore speziato di Pepe di Cayenna lo accompagnò per tutto il suo viaggio, aleggiandogli intorno finché non venne sommerso dagli odori familiari del primo mattino Parigino.
   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > I segreti di Nicholas Flamel / Vai alla pagina dell'autore: Lady Horcrux