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Autore: Natalia_Smoak    02/08/2015    2 recensioni
“Ed in questa tua storia che ne è della principessa?” domandò curioso il ragazzo
La risata roca di Natasha si disperse nell’aria:” La principessa non esiste, se l’è mangiata il mostro. Niente “Happy ending””
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Natasha Romanoff/Vedova Nera, Steve Rogers/Captain America
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Cold war'
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Once upon a time
 
 “Ancora a fissare i muri Romanoff?”
Natasha si girò di scatto facendo un sorriso tirato a Steve: “Veramente ero solo sovrappensiero”  rispose tranquillamente. In questi giorni aveva riflettuto  molto, sul suo futuro, sul suo presente e soprattutto sul suo passato.Il passato che lei aveva disperatamente tentato di  cancellare, di dimenticare, ma dopo Ultron i suoi ricordi sembravano essere tornati, più vividi che mai.

Aveva diseppellito memorie che sarebbe stato meglio lasciare nella tomba, ricordi che non sapeva nemmeno d’avere, tanto da cominciare a chiedersi se quelli fossero realmente ricordi o se semplicemente il suo cervello le avesse mostrato delle fantastiche visioni.

E pensare che era sempre stata brava a compartimentalizzare, a non lasciarsi andare all’emozioni…A quanto pareva Ultron aveva aperto il vaso di Pandora* senza conoscere cosa ci fosse dentro. Sorrise amaramente, poi la voce del Capitano la riportò alla realtà:
“E che cos’è che tormenta l’indomabile Vedova nera?”  chiese poggiando le mani sui fianchi.

Steve la vedeva tormentata da giorni e proprio non capiva cosa le passasse per la testa. Non che lo avesse mai capito, intendiamoci, ma in quei giorni la vedeva inquieta e sempre pronta a scattare. Anche Sam e Wanda avevano avuto la stessa situazione; durante gli allenamenti Natasha era distratta e sembrava avere sempre la testa da un’altra parte.

“In questo momento è un uomo” rispose Natasha con un sorrisino malizioso mentre si avvicinava a lui

“Un uomo?” ripeté Steve inarcando un sopracciglio, che stesse ancora male per Banner?  

Era strano, a lui Natasha non era mai sembrata il tipo di donna che avesse bisogno di un uomo ad ogni costo e vederla in quello stato per qualcuno che l’aveva lasciata senza una valida ragione non gli sembrava giusto; era così fuori dal suo personaggio.
Intendiamoci, lui rispettava il Dottor Banner e tutto quanto, ma doveva riconoscere che il modo in cui l’aveva lasciata  non era proprio dei migliori…e pensare che gli sembravano felici, anzi lui aveva addirittura spinto Bruce tra le sue braccia… forse era vero che i rapporti interpersonali non erano proprio il suo forte.

Dopo qualche secondo di silenzio la rossa rispose: “Si, un uomo. Vedi lui è una brava persona, che si vuole sempre prendere cura di tutto e di tutti, insomma un principe delle fiabe, pensa, ne ha anche l’aspetto, ma io sono convinta che dietro questo comportamento ci sia dell’altro”

Ok, ora Steve cominciava a capire e decise di reggerle il gioco, infondo era curioso di sapere cosa le passasse per la testa:” Oh, ma davvero? E sentiamo che cosa nasconderebbe?”

“Beh, io credo che questo suo preoccuparsi sempre per gli altri lo aiuti a non affrontare i suoi problemi “ disse la rossa
“Quindi fammi capire, nella tua storia anche il Principe Azzurro  ha un lato oscuro” affermò Steve incrociando le braccia davanti a sé

“Tutti ne hanno uno Rogers, solo devo ancora capire quale sia quello di questo ragazzo” sorrise soriona la donna avvicinandosi ulteriormente. Ora erano faccia a faccia.

Steve sospirò: quella ragazza non aveva idea di cosa fosse lo spazio personale e sicuramente questo lo metteva a disagio, ma allo stesso tempo si sentiva incantato da lei, dalle sue movenze, dal suo odore… tutto di lei gridava donna, perché prima di una spia, di un’assassina e di un Avengers Natasha Romanoff era una donna, ma lei questo non lo riusciva a vedere, preferiva giocare alla femme fatale, usare il suo corpo come merce di scambio per informazioni…chissà se qualcuno le aveva mai portato dei fiori, se le aveva aperto la portiera di un’auto…no, probabilmente la vera Natasha avrebbe ucciso un uomo che avesse anche solo osato pensare una cosa del genere.

Ora erano faccia a faccia.

Steve sospirò: quella ragazza non aveva idea di cosa fosse lo spazio personale e sicuramente questo lo metteva a disagio, ma allo stesso tempo si sentiva incantato da lei, dalle sue movenze, dal suo odore… tutto di lei gridava donna, perché prima di una spia, di un’assassina e di un Avengers Natasha Romanoff era una donna, ma lei questo non lo riusciva a vedere, preferiva giocare alla femme fatale, usare il suo corpo come merce di scambio per informazioni…chissà se qualcuno le aveva mai portato dei fiori, se le aveva aperto la portiera di un’auto…no, probabilmente la vera Natasha avrebbe ucciso un uomo che avesse anche solo osato pensare una cosa del genere.

“Ed in questa tua storia che ne è della principessa?” domandò curioso il ragazzo.

La risata roca di Natasha si disperse nell’aria:” La principessa non esiste, se l’è mangiata il mostro. Niente “Happy ending””

“E se il principe scegliesse il mostro?” Orma Steve era in ballo, tanto valeva ballare, e poi forse questo avrebbe fatto aprire un  po’ Natasha.

“E perché mai dovrebbe farlo?” domandò la rossa inarcando un sopracciglio. E bravo Rogers, questa volta l’aveva proprio spiazzata.

“Perché come hai detto tu anche il Principe Azzurro ha un lato oscuro. Sai una volta aveva anche lui la sua principessa, ma non era una principessa normale, ma una principessa guerriera, forte, coraggiosa…ma  poi le circostanze gli hanno fatti separare ed i principe è rimasto solo, o almeno così credeva, perché nel corso del tempo si fece anche lui degli amici; un Re megalomane, una divinità scandinava, un alchimista potente…ed un mostro…come vedi non c’è spazio per una principessa in questa storia” Grandioso, voleva che lei si aprisse ed invece quello ad aprirsi era stato lui. Come diavolo faceva quella ragazza?

“Sai, non c’è spazio per la principessa perché lui non la vuole…sono sicura che se chiedesse all’infermiera di corte di uscire lei accetterebbe sicuramente” disse la rossa con un mezzo sorriso.

Sorriso che Steve mimò a sua volta: “Sai, tecnicamente l’infermiera di corte in realtà era una guardi del corpo di un potente dittatore”

“Dittatore? Uh, immagina ti sentisse il nostro Fury…”

“Non serve immaginare Romanoff, ho sentito da quando avete iniziato a parlare di principesse e mostri” disse una voce baritonale proveniente da un angolo tra due muri del corridoio. Da quell’angolo sbucò un Nick Fury a dir poco adirato.

Steve arrossì.

“Rogers, anziché arrossire vi consiglio di muovervi; i ragazzi vi aspettano nella sala d’allenamento. Avanti marce!” disse Fury prima di tornare da dove era venuto.

“Sai, comincio a capire perché Fury è diventato un dittatore” bisbiglio Natasha al suo fianco.
 
 
Spazio autrice:
Si, ok, ho altri duemila lavori da finire, però bho, l’ispirazione mi ha preso così….ovviamente l’idea originale era diversa, ma quando poi comincio a scrivere mani e cervello fanno i cavoli loro. Spero di essere rimasta oc!
*il vaso di Pandora è il mitologico vaso greco in cui la leggenda narra siano stati racchiusi tutti i mali del mondo, almeno fintanto che non è stato aperto.
Alla prossima!
  
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