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Autore: TheNother6    03/08/2015    0 recensioni
ATTENZIONE:
Questa storia non ha morale e non è stata scritta per dare alcun tipo d’insegnamento.In realtà questa storia in alcune delle sue parti manca anche di un vero e proprio senso logico quindi limitatevi a leggerla astenendovi da qualsiasi tipo di interpretazione.
"L'uomo esiste solo in virtù delle passioni ,senza queste egli non esisterebbe. Un uomo che non sente nulla coi sensi non è diverso da un morto per questo bisogna ricercare il piacere . Nella mia ricerca ho trovato due sentimenti massimi l'amore e il dolore . Entrambi si combattono e generano altri sentimenti . Ora però iniziò a pensare che l'amore non esista essendo così raro e puro che dubito che qualcuno possa trovarlo nel solo arco di una vita(anche se pochi affermano di esserci riusciti). Il dolore invece non ci lascia mai e per questo l'ho reso il mio migliore amico ...e ora ho finalmente imparato a sentirlo"
La trama di questa prima storia parla del mago Pain e della magrissima Clay ed è interamente ambientata in Italia. Il paesaggio di questa fa da sfondo a una strana e bizzarra avventura che mettere a dura prova la sanità mentale del lettore .
Genere: Demenziale, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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12. A che serve avere una ragazza se non puoi

tagliarle la gola e vederla sanguinare.

 

 

Lo Shogun aveva temuto quel momento per tutta la notte. Non riusciva a credere che quell’uomo, nonostante tutti i suoi sforzi, era riuscito ad arrivare nella sua sala del trono. Lì con lui c’erano le uniche altre tre superstiti: sua figlia, Jiiko e la moglie dell’uomo che aveva compiuto quel massacro Fedekira.

Avrebbe dato la vita per proteggerle ne valeva della sua reputazione e della sua virilità. Ma nonostante tutto era ancora atterrito dal fatto che quell’uomo era riuscito a sconfiggere ogni suo singolo uomo completamente da solo. Estrasse la spada e si preparò a combattere ma questa sua tenacia durò solo un attimo poiché un guizzo rosso lo colpì in petto facendolo cadere sulla schiena.

-Patetico, questo succede quando ci si cura di politica. Il potere fa perdere determinazione e forza di volontà una volta raggiunto. Si vive come amebe sanguisughe che si nutrono del sangue del popolo. Un'ingiustizia. Il forte e il valoroso guerriero riceve la medaglia e la fama, ma alla fin fine sono sempre i Re ad avere tutto il resto. Oggi ho ucciso molti samurai e ora brandendo quella spada stai solamente infangando la loro memoria- fece Yashuo entrando nella stanza.

-Ti prego risparmia queste ragazze, stanno venendo altri soldati. Ho inviato un messaggio ad un villaggio vicino per reclamare il mio diritto sulla sua forza armata. Verranno altri guerrieri che potrai dare impasto alla tua sete di morte ma ti prego non ferire queste deboli e innocenti fanciulle che non hanno alcun peccato soprattutto tua moglie- stava dicendo sputacchiando sangue lo Shogun. Era steso a terra e cercava di sfruttare tutte le forze rimastegli per quell’ultima supplica mentre la macchia di sangue sotto di lui si allargava sempre di più sul pavimento. Non riuscì però nel suo intento poiché Yashuo gli conficcò la spada in bocca zittendolo-Ti correggo, ex-moglie io ora sono sposato con TRINITY con un matrimonio di sangue celebrato con la morte dei tuoi uomini- gli disse il samurai ma fu inutile perché il suo interlocutore era già morto.

-Dovete sapere che non so il motivo per cui sono qui, in un primo momento sono venuto per uccidere Fedekira ma mi sono fatto prendere così tanto la mano nel fare a pezzi la gente che non conosco più il motivo della mia venuta- fece Yashuo grattandosi la testa con TRINITY- poco male, se sono qui e c’è un premio lo raccolgo- continuò sorridendo.

-Smettila! Yashuo riprendi il controllo di te stesso! Mio marito non parlerebbe mai in questo modo non sei più tu. Quella spada ti ha fatto il lavaggio del cervello ribellati. Non è possibile che tu abbia dimenticato completamente il nostro amore, io continuo ad amarti come ti ho detto a cena. Ti prego mi appello a tutto ciò che c’è di giusto in questo mondo marito mio, riprenditi! - gli urlò la moglie piangendo. Le sue lacrime potrebbero essere viste come un disperato attaccamento alla vita e un rifiuto verso la morte, ma non è così. Lei non piangeva per la paura di morire ma per la paura che ad ucciderla fosse il suo amato marito. Non aveva paura di essere fatta a pezzi, non le importava cosa quell’uomo voleva fare al suo corpo, temeva invece ciò che quell’uomo voleva fare al suo cuore che conteneva il suo preziosissimo sentimento d’amore.

-Hai detto bene forse tuo marito non l’avrebbe fatto ma io non sono più tuo marito, ormai sono sposato con questa bellissima tesoruccia- fece alzando la spada facendo cadere la moglie in ginocchio per la disperazione.

-Andate avanti- disse Jiiko avanzando contro quel demone- mi occuperò io di lui. Col passare degli anni ho affinato una straordinaria capacità nella lotta corpo a corpo. Vedete il mio lavoro consiste nell’intrattenere gli uomini che giungono a palazzo e come sapete c’è sempre chi tocca di più. Quindi ho dovuto imparare a difendermi dagli uomini per sopravvivere e adesso vi farò vedere il mio imbattibile stile di combattimento- finì iniziando a correre contro il loro aggressore.

Questo vedendo quella tipa venirgli incontro si piegò in due dalle risate fino a piangere e stette così finchè la povera Jiiko non fu a tiro di spada, quindi si asciugo le lacrime- Orizzontale e Verticale- e il combattimento era finito.

Sul volto di Jiiko si dipinse una smorfia di dolore poi il suo corpo si divise in quattro parti perfette e piombò a terra privo di vita. Yashuo le si avvicinò le prese la parte della gamba destra- Questo è vostro a TRINITY bastano tre- fece lanciando questa verso le due uniche superstiti che erano sotto shock per poi riscoppiare a ridere.

-No scusate era un po’ squallida. Povera Jiiko non aveva mai colto il punto delle cose, non ha mai capito la vera natura della vita. Ha vissuto nel suo mondo fantastico col suo corpo favoloso sognando di essere la principessa. Ma noi non viviamo in un sogno ma in un incubo- disse passando la mano insanguinata sulla lama della spada.

La morte di Jiiko fu devastante per le due donne. Più guardavano quel corpo senza vita più pensavano che tra meno di qualche minuto anche loro avrebbero fatto la stessa fine. Nonostante questa paura riuscirono a dominare il panico. Anzi la morte di quella donna se da un lato le aveva turbate dall’altro diede la forza alla figlia dello Shogun di muoversi.

Questa non aveva ancora raggiunto la maggiore età ma aveva un coraggio che neppure le vecchie possono vantare di possedere. Si mise così davanti a quell’uomo che la guardò sogghignando anche se il suo volto tradiva una punta di stupore e iniziò a parlare–Sei un mostro io so che prenderai la mia vita stanotte voglio solo che tu sappia che all’inferno la tua anima, o meglio, quello ch’è rimasto della tua anima brucerà tra le calde fiamme della giustizia alimentata da tutte le vite che hai spezzato stanotte. Parlò ora con te uomo buono che mi salvasti quella volta, non preoccuparti io ti perdono possa solo la tua anima trovare pace e che gli dei perdonino la tua stoltezza. Ora sono io lo Shogun, mi è di diritto, possiamo parlare alla pari demone. L’uomo che possiedi mi salvò la vita quindi può disporre della mia esistenza come più vuole io non mi opporrò ti chiedo solo di risparmiare sua moglie anche se lui la rinnega come tale. Un demone non può arrogarsi il diritto di distruggere l’amore degli uomini- disse con voce forte e chiara tanto che per un momento il samurai esitò.

Ma fu solo per quel secondo, per quel secondo qualcosa si sciolse e una calda lacrima scese lungo la usa guancia destra, quando però questo fu passato si sentì un tonfo e rimase un solo superstite in tutto il palazzo.

- Ora ho finalmente riparato all’errore che mi procurò questa brutta cicatrice. Come fui stolto quando mi misi in pericolo per salvare l’inutile vita di una bambina. Non raccoglierò il tuo sangue. TRINITY non lo vuole. Saresti stata una buona regnante ma ho dovuto assecondare il volere della spada -disse Yashuo con un lieve rammarico nelle ultime parole. Qualcosa lo stava facendo esitare si iniziava a sentire strano. Si asciugò la lacrima con TRINITY e scacciò via quei pensieri ma rimase stupito nel vedere che Fedekira ora gli stava davanti sorridendogli.

-Io non posso oppormi a te. Non che ne abbia la forza, ma anche se l’avessi non lo farei. Non posso permettere che ciò che amo si ferisca- disse avvicinando una mano verso il viso del marito dandogli una dolce e tremante carezza. Negli occhi di questo comparse qualcosa, la vista della moglie gli stava provocando una lotta all’interno del suo cuore. Sentì tutto il suo sangue ribollire e dimenarsi finchè tutto ritorno alla normalità. Mise un braccio intorno al collo della moglie e la strinse.

-Yashuo…ti amerò sempre Yashuo- disse questa sputando sangue per la spada che l’amato le aveva conficcato nel petto. Yashuo guardò il sangue scendere dalla ferita e scorrere lungo il bordo della lama- Io no. Mi dispiace. Non posso amarti poiché questo non è un amore. Un amore non è un amore se non si può bagnare nel sangue. Guarda i volti che urlano sulla mia amata le loro urla mute testimoniano il nostro amore. Cos’è un amore se non senti il bisogno morboso del tuo oggetto amato? Cos’è un matrimonio se non viene celebrato nel sangue? A che serve avere una ragazza se non puoi tagliarle la gola e vederla sanguinare?- e dicendo questo sfilò la spada.

La ragazza emise un docile verso di dolore e cadde all’indietro ma il demone la mantenne per i capelli. Lei ora stava in ginocchio davanti a lui sanguinante priva della forza di aprire gli occhi per vedere l’uomo che le faceva questo. TRINITY si mosse velocemente e la gola della ragazza si squarciò. Un getto di sangue colpì in volto Yashuo che rialzò la spada e con un netto colpo recise la testa di Fedekira. Fatto ciò la sollevo e la mise in modo che il sangue che usciva da questa cadesse sulla sua spada che mandava getti d’aura rossi. Questi si andarono ad allungare sempre di più finchè non raggiunsero e avvolsero la testa per poi farla a pezzi.

 

 

 

 

 

 

Ora se ne stava in silenzio difronte al lago nel bosco lì vicino ad osservare il modo in cui l'acqua si increspava creando dei cerchi che si espandevano, si scontravano e si restringevano. Stava aspettando l’arrivo di quei guerrieri che lo Shogun aveva menzionato aveva voglia di altro sangue. Gli aveva fatto piacere uccidere Fedekira ma il piacere era presto passato lasciando spazio ad un vuoto ancora più grande. Pensò a come avesse fatto fino a quel momento a vivere senza mai assaporare il gusto frenetico dell’omicidio. Sollevò la spada che gocciolava ancora sangue e si fece cadere un paio di gocce di quel liquido rosso sul viso e in bocca. Il sangue aveva proprio un sapore dannato non gli piaceva proprio a differenza di TRINITY. Erano così diversi, ma le differenze non contano niente in amore.

Abbassò la spada ed iniziò ad osservare i volti urlanti che si muovevano su questa quando ad un tratto la sua attenzione fu catturata da qualcosa che gli pendeva dal fianco. Era la sua spada della quale non riusciva ormai più a ricordare il nome. Sorrise alla vista di quel debole strumento di morte che spauriva difronte all’eleganze e alla mortalità di TRINITY. Come era possibile che fino ad allora non si era accorto di avere con se quell’infimo pezzo di metallo. Posò TRINITY alla sua sinistra e mise una mano sull’elsa per prendere la spada e buttarla nel fiume.

Appena la mano toccò la spada si ricordò subito il suo nome. Caliptica era un nome così confortante ed equilibrato, sembrava che ogni parola del nome trovava il suo giusto spazio e si univa perfettamente con le altre. Quel senso di pace e di equilibrio gli provocò una piacevole visione.

Smuokinuow si trovava davanti a lui, aveva una mano sulla fronte e il suo volto era il ritratto della tristezza –Amico io ho scelto te non per la vicinanza o per raccomandazione ma perché confidavo nel tuo animo temperato e buono. A quanto pare però la creazione ha battuto il creatore. A volte capita quando si è troppo bravi a creare cose. Ma la storia non finirà così, non possiamo darle un lieto fine ma almeno possiamo preservare il nostro nome. Gli oggetti per quanto potere possano avere non riusciranno mai a piegare completamente la volontà di un uomo buono. Stai dando troppo valore a quel pezzo di metallo, se ad una ragazzina dai importanza non importa la tua perseveranza la tua fine avanza poiché quando meno te l’aspetti lei t’azzanna e la tua volontà ammazza. Dai valore più a quello che desideri che a quello che ami- gli disse per poi scomparire in una nube di fumo.

Quando Yashuo tornò nel nostro piano spirituale vide che TRINITY stava brillando poiché voleva essere raccolta dalla fredda terra per essere d nuovo impugnata. Il demone si affrettò a raccoglierla con la mano sinistra poiché il samurai nella destra impugnava la sua Caliptica.

Non seppe cosa pensare quando le due spade davanti a lui si scontrarono sputacchiando scintille colorate. Non sapeva per chi fare il tifo e neanche cosa stava succedendo. Si limitò quindi a osservare il suo braccio destro combattere contro il sinistro e chiedersi se quella era la prova finale della sua follia.

Entrambe le braccia erano formidabili combattenti. Scartavano di lato per schivare i colpi, paravano, contrattaccavano e ferivano il rivale per poi ricominciare da capo. La situazione andò avanti per un po’ finchè il braccio sinistro sembrò dire al destro qualcosa del tipo –Che c’è non sai usare l’aura? Io non posso usarla se non la usi prima tu fifone lo sai, sono troppo sportivo-.

Si doveva essere proprio qualcosa del genere poiché in quel preciso istante le due braccia attivarono simultaneamente il loro potere. Le due spade iniziarono a brillare dei loro colori spirituali, rosso per TRINITY e azzurro per Caliptica, illuminando tutto il bosco e riflettendosi sul lago che sembrava scintillare. Yashuo vedendo l’intenzione dei due sfidanti si accucciò e sollevò le braccia il più in alto possibile in modo che non lo decapitassero con qualche fendente mal calcolato.

-Pensi di potermi in qualche modo sconfiggere? Siamo state forgiate dallo stesso fabbro questo è vero, ma io sono l’incarnazione della battaglia. Sangue, morte, violenza scorrono in me e sono parte di me. Come pensi di potermi sconfiggere in un combattimento se sono io stessa il combattimento- sembrò continuare TRINITY.

-Hai ragione, in me non risiede abbastanza forza per continuare a rispondere ai tuoi fendenti perché tu contieni al tuo interno il senso stesso del combattimento. Ma ricorda il fuoco selvaggio bruciante viene spento dalla calma acqua del lago piatto!- sembrò rispondergli Caliptica. Poi iniziò a tagliare l’aria in più punti con precisione chirurgica.

In poco tempo si crearono dei piccoli vortici d’aria che andarono ad avvolgere la spada e il braccio sinistro- Il nemico principale di una spada è l’aria, se la densità dell’aria intorno a questa aumenta, non può muoversi e quindi non può tagliare un bel niente. Essere il senso di qualcosa è inutile se non si riesce ad applicarlo! - sembrò urlare Caliptica trionfante alla vista di TRINITY che si dimenava per uscire da quella soffice presa.

Il braccio sinistro iniziò a stendersi verso l’esterno ma fu per poco poiché con un guizzo rosso TRINITY si liberò dell’aura del nemico- Che stupido. Non importa se io sono il fuoco e tu l’acqua finchè mi attacchi con la tua aura non potrai mai sconfiggermi poiché la mia aura è molto più forte- e intendendo questo la spada sparò una scarica di proiettili rossi contro la sua stolta avversaria.

Caliptica guardò quei getti rossi avvicinarsi lentamente, lo spazio che le divideva era poco ma quel colpo ci metteva così tanto ad arrivare. Rimase per quei secondi a guardare la sua amica con compassione poi con un rapido fischio si attivò il mulinello d’aria.

Da questo vortice parti un getto d’aria che andò a deflettere il proiettili di TRINITY respingendoli indietro. Questi colpirono il braccio sinistro spingendolo all’indietro verso la schiena con tale forza che Yashuo per il dolore dovette alzarsi e mettersi orizzontalmente rispetto alle due spade.

-A volte l’uomo buono e valoroso deve staccarsi il braccio senza pensare a quanto sangue possa uscire per adempiere alla giustizia- sembrò dire Caliptica prima d menare il fendente che pose fine a tutta quella storia.

Il braccio sinistro di Yashuo cadde a terra orizzontalmente con ancora TRINITY in pugno rivolta verso l’alto. Il massacro era finito, in quel momento la ragione era forse finalmente riuscita a prevaricare sul volere di morte e violenza che la spada instaurava nel suo portatore? Nessuno può saperlo, possiamo solamente conoscere il risultato delle leggi che regolano il nostro mondo non le leggi stesse se no l’uomo le seguirebbe per risparmiarsi tanti dolori e insuccessi. Nel corso dei secoli le menti più brillanti della nostra specie hanno teorizzato semplificazioni di queste leggi (fisica, matematica, chimica e kamasutra) ma solo uno è riuscito a comprenderle. Peccato che il caro Dr.Faust sia stato esiliato in un’altra dimensione, avremmo potuto chiedergli qualche spiegazione che ci avrebbe fatto capire meglio il senso di tutto questo anche se penso che la violenza può essere difficilmente spiegata.

Per quanto riguarda il destino di Yashuo questo può essere riassunto in un motto di spirito tanto usato dai samurai dell’epoca e riportato un paio di volte in questo racconto. Il terreno vicino al lago era scivoloso e bastò che Yashuo spostasse un po’ di più il suo peso verso sinistra per cadere rovinosamente.

Il caso, la giustizia, l’ingiustizia, la provvidenza, la beffa o quel che sia, volle che cadde proprio sulla TRINITY che gli trapassò il cuore uccidendolo sul colpo. Quando però i rinforzi lo trovarono il volto del samurai si presentava sereno con gli occhi chiusi e un leggero accenno di sorriso sulle labbra.

Il capo dei rinforzi aveva ricevuto una lettera molto dettagliata su TRINITY e sulle sue peculiari capacità e segui scrupolosamente tutte le precauzioni del caso. Non volle quindi neanche estrarre la spada dal corpo del samurai che fu deposto fuori al tempio più vicino dove già si erano presi accordi per custodire la spada.

Per controllarla meglio furono prese una serie speciali di misure di sicurezza. Prima di tutto fu avvolta in uno speciale fodero fatto con la pelle si scroto di monaci vergini. Fu poi stabilito che i guardiani della spada dovevano essere sterili, vergini e aver perso tutti i capelli per cause naturali poiché alla spada piacevano i capelli lunghi.

Le precauzioni tennero la spada lontana dagli stupidi per molto tempo finchè dopo una brutta guerra il tempio fu distrutto e la spada perduta. Le tracce di questa dopo quella devastante guerra si persero completamene e la sua stessa leggenda iniziò a essere dimenticata finchè un giorno un mago novellino grazie a delle conoscenze molto particolari e a molta fortuna mista a soldi riuscì ad ottenere la spada come regalo per un amico.

Gideon aveva sempre voluto una katana, fin da piccolo aveva letto molti manga e giocato a molti videogiochi in cui ogni protagonista ne aveva una. Quando Pain gli regalò TRINITY stava appena uscendo da una brutta storia amorosa (che avrebbe rimpianto in confronto a quelle che ebbe dopo aver avuto la katana) e quindi si sentì subito molto legato alla sua spada che soprannominò Cuccicucci per via del suono che faceva quando si estraeva dal fodero (il singolare suono era un urlò di liberazione e di respirazione perché, come Pain aveva già scoperto, la spada posta nel fodero era oppressa dalla inettitudine passiva della pelle di questo e si dimenava come un hippy in gabbia)

Ora però la coesione che provava per la spada era completamente diversa qualcosa di molto più profondo ma allo stesso modo pericoloso per la dipendenza che gli dava quella sensazione. Non ci fece però molto caso, aveva TRINITY da molto tempo e riusciva a controllarla come nessun altro mortale aveva mai fatto. Sarà stato per il fatto che la sua generazione non prende niente sul serio o perché il suo cuore ferito gli permetteva di capire ciò che provava il pezzo di spada spezzato ma bisogna riconoscere che oltre al suo proprietario era fin ora quello che aveva posseduto TRINITY per più tempo.

A proposito di tempo ormai era quel tempo. Si decise quindi ad entrare in piazza e notò subito che davanti a lui seduto sui gradini della basilica c’era il suo avversario calmo perso in chi sa quali ricordi. Estrasse subito TRINITY e buttò il fodero di lato. Il suono da questa emesso attirò l’attenzione di Ronkudo che si alzò brandendo la sua Masamune che iniziò a brillare di un blu profondo.

I due sfidanti erano l’uno di fronte all’altro con le loro katane fosforescenti a fissarsi e a studiarsi pensando a cosa dire o fare per iniziare lo scontrò. Fu in quel momento che il sole fu inghiottito dal mare facendo piombare tutto nell’oscurità illuminata solamente dalle aure delle spade dei due sfidanti (per un guasto tecnico i faretti posti sul pavimento lungo tutta la piazza non si accesero quella notte).

 

 

 

Notucce personali :)

 

Hey ma non l’avevi già scritto? Ho avuto problemi con internet e non ho potuto postarlo sono la tristezza sfigata. Tralasciando questo ora ci sarà un combattimento che vi ho promesso da bho non lo so be’ finalmente Gideon combatte col più grande samurai di tutti i tempi DIN DIN.

Nel prossimo invece ci sarà lo scontro tra altri due fuori classe Zio Peppino e Feng Chin e finalmente finiamo questo capitolo e ci rioccupiamo di Pain *-*

Vi ho schematizzato un po’ la situazione ma non dirò altro…dirò solo…capra magica, chi capisce capisce.

Detto questo vi saluto tutti

Bye

CUORICUORI<3

   
 
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