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Autore: alcunesere    03/08/2015    4 recensioni
Siamo corpi che si fondono, mani intrecciate e cuori che battono all’unisono.
Siamo fatti delle stesse molecole.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Buongiorno fiori <3
Sono agitatissima e sto faticando un casino per mettere in fila qualche parola e  per formare qualcosa di decente. Il punto è che manco da questo sito da tanto -troppo- tempo e tornare con un'originale così non mi sta affatto aiutando.
Il punto è che qui, in queste righe, ci sono io ovunque. Ci sono perfino nelle virgole e negli spazi bianchi. 
Mi sto facendo ventimila paranoie -come sempre, del resto- e non so davvero se questa flashfic rimarrà qui, sotto gli sguardi di tutti, o se ritornerà a marcire nel mio pc. 
Vi auguro una buona giornata e vi lascio alla lettura :)
Un abbraccio,
Sara

 

         
 
Le stesse molecole
 
 
(Per A.)

 

La stanza è illuminata solamente dal chiarore tenue e arancio dell’alba, il portacenere a forma di ippopotamo è colmo di mozziconi e le tende bordeaux, quelle che tua madre odia così tanto, svolazzano indomate solleticandomi i piedi.
Hai i fianchi appoggiati al telaio della finestra, i capelli arruffati talmente sono cresciuti e l’immancabile tazza di the verde tra le mani.
Porto lo sguardo sul tuo petto nudo ed esamino con insistenza quel nuovo tatuaggio che hai fatto niente meno che cinque ore fa, proprio all’altezza del cuore: quattro lettere in stampatello che non formano altro che il mio nome.
Sbatto ripetutamente le palpebre -il cuore che va a mille e la testa che esplode- e afferro d’istinto l’ennesima sigaretta.
Hai sempre fatto progetti che guardano al futuro. Un futuro che, in un modo o nell’altro, mi vede continuamente al tuo fianco.
Una settimana fa, ad esempio, hai appeso una cartina del mondo in camera e hai cerchiato con l’indelebile rosso tutti i luoghi che sogni ininterrottamente di visitare -Tokyo, Washington, Rio, Sidney, Machu Picchu, l’Ecuador, Santorini...- e hai detto che li avremmo visitati tutti, nessuno escluso, insieme.
Un po’ mi hai spaventata, ad essere onesta. Che per una come me, piena di sfumature, paure e punti di domanda, non può essere altrimenti.
«Non hai ancora finito con quelle paglie?»
Non do peso al tuo rimprovero e faccio un cenno con la testa in direzione della chiazza nera che spicca sul torace latteo e: «Te ne pentirai.»
Scuoti la testa, quasi incredulo, e ti stendi al mio fianco in completo silenzio, non abbandonando nemmeno per un secondo i miei occhi. Intrecci immediatamente le tue gambe con le mie e mi stampi un bacio umido sul collo. «Non dovresti essere, che so, euforica?»
«É tipo una cosa enorme e io, non so, non ce la faccio.»
«Hey,-ti lecchi le labbra e mi sorridi rassicurante- non è cambiato nulla, siamo sempre gli stessi.»
Ti rivolgo un mezzo sorriso, ancora incerta, e seguo con l’indice il tuo profilo. Appoggi la fronte alla mia, sogghignando: «E poi ti avevo già tatuata ovunque.»
Ripenso a quando, da bambina, ero convinta che le case avessero un odore sempre differente e unico in base a chi vi abitava.
Allora penso a me e al mio odore, che, sai, non è poi così differente dal tuo. E penso che hai pienamente ragione, perché pure tu hai sempre abitato in me.
Siamo corpi che si fondono, mani intrecciate e cuori che battono all’unisono.
Siamo fatti delle stesse molecole.




 
 
  
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