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Autore: lasognatricenerd    03/08/2015    1 recensioni
#‎AU‬. James Carstairs + William Herondale. Scuola superior di Londra, 19 settembre. Au scritta insieme a BlueMagic_96
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: James Carstairs, William Herondale
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il primo giorno di scuola del terzo anno di superiori era iniziato e William era già davanti alle macchinette del corridoio. Quella mattina si era svegliato troppo tardi – come al solito – e non era riuscito a fare colazione visto che era praticamente corso fuori casa come un dannato. Aveva preso la cartella che non aveva palesemente preparato il giorno prima, era inciampato due o tre volte per le scale e poi era corso fuori per evitare di perdere l’autobus. Ovviamente lo aveva perso, quindi si era dovuto fare tutta la strada di corsa, arrivando a pelo con la campanella, anche se tutto sudato. Non che gli dispiacesse; era il solito a fare una corsa pomeridiana per tenersi in forma, ma considerato che erano le sette del mattino, faceva un freddo bestiale e lui era ancora assonnato, non ci teneva poi così molto.

Le ragazze si erano subito appiccicate alle sue braccia senza un attimo di esitazione, chiedendogli come fosse andata la sua estate. Dio, ma quanto erano strazianti! Sicuramente la sua estate era andata meglio, visto che non aveva tutte quelle ochette attorno a rompergli il cazzo. Ovviamente fu molto più fine, anche se non troppo. Le liquidò con un “ragazze, nemmeno quest’anno vedrete il mio cazzo.” e poi entrò in classe con un certa nonchalance. Non aveva notato le loro facce e sinceramente nemmeno gli interessava vederle, per questo era passato avanti. Il professore, grazie al cielo, non era ancora arrivato in classe, quindi gli diede il tempo di riprendere almeno un po’ di respiro.

Salutò uno dei suoi migliori amici, Alastairs, e poi si girò verso l’altro. Era bello stare con loro; li conosceva da tre anni oramai, da quando… praticamente da quando Jem se n’era andato. Quel pensiero lo prese in contropiede, perché era successo ancora; lo aveva sognato ancora quella notte. Ogni notte di ogni primo giorno di ogni cazzo di anno, per lui era un trauma. Un giorno, una volta, non era così. Cominciare la scuola significava avere James come amico di banco, stare con lui a ricreazione, parlarci, giocarci. Significava tante di quelle cose…

Ma poi lui se n’era dovuto andare. Si era trasferito in chissà quale città, con chissà quale numero, in chissà quale casa e non si erano più visti. Non sapeva se la colpa fosse sua, o dei suoi genitori. Sapeva solamente che aveva una malattia, ma nient’altro. Jem non gliene aveva mai parlato ed il moro era rimasto ferito da tutto ciò. Eppure non aveva fatto domande, no. Si era opposto alla sua partenza, ma purtroppo non aveva potuto fare niente, perché sembrava necessario partire.

E così non si erano più sentiti. James era letteralmente scomparso dalla sua vita com’era entrato quella volta in cui il pallone era entrato nel proprio giardino, ed un bambino dal suo stesso colore di capelli, si era affacciato al cancello per chiedere scusa. Era stato quello il giorno in cui si erano incontrati per la prima volta e William non avrebbe mai potuto dimenticare. Poi, da quando era entrato nella sua vita, le cose avevano cominciato ad andare meglio, come se potesse essere felice per sempre.

E di nuovo, quando se n’era andato, tutto aveva cominciato ad andare male. William aveva iniziato le superiori ed aveva fatto amicizia con questi due ragazzi così diversi da lui, ma, piano piano, si era abituato a tutto. Non diceva di fingere, voleva bene ad entrambi, ma nascondeva ciò che era davvero. Non avrebbe mai detto loro che si divorava i libri, che studiava seriamente, che aveva un sacco di hobby che molti avrebbero chiamato “da secchioni.” Purtroppo, William, era un tipo che badava troppo a quello che le persone dicevano ed era per questo motivo che oscurava tutta la verità che gli girava attorno.

“Herondale?” Una voce fin troppo conosciuta lo richiamò, rendendosi conto che oramai la professoressa di inglese era entrata in classe. Dio santo quant’era brutta! Il ragazzo si rizzò sulla schiena ed alzò un sopracciglio in segno di sfida. “Che cosa ho detto?” Il moro fece spallucce, appoggiando poi entrambi i gomiti sul banco senza farci troppo caso. “In realtà non lo so.” Ribatté, cacciando una piccola risata dalle labbra, sentendo l’altro suo migliore amico, Marcus, ridere.

“Quest’anno ti voglio attento o in quarta non ci arrivi.” Ogni anno era la solita ramanzina del cazzo. “Sì, sì.” Disse a bassa voce, passandosi poi una mano fra i capelli per metterci i ricci apposto. Sarebbe stata una lunga giornata.

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“Ehy, Will, dai, vieni!” Un amico di Alastairs lo strattonò per la manica della maglia, trascinandolo verso il corridoio del secondo piano. “Che cosa c’è?” Si lamentò con fare quasi disperato, notando che c’era qualcuno accalcato infondo al corridoio. Non capì all’istante che cosa succedeva, finchè non notò Alastairs e Marcus prendersela con qualcuno che era le macchinette. “Dai, dacci dei soldi. Oppure la merenda.” William sorrise; erano i soliti a fare quel tipo di bullismo. Il moro si fece strada fra le persone, passando poi lo sguardo verso il ragazzo. Il suo cuore si fermò completamente, facendolo tremare.

– No, ti prego. No. – Le parole che si ripeté mentalmente furono orribili. Voleva morire, in quell’istante. Il ragazzo che stavano prendendo di mira, al quale avevano appena dato uno strattone, era James Carstairs. Era il suo Jem. Era lui, William ne era sicuro. “Ragazzi, basta. Non vedete che non ha soldi?” Alastairs e Marcus si girarono verso di lui con uno sguardo piuttosto interrogativo. “Forza, io credo che ci sia altra gente a cui spillare soldi. Perché perdiamo tempo con gente del genere?” Sperò vivamente che potesse convincerlo. Intanto il suo cuore batteva all’impazzata, ma faceva di tutto per non incrociare lo sguardo dell’altro. Se fosse successo, sarebbe crollato decisamente sul posto.
Gli altri due annuirono. “Ah, per fortuna che ci sei tu di intelligente!” Esclamò Marcus, mentre lasciava andare James e si dirigeva da qualche altra parte, seguito da Al. William sospirò, alzando finalmente gli occhi verso l’altro. Dio mio, dio mio, era davvero lì. Per un attimo fu tentato di parlarci, ma era meglio di no. Potevano vederlo. Dunque, con un cenno appena accennato del capo, si girò e se ne andò via.

   
 
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