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Autore: Prim_    04/08/2015    1 recensioni
Ci sono momenti, momenti come questo, all’una di notte, con il caldo omicida e gli Oasis nelle orecchie, in cui mi manchi. Mi manchi sul serio.
Volevo scrivertelo su Twitter, perché tanto non l’avresti mai controllato, ma non volevo che nessun altro lo sapesse perché sarebbe strano. Sarebbe strano perché tu ci sei, in un certo senso.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E adesso che sei dovunque sei 
Chissà se ti arriva il mio pensiero 
Chissà se ne ridi o se ti fa piacere 

 


 
Ci sono momenti, momenti come questo, all’una di notte, con il caldo omicida e gli Oasis nelle orecchie, in cui mi manchi. Mi manchi sul serio.
Volevo scrivertelo su Twitter, perché tanto non l’avresti mai controllato, ma non volevo che nessun altro lo sapesse perché sarebbe strano. Sarebbe strano perché tu ci sei, in un certo senso.
Ci sei, anche se guardi sempre il cellulare quando sei con me. Ci sei quando raramente (perché sì, non puoi negare che ogni minuto di ogni giorno è diventato raramente) rispondi ai messaggi.
Quando vuoi tu, come vuoi tu, ci sei.
Ma mi manchi.
Mi manca il modo in cui mi guardavi anzi no, mi osservavi prima, con attenzione per non perderti nessun dettaglio, nessun segno di debolezza, nessun’insicurezza, con quegli occhi che guardavano solo me non appena entravo in una stanza, quegli occhi che cancellavano qualsiasi altra ragazza ci fosse. Mi manca il fatto che c’ero solo io prima e nessun’altra.
Mi manca il modo in cui mi prestavi ascolto, sinceramente interessato ai miei discorsi sempre pronto a dire la cosa giusta che mi mostrasse la verità, che mi facesse sentire meglio, bene. Mi manca il fatto che mi stringevi la mano sotto al giubbotto durante le messe, mi manca il sorriso che rivolgevi solo a me, mi mancano le tue mani sulla schiena, sulle spalle che mi stringevano forte e che dicevano “non ti lascio andare”.
Dio, quanto mi manchi.
Quando mi venivi a prendere fin sotto casa e mi dicevi che volevi stare sempre sempre con me. Quando volevi venire ad ogni costo da me ogni volta che piangevo come una disperata per il panico.
Quando volevi me e solo me.
Adesso mi guardi poco, sempre meno in confronto a quante volte guardi lo schermo del tuo cellulare in attesa di un messaggio dei tuoi amici o di un commento della comunità o comunque di qualcosa del genere. E guardi le altre, un po’ ma lo fai lo stesso. Mi baci di meno, solo quando senti di doverlo fare per tenermi contenta – o almeno così sembra. Non mi tieni la mano perché a messa non vieni più, non vuoi venire nemmeno alle feste della chiesa dove canto figuriamoci tenermi la mano. Non mi ascolti nemmeno più perché quando parlo pensi sempre ad altro e scoppi a ridere così a caso, e se ho un problema non serve nemmeno dirtelo più perché tanto scrolleresti le spalle troppo occupato a socializzare con una Sofia o un Federico. Non mi fai sentire bene, a parte quando mi baci e mi sussurri che “ti amo da morire” ma poi sparisce tutto e mi rendi più triste tu che il resto.
Adesso non mi stringi più, non in quel modo, non senza avere quel maledetto telefonino in mano.
Mi sento un po’ messa da parte ed è un po’ che va avanti.
Prima per gli amici e ora per quella comunità del cazzo.
Dio, e io che sono? L’ultima ruota del carro?
E va bene, va bene.
Ma nemmeno sorridi più per me.
E sei come l’aria, come l’ossigeno dei miei attacchi di panico.
Mi manchi da morire.



 

 

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04.08.2015
 
 
  
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