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Autore: Niglia    04/08/2015    1 recensioni
[Rebekah/Caroline]
«Bekah. Perché, in nome di tutto ciò che c’è di sacro al mondo, mi hai comprato dei vibratori?»
Scritta per il 'Drabble Weekend Event' indetto dal gruppo FB "We are out for prompt".
Genere: Commedia, Generale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Caroline, Forbes, Rebekah, Mikaelson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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WE ARE OUT FOR PROMPT – 31 LUGLIO/02 AGOSTO 2015

Titolo: A Selfish Gift
Personaggi: Caroline Forbes, Rebekah Mikaelson
Prompt ©Livia Dura: Brotp, “Mi hai comprato dei... Vibratori?”/ “Così la prossima volta che litigherai con mio fratello non verrai a consolarti, finendomi il gelato.”
Note: Brotp, AU. Ogni riferimento a vibratori esistenti non è puramente casuale – esistono, esistono. (Chiedo scusa in anticipo per la demenza, LOL)

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A Selfish Gift




«Bekah. Ti ricordi quando ti avevo detto di non farmi regali senza una buona causa?»
«Mhmh. Natale del ’34. Se non sbaglio le tue esatte parole sono state, “È inopportuno regalare della biancheria commestibile alla compagna di tuo fratello, per favore evita”.»
«…Sì. Esatto. Quindi, se te lo ricordi così bene, posso chiederti perché…?»
«Beh, cara, quella non è biancheria commestibile.»
«Non è quello il punto», sibilò l’altra. Passandosi una mano tra i capelli, Caroline sospirò rassegnata. «Bekah. Perché, in nome di tutto ciò che c’è di sacro al mondo, mi hai comprato dei vibratori?»
«Dio mio, Care. In momenti come questi salta fuori la piccola paesana che è in te», ribatté Rebekah con un teatrale roteare di occhi. «Come fai ad essere ancora così pudica dopo quasi cinquant’anni che stai insieme a mio fratello? Non credo che giochiate a Monopoli in camera da letto. Anzi, sono sicura che non giochiate a Monopoli, vi si sente urlare fin dall’altro lato della città.»
«Bekah», ringhiò l’altra vampira. «Non è questione di essere pudica. È questione che certe cose non si fanno. E in ogni caso – ne bastava uno! Non uno-di-ogni-tipo!»
«Scusami, cara, ma a me piace fare regali utili e io non conosco i tuoi gusti.»
«E in quale universo a me dovrebbe piacere questa specie di… di… testa-di-rinoceronte?»
Rebekah inarcò un sopracciglio e un sorriso sornione le si dipinse sulle labbra. «Ti devo davvero spiegare come funziona?» Domandò maliziosa.
Caroline non credeva che un vampiro potesse arrossire così tanto. «No! Posso vivere senza», borbottò, mettendolo da parte in fondo alla busta in mezzo agli altri e pregando che nessuno mai li trovasse. La sua mano ne sfiorò un altro, e vinta dalla curiosità – curiosità, era solo pura e semplice curiosità, non c’era neppure un briciolo di interesse, no, nisba, nada – spinse da una parte “Eva, il vibratore da usare senza mani” e tirò fuori un’altra confezione. «E questo? Sfere di Geisha…»
Rebekah saltò a sedere sul letto e allungò le gambe sui cuscini, osservando Caroline che studiava il contenuto della busta. «Oh, quelle sono piuttosto facili da utilizzare», disse subito, indicando le piccole sfere di metallo che l’altra si stava rigirando tra le mani per comprenderne l’utilizzo. «Sono le mie preferite! Basta che te le infili nella-»
«BEKAH!» Caroline la fissò con gli occhi sgranati, lasciando cadere le sfere sul materasso. «Per l’amor del Cielo, non voglio sapere che cosa ci fai tu!» Poi un pensiero improvviso le attraversò la mente, e la vampira impallidì. «Non… non sono – voglio dire, non sono le tue, vero?» Mormorò.
L’altra sbuffò. «Oh, per favore. Come se io volessi privarmi dei miei giocattoli per darli a te.» Caroline non fece in tempo a riflettere se quel pensiero la sollevasse o meno, perché già la cognata stava continuando con la sua tirata. «Hai idea di quanto ho speso in quel negozio? E da parte tua neppure un “grazie, Bekah, per aver pensato a me”!»
Incrociando le braccia sul petto, Caroline ribatté con: «Ecco, a proposito: perché hai pensato a me, Bekah?»
La risposta che le diede l’altra vampira la lasciò momentaneamente senza parole. «Perché si dà il caso che a me il gelato piaccia.»
«Mh… Cosa?»
«Il gelato, Caroline. Il gelato», ripeté, sventolandole una mano davanti al naso. «Ogni santa volta che tu e mio fratello litigate, e Dio solo sa quanto spesso questo accade, tu vieni a casa mia, ti piazzi sul mio divano, ti impossessi della mia scorta di gelato e rimani tutta la notte a mangiare e piangere e mangiare ancora fin quando non finisci ogni singola confezione che c’è in frigo. E per inciso, il fatto che tu non possa ingrassare non vuol dire che tu debba mangiare come un orso bruno a fine disgelo.»
Sconvolta e profondamente offesa – l’aveva sul serio paragonata a un orso bruno? – Caroline boccheggiò per una manciata buona di minuti senza sapere cosa dire. «Ma… ma questo cosa c’entra…» Mormorò alla fine, le braccia abbandonate sul proprio grembo.
«Credevo di esser stata chiara», sospirò Rebekah. «In questo modo, la prossima volta che litigherai con Nik non verrai da me a finirmi il gelato. Usa questi – vedrai, ti piaceranno», annuì convinta l’Originale.
Caroline non seppe che ribattere.


-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Drabble: 700 parole.
   
 
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