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Autore: Tatuata Bella    05/08/2015    6 recensioni
Louis dice ad Harry della gravidanza di Brianna. Ogni cosa fra loro vacilla. Ma solo per un istante.
[LARRY]
Genere: Angst, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In momenti di crisi, la mia reazione, come al solito, è mettermi a scrivere per "sistemare" le cose e farle andare come voglio io.
Questa One Shot va interpretata in questo modo e non ha nessun'altra pretesa se non alleviare momentaneamente tutto il peso del drama che sta circondando il nostro povero fandom in questi mesi.
Un bacio
Ire





Harry si era chiuso in camera da ore.
Stando fuori dalla porta Louis riusciva a sentirlo piangere, ed aveva pianto senza sosta da quando Louis gliel’aveva detto.
Louis aveva una paura tremenda che gli impediva di respirare da quasi l’intera giornata. Da quando aveva risposto al telefono, sbuffando, perché la chiamata lo aveva svegliato. Gli era mancato il respiro appena aveva sentito la voce di Brianna dirgli quelle cose al telefono, e poi gli era mancato un’altra volta, quando si era trovato il viso della ragazza di fronte appena era corso da lei. Un volo da Los Angeles a New York, last minute, solo per sentirsi ripetere quella cosa, e capire fino in fondo che era vero.
Ma in quel momento la cosa che più gli faceva paura era il modo in cui era cambiata l’espressione sul viso di Harry appena dopo avergli sentito dire quella frase.
Non c’erano modi migliori o peggiori per dirlo, c’era un solo modo.
Il sorriso di Harry mentre gli apriva la porta di casa sua si spense immediatamente, appena si accorse dell’espressione grave sul viso di Louis.
“Che è successo?” chiese Harry, con voce preoccupata.
Louis era rimasto in silenzio per qualche secondo.
Harry aveva cominciando ad agitarsi. L’espressione di Louis proprio non gli piaceva.
Louis aveva chiuso gli occhi mentre lo diceva, perché sostenere lo sguardo ansioso di Harry in quel momento era sopra le sue capacità.
“Brianna è incinta. Il bambino è mio.”
Harry era rimasto immobile per qualche secondo. Fissava Louis, sbattendo le palpebre, incredulo.
“Cosa?”
Louis aveva annuito, guardandosi i piedi, non sapeva che altro fare.
E da quel momento Harry era uscito di testa, come Louis non lo aveva mai visto fare.
Gli gridava cose che andavano dalle domande su come fosse finito a letto con lei, sul perché gli avesse fatto una cosa del genere, fino a cosa avesse intenzione di fare, e a come era possibile che fosse stato così incosciente.
E poi si era chiuso in camera, dopo avergli urlato che non voleva vederlo mai più.
E Louis si era ritrovato a fissare la maniglia della porta della stanza di Harry, seduto per terra, e a sentire i singhiozzi del suo fidanzato, che non gli permetteva neppure di avvicinarsi.
Non lo aveva mai visto stare così male e si sentiva malissimo all’idea di aver causato tutto questo.
Trasalì quando sentì la serratura della porta scattare. Harry aveva tolto le mandate, senza aprire la porta. Louis prese un paio di respiri profondi prima di entrare. Harry era ritornato sul letto, rannicchiato con la testa contro il cuscino, la stanza era in penombra, dei singhiozzi soffocati si sentivano ancora di sottofondo.
Si sdraiò silenzioso dietro Harry, il petto contro la sua schiena, posandogli cauto un braccio attorno al suo busto. Aveva paura che potesse scattare ed urlargli di nuovo contro.
“Harry…ti prego non fare così.”
“Ti odio. Ti odio. Che cazzo di bisogno avevi di scoparti quella? Perché l’hai fatto, Louis, voglio saperlo.”
Louis si strinse ad Harry un po’ di più, parlandogli con il naso affondato nel suo collo.
“Mi sentivo solo. Tu eri dall’altra parte del mondo. Avevamo anche litigato, te lo ricordi?”
Harry annuì, lievemente.
“Ero ubriaco, ho fatto una stronzata. Vorrei dirti che c’è una spiegazione, ma non c’è. Sono solo stato stupido.”
Harry non rispose, non disse niente. Non spostò le mani di Louis su di lui, non cercò di allontanarlo. Se ne stava lì, lasciava andare un singhiozzo ogni tanto.
“Ho tanta paura. Del futuro, del bambino, di diventare padre, di noi due, di ogni cosa. Ho bisogno di averti al mio fianco per affrontare tutto questo, non posso farcela da solo. Puoi perdonarmi?”
Harry tirò su col naso.
“Ti odio. Per tutto questo, ti odio.”
Louis sentiva di stare per piangere anche lui. Si era trattenuto per troppo tempo, e aveva passato troppi minuti immobile davanti alla porta ad ascoltare Harry che singhiozzava.
“Dimmi cosa posso fare. Io ti amo, farò qualsiasi cosa.” Gli sussurra, con il fiato che gli sfiora un orecchio.
Harry non rispose, così Louis continuò a parlare, non riusciva a sopportare quel silenzio da parte di Harry: “Non mi avevi mai detto di odiarmi. Mai, nemmeno quando litigavamo. Mi spaventa davvero sentirti dire queste cose. Ho paura di perderti, Harry. Ti prego, amore dimmi che non è così. Dimmi che non lo pensi veramente.”
Ancora silenzio. Louis si sentì morire dentro, sempre un po’ di più per ogni secondo in cui Harry continuava a non dire nulla.
“Mi dispiace di essere andato a letto con lei. Te lo giuro non succederà più…”
“Non mi interessa cosa hai fatto con Brianna.” Lo interruppe Harry. “E’ solo che…ho sempre pensato che un giorno noi due…E invece questa sarà la cosa più importante della tua vita. E io non sarò nemmeno lontanamente coinvolto. Questo bimbo sarà un intero mondo, un intero mondo di cui io non farò mai parte.”
Louis cominciò ad accarezzargli i riccioli, lentamente, stringendosi ancora più forte ad Harry.
“Tu fai parte di me. Farai parte per forza di ogni cosa della mia vita.”
Harry tirò su col naso, aggrappandosi alla mano di Louis che non stava scorrendo fra i suoi capelli.
“Non sarà così, e lo sai benissimo. Questa è una cosa che…sarai padre, Lou. Di un bambino o una bambina per cui io non sarò nessuno, sarò solo il tizio da cui devi tornare a casa, quando hai finito di stare con tuo figlio. E un giorno, quando ti sarai stufato di me, ti renderai conto che non hai più voglia di tornare da me, e mi lascerai per avere una famiglia normale. Noi non possiamo nemmeno prenderci per mano per strada. Tu con lei puoi avere tutto.”
“Shhh. Non dire queste stronzate, Harry, non succederà mai. Non devi nemmeno pensarlo. Io non ti lascerò mai per lei.”
“Non ho paura di lei. Il bambino…il bambino è un’altra cosa.”
Harry fece un’altra pausa, più lunga delle altre, così prolungata che Louis cominciò a pensare che Harry fosse crollato e che si fosse addormentato, o che avesse deciso davvero di non parlargli più.
“Ti perdono.” Mormorò a un certo punto, quando Louis aveva quasi perso la speranza, ma non si era mosso di un millimetro.
“Grazie. Harry…grazie.”
“Non sarà facile, Lou, non ci sarà niente di facile in tutta questa questione. Dovrai dirlo a tutti, annunciarlo sui media. Scoppierà un casino e tutti ti riempiranno di domande. Mi sentirò male ogni volta. Ma ti amo, voglio starti accanto. Anche se sei uno stupido.”
Louis prese Harry per le spalle e lo voltò, per trovarsi il suo viso di fronte.
“Allora non mi odi?”
“Un po’ sì. Ma ti amo lo stesso.”
Louis gli sorrise, debolmente e gli diede un bacio, lieve, sulle labbra, salate per via delle lacrime.
Aveva ragione Harry. Non sarebbe stato facile, ma adesso che sapeva di avere Harry al suo fianco, che sarebbe rimasto con lui, Louis riusciva a sentire che aveva un po’ meno paura.
 
 



Un anno dopo
 
 
Harry preferiva non vedere mai il bambino.
Andava via di casa quando Louis aspettava la visita di Brianna con il bimbo, e a volte accompagnava Louis in macchina quando era lui ad andare da lei, ma non entrava mai.
Era al telefono con Louis, mentre lui aspettava la fine del travaglio nel corridoio dell'ospedale, è stato la prima persona a cui ha detto 'E' nato'.
Ma nonostante tutto, Harry non aveva mai visto il bimbo, solamente in foto. Eppure Louis insisteva, insisteva sempre perché Harry lo vedesse almeno una volta, ma lui continuava a dire di no. Non sapeva nemmeno perché, in effetti. Amava quel bambino, amava vedere Louis felice quando parlava di lui, e amava quella piccola immagine che osservava nelle foto che Louis gli mostrava continuamente.
Forse aveva paura che vedendolo lo avrebbe visto come un ostacolo fra lui e Louis, che avrebbe cominciato ad esserne geloso. O forse non voleva essere invadente, non voleva che Brianna lo vedesse come ‘il fidanzato del padre di mio figlio che vorrebbe rubarmi il bambino e fingere che sia il loro’.
Non era così, Harry non voleva questo. Solo, non voleva vedere il bambino. Aveva paura di rovinare tutto l’equilibrio precario che si era creato dalla sua nascita.
Andava tutto avanti così, da cinque mesi, fino a quel giorno.
Era un pomeriggio come gli altri, erano a metà della seconda settimana di pausa dal tour prima di riprendere con un’altra serie di date.
Harry stava girando scalzo, spostando il tavolino da caffè al centro della sala di casa di Louis, perché sotto la finestra sarebbe stato decisamente meglio.
Sentì suonare alla porta e trasalì, lanciando un’occhiata veloce all’orologio.
Era in anticipo.
Oddio. Era in anticipo.
Cosa cavolo avrebbe fatto ora?
Il campanello suonò di nuovo.
Al diavolo.
Aprì la porta.
Brianna spalancò gli occhi, sorpresa di trovarsi di fronte Harry.
“C…ciao.” Disse, incerta.
“Ciao. Entra. Louis è sotto la doccia…sei in anticipo.” Disse.
“Lo so, mi dispiace. Ti ho…messo a disagio?”
Harry scosse in fretta la testa. Un po’ troppo in fretta.
“No, figurati. No. Anzi. Puoi, sistemarti come fai di solito. Con…il bambino e tutto.” Disse, accennando con un gesto frettoloso della mano alla carrozzina che Brianna aveva appena introdotto in casa.
La ragazza prese il bimbo in braccio, stava piangendo un po’, e la madre lo cullò per qualche secondo.
“Non lo hai nemmeno guardato, Harry.”
Harry sussultò di nuovo. Era davvero così evidente?
“No, no…è che…”
“Vuoi prenderlo in braccio?”
“no.”
Brianna gli sorrise e gli porse quel piccolo fagotto che teneva fra le braccia.
“Fai piano.”
Harry, come guidato da una forza che non dipendeva da lui, prese il bimbo fra le braccia. Muoveva le braccine in avanti, cercando di afferrare l’aria. Aveva i capelli biondi e due occhi luminosi, azzurri, con qualche macchia d’oro, ancora umidi per quel piccolo pianto di qualche minuto prima.
“Ha gli occhi di Louis.”  Sussurrò Harry, incapace di parlare ad un volume normale.
Brianna riuscì a sentirlo comunque, e gli annuì.
“Hey! Sei in anticipo”
Harry si voltò di scatto verso le scale. Louis stava scendendo verso di loro, con i capelli ancora umidi per la doccia.
Fissò Harry con suo figlio in braccio per qualche secondo. Era la scena più bella che avesse mai visto in tutta la sua vita. Il suo cuore cominciò a battere più in fretta.
“Sì, mi dispiace.” Rispose Brianna.
Louis raggiunse Harry e si fermò vicino a lui per qualche secondo. Harry gli porse il bambino, con delicatezza, e Louis lo prese in braccio.
“Ciaaaao pulce!”
Harry non riuscì ad evitare di sorridere mentre li guardava.
La voce di Brianna infranse la bolla in cui si erano immersi: “Aehm. Io oggi avrei un impegno, in realtà. Se vi lascio soli con lui? Pensate di riuscirci?” disse, finendo la frase con un tono ironico.
Louis guardò verso Harry, con uno sguardo interrogativo.
“Non so se è il caso…magari…magari resti, tu, Lou. Io ho delle cose da fare in studio e…Non vorrei intromettermi tra voi.”
“Harry. E’ soltanto un pomeriggio, resta con noi.” Louis tirò su il bimbo, prendendo un suo braccino e facendoglielo muovere delicatamente “Guarda. Anche la pulce vuole che resti.”
Harry abbassò lo sguardo, rimase indeciso ancora per qualche secondo, poi alzò gli occhi e sorrise, incrociando lo sguardo di Louis.
“Ok.”
E in quel momento era come se si fosse dimenticato che quel bambino era la rappresentazione vivente di tutto ciò che lui non avrebbe mai potuto avere, perché non era così. Amava quel bimbo con quegli occhioni blu, era entusiasta all’idea di passare un pomeriggio intero con lui e Louis. Come se per un giorno fossero davvero una famiglia.
E in quel momento se ne rese conto.
Avrebbero potuto esserlo davvero. Tutto quello era reale. Avrebbero potuto esserci altre giornate come quella, adesso che aveva anche la certezza che Brianna non aveva nulla in contrario.
“Ci sono le due persone che amo di più in tutto il mondo nella stessa stanza in questo momento.” Dice Louis, appena Brianna uscì di casa, dopo aver salutato e aver detto qualcosa a Louis sui pannolini.
Harry gli rispose con un sorriso.
“Sono felice.” Aggiunse Louis.
Harry continuò a sorridere, non riusciva a dire nulla di sensato.
Era assurdo, ma in quell’istante realizzò che anche lui era davvero, davvero felice. E parte di quella felicità era dovuta anche all’esistenza di quella piccola creaturina che Louis teneva fra le braccia.







a) non ho mai detto il nome del bambino perchè ho cercato di evitare di inventarmi un nome a caso.
b) è una stupidaggine cretina e non volevo nemmeno pubblicarla ma ho passato la serata a scriverla e così ho deciso di metterla lo stesso, ma è una cosa così fine a se stessa senza pretese di sorta :)
c) se mi lasciate una recensione sono felice lo stesso


un bacio gigante :)
Ire

 
  
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