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Autore: _ Arya _    05/08/2015    16 recensioni
Cosa succederebbe se la principessa Emma Swan - una principessa non comune, ma audace e pronta all'avventura - , rapita dal pirata Barbanera, fosse salvata da Capitan Uncino?
-Spin off del capitolo 3 di One Year of Our Life-
"-Volete un goccio di rum? Allevia il dolore, ve lo assicuro.- mi domandò Hook, porgendomi la sua boccetta.
-Capitano, una principessa che beve il rum? Sarà abituata a baci e abbracci per il dolore, dubito beva!- intervenne Smee, e alcuni risposero con una risata.
In risposta li incenerii con lo sguardo, ed afferrai la boccetta per poi mandare giù ben più di un goccio." [dal primo capitolo]
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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EPILOGO (part 2)
[ 7 mesi dopo ]












HOOK POV

-Swan... va' piano...
-Ma ti ascolti quando parli?! Dovrei andare piano?! E magari mi siedo anche, così partorisco sulla passerella della tua nave! Sai essere un vero idiota ritardato Hook!
-S... scusa- borbottai, cercando di continuare a sorreggerla per quanto fosse difficile dato che non riusciva a stare ferma.
Per tutto il giorno Emma aveva avuto contrazioni più spesso del solito, oltre che più forti, e trovandoci vicino al regno avevamo deciso di rimandare la spedizione dell'ultimo carico nel regno vicino per riportarla a casa. Per quanto avesse continuato a rassicurarmi che tutto andasse bene, io avevo temuto potesse esserci qualche problema... e per fortuna!
Nel momento in cui si era alzata quando avevamo iniziato ad avvistare il porto in lontananza, le si erano rotte le acque, preannunciando l'imminente nascita di nostro figlio. O figlia. Non sapevamo il sesso del bambino, avevamo deciso di scoprirlo solo nel momento in cui fosse nato.
Sua madre aveva dato alla luce solo due mesi e mezzo prima un bel maschietto, Leopold, in onore del padre della donna, e aveva chiesto a Emma di rimanere a palazzo per gli ultimi mesi che restavano anche a lei prima del parto. Inutile dire che ci eravamo fermati solamente una settimana, in modo che la sorella maggiore potesse conoscere il nuovo arrivato, ma quando io ero ripartito per Arendelle – con la cui Regina avevamo stretto alleanza durante il viaggio di nozze – non aveva voluto sentir ragioni ed era venuta insieme a me. Lo stesso per i viaggi successivi, fino a quest'ultimo più breve a cui le avevo sconsigliato di venire dato che sarebbe durato poco. Ma testarda com'era, non mi aveva nuovamente dato retta.
-Ci serve una carrozza, la principessa partorirà a momenti!- sbraitai alle guardie che accorsero ad accoglierci una volta scesi dalla nave: ovviamente non ero mai stato sgarbato verso di loro, ma in quel momento le buone maniere potevano anche attendere.
-Ah!- gridò lei per l'ennesima volta, stringendo forte il mio braccio -Perché non puoi essere tu a partorire, eh?! Non è giusto, tu non hai idea... perché diavolo mi sono fatta mettere incinta da te, stupidissimo pirata!
-Sta' tranquilla Swan, presto passerà tutto...- sussurrai accarezzandole i capelli ed ignorando gli insulti: fortunatamente sua madre mi aveva avvertito che sarebbe potuto succedere, e conoscendo il temperamento di Emma non fu di certo una sorpresa. E in più aveva l'aria di essere davvero doloroso.
-Sì certo, quando questo bambino uscirà da dentro di me! Hai idea di come ci si senta?! No ovviamente no, voi uomini dovete sempre avere la parte più facile!
Stavolta mi diede un pugno davvero ben assestato sulla spalla, ma evitai di dirle che neanche la mia parte fosse facile perché sicuramente mi avrebbe aggredito in maniera ancora peggiore.
Era dura vederla soffrire, ma una volta finita sarebbe valsa la pena, lo sapevamo entrambi in fondo: il nostro piccolo avrebbe finalmente visto la luce, e lei avrebbe avuto il tempo di rilassarsi dopo quei lunghi mesi di gestazione.
Avevamo già stabilito i turni, e perché non fosse obbligata a svegliarsi troppo spesso ogni notte, lei avrebbe pensato ad allattare ed io a cambiare i pannolini.
-Vostre altezze, la carrozza è pronta. E un messaggero è stato mandato a palazzo per poter dare la notizia al Re e la Regina.
-Grazie mille. Datemi una mano a far salire la principessa, per favore.
Mentre io cercavo di ricordare alla ragazza di fare dei grandi respiri per rilassarsi, la guardia mi aiutò a caricarla nella carrozza, con la speranza che da seduta si sarebbe sentita un po' meglio.
Grave errore ovviamente, e durante tutto il viaggio pensai che sarei rimasto anche senza mano destra per la forza con cui me la stringeva per non gridare troppo.

-Scusa, Killian- sussurrò mentre la aiutavo a scendere e lasciavo che mi cingesse le spalle, mentre i suoi genitori accorrevano verso di noi.
-Non ti preoccupare tesoro... ho sempre saputo a cosa andavo incontro, conoscendo il tuo caratterino- sorrisi e le baciai la fronte.
-Grazie- sorrise lievemente anche lei, e strinse forte gli occhi probabilmente a causa di un'ennesima contrazione.
Volevo solo che il tempo passasse in fretta, che facesse uscire quel bambino per smettere di soffrire e godersi i suoi primi attimi di vita insieme a me: ero certo che sarebbe stata un'emozione unica e intensa. Forse in fondo era stato un bene che fossimo partiti insieme, altrimenti avrei potuto perdermi il momento e non me lo sarei mai perdonato.
-Emma! Oh tesoro, il dottor Frankenstein sta arrivando! Johanna sta preparando la tua stanza, quando arriveremo sarà tutto pronto! Killian, James, portatela di sopra! Pensavo mancasse ancora una settimana!
-Emma aveva detto due! Solo una?
-Sì, una! A quanto pare ti ha mentito per farsi portare con te.
-Oh, una o due... devo essermi confusa che volete che cambi!- esclamò quella, lasciandosi prendere sotto braccio da me e suo padre: in quel momento avrebbe davvero fatto comodo una scala mobile o un qualcosa che potesse salire automaticamente lungo i piani.
-Cambia Swan, saremmo rimasti a palazzo! Non sarei partito neanch'io...
-Volevo solo fare un viaggio! Non arrabbiarti con me, non urlarmi contro!- gridò ancora, mentre copiose lacrime iniziavano a scivolarle lungo le guance.
-Oddio scusa tesoro, non piangere, sei perdonata, io...
-Non piango per questo idiota, piango perché fa male! Vuoi provare tu?!
Io e il re ci guardammo piuttosto sconvolti, e cercammo di accelerare il passo nonostante muovesse difficilmente i piedi; fosse stato per me le avrei fatto preparare una stanza qualsiasi al primo piano, ma a quanto pare voleva avere un ambiente in cui sentirsi a proprio agio.
-Eccoci! Eccoci, solo qualche altro passo piccola e ci siamo...
Fortunatamente la porta della sua camera era aperta, e Johanna ci aiutò a sistemarla sul letto in modo che si potesse poggiare comodamente contro i cuscini, per essere leggermente rialzata.
Subito dopo entrarono sua madre e il dottore, ed io la aiutai a liberarsi della biancheria per poi coprirla con una delle lenzuola pulite che aveva lasciato la domestica.
-Tesoro, continua a respirare... farà meno male.
-Ah sì? E che ne sai?! Sembri sempre più stupido! Hai mai partorito?- mi domandò, mentre le stringevo la mano e il dottore faceva uscire tutti gli altri in modo che con lei restassimo soltanto io e lui, come aveva chiesto.
Mi feci scappare una piccola risata, nonostante il momento critico non aveva perso la sua ironia; tanto valeva stare al gioco per distrarla, mentre l'altro la preparava e controllava.
-No, e credo di non tenerci neanche, sai... non sembra esattamente piacevole. Però così ho sentito dire dalle donne, quindi tu fallo... un respiro profondo, e poi espiri... e continua così finché il dottore non ti chiede di fare altro.
Quella annuì e fece come le avevo detto: sembrò funzionare, infatti in meno di un minuto il suo viso si fece leggermente più rilassato, e anche la sua stretta divenne più leggera.
-Va bene così, brava...- approvò l'uomo -Continua a respirare ancora un po', cerca di metterti in forze... sei proprio cresciuta tesoro, e pensare che la prima volta che ti ho vista eri dall'altra parte...
-Già... e voi non avete neanche una ruga in più, Viktor. Com'è possibile?- gli domandò man mano che continuava a respirare, preparandosi per l'imminente ultima fase del travaglio.
-Sono un uomo di scienza, lo sai... ti basti sapere che da dove vengo io, ho avuto modo di fare esperimenti su me stesso, e sono stato capace di rallentare il mio invecchiamento.- spiegò quello con calma, mentre le controllava i battiti, poi annuì verso di me per farmi capire che stava andando tutto per il meglio.
-Perché non siete mai tornato, allora? Voglio dire, siete il nostro medico migliore e non riuscirei neanche a pensare di fare a meno di voi, ma...
-Perché ho sbagliato, una volta. Un esperimento andato male...
-Si chiamano esperimenti per questo, no? Perché si sperimenta...
-Certo, ma è stato un errore imperdonabile. Non posso tornare lì, e neanche lo voglio. In più qui mi trovo bene, e sono piuttosto bravo, no?
-Cert...AAH!- gridò nuovamente quella, tornando a stringermi la mano con forza. Fortunatamente ero un uomo forte, o sarei potuto scoppiare in lacrime vedendola in quello stato... o svenire.
-Ok, ok... è il momento, la pausa è finita. Devi iniziare a spingere Emma. Un gran respiro, e una spinta... sei brava, sei sempre stata più forte di molti uomini che ho curato, puoi fare anche questo!
Lei annuì, e fece un gran respiro per poi dare una prima spinta gridando per l'ennesima volta, ma con lo sguardo fisso nel mio come a trarne forza e conforto.
Ed io annuii, annuii e sorrisi per farle capire che non mi sarei mosso dal suo fianco: otto mesi prima le avevo promesso che ci sarei sempre stato per lei e per il nostro bambino, ed avevo tutte le intenzioni di mantenere la parola data. Il dolore toccava a lei, ma se la mia presenza era sufficiente ad alleviarlo almeno un pochino, le avrei permesso di stringermi la mano a costo di farmi rompere un dito o due.
-Sono qui amore mio, puoi farcela. Non mi muovo.

 

EMMA POV

Anche se il dolore era il più forte che avessi mai provato, guardare Hook negli occhi in qualche modo riuscì ad affievolirlo, e renderlo quasi sopportabile. Ero stata sciocca a voler partire, ma la fortuna era stata dalla nostra parte e non ero stata costretta a partorire sulla nave.
-Certo che non ti muovi, credo la mia stretta sia piuttosto forte...- sussurrai mentre riprendevo fiato, per prepararmi alla spinta successiva.
Fece più male rispetto alla prima, e per non gridare troppo strinsi la mano del mio uomo con estrema forza, tanto da vederlo stringere gli occhi; riuscii perfino a sorridere, pensando che almeno un pochino di dolore l'avrebbe patito anche lui, com'era giusto che fosse.
-Ridi Swan, è il momento di ridere?!- si stupì quello, passando dal preoccupato al divertito.
-Devo piangere? O preferisci riprenda ad insultarti?!- lo stuzzicai, per poi spingere una terza volta e ritrovarmi a pensare che in fondo mi ero aspettata di peggio. Forse ero così abituata al dolore fisico, che ormai lo percepivo meno rispetto alla norma. Oppure ero stata fortunata e stavo avendo un parto meno doloroso.
-Bravissima Emma... vedo la testa!- esclamò il dottore, e mi concessi di rilassarmi pochi istanti per annuire e recuperare le forze. Il nostro bambino stava per nascere, e per quanto fosse doloroso, sentire che iniziava a vedersi mi invase di una gioia inaspettata, tanto che la successiva spinta riuscii a renderla più lunga e decisa: volevo soltanto farlo uscire!
-Solo altre due spinte tesoro, e poi potrò tirarlo fuori... ce la fai?- mi domandò il dottore, ed io annuii lasciandomi asciugare la fronte sudata da Killian, con un panno umido che mi diede un sollievo immediato.
Cercai di concentrarmi solo sul fatto che mio figlio stava per nascere e che quindi il dolore sarebbe finito a breve, e dunque potevo sopportarlo ancora un po'.
Non riuscii a trattenere un grido quando sentii la testa iniziare ad uscire, il bruciore mi riempì gli occhi di lacrime fino a farmi scoppiare a piangere, ma non mi diedi per vinta e mi impegnai in quell'ultima spinta che precedette il pianto di mio figlio.
Un pianto che giunse alle mie orecchie come musica, e scoppiai a piangere ancora più forte, stavolta per la felicità.
-Tesoro mio, è bellissimo, non hai idea... non ho mai visto niente di più bello!- fece Killian lasciando la mia mano per poi baciarmi le labbra, ed io mi sforzai a riaprire subito gli occhi per vedere quella piccola creaturina che per nove mesi aveva vissuto dentro di me, e negli ultimi tre mi aveva riempito di calci.
-Bellissimo...- sussurrai -quindi è... un maschietto...
-Sì amore mio, è un maschietto... e ha una pelle chiara e bellissima come la tua... e i capelli neri... ora te lo faccio vedere...
Lo guardai prendere il fagottino avvolto in un piccolo lenzuolo colorato dalle mani del dottore, e chinandosi con delicatezza me lo sistemò tra le braccia, facendomi piangere ancora di più.
Era bellissimo. Il più bel bambino che avessi mai visto, ed era tutto mio... tutto nostro.
-Ciao tesoro mio, ciao... Liam- sussurrai accarezzandogli la piccola testa che aveva già tanti capelli neri, come quelli del suo papà.
-Liam?- fece l'uomo, sedutosi sul letto ad accarezzare me e il piccolo -Non abbiamo ancora parlato del nome...
-Liam. Va bene Liam, se va bene anche a te. Mi piace.
-Certo che mi va bene!- esclamò con la voce incrinata, ed alzai lo sguardo per vedere i suoi occhi riempirsi di lacrime -Ti amo, Emma. E ti amo, Liam... benvenuto tesoro di papà...
Il mio cuore era pieno di gioia, e tutte le incertezze che avevo avuto su quella gravidanza inaspettata sembrarono essersi dissolte nel nulla: ora non mi sembrava più tanto assurdo essere madre, anzi, pensai che fosse perfino bello. L'avventura più bella che avremmo mai vissuto, quella che avrebbe riempito le nostre vite di felicità per sempre.
Feci cenno a Killian di chinarsi, e lui eseguì lasciandosi baciare e baciandomi a sua volta; quel bacio racchiuse tutta la gioia che stavamo provando in quel momento, tutta quella felicità improvvisa che mai avrei creduto avrebbe potuto invadermi così a fondo.
-Come stai tu invece...- sussurrò ancora sulle mie labbra, con un bellissimo sorriso che potei percepire anche senza vederlo.
-Tanti mesi fa mi hai chiesto se fossi felice di avere un figlio con te, e ti risposi che probabilmente lo ero... ora posso dirti che lo sono. Lo sono completamente, sono felice di avere un figlio con te! E sono stanca, tanto stanca, eppure non mi sono mai sentita così bene... ho un figlio per metà pirata. Ed è il più bello del mondo...
-Non poteva essere altrimenti... ha preso la bellezza della sua mamma, e l'immenso fascino del suo papà...
-Sei sempre il solito!- esclamai scoppiando a ridere, e lui mi imitò mentre il nostro piccolo sembrava aver ridotto il pianto a dei piccoli lamenti quasi felici.
-Emma...- intervenne il dottore -Va bene se lo porto a lavare? Devi dormire un paio d'ore, riposati un po'... e poi potrai stare con tuo figlio quanto vorrai, ok?
-Non vorrei lasciarlo andare ma... certo, va bene. Voglio essere in forze per... per potermi occupare di lui. È andato bene il parto?
-Alla grande! Ho finito di sistemarti, sei pulita e pronta a riposare. Niente complicazioni, lacerazioni, imprevisti... nulla, starai benissimo. Ti riprenderai molto in fretta, già domani mattina potresti rimetterti in piedi se te la senti... anche se nelle prime 48 ore dovresti limitare un po' gli sforzi.
-Fantastico... grazie.
-Se non hai bisogno d'altro possiamo lasciarti tranquilla, ti tolgo solo il lenzuolo sporco...
-No... solo un bicchiere d'acqua, voglio dormire... quando mi sveglio posso farla una doccia?
-Certo, magari fatti aiutare da tuo marito se non ti senti ancora molto stabile...
Annuii e mi voltai verso Killian, certa che gli avrebbe fatto piacere; come immaginai l'uomo sorrise, con uno sguardo complice. Sapevo bene che non avremmo fatto l'amore, né oggi e né per le prossime due settimane almeno, ma ciò non voleva dire che non mi sarei lasciata coccolare un po'.
Baciammo un'ultima volta nostro figlio prima che il dottore lo portasse via per potergli dare le prime cure, e con uno sguardo pregai Killian di rimanere con me.
Più che mai volevo averlo accanto, risvegliarmi tra le sue braccia. Lui come sempre, non se lo fece ripetere due volte e mi si sdraiò accanto, accarezzandomi la guancia e i capelli sudati... non gli importava di sporcarsi, cosa che trovai molto dolce.
Sorridemmo nel sentire l'entusiasmo dei miei genitori prima che Frankenstein richiudesse la porta, e poi mi accoccolai finalmente al mio uomo, esausta ma felice.

 

***

 


-Killian... ehi- sussurrai dandogli una leggera pacca sulla spalla, nonostante guardarlo dormire fosse uno dei miei passatempi preferiti.
Ero sveglia da quasi mezz'ora ormai, ma avevo deciso di rimanere a letto ed ammirare il mio uomo almeno fino al sorgere del sole; nostro figlio probabilmente dormiva ancora dato che mia madre non era venuta a chiamarci. Anch'io avevo dormito per ben quattro ore, e nonostante non fossero molte, risultarono abbastanza.
-Hook!- ritentai, stavolta dandogli una botta un po' più forte.
-Emma! Tutto bene? Stai bene? Che ore sono?
-Sto bene dormiglione- sorrisi, e gli indicai la finestra -È l'alba... non è bellissima?
-Lo è...- sussurrò con la voce ancora impastata dal sonno -Ed è più bella del solito, è come se fosse un regalo tutto per noi...
Annuii, e mi tirai lentamente su a sedere, per constatare che dolori non ne avevo più: ovviamente sentivo dei leggeri fastidi, non poteva essere altrimenti, ma ero finalmente leggera. La mia pancia aveva ridotto notevolmente le sue dimensioni, fatto che mi fece ben sperare che sarei tornata in forma abbastanza in fretta.
-Già... andiamo a prendere Liam? È stato bravo se ha dormito così tanto...
-Sì, non so che ore fossero ma prima è passata tua madre ad avvertire che dormiva come un angioletto. Ma tu rimani a letto, vado io.
-No, assolutamente no. Prima mi rimetto in piedi e meglio è, e poi mi sento... mi sento in forma! Cioé, non come se nulla fosse ma... in confronto agli ultimi due mesi, credimi, sto una favola.
-Va bene. Lascia che ti dia almeno una mano, così per sicurezza...
Con un sorriso annuii, non perché ne sentissi il bisogno ma perché sapevo che voleva sentirsi utile; dunque lo lasciai alzare per primo e gli permisi di tirarmi su.
Ringraziai il cielo di non aver voluto fare la testarda come mio solito, perché solo dopo pochi passi mi girò la testa in una maniera tale che se non ci fosse stato lui sarei caduta.
-Swan! Ti senti male?
-No...- borbottai, restando qualche secondo a occhi chiusi abbracciata a lui -So che è normale. Sto bene, mi reggo in piedi. Forza...
A quel punto mi lasciai cingere le spalle, ed ad ogni passo mi sentii sempre più stabile, fino ad arrivare alla stanza a poche porte dalla nostra in cui Liam dormiva nella sua culla, vegliato da mia madre.
-Emma!- fece in un sussurro, venendo alla porta -Come stai? Sei già in piedi...
-Non riuscivo più ad aspettare... dorme ancora?
-Sta iniziando a svegliarsi... siete arrivati giusto in tempo, sarà affamato. Sei pronta?
Annuii, e delicatamente presi il mio piccolo dalla culletta, che dopo uno sbadiglio rivelò finalmente i suoi bellissimi occhioni azzurri come quelli di Killian, ma che si facevano verdi verso il centro.
Nonostante l'avessi già visto mi emozionai nuovamente, e feci uno sforzo enorme per non ricominciare a piangere: era bellissimo, anzi, perfetto.
Ora era pulito, i capelli neri leggermente arruffati, e mi guardava intensamente con curiosità: fu il secondo sguardo della mia vita di cui mi innamorai.
Il suo poi si spostò, per andare a riflettersi in quello del suo papà che sembrò inebriarsi di gioia quanto me.
-Non per vantarmi Swan, ma abbiamo fatto un capolavoro...- commentò accarezzando la testa del piccolo, che continuava a fissarlo.
-Stavolta non posso darti torto. Chissà se avrà il tuo ego...- non ebbi il tempo di aggiungere altro perché il neonato fece per attaccarmisi al seno, quindi tornammo nella mia stanza in modo che potessi mettermi seduta, e dopo aver calato la tunica lasciai che si attaccasse per la sua prima poppata.
Feci spazio a Killian in modo che si sedesse accanto a noi, e mia madre ci lasciò soli dicendo soltanto di chiamarla se avessimo avuto bisogno. Io però ero troppo occupata a guardare il piccolo per rispondere, così dolce aggrappato con le manine a bere il latte con golosità.
-Sembra sarà un mangione proprio come te...- scherzò Killian, e io gli lanciai un'occhiata truce non potendomi muovere in quel momento. Quello scoppiò a ridere e mi accarezzò la testa.
Passarono una ventina di minuti prima che Liam si saziasse, quindi cercai di fargli fare il ruttino come avevo imparato col mio fratellino: tra l'altro, con meno di tre mesi di differenza d'età, sarebbero stati ottimi compagni di giochi!
-Vuoi farlo addormentare tu?- proposi a Killian, che spalancò gli occhi euforico... e incerto.
-C'è qualcosa che non va?
-No, no, io voglio prenderlo Emma ma... se gli facessi del male? Forse dovrei togliere l'uncino prima, aspetta...
-No- lo bloccai, prima che lo facesse -Ti viene naturale. Prima, quando l'hai preso e me l'hai dato... avevi l'uncino. Non gli farai del male, lo so.
Allora quello sorrise, ed io gli misi in braccio suo figlio, che si accoccolò comodamente contro il petto del padre, come se fosse qualcosa che aveva già ripetuto mille volte.
Mi poggiai di lato su un gomito per godermi quella scena di cui non mi sarei mai stancata.
Inizialmente avevo creduto che l'euforia del parto si sarebbe affievolita, invece ero felice esattamente come nel momento in cui avevo visto nostro figlio per la prima volta, e stavolta fui certa che sarebbe durata per sempre.
Rimasi a guardare finché il piccolino non si addormentò, e suo padre si rifiutò di farlo spostare per paura di svegliarlo.
-Non puoi viziarlo...- sussurrai.
-Lo so, solo questa volta. Mi piace tenerlo in braccio, è una sensazione così bella... è piccolo, caldo, morbido...
-Ma guardati...- commentai con un sorriso -Il pirata più temuto di tutti i mari, con suo figlio diventa l'uomo più tenero del mondo. Quando ti ho conosciuto non avrei mai potuto immaginarti così.
-Beh, neanche tu avevi un aspetto molto materno... e ora guardaci, completamente in balia di questo piccoletto.
-Già. I miei due uomini... siete così belli!
-Woo, non sei mai stata così piena di complimenti verso di me...
-Beh, ringrazia tuo figlio allora! Adesso vado a farmi quella doccia, ma non serve che tu venga... un quarto d'ora e sono di nuovo da voi.
-Sei sicura? Potrebbe servirti aiuto...
-No, sul serio. E poi il bagno è qui! Lascerò la porta aperta così posso urlare se inciampo o qualcosa... ma sta' tranquillo, Liam sta tanto comodo...
L'uomo annuì, e seppi che quel bambino sarebbe stato l'unico motivo per cui avrebbe mai potuto dire di no ad un bagno insieme. E lo stesso valeva per me.
Mentre camminavo con in mano un asciugamano ed una tunica giallo chiaro, che avevo ricavato da sola da un vestito che non avrei mai indossato, pensai a quanto fosse bello essere in tre.
A quanto io fossi cambiata, a quanto Killian mi avesse cambiata, e perfino quel pargoletto nelle sue poche ore di vita.
Una vita che adesso sarebbe stata ancora più bella e piena di avventure ed emozioni.

 

 

***

 


HOOK POV

-Come sto?- domandò nervosamente, sistemandosi sulle spalle i capelli appena pettinati. Quei boccoli biondi sul suo leggero abito giallo ricadevano alla perfezione, ed ero riuscito quindi a convincerla a non cambiarsi dato che nessuno si sarebbe aspettato di vederla in abiti stretti ed eleganti a poche ore dal parto: anzi, sembrava piuttosto in forma per aver partorito soltanto la sera precedente, ma cosa c'era da stupirsi? Lei era Emma Swan, era sempre stata così.
-Da quando in qua ti interessa del tuo aspetto, Swan?- scherzai, e quella mi lanciò uno sguardo assassino.
-Non è che mi interessa! Però non voglio neanche sembrare una... non lo so, una donna debole e stanca davanti a tutto il popolo!
-Credimi, non hai per nulla un aspetto debole e stanco, anche se sarebbe piuttosto normale! Sei bellissima.- la rassicurai carezzandole piano i capelli per non spettinarla.
Mancavano cinque minuti a mezzogiorno, ora in cui avremmo presentato il piccolo principino a tutto il popolo, dalla balconata del settimo piano, in modo che potessero vederlo tutti; non mi andava a genio esporre mio figlio così, ma in fondo era uno dei compromessi da principe a cui potevo scendere. Il popolo amava i sovrani, amava Emma, ed ero piuttosto sicuro di piacergli anch'io, quindi, in fondo, non c'era nulla di male nel presentargli nostro figlio. Avrebbero amato anche lui.
-Grazie. Ma il tuo parere non conta, tu mi dici che sono bellissima anche quando faccio schifo!
-Oh avanti Emma, puoi fidarti, ha ragione lui... stai benissimo!- confermò sua madre che teneva il proprio bambino che scrutava curioso quello che era suo nipote. L'altra sembrò ora più tranquilla, e prese in braccio nostro figlio.
Non avevo mai avuto occasione di passare del tempo con donne a poche ore dal proprio parto, ma ero piuttosto certo che fosse perché se ne stavano a casa a riposare, e al massimo ad allattare i figli. Lei invece dopo la doccia era scesa a mangiare, poi era tornata su per aiutarmi a sistemare nostro figlio nella culla, che suo padre ci aveva spostato in camera, e poi aveva ancora mangiato insieme a tutti gli altri per colazione. Dopodiché aveva allattato nuovamente Liam, avevamo firmato le carte del piccolo, e mi aveva perfino chiesto di fare una passeggiata in giardino, prima di allattare nuovamente il neonato.
Mi chiesi ancora dove trovasse tutte quelle forze, perché avevo assistito a tutto, ed ero certo avesse provato dolori che non avrei neanche potuto immaginare. Com'era possibile le fossero bastate quattro ore di sonno per rimettersi in forze?
-Emma, dopo pranzo almeno mi prometti che ti riposerai un po'? Approfitta di quando dorme, così potrai dormire anche tu... sarai esausta- sussurrai avvicinandomi a lei, e posandole un bacio sulla fronte.
-Sono un po' stanca, è vero ma... Killian tu mi conosci, io sono così! Ed ora che c'è nostro figlio, dovrò essere ancora più attiva... un neonato ha bisogno di molte premure.
-Ed è per questo che tu lo allatterai, e io gli cambierò i pannolini. Ti scongiuro Swan, almeno per un paio di giorni... cerca di riposare un po'. Non dico tutto il tempo, ma uno o due sonnellini anche durante il giorno te li puoi concedere.
-D'accordo...- si arrese con un sospiro, cingendomi il collo con un braccio, attenta a tenere bene il piccolo con l'altro -Per un paio di giorni ti lascerò fare l'uomo di famiglia.
-Ma io sono l'uomo di famiglia.- le feci notare alzando un sopracciglio, e lei rise.
-Lo so. Sta' tranquillo Killian, non ti devi preoccupare per me... so quel che faccio. Poi sai, l'euforia... vorrei stare sempre con lui. Mi sembra che dormire mi faccia perdere tempo prezioso- aggiunse facendosi più seria -Io lo guardo e... e penso che nonostante sia stato difficile, è valsa la pena. Dal primo all'ultimo mese, perfino il parto.
-Vuoi dire che...
-Sì, voglio dire che lo rifarei. Non tra un anno,e neanche tra due o tre... ma lo rifarei.
Non fui in grado di esprimere la mia felicità a parole, ma per farle capire quanto fosse bello ciò che aveva appena detto la baciai con trasporto, attento a non fare male al fagottino tra le sue braccia.
Purtroppo non avemmo modo di approfondire quanto avremmo voluto, perché i suoi genitori ci fecero segno di raggiungerli e avvicinarci sulla balconata, per mostrarci non appena avessero annunciato il nostro arrivo con un oggetto creato da Trilli in grado di amplificare la tonalità della voce perché tutti potessero sentire.
-Benvenuti a tutti!- iniziò la regina, e potemmo chiaramente sentire le prime urla e applausi che provennero dal basso -Grazie mille per essere qui, dopo soli tre mesi, ad accogliere un nuovo arrivato. Il figlio di mia figlia e suo marito, nato durante questa notte portando nuova gioia a tutti noi! Date il benvenuto al principe Liam Swan Jones!
Con Liam tra le braccia di Emma, e il mio braccio intorno alle sue spalle, avanzammo sotto il piacevole sole di maggio per presentare nostro figlio a quella che sembrò un'infinita distesa di persone, che acclamarono con gioia e urla così forti da non darci l'occasione di dire una sola parola.
Piegai leggermente la testa per ammirare il bellissimo sorriso di mia moglie, e l'espressione curiosa di nostro figlio, che ancora non aveva idea di quante persone lo amassero.
Nessuno, però, avrebbe mai potuto amarlo come io e sua madre.
Aveva portato una nuova luce nelle nostre vite, mi aveva convinto finalmente che la felicità esistesse anche per me, e non c'era motivo per non godermela, senza avere brutti pensieri.
Senza rimuginare su ciò che Rumplestiltskin in quel momento stava tramando nell'oscurità del suo palazzo cupo e vuoto.
Emma mi aveva insegnato a godermi tutte le gioie della vita, e Liam aveva rafforzato quella verità che lei era riuscita ad insinuare in me.
E in un flash passarono nella mia mente le immagini di un anno, da quando avevo conosciuto quella bellissima principessa che mi aveva rubato il cuore, alle nostre avventure, le nostre sofferenze, ed infine la coronazione del nostro amore, quell'amore che era nato con tormento, con violenza, e che in un primo momento avevo rifiutato: quanto ero stato sciocco?
Ringraziai mentalmente la luna che quella notte aveva illuminato il suo bel viso, e mi aveva fatto cedere ai miei sentimenti, mi aveva fatto sigillare le labbra alle sue, portandomi fin qui.
Ormai non ero più Capitan Uncino, ero Killian Jones, un pirata, un principe, un marito, un padre, che aveva conquistato la vita che qualsiasi uomo sulla faccia della terra avrebbe desiderato.
Nonostante tutto, però, per lei e i miei compagni sarei rimasto sempre Hook; mai e poi mai avrei rinnegato il mio passato, perché era stato quello a condurmi nel presente.
Un presente che non mi sarei mai fatto sfuggire per mano di nessuno, un presente ricco d'amore per cui avrei lottato a costo della vita.
Ma non più da solo.
Con lei.
Con Emma e Liam, la mia famiglia.
Non curandomi della gente che ci stava osservando, portai la mano sulla guancia di nostro figlio, l'uncino tra i lunghissimi capelli della mia Emma, e la baciai per trasmetterle ogni singola emozione che provavo in quel momento, grazie a lei.
Lei ricambiò, facendomi capire di provare esattamente le stesse sensazioni.
Chiunque avrebbe definito quel momento il nostro lieto fine: ma noi no, noi sapevamo che quello non era che l'inizio della più grande avventura della nostra vita.


 


- END OF PART ONE -




















 

Angolo dell'autrice;
Ciao! Ed eccoci, alla fine, giunti al finale... un po' mi dispiace, mi mancherà. Ho iniziato a scrivere questa ff quasi per caso, essendo nata solo come l'accenno di un sogno di uno dei capitoli della raccolta mensile. Ringrazio quelli che mi hanno detto che fosse un'idea carina, è grazie a loro se ho deciso di svilupparla e mi sono divertita molto! 
Ho voluto dedicare tutta la parte finale al loro bambino, perché credo che per chiudere questa storia fosse la cosa migliore. Tutto è iniziato con un flirt, per concludersi con la nascita di una nuova famiglia. Non potevano che innamorarsi del piccolo ovviamente, che ha preso sia dalla mamma che dal papà! Ho pensato a lungo se farlo essere maschio o femmina... ma come primogenito ho optato per un maschietto... c'è sempre tempo per una femminuccia prima o poi, dato che pare Emma abbia intenzione, prima o poi, di avere un altro bambino :P E non potevano che chiamarlo Liam...
Nonostante tutto, però, loro sono sempre gli stessi, sono soltanto cresciuti insieme... e questo non è che l'inizio di una nuova vita.
(La fan art non è mia, l'ho trovata sul web e non so a chi appartenga... ma l'ho trovata perfetta!)
Ringrazio tutti quelli che hanno letto, inserito nelle categorie e recensito questa storia, facendola arrivare a ben 27 capitoli! E pensare che l'idea iniziale ne prevedeva una decina! Ringrazio soprattutto pandina, Kerri, Em_, Lely, tinkerbell1980, lullina, Gattina04, Cissy, Persefone, nali, piccola87, Alexies, Chipped Cup, hdahe, LizzyRed... e spero di non essermi dimenticata nessuno! Grazie per le belle parole, i suggerimenti, le idee e tutto :)

Ora, per un po' posterò l'altra ff che avevo messo in pausa per finire questa, per lavorare alla 2° parte che richiede ancora parecchi dettagli, nonostante abbia molte idee... quindi ripeto, ogni tipo di suggerimento è assolutamente ben accetto se ne aveste!
Un abbraccio, e grazie ancora mille a tutti! :*
   
 
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