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Autore: eugeal    05/08/2015    1 recensioni
Questa storia è uno spin-off di "A World that Will Not Turn to Ash" e si colloca dopo il finale, quindi leggetela solo dopo l'altra per non rischiare spoiler.
Guy è diventato il Guardiano Notturno al posto di Marian. Queste sono le sue avventure.
Genere: Avventura, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Guy di Gisborne, Marian, Robin Hood, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'From Ashes'
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Marian si fece scivolare il cappio della corda intorno al corpo, più in fretta che poteva.
Sentiva la voce di Guy che le parlava dal pozzo, disperato, esausto e pieno di un amore profondo che era rivolto solo a lei.
La ragazza avrebbe voluto sentire quelle parole in un altro momento e in un'altra situazione, ma anche così ogni singola parola le toccava il cuore, spingendola ad affrettarsi più che poteva.
Sapeva di non avere tempo e sapeva anche che quello che stava per fare era una pazzia, ma doveva rischiare lo stesso perché, se Guy fosse caduto, tanto valeva che precipitasse anche lei in fondo a quel pozzo.
Lanciò uno sguardo ad Allan e Archer e i due giovani la fissarono, allarmati, intuendo le sue intenzioni. Capirono anche che non sarebbero riusciti a fermarla e allora le fecero un rapido cenno di assenso per confermare che anche loro avrebbero fatto la loro parte.
Marian pregò che la corda fosse abbastanza robusta, poi saltò nel vuoto.

Guy chiuse gli occhi. Non voleva vedere il suolo che si avvicinava, non aveva il coraggio di guardare la morte in faccia. Sarebbe stato rapido e forse non troppo doloroso, ma poi? Ci sarebbe stato l'inferno ad aspettarlo oppure il nulla? O, come diceva Tuck, la sua anima poteva essere salvata e Dio avrebbe avuto pietà di lui?
Presto lo avrebbe scoperto, pensò con terrore.
Marian.
Voleva pensare a lei mentre moriva.
Ma la morte non venne.

Marian riuscì ad afferrare Guy un attimo dopo che aveva iniziato a cadere. Lo strinse con forza e lui istintivamente si aggrappò a lei in un abbraccio disperato, poi la corda si tese con uno strattone improvviso, arrestando la loro caduta.
Guy e Marian colpirono la parete del tunnel con violenza, ma nessuno dei due mollò la presa e rimasero abbracciati a oscillare nel vuoto.
Marian riprese a respirare: a quanto pareva la corda era abbastanza robusta.
- Te l'avevo detto che non dovevi azzardarti a cadere. - Sussurrò la ragazza e Guy aprì gli occhi per guardarla.
- Marian… - Iniziò, poi si interruppe, troppo sconvolto per dire altro.
La ragazza gli sfiorò la guancia con le labbra.
- Parleremo dopo. Ora continua a stringermi e andrà tutto bene.
La voce di Allan, spezzata e tremante, arrivò dall'alto.
- Giz! Marian! Siete lì?
Marian alzò il viso verso di lui.
- Stiamo bene, ora tirateci su!
Un'altra corda cadde dalla cima del pozzo e la ragazza aiutò Gisborne a legarsela intorno alla vita, poi iniziarono lentamente a risalire.
Una volta arrivati in cima, Allan lasciò la corda nelle mani di uno dei contadini di Locksley e si sporse per aiutare Marian, mentre Archer faceva lo stesso per Guy.
Gisborne non aveva la forza di reggersi in piedi e Archer lo aiutò a sedersi a terra. Guy gli mise una mano sul braccio e gli sorrise debolmente.
- Sei tornato. Lo sapevo.
Archer lo guardò, senza sapere cosa pensare. Non capiva cosa avesse fatto per meritarsi la fiducia di Gisborne, e anche lui si era scoperto più sollevato di quanto non avrebbe dovuto per il semplice fatto che Guy non era morto.
Non ebbe troppo tempo per riflettere su quei sentimenti inaspettati perché Marian lo spinse bruscamente da parte, gettandosi in ginocchio per stringere Guy in un abbraccio convulso e concedendosi finalmente di scoppiare in lacrime.
Archer si girò di scatto nel sentire un tocco sul braccio e si trovò a guardare Allan.
L'altro, che fino a poco prima non si era curato affatto di nascondere l'ostilità nei suoi confronti, gli rivolse un sorriso divertito, lanciando un'occhiata a Guy e Marian.
- Usciamo di qui, il nostro aiuto non serve più. Lasciamoli soli.

Guy tremava nell'abbraccio di Marian. Stavolta aveva pensato che sarebbe morto, che sarebbe precipitato in quell'abisso oscuro e se era vivo lo doveva solo a Marian. La ragazza aveva corso un rischio enorme a saltare nel pozzo in quel modo: se la corda si fosse spezzata sarebbe morta anche lei in quel modo orribile.
Guy avrebbe voluto dirle quanto le fosse grato, quanto la amasse e il dispiacere che provava ad averla fatta soffrire. Centinaia di frasi appassionate si affollavano nella sua mente senza decidersi a concretizzarsi in parola e quando alla fine riuscì a parlare, Guy si diede mentalmente del cretino.
- Se mi abbracci così ti sporcherai di fango. - Disse, senza nemmeno sapere perché.
Marian lo guardò per un attimo, perplessa, poi lo strinse più forte.
- Pensi che mi importi? Stupido.
Guy affondò il viso tra i capelli della ragazza, respirando il suo profumo.
- Non avresti dovuto. E se la corda avesse ceduto?
- Se non lo avessi fatto, adesso tu saresti sul fondo di quel pozzo. - Marian rabbrividì. - Se dovessi perderti, io…
Si fermò, incapace di proseguire e scoppiò in un pianto dirotto.
Guy la tenne fra le braccia, stringendola al cuore.
- Sono qui. Sono con te. - Sussurrò piano, per calmarla. - E non andrò da nessuna parte.
- Potevi morire.
Guy le sfiorò il naso con un dito e le sorrise.
- Potevo, ma mi hai salvato ancora una volta. Te l'ho detto: tu sei la luce, sei la mia salvezza.
Marian singhiozzò, senza riuscire a smettere di piangere.
- Un attimo più tardi e saresti caduto!
- Non mi avresti perso nemmeno in quel caso. Quando stavo cadendo, per un attimo mi sono chiesto se sarei finito all'inferno, ma ora lo so.
Marian lo guardò, gli occhi azzurri pieni di lacrime.
- Cosa?
- Se dopo la morte la mia anima andrà da qualche parte, non sarà in qualche regno ultraterreno.
- Dove allora?
- Con te. Resterà sempre con te perché è a te che appartiene.
- Non dovresti scherzare su certi argomenti.
- Non sto scherzando. Se non sarà così, allora saprò di aver davvero meritato l'inferno.
- Guy…
Marian lo guardò: Gisborne aveva gli occhi lucidi.
La baciò, stringendola disperatamente.
- Non lasciarmi, non lasciarmi mai! - La supplicò Guy, tra un bacio e l'altro. - Ti prego, resta sempre con me, anche se non lo merito…
Marian lo tenne stretto e gli carezzò i capelli.
- Mi sono gettata in un pozzo per te, dove vuoi che vada?
Le parole di Marian colpirono Guy al cuore.
Quella frase così semplice esprimeva in un modo così chiaro e sincero l'amore che Marian provava per lui, che Gisborne si sentì sprofondare nei sensi di colpa per tutto quello che lui doveva tenerle nascosto.
Tutte quelle bugie, tutti quei segreti: Archer, il Guardiano Notturno, la sua amicizia con Robin Hood, la ricostruzione di Knighton Hall e mille altre cose che non poteva dirle...
Guy si coprì il viso con le mani e scoppiò a piangere.
- Perdonami, ti prego, perdonami. - Singhiozzò.
Marian appoggiò le proprie mani a quelle di Guy, guardandolo con tenerezza.
La ragazza pensò che Guy doveva essere pentito per averla tradita, che le stava chiedendo perdono per essere andato con quella Meg.
Marian si rese conto all'improvviso che non le importava più, non dopo aver rischiato di vederlo morire.
Guy le aveva chiesto perdono e lei il perdono glielo aveva già dato.
Non voleva sapere altro.
Gli scostò le mani dal viso per dargli un bacio leggero, sorridendo mentre gli accarezzava il viso per asciugargli le lacrime.
Rimasero abbracciati per un po', in silenzio, traendo conforto semplicemente dallo stare vicini ad ascoltare l'uno il respiro dell'altra, poi Marian guardò Guy.
- Ce la fai a camminare?
Gisborne annuì e si alzò da terra, porgendole una mano per aiutarla. Si sentiva rigido, esausto e dolorante e sapeva che il giorno dopo si sarebbe sentito molto peggio, ma non importava: era vivo e Marian era accanto a lui.
La ragazza gli mise un braccio intorno alla vita, forse per aiutarlo o forse per essere sostenuta a sua volta, ma fondamentalmente perché tra le sue braccia stava bene.
- Vieni. - Gli disse con dolcezza. - Torniamo a casa.

   
 
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