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Autore: Kureha F    05/08/2015    1 recensioni
Bounty Hunter è la storia di una ragazza che vive a New Orleans. Si è ritrovata orfana dei genitori,non ha più una famiglia e cerca stabilità e sicurezza da un uomo che poi si rivela essere un criminale che la metterà nei guai,viene minacciata da lui a non rivelare il suo segreto e per questo lei finirà in prigione mentre lui riuscirà a scappare. Lì passerà delle brutte esperienze che la porteranno a diventare una cacciatrice di taglie. In questo modo riuscirà a vendicarsi su di lui ma questo le porterà nuove sofferenze.
PS: Sono nuova, accetto le critiche (ma andateci piano!) :D
Aiuto editing: Charu San
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Demi camminava seguendo sua sorella Daisy, stando dietro a lei osservava la sua schiena dritta e il suo portamento deciso e continuava a camminare velocemente cercando di raggiungerla come se volesse arrivare a un traguardo a tutti i costi, erano andate nel bosco adiacente alla palude ed erano rimaste lì a giocare elle esplorazioni per due ore e adesso si stavano affrettando per raggiungere i loro genitori che li stavano già aspettando vicino alla macchina pronti per partire, infatti avevano deciso di andare in vacanza a Jacksonville il giorno prima. Daisy, a un certo punto, si fermò, si voltò verso la sorellina e vedendo i suoi sforzi per raggiungerla domandò: “Sto andando troppo veloce,vero?”.La bambina scorgendo lo sguardo preoccupato della sorella rispose: “ma no! Tanto adesso ti sto raggiungendo”. 
“guarda che  se sto camminando troppo veloce me lo puoi dire non farti problemi” esclamò Daisy con un sorriso.
“ce la faccio,non preoccuparti”

“dai dammi la mano andiamo insieme,tanto siamo quasi arrivate,scusami se sono andata così veloce”  Daisy si avvicinò alla bambina e le prese la mano e insieme uscirono poi dal bosco. I genitori li aspettavano con i bagagli già sistemati nel cofano della macchina. La madre appena vide le sue figlie disse in tono apprensivo: “ ma quanto tempo siete state nel bosco! Pensavamo che vi foste perse,eravamo molto preoccupati.”

“Scusaci mamma,il fatto è che quel bosco è troppo bello ci stavamo divertendo e abbiamo perso la cognizione del tempo” rispose Daisy.

“va bene ma la prossima volta non fate così tardi,non è sicuro per delle bambine stare sole in un bosco,sapete com’è!” La madre aveva un sorriso dolce mentre pronunciava queste parole.

“non vi preoccupate ragazze,adesso che andremo a Jacksonville vi divertirete ancora di più,sono sicuro che vi piacerà,è un posto bellissimo” intervenne il padre.
“evvaiiiiiiiiii!!” gridarono in coro le bambine allegramente. I due coniugi risero di cuore nel vedere le loro figlie così contente. L’intera famiglia salì sulla BMW grigia e il padre delle ragazze mise in moto la macchina e così partirono. Demi in quel momento si sentiva felice ed euforica,non vedeva l’ora di arrivare e ogni tanto chiedeva ai genitori dove si trovavano e quanto mancava all’arrivo,aveva un po’ di nostalgia nel lasciare temporaneamente la sua casa vicino al bosco ma l’emozione e la curiosità di vedere nuovi posti la rendeva piena di gioia e poi sarebbe comunque ritornata a casa.

Le era sempre piaciuto il posto in cui viveva: una villetta situata vicino a un bosco che si estendeva fino alla palude a New Orleans. I suoi genitori appena sposati l’avevano acquistata a poco prezzo ed era anche una casa confortevole. Demi a un certo punto sentì un piccolo tocco sulla spalla,si voltò e vide sua sorella che teneva le braccia distese e i pugni chiusi davanti a lei,Daisy le disse di scegliere una delle due mani rivelandogli anche che una di queste conteneva una sorpresa. Demi incuriosita ed estasiata dal giochetto scelse la mano destra,Daisy la aprì e poggiata sul palmo la sorellina vide una pietra che era a forma di cuore.

“è tua,è un regalo” le rivelò la sorella.

Demi meravigliata disse “grazie, ma non dovevi. Quando l’hai trovata? È molto bella!”

“lo sapevo che ti sarebbe piaciuta, e così ho approfittato di un momento in cui non mi guardavi e l’ho presa”

“sei proprio una furbacchiona Daisy”

e le due sorelle scoppiarono a ridere insieme. Demi prese la pietra dalla mano di Daisy e se la rigirò tra le mani,era una pietra abbastanza grande con una forma perfetta a cuore liscia e levigata,a Demi  piaceva molto e pensò dentro di se che Daisy era davvero una sorella fantastica,era simpatica,divertente e gentile, adorava passare il tempo con lei. Era anche una bella ragazzina: alta,dal fisico asciutto e slanciato,aveva i capelli rosso mogano lunghi,lisci e fluenti e gli occhi di un azzurro intenso,infatti nella sua classe veniva corteggiata spesso dai ragazzi. Aveva 13 anni mentre Demi ne aveva 10. Quest’ultima era fisicamente diversa dalla sorella,era di statura molto bassa,aveva un fisico minuto e esile,i capelli rosso mogano come la sorella sempre lunghi ma ondulati e gli occhi di un colore particolare: verde smeraldo mischiato a un verde di tonalità chiara. Guardandola molti la paragonavano a una bambolina molto carina mentre la sorella aveva un fisico più sviluppato e spesso riceveva molti complimenti dagli altri. Erano passate due ore e in quel lasso di tempo nel cielo che era stato sereno fino allora comparirono grossi nuvoloni.

-credo che stia per arrivare un temporale-sentenziò il padre delle ragazze osservando il cielo.

Come previsto cominciò a piovere,mano a mano che cadevano le gocce d’acqua la pioggia si intensificò e ben presto subentrò anche la grandine. L’uomo azionò i tergicristalli e procedette lentamente in mezzo a quella tempesta. A un certo punto oltre al rumore del temporale si sentì anche un forte stridere di ruote che slittavano sull’asfalto bagnato,un camionista aveva perso il controllo del suo veicolo e adesso stava scivolando sulla strada girando intorno a esso,con orrore i due coniugi videro che questi si stava indirizzando verso di loro. Successe tutto in un attimo,Demi non capiva niente,vedeva la paura negli occhi di sua sorella,quest’ultima guardava avanti oltre il parabrezza della macchina,Demi cercò di imitarla sporgendosi in avanti ma Daisy che aveva  già intuito il pericolo in quel momento abbracciò la sorella coprendola col suo corpo a mo di scudo proteggendola dal camion che si stava ormai scaraventando sulla macchina distruggendola.




 
Demi in quel momento aprì gli occhi,la sua mente era stata per un attimo assente,immersa nei ricordi. Erano passati ormai quattro anni da quel terribile giorno,ma per lei era come se fosse successo ieri,quel ricordo era impresso nella sua memoria come se qualcuno glielo avesse scritto col pennarello indelebile e quindi era impossibile cancellarlo.

Il dolore era ancora così atroce nonostante fossero passati anni, Demi aveva deciso di reprimerlo di sigillarlo nel suo cuore ma non era così facile,era come se stesse trasportando grossi macigni di pietra percorrendo una montagna in salita. Ricordava ancora dopo l’incidente il risveglio all’ospedale,l’enorme imbarazzo dei medici che non sapevano cosa dire di fronte a una bambina così piccola l’ orrenda verità sulla morte dei suoi familiari nonostante lei  chiedeva insistentemente dove fossero. Alla fine però furono costretti a rivelarglielo. Da quel giorno la bambina pianse per parecchi giorni,rifiutando di parlare,di mangiare,venne poi portata all’orfanatrofio e fu circondata da vari psicologi infantili che la sottoposero a diverse terapie per superare il trauma,dopo molto tempo Demi parve riprendersi ritornando a sorridere ma dentro di se era ancora devastata,dentro di sé non ha mai completamente accettato la morte dei genitori e della sorella,nessuna persona nemmeno uno psicologo veramente qualificato avrebbe mai capito il suo stato d’animo.

Aveva imparato a sorridere e a scherzare allegramente per non pensare alla sua sofferenza e una volta diventata indipendente se ne era andata dall’orfanatrofio a 13 anni e aveva affittato una piccola casa in un quartiere di New Orleans e lì viveva da sola da due anni provvedendo a se stessa,aveva trovato anche lavoro in una gelateria da un anno,la paga era abbastanza buona,il proprietario era gentile e aveva anche qualche amico con cui uscire sia tra le colleghe nel bar sia tra i clienti. La sua vita in fondo le piaceva,meglio di così non poteva andare,riusciva a guadagnarsi da vivere e questo le andava più che bene. Quella mattina però si era svegliata con una strana stanchezza addosso,come se avesse il corpo appesantito e questo le faceva venire anche voglia di non fare niente,questa sensazione la provava spesso ogni volta che doveva andare al cimitero a trovare i suoi,quella mattina,infatti era l’anniversario della loro morte avvenuta il 29 agosto del 1981.

Oggi quindi era il 29 agosto del 1985 e lei in quel momento era lì al cimitero  davanti alle tre lapidi in mezzo all’erba incolta in una giornata afosa,appena era arrivata guardando i loro nomi quei ricordi così vivi dentro di lei erano affiorati nella sua mente e avevano lasciato una profonda angoscia che le aveva provocato un nodo allo stomaco. Era inutile,per quanto si sforzasse non sarebbe mai riuscita ad andare avanti,non avrebbe mai trovato pace,non avrebbe mai riempito la sua solitudine,nessuno l’avrebbe mai capita,in quei momenti si rendeva conto che andare avanti e fare finta di niente equivaleva a mentire a se stessa e agli altri,ma lei non sapeva cosa fare,non trovava altra soluzione,si sentiva così insicura e vulnerabile,non sapeva fare altro che fuggire,non avrebbe mai affrontato la realtà,quel giorno non sarebbe mai arrivato.

A quel punto la ragazza tirò fuori dalla tasca la pietra a forma di cuore che le aveva regalato sua sorella prima di morire,la guardò e la strinse con forza fino a farsi male,era solo una banale pietra ma per Demi era molto importante era l’unica cosa che le rimaneva della sua amata sorella la vedeva come un amuleto che dissipava le sue ansie e le sue paure, stringendo quel sasso le sembrava di avere sua sorella vicino a se come se stringesse la sua mano e questo le dava una sicurezza che mai avrebbe creduto di avere.

“Forza Demi se ce l’hai fatta in quattro anni puoi farcela anche oggi,non abbandonare la speranza” pensò tra sè e sè la ragazza rimettendo la pietra in tasca,dopo di che si avviò al lavoro. Il bar dove lavorava era abbastanza vicino casa sua,ci volevano 15 minuti per arrivarci a piedi,era una struttura piuttosto piccola ma confortevole,all’ingresso c’erano i tavoli e le sedie di legno sotto il tendone mentre all’interno c’era il bancone dei gelati a sinistra   mentre a destra un piccolo spazio con i tavoli sempre di legno.

Demi entrò dalla porta secondaria a destra dal lato dei tavolini, Victoria,la sua collega e aiutante che stava pulendo i tavoli con uno straccio imbevuto d’acqua appena la vide entrare rimase un attimo sorpresa:

“Hey finalmente sei arrivata,stavo pensando che non saresti venuta,di solito arrivi sempre in orario,che è successo oggi? Hai incontrato un bel tipo per strada? Dì la verità!” scherzò la sua amica.

“ma cosa vai a pensare,scema! Ho avuto un impegno prima di venire qui. Ero al cimitero.” rispose Demi con tono divertito e poi più serio nell’ultima frase.

“al cimitero?” rispose Victoria perplessa.

“si oggi è l’anniversario della morte dei miei genitori e di mia sorella” eslamò  Demi in tono serio.

“oddio Demi scusami,non lo sapevo,madonna che figura!” Victoria si era messa una mano sulla fronte,era molto imbarazzata.

“ma no,non ti preoccupare,scusami tu se non te l’ho detto prima non ci avevo pensato” la rassicurò Demi.

“io non sto mai zitta,sempre a parlare a vanvera,uff”  si lamentò l’amica.

“ma no dai,questo lato del tuo carattere è davvero simpatico” esclamò Demi con un sorriso.

“mi stai prendendo in giro?”

“ma no,figurati,lo penso davvero”

“allora in questo caso ti ringrazio, a proposito ti va se usciamo stasera? Mi hanno detto che c’è un pub molto carino da queste parti e a quanto pare è frequentato da bei ragazzi! Mamma mia non vedo l’ora.” dalla bocca della ragazza uscì una risatina allegra.

“haha certo che sei proprio infuocata!”

“ si come i tuoi capelli!”

Demi scoppiò a ridere seguita poi dalle risate dell’amica. A quel punto entrò una cliente e loro si interruppero bruscamente, si posizionarono dietro al bancone dei gelati e sorrisero alla nuova arrivata.
   
 
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