Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Ricorda la storia  |      
Autore: didi_95    05/08/2015    6 recensioni
Sauron è stato sconfitto, la guerra è finita.
Dwalin attende con ansia il ritorno di Gimli, orgoglio della stirpe di Durin; ma cosa accadrebbe se il giovane nano dalla barba rossa decidesse di portare con sé un amico dalle orecchie a punta?
Riuscirà Dwalin a superare i propri pregiudizi?
La domanda è retorica... certe cose non cambiano mai.
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dwalin, Gimli, Gloin, Legolas
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Certe cose non cambiano





Dwalin sedeva sulla sua poltrona preferita, concedendosi una tranquilla fumata dopo la lunga scarpinata di quel giorno.
Volute di fumo grigiastro lo circondavano, dipanandosi intorno alla sua testa pelata come tanti tentacoli.
Il suo sguardo era fisso tra le fiamme del camino.
Stava invecchiando, era innegabile.
Sbuffò contrariato.
Non lo aveva mai intimorito l'idea della morte, era sempre stato un guerriero pronto ad ogni evenienza; ma, con il passare del tempo, aveva scoperto che non erano gli elfi ciò che odiava di più... ma il dover invecchiare.
Anche il tragitto da casa sua a quella di Gloin era diventato stancante.
Oh ma non avrebbe ceduto senza combattere, avrebbe continuato a girare armato di tutto punto come aveva sempre fatto!
La vecchiaia avrebbe solo dovuto provare ad avvicinarsi!
Un bel colpo d'ascia di quelli ben assestati e nessuno avrebbe mai più dovuto preoccuparsi dello scorrere del tempo.
Come per negare le sue parole, quando si alzò per ravvivare il fuoco, le sue ginocchia scricchiolarono malamente.
Dwalin grugnì, altamente contrariato.
Poi ricordò la visita che aveva fatto a Gloin qualche ora prima e poté distrarsi dai messaggi del suo corpo.
Alla fine sembrava tutto risolto: Sauron era finalmente stato sconfitto, questa volta si sperava per sempre e la pace nella Terra di Mezzo appariva finalmente destinata a durare.
Dwalin sorrise quando nella sua mente apparve l'immagine di un nano molto giovane, dai capelli rosso fuoco; un nano che lui stesso aveva contribuito ad allevare.
Un nano con la N maiuscola: robusto, forte, coraggioso, sprezzante del pericolo, amante dell'ascia ed abilissimo nel corpo a corpo.
Il loro Gimli, l'orgoglio dell'intera stirpe di Durin.
Dwalin, senza nemmeno rendersene conto, gonfiò il petto con soddisfazione.

< E soprattutto con dei solidi ideali nanici che nessuno potrà mai infrangere! Non per niente sono stato io ad insegnarglieli! >
Scosse la testa.
Senza accorgersene aveva parlato ad alta voce, gli succedeva molto spesso dopo la morte di suo fratello.
Era a Balin che si rivolgeva... sempre.
< Bhè, a te fratello! - disse sollevando il boccale ricolmo di birra che giaceva pieno per metà sul pavimento - A te! Dovunque tu sia ora... che tu possa essere orgoglioso della nostra stella*! >
Impegnato in una lunga sorsata di birra, ricordò il discorso avuto con Gloin qualche ora prima; la guerra era finita e Gimli presto sarebbe tornato a casa.
Tutti negli Ered Luin non vedevano l'ora di riabbracciarlo e di congratularsi... era diventato un grande guerriero e si era molto parlato delle sue gesta insieme al nuovo Re di Gondor, Aragorn figlio di Arathorn...

"Ma non era solo di loro che si parlava, non è vero fratello?"

La voce di Balin risuonò canzonatoria nella sua testa.
Era solita apparire ogni qualvolta Dwalin cercava di ignorare qualcosa di importante ed accadeva molto spesso... troppo spesso.
Il nano sbuffò infastidito.
< Voci! Nient'altro che voci e malelingue! > ribatté irato alla stanza vuota.
Questa volta non ci fu nessuna risposta, solo questo irritante pensiero che si dipanava nella sua mente come le spire di fumo nell'aria.
Dwalin si sentì in dovere di giustificare le proprie parole... o per convincersi meglio?
Scosse nervosamente l'ormai lunga barba grigia.
< Hanno combattuto insieme, è vero... ma tutte le altre insinuazioni sono bugie! Quel... quell'essere biondo non potrebbe nemmeno aspirare a lucidare gli stivali del nostro Gimli... è un'offesa bella e buona solo il fatto che siano stati costretti a collaborare! >
Percepì su di sé l'acuto sguardo del fratello e fu una sensazione talmente reale da farlo rabbrividire.
Il tabacco nella pipa era finito e, ignorando l'insistente scrocchiare delle proprie articolazioni, si alzò per prenderne ancora; fu allora che sentì, questa volta per davvero, delle voci familiari.


< Mellon... non so se sia il caso. Non credo di aver fatto la cosa giusta assecondando questo tuo desiderio... >
La voce dell'elfo era esitante e più lieve del solito; Gimli trattenne a stento una grossa risata.
Continuando a procedere sul sentiero, sbottò:
< Sembrerebbe quasi che tu abbia paura, messer Elfo... ci sono forse troppi nani qui per i tuoi gusti? >
Legolas raddrizzò le spalle, ostentando all'improvviso una più che comica aria offesa.
Tuttavia Gimli notò un lieve sorriso divertito attraversargli il volto bianco ed affilato.
Sorrise a sua volta, ripensando all'inizio di quella pazza avventura.
Al Consiglio di Elrond lo aveva riconosciuto subito e subito lo aveva etichettato come il più arrogante "Orecchie a punta" di tutta Arda.
Per poco non erano venuti alle mani quel giorno.
E poi... I Nove Compagni.
Gimli non avrebbe mai immaginato di dover viaggiare a stretto contatto con un elfo, per di più l'elfo che aveva contribuito ad imprigionare suo padre ed i suoi parenti nell'ombroso ed infido regno di Bosco Atro.
Eppure era accaduto...
Aveva creduto di odiare gli elfi con tutto il proprio cuore, prima di arrivare a Lorien... prima di conoscere la Dama...
Da quel momento era cambiato tutto.
Prima era solo condivisione... di una missione, di un destino comune, di una guerra...
e poi era diventata amicizia, la più profonda che Gimli avesse mai avuto.

< Vuoi dirmi a che cosa stai pensando o preferisci continuare a dirigerti verso quella quercia? Tra gli Elfi gira voce che i Nani siano soliti dare testate agli alberi quando hanno le idee confuse, devo cominciare a pensare che sia la verità? >

La voce divertita dell'elfo lo riscosse all'improvviso e Gimli si affrettò a deviare a sinistra, evitando una delle grosse querce intorno alla casa di suo padre.
< Molto spiritoso, orecchie a punta... molto davvero. > sghignazzò.
< In ogni caso siamo arrivati, hai davanti agli occhi i prosperi Ered Luin... un luogo talmente suggestivo che i nani non hanno avuto il coraggio di abbandonarlo, neanche dopo la riconquista di Erebor. Che te ne pare? >
L'elfo si guardò intorno con un'espressione rilassata sul volto; lo stormire delle fronde degli alberi invadeva la piccola valle.
< Ora capisco perché hai insistito tanto per portarmi qui, mellon nin... e sono felice di averti seguito. C'è molta pace in questi boschi. >

La pesante porta di legno della casa di fronte a loro si aprì, lasciando intravedere la testa bianca di un vecchio nano.
< Adad! > scattò Gimli, correndo verso il padre e prendendolo con forza per le spalle.
< Inudoy... Finalmente sei di nuovo a casa! Ti aspettavamo con ansia... tua madre esploderà di gioia quando vedrà quanto sei cresciuto! Aspetta ma... chi c'è con te? >
Lo sguardo di Gloin si spostò dal figlio, cercando di capire chi fosse lo sconosciuto visitatore.
Legolas, dal canto suo, era rimasto immobile; tanto che, se non avesse saputo che era lì, Gimli avrebbe quasi potuto scambiarlo per un alberello.
< Padre, ti presento il mio amico e fedele compagno d'armi: Legolas del Reame Boscoso... anche se ehm... in un certo qual modo vi conoscete già. >
L'espressione sorpresa e sconcertata di Gloin avrebbe potuto essere comica se, in quel momento, non fosse stata coperta da una vecchia voce, completamente distorta dalla rabbia e dallo sconcerto.
< CHI? >
Tutti si voltarono.
Sul sentiero c'era Dwalin, ansimante per la camminata e rosso di rabbia.
Gimli, nonostante la gioia di rivederlo, si accorse con sollievo che, per la prima volta in vita sua, il più feroce dei Durin aveva dimenticato a casa l'ascia.
Legolas arretrò lievemente, azzardando comunque un lieve cenno di saluto.
Dwalin ringhiò.

< Ehm... ma perché non venite tutti in casa? C'è della birra... o anche del thè.
Sì, forse è meglio un po' di thè... > intervenne Gloin con voce incerta.


In che cosa aveva sbagliato?
Dwalin non riusciva a capacitarsene.
Cercando di non guardare verso il lato sinistro della stanza, dove sedeva quel biondo ed allampanato scarafaggio, ripeteva nella propria mente tutti gli accorgimenti che aveva preso per educare bene il piccolo Gimli...
Tuttavia non riusciva a trovare nessun errore particolare.
Aveva perfino costruito con le sue mani bersagli da ascia a forma di elfo!
Aveva associato la parola "elfo" a tutti i cibi che Gimli detestava:
< L'insalata ti fa schifo? Per forza, la mangiano gli Elfi! > era solito dirgli in continuazione.
E adesso questo.
COSA era potuto andare storto?
COSA non aveva funzionato?

< Ancora un po' di thè? >
La voce di Gloin lo riscosse.
Scandendo le parole, gli rispose glacialmente:
< Io. ODIO. il. thè... e lo sai benissimo... >
Gloin fece un passo indietro, mettendosi a sedere accanto al figlio e lanciando ogni tanto con aria rassegnata qualche sguardo incerto alla sua sinistra.
Rassegnazione...
Palese sinonimo di debolezza!
Ma lui non avrebbe accettato quello stato di cose di cui, era certo, Gimli non aveva alcuna colpa.
Intanto la voce potente di Gimli, immerso nel racconto delle sue gesta e di quelle del suo "amico", inondava la stanza.
Lo scarafaggio si era limitato ad annuire oppure a sorridere qualche volta.
Dwalin lo fissò attentamente... poteva essere gioia sincera quella nei suoi occhi?
No... assolutamente no! Impossibile!

< ... poi quando abbiamo incontrato per la prima volta i Signori dei cavalli, a Rohan...
Te lo ricordi Legolas come mi hai difeso? Eomer era vistosamente impallidito alle tue minacce! Com'è che gli dicesti quando sentenziò che mi avrebbe tagliato la testa se solo si fosse trovata più in alto? >
Legolas ridacchiò... gli elfi potevano ridacchiare?
< Moriresti prima di vibrare il colpo! > sentenziò poi alzando la sua tazza di thè verso Gimli, il quale rispose alzando la sua.
Dwalin impallidì.
"Eppure la loro complicità sembra più che reale... sembrano davvero amici."
La voce del fratello tornò ad assillarlo.
Che avesse ragione?
NO!
Ci doveva essere un qualche motivo logico, accidenti!
Dwalin si mise la testa tra le mani, cominciava a sentirsi stanco di quella situazione.
Se solo fosse stato più giovane e se Gimli gliel'avesse permesso, avrebbe tirato il collo a quell'elfo arrogante...

Fu in quel momento che vide Gimli tirare fuori dalla propria casacca un misterioso piccolo scrigno.
Le sue mani erano delicate nel maneggiarlo ed i suoi occhi pieni di venerazione.
Dwalin si rese conto di non voler sapere cosa ci fosse lì dentro...
Preannunciava guai, come tutto il resto.
< E questo è il dono più grande che un abitante di Arda possa ricevere... > cominciò Gimli con voce bassa e lo sguardo perso in luoghi lontani.
Lo scrigno venne aperto e Dwalin, suo malgrado, si ritrovò ad allungare il collo per vedere meglio.
< Tre capelli dorati che la Dama di Lorien ha donato a me... un umile nano. >
Una lacrima solitaria spuntò negli occhi del nano, in contemplazione dei tre sottili fili dorati; Legolas gli mise una mano sulla spalla e Dwalin dovette contenere l'impulso di mozzargliela all'istante.
Ci riuscì soltanto perché aveva finalmente trovato una risposta alle sue domande; risposta che le successive parole di Gimli non fecero che confermare.
< Sarò il suo umile servo per sempre... > aveva sussurrato richiudendo lo scrigno ed asciugandosi la piccola lacrima.

< Un incantesimo! E' questa la risposta! > Borbottò Dwalin a sé stesso, felice che la sua ferrea educazione non avesse falle di sorta.
Il loro Gimli, orgoglio dei discendenti di Durin, era vittima di un potente incantesimo di una qualche elfa fattucchiera...
L'amicizia tra nani ed elfi non poteva esistere, non sarebbe MAI esistita.
Il problema restava uno soltanto.
Come spezzare l'incantesimo?
Come salvare Gimli?
Dwalin sorrise, scoccando un letale sguardo inceneritore verso l'elfo.
Una sfida.
Era quello che stava aspettando.
Quando si alzò dalla sedia, le sue articolazioni non scricchiolarono affatto, poi il pensiero andò all'ascia, compagna inseparabile di un'intera vita.
Sarebbe andato subito a prenderla.
Una remota parte di lui percepì Balin scuotere la testa con rassegnazione ma, come aveva sempre fatto, lo ignorò e si limitò a mormorare:

< Non sono poi così vecchio... >





*Gimli = stella Per quanto riguarda il rapporto di Gimli con Dwalin e gli altri suoi parenti e anche il fatto che lo chiamino molto spesso "stella", devo ringraziare una storia in particolare che mi ha ispirata, ed anche Leila91 che me lo ha fatto notare <3. La storia in questione è Sansukh di determamfidd, se vi capita passateci perché è stupenda;) Detto ciò, spero che vi sia piaciuta. Un saluto ;) Diletta
 
   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: didi_95