Film > Thor
Ricorda la storia  |      
Autore: LuciaDeetz    06/08/2015    5 recensioni
Dalla storia:
L'Expo 2015 sta mietendo visitatori oltre ogni previsione. In forma di plastico per anni e realtà da questo maggio, l'esposizione di Milano può ora fregiarsi a pieno titolo dell'aggettivo “universale”.
Perché, vi domandate? Non lo era già da prima?
No. Almeno, non fino a ieri. Ma lasciate che vi spieghi con calma.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Thor, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cambio di programma

L'Expo 2015 sta mietendo visitatori oltre ogni previsione. In forma di plastico per anni e realtà da questo maggio, l'esposizione di Milano può ora fregiarsi a pieno titolo dell'aggettivo “universale”. Perché, vi domandate? Non lo era già da prima?
No. Almeno, non fino a ieri. Ma lasciate che vi spieghi con calma.
Si era di tardo pomeriggio, ieri, e stavo scattando foto senza ritegno e derubando i passanti della propria privacy – vi sfido a scattare foto, in fiera, che siano prive di photobomber a deturpare la composizione di una cicca sul marciapiede, o di un fiorellino appena sbocciato – quando ho intravisto una macchia scarlatta occupare un angolo dell'obiettivo della fotocamera.
Quando la macchia si è ingrandita e spostata verso il centro del quadro fino a comprendere un codino biondo, una cascata di liquirizia, una cupola di capelli neri cortissimi e una quarta testa di fili mossi color paglia, l'epifania è giunta a illuminarmi: Thor e i suoi amici in visita all'Expo! Sif! Heimdall! Fandral! E un mantello rosso.
Che cosa ho fatto? Non chiedete l'ovvio, suvvia.
In qualità di ragazza dotata di senso del rispetto e impanata, fin dall'utero materno, di saldi princìpi morali e portatrice sana di entusiasmo per le nobili gesta degli Avengers, con la mestizia nel cuore e sapendo bene di eccellere nell'arte del disturbo della quiete pubblica ho fatto quello che una qualsiasi persona virtuosa avrebbe fatto: li ho pedinati, cioè, a passo di hobbit, fino al padiglione tedesco al quale han deciso di fermarsi a scolarsi una pinta. Ed è stato lì che ho sentito – a mio malgrado, perciò non dirò “origliato” – i loro discorsi.
A quanto pare (e badate, questa è un'esclusiva che ho riservato solo a voi lettori affezionati di EFP, perché su tali informazioni avrei potuto lucrare tanto denaro e so per certo che avrei potuto perfino usurpare il trono del direttore de La Repubblica o La Stampa o di altri quotidiani nazionali a larga tiratura, se solo avessi voluto contrattare per la cessione di questo succulento inedito)... dicevo: a quanto pare Heimdall, che se non sbaglio risponde a nome di tutto-vedo e tutto-sento, ha individuato, l'altro giorno, dall'alto del suo osservatorio, uno strano agglomerato di anime raccolte (forse in preghiera, ha pensato lui, così almeno ha confidato ai suoi compagni) in un punto di Midgard in cui mai, per ammissione sua, si era verificata una concentrazione così fitta di punti neri (è così che ci vede, come noi vediamo le mosche in assalto sulla carne!). Io credo che non ci abbia mai fatto caso, invece, perché è ormai da un po' che la terra si riunisce in questa sede...
Comunque, mi sono purtroppo persa il prosieguo della conversazione, perché una cameriera si è infilata fra me e la fonte delle voci e si è fatta carico, per mezzo dell'accento teutonico che si ottiene incastrandosi un rasoio in gola e parlando, di elencarmi le offerte del menù. Avete la desolazione del mio portafoglio sulla coscienza: per far sì che l'ostacolo si eclissasse alla svelta, ho votato a caso sul foglio e il mio dito indice è incappato sul piatto più dissanguante della lista. Vedete cosa combino, per portarvi notizie sempre fresche di giornata?
A cameriera dileguata nelle cucine, ho rinnovato la mia intenzione di non perdermi altri brani di parole e, facendomi scudo con il paravento del menù – a questo motivo ho fatto divieto alla cameriera di privarmi di quella protezione, e mi son guadagnata un'occhiata da inglobare il sole – sono venuta a sapere che, udite udite, TUTTA Asgard, divisa in delegazioni, scenderà a Milano durante le prossime settimane e fino alla fine della stagione! Da quel che ho capito, Tony Stark si è preso l'impegno di prenotare i biglietti per tutta la guarnigione del palazzo reale e, in questi giorni, estenderà l'invito anche a tutta la popolazione dei sobborghi. Non mi meraviglierei se le previsioni del meteo prospettassero piogge di asgardiani (si calano dal Bifrost, giusto?) fino a esposizione conclusa!
Dopodiché, ahimè, e ahivoi, è successo l'inimmaginabile. Chiarisco meglio il concetto: è successo l'inimmaginabile perché mi son trovata nella situazione che per tutto il tragitto la mia mente si era rifiutata di immaginare.
Che mi cogliessero nell'atto di spionaggio passionale, cioè, con la bocca e il naso sì coperti dal libretto del menù, ma con un paio d'occhi da slow loris puntati, come due fari spenti e – temo – inquietanti, a loro e unico indirizzo.
Sentitevi l'animo toccato dal mio panico e muovetevi a pietà, per favore: mi sono accorta di essere fissata di rimando solo dopo... quanto? venti, trenta secondi? Passati i quali ho sperimentato lo stile di vita di un serpente che si sente impossibilitato ad abbassare le palpebre: io le ho, le palpebre, ma temevo così tanto che si sarebbero volatilizzati o mi sarebbero piombati addosso al primo sbatter d'occhi che, ecco, non ho interrotto il contatto visivo compulsivo fino all'arrivo – sia santificato il suo tempismo! – della cameriera e del mio piatto (che m'aspettavo fosse in lega d'oro per quanto l'ho pagato, non di bieca porcellana, tzè).
Affezionata a collezionare magre figure, ho saldato il conto di un bratwurst mai assaggiato e me la son filata dal locale con la coda fra le gambe e il desiderio di stringere una pala fra le mani – per scavarmi il tumulo in una delle aiuole, ché all'Expo sono tante e non mi avrebbe visto nessuno, non voglio sollevare scandali internazionali il giorno del mio suicidio, per carità, né che la mia morte sia considerata molesta al pari della mia vita.
Avrei potuto chiedere dell'attrezzo a uno dei volontari in fiera: se ne notava proprio uno, in quel momento, che emergeva dal padiglione opposto al mio. Ma stava andando a prendere una carriola, ha detto, per un Pel di Carota che non riusciva più ad alzarsi dal gran mangiare, e non poteva imprestarmi alcuna pala perché non ne aveva. E poi, ha aggiunto incupendosi sotto una nube di sospetto, per cosa mi serviva?
Ho destinato all'anonimo tizio un paio di preghiere di pronta digestione – allora vedete che c'è qualcuno che prega all'Expo! – e poi, desistendo dal proposito d'esser becchino di me stessa, sapendo comunque che sarei potuta ritornare oggi a rifarmi di quel bratwurst, ho imboccato il sentiero d'uscita dalla fiera, perché tanto si era fatta sera e c'era ancora poco da stare in giro.

***

Stamattina, però, è accaduto l'inimmaginabile. Un accaduto davvero inimmaginabile. Per me come per tutti gli altri in fila all'entrata, d'altronde, e forse per quelli di voi che han preventivato una capatina alla fiera nei prossimi giorni. Un consiglio spassionato da amica e testimone del dramma che sta per seguire: rinviate il sopralluogo in data da definire, se non volete rincasare con le pive nel sacco.
Sotto a una Babele di idiomi sparati ai decibel di un martello pneumatico, mi sono aperta un varco fra i manifestanti fino a raggiungere i tornelli d'ingresso. Allora, come un flash, ho rivisto e risentito nella mente il volontario in cerca di carriola e in soccorso m'è giunta, in alto in alto, svettante sulla struttura, la visione dello stendardo del motto di Expo tanto chiacchierato, quasi una coincidenza, mentre la cassiera seguitava a dire che no, oggi la fiera è chiusa per esaurimento delle derrate alimentari, e se per favore potete tornare un altro giorno, ché vi abbuoniamo il costo del biglietto e, dato che ci rincresce così tanto, anche del viaggio in aereo, e se – ancora – per favore potete smettere di urlare, perché Tony Stark ha chiamato all'alba e ha detto di barricarsi contro l'invasione universale, perché gli è venuta una tendinite fulminante a far biglietti e vuole che gli altri siano preparati meglio di lui, e che quindi l'esposizione versa in una situazione di emergenza, ma è solo un disservizio temporaneo, non preoccupatevi, perché presto torneremo in funzione...
E intanto, a memoria della visita scioccante che fu, il vessillo dello slogan di Expo, ristampato di fresco, garriva nel vento e lanciava il suo rinnovato messaggio al mondo:

Nutrire Volstagg, Energia per la Vita.

~fin~



Angolino d’autrice:
Benvenuti a un nuovo appuntamento dello show intitolato Lucia e le sue boiate notturne.
Perché ad Expo non ci sono ancora andata, vorrei ma il caldo mi sfinisce di testa e di corpo (sono giorni che mi ripropongo di riprendere in mano la cyclette, ma la sola vista dell'apparecchio è sufficiente a mandarmi in iperventilazione, perciò Milano non mi vedrà che all'ultimo momento).
Non potendo assistere alla meraviglia di persona, mi diverto a fantasticare. Ciò implica non solo dei dettagli inesatti (ci son aiuole? cicche? bratwurst in piatti di porcellana? carriole per traghettare gli svenuti a causa del cibo o dei prezzi da capogiro? boh), ma anche e soprattutto... una nuova fanfic. Semplicemente, sono arrivata a un punto della mia vita - della mia ossessione - in cui mi vedo impossibilitata a bandire Thor & company (mi dimentico spesso di Hogun, poretto) da qualsiasi filmino mentale che mi capiti di dirigere nei tempi morti della giornata. Se fantastico su qualcosa, la loro presenza è assicurata. E fantasticando sull'Expo questa è stata la nefanda conseguenza.

Ulteriore nota: adoro il tedesco e il suo suono che in tanti considerano non troppo soave. Declino ogni responsabilità di ciò che pensa, dice e mette in atto la voce narrante di questa fanfic. Ad esempio, io non stalkererei MAI uno dei miei attori preferiti.
E ora mi ritiro a dormire. Faccio fatica a scrivere perché ho appena perforato lo schermo con la punta del mio naso, che si è allungato, d'un tratto e senza motivo apparente (mah?!), di quasi un metro.

Spero che la storia vi sia piaciuta! (E che v'abbia strappato una risata; questo era l'intento, almeno, ma non so se sia riuscito o meno.)

A presto :3

   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Thor / Vai alla pagina dell'autore: LuciaDeetz