Film > Thor
Segui la storia  |       
Autore: Angel27    07/08/2015    2 recensioni
Loki, accorciò la distanza tra loro con brevi falcate, prese Sigyn per i polsi e la sbattè con violenza alla parete. La ragazza gemette per il dolore chiuse d'istinto gli occhi, lasciando andare la testa contro la parete.
"Tu...- sibilò, e la ragazza schiuse lentamente le palpebre- il tuo pensiero mi tormenta giorno e notte! Per le tue smancerie vengo deriso dall'intero regno!" concluse irato.
"Voi non siete così..." sussurrò Sigyn, sfidandolo con lo sguardo.
"Ah no?"...
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Sigyn
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Salve a tutti!
Prima cosa mi scuso per il ritardo, finalmete l'ispirazione è tornata, la scuola finita ed ho potuto concludere il capitolo.
Si questa volta la nota dell'autrice precede il capitolo perché letto senza una piccola introduzione può sembrare confusionario e privo di senso.
Dunque il fatto è questo le parti semplicemente in corsivo sono narrate da un coro, come nelle tragedie greche, si lo so è un mezzo disastro non mi uccidete.
Le pari con vigolette così: ' ( es. 'Salve') e corsivo corrispondono ai pensieri di Sigyn.
Le parti con queste virgolette: '' e corsivo corrispondono al discorso di Hela.
Quindi vi prego di avere pazienza per questo capitolo un po' confusionario.
Vi auguro una buona lettura! E ringrazio coloro che hanno  aggiunto la storia tra le preferite e seguite, soprattuto le autrici che recensiscono rendendomi tanto, ma tanto felice! *lancia cuoricini di carta e caramelle* *^*
Ah quasi dimenticavo troverete due citazioni, una da Il Signore degli Anelli e una da Avengers Age of Ultron. ;)
Un abbraccione! :*
Angel27 <3

Nelle leggende si narrano le imprese degli eroi, i sacrifici di donne folli d'amore, le morti dei più valorosi soldati, e come in ogni tragedia vi è un coro che narra le tragiche ed eroiche vicende...
Leggiadre come piume, luminose come le stelle le piccole sfere di luce si librarono alte nel cielo notturno.
Jotunheim non era mai stata tanto silenziosa, in cielo risplendevano chiare le stelle e le piccole luci raggiunsero lentamente le loro compagne.
Un grido squarciò il silenzio, una preghiera disperata, una melodia triste...il re degli jotun cadde in ginocchio sul gelido ghiaccio, gli occhi colmi di scintille, il petto che danzava frenetico incapace di celare dentro di sé la rabbia che come tempesta infuriava in lui.

Chi può decidere la vita o la morte? Chi può rendere cieco, sordo o muto? Non noi di certo, eppure ora potente re sei privo del tuo primogenito ora la rabbia vorace e tremenda in te cresce impetuosa pronta a divorare i tuoi nemici.
Regina di ghiaccio chi ti ferisce? Ora che anche tu sei divenuta fredda come il marmo, non sangue ma veleno scorre nelle tue vene.


'Oh me, o vita maledetta che portasti via il sangue del nostro sangue! Oh vita crudele, oh destino bugiardo che illudi per poi uccidere. Vendetta esige questo corpo di donna, sangue desidera un cuore per troppo tempo lacerato. Come un serpente attende immobile la preda, così attendo coloro hanno strappato la vita dal mio grembo. Veleno...solo bruciante e letale veleno scorrerà nelle mie vene fin quando la vendetta non sarà compiuta.'

Risposta.

Oh dea ingrata, che sfidi i tuoi padroni. Troppo stolta sei per apprezzare i doni che ogni giorno ti offriamo, troppo cieca sei per scorgere l'amore negli occhi del tuo amato, troppo egoista per comprendere la gioia che genera un sacrificio. Uno dai cento ricevi, eppure ancora resti ostinata nella tua cecità. Se ciò che desideri è conoscere il dolore noi saremo lieti di esaudirti, ma se mai ti pentirai potrai riscuotere il tesoro che ti spetta...via ora!

Il tempo scorre veloce come un torrente lava via il dolore che affligge e così si rinasce a nuova vita...
Hyn, guardava con occhi colmi di lacrime la donna che giaceva inerme nel letto dalle candide lenzuola bianche.
"Hyn lui dov'è?"  sussurrò a fatica Sygin,
"Non vi sforzate, il re sta arrivando." rispose l'ancella prendendo la mano della regina con estrema delicatezza.
La porta si aprì di colpo e Hyn balzò in piedi col capo chino in chiaro segno di rispetto. Gli occhi scarlatti del re degli Jotun si soffermarono di sfuggita sulla ragazza.
"Mia regina." sussurrò sedendosi accanto a Sygin e prendendole la mano. Nonostante la pelle di Loki fosse fredda come il ghiaccio, la donna non rabbrividì, piuttosto si beò del contatto col suo amato.
"Mio re,- disse sorridendo, trascurando il dolore lancinante al ventre- il vostro erede è arrivato. Ho allietato almeno un po' il vostro animo?" chiese.
"Mia regina, mi avete reso fiero per un primogenito tanto bello e sano." nel dire quelle parole le carezzò una gota dolcemente.
"Oh destino crudele, che non mi permetti di condividere questa gioia col mio amore. Mio signore, la mia misera vita sta giungendo al termine, ora che la gioia di un figlio allieta questo palazzo." sussurrò quelle parole con le lacrime che minacciavano di rigarle le guance.
Loki guardò perplesso ed incredulo l'ancella che oramai piangeva senza sosta.
"Cosa significa?- chiese irato- Parla!" le ordinò vedendola ostinata nel suo tacere. "M...mio signore la regina ha affrontato un parto molto difficile e purtroppo i guaritori non hanno potuto far nulla, p...per impedire l'emorragia. Non v'è modo di fermarla e la quantità di sangue persa è notevole...m...mi dispiace..." concluse con voce rotta dal pianto.
"No, non può essere, non ora!" tuonò preso dal dolore e dalla rabbia
"Mio re, il mio compito è concluso. Sono venuta al mondo per dare un erede al mio signore e così è stato. Se la mia vita continuasse non avrebbe più un senso." sussurrò la regina debolmente.
"Considerate dunque senza valore l'amore che ci lega?" chiese con voce incrinata dal dolore.
Sigyn sorrise con la stessa dolcezza disarmante che aveva conquistato il cuore gelido di Loki e che tuttora abbatteva ogni barriera del temuto re degli Jotun.
"Come potrei amor mio? Più di ogni cosa al mondo desidero vivere al tuo fianco per l'eternità, ma il Fato ha deciso per noi." calde lacrime rigarono il viso della fanciulla e Loki la strinse con dolcezza in un tenero abbraccio.
In quell'abbraccio trovò ispirazione ed allontanatosi di poco dalla consorte sorrise soddisfatto.
"Tu vivrai mia dea!"

"Quanto effimera è la vita, tanto fragile da poter essere racchiusa in un filo- ghignò la signora della morte rigirandosi un filo dorato tra le mani scheletriche- un fragile ammasso di fili dorati. Ma non è ancora giunta la tua ora, mia cara, ancora lunga sarà la tua inutile vita."
Questa non è sempre stata dimora del ghiaccio e del vento, un tempo era una terra feritile popolata dalle più incredibili creature.
Le città si manifestavano in tutta la loro bellezza e grandezza, i prati, le montagne, i fiumi e i laghi in tutto il loro splendore.
Il cielo sempre limpido mostrava al mattino il caldo sole e alla sera tutti i nove regni, le galassie e le stelle.
Útgarðar, la capitale, ospitava abitanti da tutti i nove regni venuti per visitare quelle terre famose per la loro bellezza e per i loro poteri benefici.
In particolare per le Terme di Galdhøpiggen situate nel ventre della montagna Galdhøpiggen.
Ma quando Hela, dea della morte e del caos, invidiosa della bellezza e della pace di quel regno devastò con la sua armata Jotunheim, tutto cambiò e una maledizione venne lanciata dalla malefica dea.
"Fino a quando il sangue divino non verrà versato il regno avrà come sovrano il freddo ghiaccio e il gelido vento. La luce vi abbandonerà e la gioia svanirà con essa, solo morte, dolore e distruzione per Jotunheim la cui insolenza deve essere punita."

"Mio signore permettetemi di dissentire.- il generale del suo esercito, Glæsisvellir-È un viaggio rischioso e lungo, inoltre non abbiamo la certezza che esistano ancora e la regina..."
"Ho dato ascolto per anni a quelli che un tempo chiamavo fratelli ed ho scoperto con enorme dispiacere la loro reale indole, non commetterò lo stesso errore generale!" sibilò velenoso sparendo dalla sala del trono.
Tremendo ed impetuoso il vento ululava tra le valli desolate e dominate dal ghiaccio. Loki prese ad avanzare tenendo saldamente la consorte che si stringeva a lui in disperata ricerca di calore.
Ogni passo era sempre più pesante, ogni respiro sempre più affannoso, il Seiðr mano a mano che avanzava si indeboliva sempre più segno che il luogo che cercavano era vicino.
Passarono ore interminabili e Loki riprese le sue sembianze da dio, la magia infatti stava scomparendo del tutto. A quel punto tutto divenne più complicato il peso di Sigyn, sebbene leggera come una piuma, si fece sentire e le gambe del dio dovettero lottare contro la stanchezza e contro la tempesta che infuriava sempre più minacciosa.
"Voi che profanate il mio ventre! Tu Ingannatore sii maledetto! La tua gente ha rubato i miei tesori, devastato la mia bellezza, ucciso i miei figli."
Loki credette di stare impazzendo, quella voce...non poteva essere solo il vento.
"Un ibrido...un mezzosangue indegno di governare queste terre, un essere spregevole come suo padre e il padre di suo padre! Perirai, perirai per ripagare il male arrecato a me, ai miei figli. Perderai ciò che più ti è caro e così conoscerai il dolore, l'angoscia. Osserva il volto della tua sposa...guarda come il pallore innaturale l'avvolge come fosse una statua di ghiaccio! Osserva come gli occhi perdono il loro colore, come i capelli perdono splendore...senti forse il suo cuore? Odi la melodia del suo canto? È tardi Ingannatore, le tue bugie ti hanno tradito, i tuoi inganni imprigionato." dopo quelle parole gli parve di udire una risata tetra.
Loki sentì il cuore mancare, osservò la sua sposa e le parole di quello spirito continuavano a martellare nella sua mente fino a fargli male.
"LEI NON MORRÀ! HAI SENTITO?- gridò tanto forte che sentì la gola bruciare- Vivrà per dare luce al mio animo buio, per rendere feconda la terra sterile, per generare creature di rara bellezza, vivrà perché senza di lei nulla avrebbe più senso e tutto perirebbe con lei." sussurrò alla sposa infine mentre le lacrime rigavano il viso scarno e pallido.

'Non lacrime, ma cristalli smeraldo sono le sue lacrime.
Non grida, ma tuoni le sue urla.
Non bugie, ma sublimi verità i suoi inganni.
Il mio signore è uno sposo fedele che ama la consorte fino a dare la vita.'

Pace.
Una strana ed inaspettata pace regnava nelle lande devastate di Jotunheim, non vento, non un solo ululato...nulla.
Il dio per pochi attimi si chiese se non avessero attraversato un passaggio per un altro mondo.
Loki con estrema cautela prese ad incamminarsi giù per le ripide colline di ghiaccio stando attento a non far scivolare Sigyn tremante sulle sue spalle.
Continuò a camminare per lunghi minuti finché non la vide l'enorme montagna si ergeva imponente, mentre la vetta scompariva nel cielo denso di nuvole.
Una volta raggiunta la parete ovest, il dio recitò una formula ed i tratti di una piccola porta si delinearono in una rientranza della maestosa roccia.
Vi erano incise queste parole 'DITE AMICI ED ENTRATE'
Tempo addietro il re degli jotun affinché la fonte magica restasse ben protetta aveva richiesto l'aiuto degli elfi per sigillarla e far sì che vi si potesse accedere solo con il consenso del sovrano o di un suo legittimo erede. Dunque la chiave di quella porta veniva tramandata da padre in figlio, ma con Loki ciò non era avvenuto poiché Laufey credeva estinta quella fonte magica, in realtà non seppe dove iniziare le ricerche per cui la diede per dispersa.
"MELLON!" esclamò il dio.
Un sorriso soddisfatto si delineò sul suo viso quando la porta in pesante roccia si aprì con assordanti rumori rivelando una buia e tetra galleria.
A quel punto Sigyn chiese di esser messa giù e di poter camminare con le sue gambe. Dopo molte repliche da parte del dio, la regina venne accontentata e finalmente intrapresero il cammino nel ventre della montagna l'uno accanto all'altra.
Camminarono al buio per parecchi metri e quando la strada cominciò ad essere illuminata qua e là da cristalli color zaffiro la dea rabbrividì nel notare la fredda roccia nera dalla quale spuntavano mille occhi indiscreti che la scrutavano con astio per aver disturbato il loro letargo.
Sigyn non osava proferir parola o lamento semplicemente restava stretta al braccio del dio dolorante e leggermente impaurita, ma quando i cristalli presero a brillare illuminando a giorno la caverna un senso di serenità pervase entrambi lasciando che un piccolo sorriso si dipingesse sui loro volti.
Scesero ancora più giù e Loki pensò che di lì a poco avrebbero raggiunto il centro di Jotunheim e in parte non si sbagliava.
Quando finalmente sentirono lo scrosciare leggero dell'acqua e un dolce profumo di fiori compresero di aver raggiunto la meta: ciò che si parò dinanzi a loro fu un piccolo pezzo di paradiso nascosto in un inferno di ghiaccio.
Una piccola cascata sfociava in tre enormi vasche di acqua limpida che appena sfiorata mutava colore: prima rosso rubino, poi rosa come il quarzo, poi verde smeraldo.
"Questo prato verde..." sospirò la dea beandosi del profumo dell'erba fresca, mentre la mente tornava alle verdi vallate di Asgard.
"Non ora, mia dea, prima dobbiamo esser certi che la ferita sia rimarginata." detto ciò la prese tra le braccia e si avvicinò ad una delle enormi vasche d'acqua cristallina e lentamente aiutò la dea a svestirsi per poi immergerla dolcemente nelle limpide e calde acque.
Sigyn sentì il corpo bruciare e come avvolto dalle fiamme, ma durò pochi attimi perché subito quella sensazione svanì e venne pervasa da un profondo benessere.
Le acque attorno alla dea presero il colore dell'arcobaleno: la chioma morbida come seta aleggiava sull'acqua brillando di luce propria, la pelle divenne candida come neve, le labbra rosa come petali di un fiore.
Quando riemerse si sentì incredibilmente forte e in salute, Loki le riservò il più dolce dei sorrisi. Subito la dea sentì crescere in lei il desiderio di appropriarsi delle sue labbra e con passione lo baciò lasciando che un piccolo gemito fuggisse dalle labbra del dio.
"Miei signori." una voce li fece sobbalzare, Loki sguainò il pugnale pronto a colpire, ma ciò che vide lo lasciò perplesso.
"Non temete, mio re, il mio nome è Eco. Sono la Ninfa a custodia di questo sacro luogo.- Loki ripose il pugnale nel fodero in attesa- Il vostro amore puro ha salvato la vita della regina, proprio questo gesto di fede sta risvegliando noi spiriti, figli e figlie della natura. Ora risorgiamo dal nostro letargo, ora la maledizione si sta indebolendo, ma il pericolo è sempre più vicino, poiché colei che causò questo male è libera e non arresterà i suoi piani di vendetta fin quando non saranno compiuti."

"Fili avevo ed or non più eppur non cado giù...ora sono libera non ho più fili che mi legano. L'ora è vicina sento il metallico sapore del sangue, il suo profumo acre, odo i gemiti delle donne straziate, il pianto dei bambini, le grida di rabbia e dolore degli uomini. Pagherai vecchio per ciò che tempo addietro mi hai fatto! Lo giuro!"

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Thor / Vai alla pagina dell'autore: Angel27