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Autore: Lavi Bookman    07/08/2015    1 recensioni
[ ShuuNeki / Accenni lievi one-sided-love Kanae x Tsukiyama ] [ What If? / SPOILER TOKYO GHOUL:RE ] [Character Death! ]
"Si sentì alzare da terra, dove non si era accorto di essere, troppo preso a guardare supplicante Sasaki, e allontanare. Kanae lo teneva stretto a sé, e avrebbe giurato che in quella presa ci fosse rabbia e frustrazione.
[…]
«Mi ami?»
«Non è il momento per queste cose.»
«Tu dici?», ancora qualche passo e avrebbe raggiunto il muro su cui poi si sarebbe appoggiato con la schiena, «secondo me è proprio un'ottima occasione – effectivement, c'est sûrement notre dernière chance.»
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kaneki Ken, Tsukiyama Shū
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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You're so much bigger than the world I have made.




«Ti prego, Kaneki. Non andare...»
«Grazie per essere venuto e aver provato a fermarmi, ma non posso più stare qui senza fare nulla.»
Allungando il braccio nella sua direzione, per poi farlo ricadere a terra, lì dove era steso, si arrese. Aveva provato a combatterlo. Aveva sempre provato a combatterlo. Ed era così impaurito, adesso.
Non lo avrebbe più rivisto: Kaneki Ken sarebbe scomparso, e lo sapeva. Per assurdo, probabilmente, lo sapeva pure lui.
Non venne nessuno a dirgli "è morto", "non ce l'ha fatta". Nessuna frase di circostanza da nessuna persona dispiaciuta. Nessuno pronto a piangergli davanti incapace di dire quelle semplici parole.
Fu così che Tsukiyama Shuu, in pieno inverno, capì che il ragazzo che amava era morto.
 

 

Oh, won't you tell me?
Please, just tell me,

explain how this should works.


«Touka?»
«Non dovrei essere qui, immagino.»
A volte capita, si diceva quando gli compariva alla porta, capita che chi rimane senza casa debba trovare qualcuno nella stessa condizione.
«Non dovresti, no.»
E la lasciava entrare. Accanto a sé Kanae squadrava la ragazza, con il bisogno impellente di chiederle aiuto.
«Sei come lui» , le disse un giorno, torturandosi le mani e mordendosi la lingua. Sei morta anche tu, era il continuo della frase e lei lo sapeva.
Stavano immobili, in camera da letto il più delle volte. Non parlavano, non fiatavano. Il nome Kaneki era tacitamente proibito.
Solo una volta, due giorni dopo la sua scomparsa, la vide piangere. Scioccamente lo aveva incolpato di non aver fatto nulla per fermarlo, di non averlo seguito.
Kanae aveva pensato di tirarle uno schiaffo, quando vide il suo padrone abbracciarla. Lo avvertì crollare un po' a quelle parole, ma da solo, cercando di non darlo a vedere.
 

 

I don't want to hurt you:
it's not my nature.
This sketchy place drawn into space
won't be your saviour.
So please think of me,
the way I used to be.



Alla fine aveva smesso di presentarsi a casa loro, iniziando a ricostruirsene una propria. L'Anteiku sarebbe rinato, :RE.
«Potremmo andare, un giorno... Quando si sentirà meglio, magari...»
Scostargli i capelli dagli occhi come se lo accarezzasse ormai era diventata una consuetudine, una di quelle accortezze che hanno solo i genitori o gli innamorati. E Kanae lo amava così tanto da far male.
«Mi ricorderei di lui...»
Incassava e annuiva, corrugando la fronte appena ma non abbastanza perché il suo padrone potesse accorgersene. Stupidamente pensava ancora che, in tal caso, si sarebbe sentito chiedere "cosa ti preoccupa?". Chi sopravvive alla morte di qualcuno che ama diventa così egoista.


I momenti di pace erano pochi, concentrati per lo più durante il sonno, quando aveva la fortuna di essere troppo esausto anche per sognare.
Aveva smesso di sentire gli odori. Se non posso sentire il suo, non ne vale la pena.
Conservava ancora il fazzoletto sporco del suo sangue, nonostante tutto. A volte lo accarezzava come una reliquia, altre volte lo stropicciava lanciandolo via. E gridava gridava gridava.
Aveva perso tutto, continuava a ripetersi.
"Kanae, non penso di farcela ancora."
Era una delle poche frasi che riusciva a ripetere, vedendo l'altro distruggersi ogni giorno un po' di più nell'ascoltarle. Egoisticamente sarebbe stato felice di portare tutto e tutti giù con sé. Anche quel ragazzino che avrebbe voluto così tanto proteggere.
 

 

The isolation spreads and tears,
those happy days pierce into me,
these lonely memories cease to care,
they spread throughout my history.


 


Era quasi la primavera di due anni dopo quando lo riconobbe in una foto.
Quando voltò il capo con un'indecifrabile difficoltà di movimento nella direzione di Kanae chiedendo gli venisse detto tutto.
In primavera, Tsukiyama Shuu sorrise di nuovo, e il peso di quel sorriso venne posato sulle spalle di chi sapeva lo avrebbe visto morire per amore.
«Voglio incontrarlo.»
«Lui ora è Sasaki Haise, non più Kaneki Ken. Non si ricorderà di voi...»
«E' impossibile che non si ricordi di me.»
Kanae pensava spesso che Kaneki non era lui, che sicuramente si era dimenticato. Se fosse stato lui al suo posto, sarebbe stato tutto diverso.
 


I'll never move,
I'll never lose,
I'll never move,
I'll never lose,
I'll never move,
I'll never lose you.

 


Forse la cosa più complicata da sopportare fu vedere Tsukiyama alzarsi dalla sedia a rotelle su cui veniva portato e lanciarsi verso Sasaki. Fu complicato sopportare la speranza nei suoi occhi ma ancora di più notare il suo castello di carte crollare a terra insieme al suo corpo. Sasaki non sapeva chi fosse, di Kaneki aveva mantenuto solo il volto dalla pelle liscia. E avrebbe voluto accarezzarlo, sputargli addosso tutto ciò che sapeva di lui, ricordargli a forza chi era. E chiedergli perdono. Dio, avrebbe così tanto voluto chiedergli perdono. Scusami se non ti ho fermato, se non ti ho seguito, se non ti ho più cercato, se ho pensato fossi morto. Scusami se non ti ho amato abbastanza.
Si sentì alzare da terra, dove non si era accorto di essere, troppo preso a guardare supplicante Sasaki, e allontanare. Kanae lo teneva stretto a sé, e avrebbe giurato che in quella presa ci fossero rabbia e frustrazione.


 

At once, I start changing
yet everything's remaining.
These lives I felt would join as one,
they fade away before they've begun.
I'm breakable – unbreakable,
I'm shaking yet – unshakable,
until these hands contaminate you.


 


«Sasaki»
«Tsukiyama-san?»
Si era sempre chiesto, da quando lo aveva ritrovato, come sarebbe stato poter avere un'altra opportunità. Non ricordava nulla di sé, nonostante gli sforzi.
Lo guardava e pensava che sì: lo amava ancora. Era tradimento? Stava tradendo il ragazzo che aveva amato sino a quel momento? Era un'altra persona, o poteva considerarla sempre la stessa?
«Sei così simile al vecchio Kaneki, in certe cose...»
Quando diceva cose simili lo vedeva grattarsi la punta del naso con imbarazzo.
«Non penso, lui uccideva tante persone, io uccido ghoul.»
«Io sono un ghoul», e a ripeterlo la voce un po' si incrinava, come se portasse l'ombra della consapevolezza sulle loro teste.
«Anche io» , rispondeva sorridendo.
«Io parlavo del vecchio Kaneki, quello del nostro primo incontro. Non avevi ancora mai ucciso nessuno. Non accettavi neanche la tua nuova natura.»
Silenzio, ma il sorriso era sempre lì. Più malinconico, ma pur sempre lì.
«Cercai di ucciderti, Sasaki.»
«Lo so.»
«Gestivo l'Asta.»
«Lo so.»
«Pensi mi ucciderai?»
Sasaki aveva sempre paura quando se lo sentiva chiedere, la certezza dentro di sé vacillava, ed era più difficile mantenerla salda.
«Quando sarà il momento lo farò.»
«Ora? Ora non è il momento, mon trésor?»
«Mi chiamavi così anche all'epoca?»
«Oui, tu es mon bon amour.»
Non conosceva il francese, ma da come diceva quelle parole e da come lo guardava aveva la certezza che non fossero cattive. Forse lo avrebbe preferito, sarebbe stato tutto più semplice.
«Ora non è il momento, no.»
I baci che gli dava erano dolci, come a voler riparare qualcosa di rotto all'interno del suo corpo. In quei momenti Tsukiyama poteva solamente annuire ed attirarlo a sé.
Può funzionare per un altro po', sospirava a sé stesso quando l'altro ripercorreva con la propria lingua il suo addome.

 

So don't forget me,
you can't forget me,
you won't forget me,
please, don't forget me.

With changing inside I'm completely paralyzed,
remaining corrupt as I wish for paradise,
but please think of me,
the way I used to be.
 


«Mi ami?»
«Non è il momento per queste cose.»
«Tu dici?», ancora qualche passo e avrebbe raggiunto il muro su cui poi si sarebbe appoggiato con la schiena, «secondo me è proprio un'ottima occasione effectivement, c'est sûrement notre dernière chance.*»
«Prendi tutto questo più seriamente.»
«Tra poco arriveranno tutti gli altri, lo sai. E non combatterò. Ti ho visto morire una volta e non voglio ucciderti io la seconda, Sasaki. Quindi, ti chiedo solo se mi ami.»
Non sarebbe stato così tremendo morire, se fosse stato per mano sua. Dal primo momento in cui aveva saputo la realtà dei fatti ne aveva accettato le conseguenze. Era solo stato complicato pregare Kanae di rimanere a casa quel giorno, Non tornerai più, vero? - Non tornerò più.
«Non mi hai mai chiamato Kaneki.», era sempre stato tutto così soffocante? Aveva davvero avuto la presunzione di dichiararsi pronto ad ucciderlo?
«Rispetto ciò che sei voluto diventare.»
E rispettava la sua sofferenza e i pugni chiusi lungo i fianchi. Rispettava i ricordi che non voleva confidargli ma che lo obbligavano ad appoggiarsi a qualsiasi cosa pur di non cadere. Lo amava quel che bastava per accarezzargli i capelli pregando che tornassero completamente neri prima della sua morte. Avrebbe davvero tanto voluto rivederli così.
«Quello che sono diventato sta per ucciderti! Mi avevi chiesto di non andare, avevi cercato di fermarmi», non crollare non crollare non crollare, «io... Volevo solo che tornassimo tutti all'Anteiku insieme...»
«Beh, finalmente stai ricordando...»
«... Devo ucciderti. I-io...» si chiese se le sue parole giungessero all'altro o fossero semplici sospiri che lui stesso faticava ad udire.
«Ti trema la voce, mon amour.»
«Non sono più Kaneki Ken. Sono Haise Sasaki. E sono un investigatore di ghoul. E tu sei il mio target.»
«Va bene», sorrideva, apprezzando quella falsa convinzione con cui cercava malamente di restare in piedi.
«Non vuoi proprio combattere?» - ti supplico.
«Ti amo, quindi va bene così.»
«Vorrei combattessi.»
«Perderemmo tempo. Lo stiamo già perdendo. Gli altri arriverebbero mettendosi in mezzo e tu non potresti più dirmelo. E non tremare. Non piangere. Sei Sasaki Haise. Sii Sasaki Haise.»
«Scusami...»
«Sssh, va bene così.»
 

 

Oh, won't you tell?
Oh, please just tell,
I fear who could it be
who lives inside of me.



«Non so se sono io ad amarti, o se sono i ricordi di quando ero Kaneki... Ti ho appena colpito a morte e... Tu stai morendo e io non-»
«Kaneki non mi ha mai amato... Questi sentimenti sono solo tuoi.»

Sei anche questo, Sasaki.




 




Non sono particolarmente convinta di questa oneshot, ma se continuo a modificarla faccio un disastro, quindi mi limito a lasciarla qui eeeee sicuramente nei prossimi giorni sistemerò qualcosa (se ma la tengo nel pc non la rivedo mai più va proprio in prescrizione okok) QUINDI ecco sì insomma va bene (...) AH, la frase "effectivement, c'est sûrement notre dernière chance" viene tradotta in "in effetti, questa probabilmente è la nostra ultima possibilità."
DOVEVO COMUNQUE SCRIVERE QUALCOSA SU DI LORO PERCHE' OMMIODDIO???????? E NEANCHE SAPEVO CHE POTESSERO PIACERMI COSI' TANTO E FOSSERO COSI' BELLI E TUTTO QUESTO ANGST A GRATIS
E
> l'immagine iniziale viene direttamente dal capitolo 39 del manga;
> il titolo viene da On my Own degli Ashes Remain;
> La canzone che fa da filo conduttore anche quando non c'azzecca na mazza è ovviamente Unravel.

 

  
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