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Autore: Dacqu    07/08/2015    0 recensioni
[Super Smash Bros. Brawl]
[Super Smash Bros. Brawl]Il mondo in cui si svolge la storia è un mondo in cui guerrieri indipendenti o al servizio di vari stati si combattono, per soldi, per politica, per il potere, per la gloria... ma intanto, qualcuno trama...
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Nel magazzino 214 della Città Antica, a far la guardia c'era ROB. Questo strano robottino, costituito fondamentalmente da un aggeggio rettangolare con gli occhi, un corpo filiforme lungo cui si muovevano le braccia meccaniche e una plancia con rotelle per muoversi al posto dei piedi, era stato scelto come custode del magazzino per la sua abilità nello spostare oggetti senza alcuna fatica. Questo magazzino all'apparenza era un magazzino qualunque, ma aveva una peculiarità; le casse impilate negli scafali erano piene di armi. Nessuno conosceva questo magazzino segreto, e chi ci si ritrovava per caso veniva convinto che le casse contenessero provviste di emergenza. Questo ROB stava dicendo ad una donna capitata in tale magazzino. Era una donna alta e benvestita, dotata di lineamenti notevoli. Quello che ROB non sapeva, è che dietro i suoi occhi verdi si nascondeva una mente astuta e intelligente. La donna si scostò i capelli neri e disse a ROB:—Lo so cosa dici a tutti quelli che capitano per caso qui, ma io non sono capitata qui per caso.— —Bzzt—risponde ROB—Mi perdoni, signora, ma non capisco—. La totale assenza di emozioni di ROB impressionò un po' la donna, ma in fondo era prevedibile: i robot non provano emozioni, per ora.—Quello che intendo è... Consegnaci le armi o finirai male— Se ROB avesse potuto spaventarsi, lo avrebbe fatto a queste parole, tanto più che decine di strani esseri, creature probabilmente robotiche costituite da due braccia enormi attaccate ad un corpo ovale nero su quattro gambe, comparvero e subito saccheggiarono il magazzino. Rob immediatamente si buttò contro la donna, che sembrava essere il capo, ma lei scomparve per ricomparire dietro di lui, colpendolo con un calcio. Lo scontro mostrò ben presto come, accanto al teletrasporto, lei potesse contare su una velocità superba, quasi pari alla luce. Rob non riuscì a bloccare uno solo dei suoi colpi, né a infierirne, e alla fine si ritrovò a terra, danneggiato troppo gravemente per combattere. Tuttavia, mentre la sua avversaria era girata a controllare i suoi robot, riuscì a strisciare verso l’allarme e lo fece suonare. —Maledizione—commentò lei—Accontentiamoci di quello che abbiamo preso e squagliamocela: non siamo abbastanza numerosi per far fronte ad un intero esercito.—

Capitan Falcon aveva superato numerosi ostacoli, ma nel verde della giungla in cui stava andando non doveva combattere sul serio. La sua muscolatura rivelava quanto fosse forte e veloce, ma il pilota di Formula Zero aveva un'altra arma: sapeva usare la sua energia vitale per potenti colpi. Vicino a lui c'era una donna alta e bionda, coperta da una tuta azzurra: Samus Aran. Lei osservò:—Almeno con questo caldo, potresti togliertelo il casco—. Capitan Falcon rise:—Non potrei mai togliermelo: mi rende pienamente riconoscibile, con il falco che lo adorna e i suoi brillanti colori splendidi quasi quanto me.— Samus rispose:—Di sicuro tua madre non ti riconoscerebbe, mister modestia— Capitan Falcon, un po’ risentito, replicò:—E la tua di madre non t'ha insegnato che i sottoposti dovrebbero evitare di dar fastidio ai capi?— Ma prima che il capitano finisse, Samus gli tirò una sferza con la sua frusta laser e lo guardò furiosa. Capitan Falcon stava per menarla a sua volta, ma poi si ricordò che Samus era orfana. Per quanto fosse vanitoso, sapeva ammettere i suoi errori, quindi si scusò, ma non senza aggiungere:—Comunque non era il caso di tirare fuori la tua frusta laser.— Samus fece spalluccie: Capitan Falcon poteva anche essere il suo capo (anche se le sembrava una definizione eccessiva, essendo loro in due), ma non aveva il diritto di parlare dei suoi genitori in quel modo.

Bowser aprì la mappa nel buio della sua stanza, in cui solo alcune torce illuminavano la fredda pietra nella quale erano scolpite le immagini del capostipite della stirpe dei Signori dei Koopa. Da tempo immemore il rettile sognava di portare la principessa Peach con sé nel suo regno: nella sua mente, lei faceva la ritrosa, ma una volta visto il suo potere sarebbe caduta ai suoi piedi. Uno potrebbe pensare che una sorta di tartaruga bipede gigante con spuntoni sul guscio e elementi draconici (il muso e la coda) non possa avere molte possibilità con una principessa umanoide bionda e bellissima, ma si sa, al cuore non si comanda. Certo, questo non autorizzerebbe rapimenti, ma dubito che Bowser fosse tipo da badarci; non per niente era ritenuto un supermalvagio. Tornando al suo piano, l'idea era di invadere il Regno dei Funghi non direttamente (sarebbe stato prevedibile), ma passando per un'altra zona... che individuò facilmente sulla mappa. —Perfetto: da qui sarà uno scherzo prendere Peach. C'è qualche dinosauro di troppo, ma non mi faccio impressionare per così poco—.

Link dovette aspettare un po' prima di accedere alle stanze di Zelda. Sapete com'è, mica ci si può presentare da una principessa senza le dovute procedure, anche se è lei ad averti invitato. E l'essere biondo, belloccio e armato da capo a piedi non rende certo più veloce la burocrazia. Comunque, alla fine poté raggiungerla nella sua stanza, riccamente adornata come si confà ad ogni principessa che si rispetti, e la salutò:—Ciao Zelda. Vedo che ti sei ritinta i capelli di castano.— Zelda ridacchiò:—Navi t'ha detto come la prima domanda fatta da una ragazza è se noti qualcosa di diverso riferendosi ai capelli, eh?—. I capelli di Zelda erano biondi, ma ogni tanto se li tingeva di castano. Zelda si alzò e prese le mani di Link:—Comunque, non è per questo che ti ho mandato a chiamare: avrei bisogno di un favore.— —Ma certo, Zelda. Qualunque cosa.— rispose Link. —Qualunque?— chiese Zelda. La risposta di Link fu:—Qualunque—. Link finì giusto di dirlo, che si ritrovò con alcuni muscoli in meno. Se li toccò sorpreso, ma poi sentì qualcos'altro di strano. Non poté fare a meno di abbassare lo sguardo e notare che sul petto c'era qualcosa che non doveva esserci... due cose, per l'esattezza. Si rese anche conto di avere qualcosa in meno da un'altra parte.—Ma che cosa...?— Link non finì la domanda, sentendo la sua voce diversa. Poi, anche i suoi vestiti cambiarono, diventando gli stessi di Zelda, solo verdi, mentre il suo equipaggiamento si rimpiccioliva nascondendosi nella cintura e i suoi capelli diventavano lunghi e bruni. Link si girò verso lo specchio e esclamò:—M-mi hai trasformato in te! Perché?—. —Be'— rispose Zelda, già nei panni di Sheik —Scusami, ma oggi viene Marth, e sapendo che viene a chiedermi di nuovo la mano preferisco scappare. Ciao— Prima che Link potesse far qualcosa, Sheik era già scomparsa.—Accidenti, devo imparare a chiedere di quali favori parla PRIMA di dire "sì".— —Principessa?—. Link/Zelda si girò di scatto: era solo un'ancella. —Sì?— chiese. —Va tutto bene? E che fine ha fatto Link?— —Sì sì, tutto bene. In quanto a Link, lui è... emh... partito in missione.— —Da dove?— chiese l'ancella —Non l'ho visto passare.— —Gli ho chiesto di non farsi vedere partire. Sapevo che ci sarebbe riuscito: ricordi quando è entrato nel palazzo senza farsi vedere da nessuno, vero?— Così diceva Link, ma dentro di se cresceva qualcosa fino ad allora ignota a lui: l'ira.

Ma le strategie di Marth non si limitavano a Hyrule: era stato lui ad assoldare Capitan Falcon e Samus Aran, e sempre lui aveva mandato il suo amico e campione Ike a Xenolia, un'isola dal notevole sviluppo tecnologico. I capelli sparati di Ike ne rivelavano il carattere duro e scontroso, ma la cosa più notevole di lui era la sua forza: con una sola mano poteva manovrare uno spadone a due mani. Tuttavia, era un po' goffo. Per questo era infastidito dalla missione ordinatagli da Marth: non un combattimento, in cui la sua forza sarebbe stata sufficiente, ma un lavoro di spionaggio, adatto ad uno meno possente, ma più agile. Era vero che quel tubo dell'aria condizionata era grande abbastanza per lui, ma non si muoveva così comodamente, ed era convinto di venir scoperto. Infatti, qualcuno tendeva le orecchie, un’autentica leggenda: i suoi capelli ultra appuntiti ne rivelavano la natura di porcospino, nonostante il colore blu. Sempre sorridente, lui era Sonic, l'essere più veloce del mondo di allora, in grado di superare la velocità del suono, e dopo un po’, approfittando di un’uscita dell’aria condizionata prese il guerriero e lo buttò a terra.

—Ehi, fermate quella tartaruga!— Ness urlava senza che nessuno lo ascoltasse: un ragazzino che segue una tartaruga blu era una novità anche per Puerilia. Con lui c'era anche Lucas, ma quest'ultimo sembrava voler essere altrove, soprattutto quando finirono in un vicolo isolato, sporco e male illuminato, dove la tartaruga in questione raggiunse un ragazzo. Lucas si nascose dietro dei bidoni, mentre Ness subito pretese la restituzione delle medicine rubate. —Mi spiace— rispose l'allenatore di Pokemon —Ma non ho intenzione di soddisfarti. SQUIRTLE, PISTOLACQUA!—. Ness si ritrovò dieci metri indietro, mentre l'allenatore sostituì Squirtle con un altro Pokemon, una sorta di sauro con un bocciolo sulla schiena, che corse verso Ness. Il ragazzino si sistemò il cappello e attaccò:—PSICOFUOCO— la colonna di fuoco alzata dall'attacco bloccò il pokemon e Ness ne approfittò per colpirlo con la mazza da Baseball. Il pokemon tuttavia si riprese e colpì Ness con le sue liane. Ness decise di saltare oltre il pokemon per colpirlo alle spalle, ma l'allenatore sapeva come reagire:—IVISAUR, SEMITRAGLIA!—. Ness venne colpito a ripetizione da dei semi sputati dalla cima del bozzolo, e si ritrovò indebolito a terra. L'allenatore richiamò Ivisaur, e mandò un terzo pokemon, più grosso degli altri. Pur non essendo un esperto, Ness lo riconobbe subito: un enorme drago rosso con una fiamma sulla coda di nome Charizard. Tuttavia, si rialzò, mentre il pokemon si buttava contro di lui, e attaccò:—PSICOFLASH!— La scintilla psichica colpì Charizard, esplodendo, ma il potente pokemon subì solo qualche graffio. L'allenatore ordinò:—CHARIZARD, LANCIAFIAMME!—. Ness attivò il Magnete PSI, che lo protesse dalle fiamme, ma non dal potente attacco d’ala del Pokemon. —Ora concludiamo— mormorò l'allenatore, e urlò:—SPACCAROCCIA!—. Il pokemon colpì il povero Ness con una potenza tale da spedirlo dall'altra parte del vicolo, mettendolo KO. L'allenatore se ne andò, mentre Lucas, che fino ad allora era rimasto in disparte troppo spaventato per reagire, raccolse Ness e lo portò subito all'ospedale.

Metaknight osservò Dreamland dalla sua possente nave da battaglia, la Halberd, le cui dimensioni enormi ne mostravano la potenza tremenda, tale da renderla quasi invincibile. Ora volava sulle verdi pianure di Dreamland con un unico scopo: sfidare King Dedede e dimostrare a tutti quanto valeva. «Kirby ha sconfitto King Dedede milioni di volte» pensava «perché non dovrei riuscirci io?». Era stanco di dover essere sempre ritenuto secondo a Kirby: lui, Metaknight, guidava la Halberd, sulla cui prua era la sua faccia a trovarsi; lui, nerovestito e con un armatura, indossava il Mantello Dimensionale, che gli consentiva di volare e teletrasportarsi; quindi, LUI doveva essere il migliore.—Se ne accorgeranno di quanto si sbaglino a osannare quell'aspirapolvere rosa.—

Preso dalle sue vanterie, non s'accorse nemmeno che a soli venti metri di distanza, sulle Nubi Solide Occidentali, Wolf combatteva contro Falco. Il mercenario era stato pagato per sabotare la Great Fox, astronave di punta della Federazione Galattica. Falco aveva colpito la navicella di Wolf, ma quest'ultimo, atterrato sulle Nubi Solide, iniziò a provocarlo; Falco, troppo orgoglioso, si buttò contro di lui con uno dei suoi salti megagalattici. Certo, essendo Falco un falco antropomorfo e Wolf un lupo (in inglese "wolf") antropomorfo, il dubbio sulla fantasia dei genitori spaziali è lecito. Ma non stiamo qui a discutere: Falco immediatamente si mise a sparare contro Wolf, il quale evitò i colpi per un pelo. Quindi si avvicinò il più possibile all'avversario e tirò fuori il suo blaster. Esso, diversamente da quello di Falco, aveva un artiglio per i colpi ravvicinati, così il pilota dello Star Fox subì ben due colpi: l'artiglio e il raggio. Non fece in tempo a riprendersi che Wolf gli si scagliò contro con i suoi artigli. Wolf era più lento, ma Falco era troppo stordito per reagire in tempo ai suoi colpi, e così Wolf lo colpì a ripetizione con i suoi artigli e lo finì con un calcio. Ma non rise a lungo: un colpo di Blaster lo avvertì che anche Fox, la volpe antropomorfa (e qui i dubbi sulla fantasia dei genitori spaziali aumentano) a capo dello Star Fox. —Ti consiglio di arrenderti, Wolf. Non voglio farti male, ma non esiterò a farlo.— ordinò la volpe. Il lupo rispose:—Tsk, che animo nobile. Mi spiace, ma sono stato pagato, e intendo portare a termine il mio compito.— —Lo vedremo—. Fox e Wolf iniziarono il duello, ma Fox non si lasciava provocare, e grazie alla sua velocità poté indebolire Wolf tenendosi a distanza, mentre lui invano cercava di attaccare. Alla fine, Wolf si buttò in un attacco scoordinato, e Fox ne approfittò per infliggergli uno dei suoi attacchi ultrarapidi con gli stivali a reazione. Wolf incassò male il colpo, ma furioso urlò:—Posso farlo anch'io, sai?— Fox saltò su un'altra nube, ma l'attacco di Wolf era diagonale e lo colpì in pieno. Tuttavia, Fox poté tornare sulle Nubi Solide con i suoi stivali a reattore, mentre Wolf avendoli appena usati per l'attacco ultrarapido cadde in un fiume che scorreva sotto le Nubi Solide. —Gli è andata ancora bene— Commentò Falco ripresosi. Fox si rivolse a lui arrabbiato:—Si può sapere cosa ti è saltato in testa? Attaccare in quel modo senza avere il permesso. Ti sei forse dimenticato il regolamento?— —Ma, Fox…— —Zitto— ordinò Fox —Il Generale è arrabbiato, spero di riuscire ad ammansirlo. Ma la prossima volta controllati, CHIARO?— Falco digrignò il becco e disse:—Affermativo—.
   
 
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