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Autore: LilithWinchester_    08/08/2015    0 recensioni
« Vuoi davvero nascondere tutto ciò? Vuoi davvero ignorare i miei sguardi a scuola, come se non fosse successo nulla? Anche se volessi, non ci riusciresti, perché ciò che provi per me è lo stesso che provo io per te e io, sono sicura, che non riuscirei a starti accanto e ignorarti, oppure fare l'amica, sapendo ciò che proviamo entrambe l'una per l'altra. »
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Capitolo - 1 






"Nel 2015 si presume che la maggior parte della popolazione non abbia pregiudizi verso chi è diverso, invece no. Almeno, non per tutti. È difficile sentirsi bene con sé stessi, quando si ha il corpo pieno di tagli e il viso rigato di lacrime."

 

Martedì mattina, compito in classe: "fai un'analisi semi - dettagliata dei problemi odierni e approfondiscine uno o più a tua scelta".

Margaret era stufa d'indossare una "maschera protettiva" che le appannasse la visuale sul Mondo. Rilesse più e più volte quelle frasi, così prive di contenuto, ma ricche di realtà.

Margaret era quel genere di ragazza che nessun ragazzo bacerebbe. Era alta. magra quanto basta per aver un fisico atletico. Aveva un taglio di capelli particolarmente femminile, ma quand'era dodicenne, decise di dire addio alla sua lunga chioma castana, per lasciare spazio al caschetto. Una decisione molto drastica, della quale si pentì presto e quindi decise di lasciarli crescere. Sollevò il viso e concentrò lo sguardo sulla ragazza di cui era innamorata: Kris Valentine. Ecco, lei sì che era una ragazza piacevole; sia allo sguardo che caratterialmente: bionda, magra, occhi verde acqua - nei quali era facile perdersi - e delle labbra carnose.

Kris e Margaret si conoscevano dall'inizio dell'anno scolastico. Entrambe avevano la stessa età: diciassette anni. Kris era "quella nuova" e Margaret si ricordava ogni cosa del loro primo incontro, dato che per lei fu amore a prima vista. La cosa era abbastanza comica, dato che Margaret non credeva in questo genere d'innamoramento, ma dopo un battito di ciglia voluminose di Kris, Margaret capì che era quella giusta.

Le lancette sottolineavano il trascorrere del tempo con un sonoro "tac".

Margaret chinò il collo e proseguì la stesura del tema: "vorrei avere la forza di credere in me stessa, in modo da affrontare la vita a muso duro. Questo è l'argomento di cui voglio parlare: l'autostima degli adolescenti."

La campana suonò e la classe venne abbandonata, lasciando Margaret da sola. La ragazza estrasse dalla tasca esterna dello zaino un libro, il suo preferito: "La ragazza tatuata". Cominciò a leggere e immaginò davanti a sé le cose che stava leggendo: assegnò i ruoli dei personaggi principali ad alcuni dei suoi attori preferiti, mentre lasciò che la famiglia facesse il resto. Le capitava spesso di lavorare di fantasia.

I grandi occhi castano scuro della ragazza divoravano le righe della pagina, come un leone fa con le proprie prede.

Suonò la campanella che segnava la fine dell'intervallo. Perché il tempo volava quando c'era l'intervallo?

Margaret notò i corpi ambulanti, e assonnati, dei compagni rientrare in classe. Le labbra di Margaret composero, forse inconsciamente, un nome: Kris.

La campanella era già suonata da cinque minuti, ma di Kris nemmeno l'ombra. Subito la mente di Margaret elaborò ogni possibile pericolo. Il docente d'italiano non aveva ancora messo piede in classe, quindi Margaret poteva andare a cercare Kris. Nel frattempo, i minuti trascorrevano rapidamente e l'ansia di Margaret cresceva proporzionalmente. Tutto si placò quando Kris entrò in classe, sbattendo la porta.

Al passaggio della ragazza, l'odore di sudore venne sostituito da quello inconfondibile della cocaina. Era impossibile che una ragazza come Kris si fosse drogata, non ne aveva motivo. La sua famiglia era benestante e i suoi genitori facevano il possibile per renderla felice e garantirle un'istruzione, ma forse non era tutto perfetto come sembrava.

Margaret si concentrò sul corpo della ragazza: ogni cosa in lei era cambiata, anche se in poco tempo. Neanche i rimproveri dell'insegnante fecero sì che Margaret si concentrasse sulla lezione.

Il suono della campanella che segnava la fine della giornata scolastica era una musica soave per ogni studente: erano liberi, finalmente.

Margaret pretendeva da Kris delle spiegazioni, così la prese per un braccio e la portò in cortile. Le due ragazze, nonostante i pochi mesi di conoscenza, erano buone amiche, quindi Margaret voleva sapere il motivo della sua scelta. Voleva farle capire che poteva parlargliene, senza timore di un giudizio.

« Perché l'hai fatto, Valentine? » domandò Margaret. Le due ragazze erano solite chiamarsi per cognome, non che a Kris facesse piacere dato il cognome che si ritrovava.

« A cosa ti riferisci, Margaret? Guarda che ne ho fatte tante di cose, ancora prima di conoscerti! » Rispose Kris seccata, con un tono di ovvietà. Appena la ragazza aprì bocca per parlare, si sentì un tremendo odore di alcool.

« Alla droga e all'alcool. Ecco a cosa mi riferisco! »

« Come se t'importasse di me, eh? Andiamo, prima dici a tutti che ti piaccio, poi baci le altre a destra e a manca. Come faccio a farti capire che mi piaci?! » Margaret rimase di stucco a quella domanda. Se non fosse stata la ragazza dei suoi sogni, le avrebbe dato una sberla, ma fece qualcosa che nemmeno lei si aspettava: chinò leggermente il capo e poggiò le labbra a quelle di Kris, che sapevano di pesca.

L'ardore del primo bacio s'impossessò di Margaret. Voleva rimanere incollata a quelle labbra, senza staccarsi mai.

« Ecco come faccio » sussurrò flebile Margaret, sentendo ancora le labbra di Kris.

« Tu.. da quanto? Sì, insomma.. »

« Prima rispondimi, Valentine. Perché l'hai fatto? » Lei sospirò e abbassò lo sguardo, concentrandolo sulle proprie scarpe, ormai sporche e consumate.

« Sunlight, davvero pensi che questa sia la prima volta che infrango la legge? Andiamo, ti sei presa una cotta per una ragazza che nemmeno conosci. Ed è per questo motivo che esitavo a dirtelo. »

Margaret aveva un carattere estremamente fragile e corse via, affranta, con il viso ricoperto di lacrime.

Kris rimase immobile, quasi pietrificata. Poggiò la schiena al muro e aspettò che arrivasse il pullman, che sostava accanto alla villa della ragazza.

I genitori di Kris erano molto tirchi, tanto da non volerle comprarle un'auto, nonostante avesse l'età per guidare, quindi la ragazza prendeva il pullman ogni mattina; guadagnando le occhiatacce degli studenti.

Una volta a casa, trovò un bigliettino sul tavolino del soggiorno:

 

"Nel frigo c'è la cena per te e i tuoi fratelli. Falla scaldare e andate a letto presto. Scusateci, ma siamo bloccati sino tardi in ufficio.

Mamma e papà".

 

Non era la prima volta che riceveva un biglietto del genere, infatti sospettava che fosse sempre lo stesso riciclato ogni volta.

Fortunatamente, la nonna, Chantal, le dava una mano con i fratellini di sei e quattro anni.

Il telefono squillò ripetutamente in casa di Chantal. Era un suono molto assordante e fastidioso, quasi come quello di un allarme. L'adorabile nonnina rispose al telefono e Kris si sentì subito meglio: aveva davvero bisogno di sfogarsi con qualcuno. Chantal, per lei, era più di una nonna, era una seconda madre.

La mattina, il giorno seguente, sembrò arrivare troppo in fretta, soprattutto per una notturna come Kris. Il letto era decisamente più invitante di una sedia scomoda e gelida, ma forse quelle erano solo scuse; scuse per non vedere Margaret.

Nonostante la droga, si ricordava benissimo quel bacio e quelle labbra . Non poteva dimenticare un bacio come quello, soprattutto se proveniva dalle labbra di Margaret.

Margaret... com'era dolce il suono del suo nome.

Il fratellino di Kris entrò nella sua camera con fare autoritario, aprì le tende e saltò sul letto della sorella fino a che non si svegliasse.

« Nonna ha detto che devi andare a scuola » fu l'unica sua risposta, prima che uscisse dalla stanza.

« Oggi rimango a casa » protestò Kris. Nessuno poteva sentirla e ne era consapevole. Nulla, nemmeno Margaret poteva farle cambiare idea.

Nonna Chantal, dato che aveva capito le intenzioni della nipote, decise di parlare. Salì le scale e bussò la porta piena di adesivi della camera di Kris.

« Oggi rimango a casa » ripeté ancora una volta la ragazza, decisa a non alzarsi dal letto.

« Ho capito. Guarda che sono vecchia, ma non sono scema » Kris sorrise fra le lenzuola. « Posso entrare? »

La ragazza sospirò e andò ad aprire alla nonna, con un finto sorriso dipinto sul volto. Chantal non ispezionò la stanza, ma andò dritta al dunque.

« Che cos'è successo ieri? Non abbiamo avuto modo di parlare noi due. Non ancora, almeno »

Kris tornò a rifugiarsi sotto al cuscino, per evitare lo sguardo della nonna.

« Kris. Cos'è successo? »

« Ho baciato una ragazza. Cioè, lei ha baciato me »Sussurrò lei, ancora sommersa dai cuscini. Nonna Chantal non disse nulla e lasciò che la nipote proseguisse. « Poi, dopo avermi baciata, l'ho trattata a pesci in faccia. Il punto è che questa ragazza mi piace e anche tanto »

«Ed è per questo che non vuoi andare a scuola oggi? Per non vederla? » Kris annuì senza dire una parola. Chantal sollevò il cuscino dal viso della nipote, sorridendole.

« Parlale »

« Io.. cosa? No, non ci penso nemmeno! Piuttosto mi suicido! »

« Che soluzione drastica » Ironizzò la nonna, facendo spuntare un altro sorriso a sua nipote.

« E va bene, la chiamo »

L'affermazione di Kris era stata seguita dal suo telefono: Margaret le aveva scritto.

« Ho un appuntamento con lei, a quanto pare »






 

Spazio Autrice:
Eccomi qui, dopo millenni, a pubblicare l'ennesima storia.
Lo so, so che ho una FF da portare avanti, ma davvero non potevo NON 
pubblicare questa storia.
Tra l'altro, per chi avesse Wattpad, la storia è disponibile anche su quella 
piattaforma.
Fatemi sapere che cosa ne pensate della storia tramite
recensione, se vi va,  e stay tuned per i prossimi 
capitoli.
Bye, bye. :3


 

  
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