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Autore: ohwowlovely    08/08/2015    3 recensioni
5 goffi ragazzi in uno sgangherato minivan in rotta per il Glastonbury festival vivranno le avventure più bizzarre della loro vita, tra cui scappare dalla polizia, infiltrarsi in un lussuosissimo hotel, rischiare la morte (più di una volta) e venir coinvolti in una rapina da Waitrose's durante un pit stop. Con una sognante colonna sonora che va dagli Stone Roses ai The Cure e i Blur, Michael, Calum, Ashton, Tyler e Luke capiranno che non c'è niente di meglio di un viaggio per conoscere se stessi;
L'unica domanda è: come?
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=6qq0HkR6ma4
Soundtrack: https://open.spotify.com/user/11146695121/playlist/1iYmiG06Hty5uwX5WHTJrN
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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(24)
Stealing






 

 

-Ho distrutto il cellulare-

La voce di Michael, roca e rotta per la stanchezza, riecheggiò nella piccola canadese in cui si erano stretti l’uno di fianco all’altro, e richiamò l’attenzione dei suoi amici mezzi dormienti.

-Complimenti-esclamò ironico Calum, piegando la testa di lato ed appoggiandosi sul palmo della sua mano.

-Sono fottuto?-continuò Michael, retorico.

-Lo sei dall’inizio di questo viaggio- concluse Luke in uno sbadiglio, Michael non rispose, semplicemente si mise due mani in faccia.

Perché Luke aveva profondamente ragione.

 

 

 

A circa diciassettemila kilometri di distanza, seduta sulla sua sedia girevole e completamente persa in Blue Sunday , la giovane Jillian sentì dei leggeri tocchi alla porta.

-Avanti!-strillò acutamente, riprendendo a biascicare il motivo della canzone. Appena completò il giro sulla sua comoda sedia trovò davanti a se un gruppo di uomini vestiti di blu, con tutta l’aria di essere persone le quali non apprezzavano i Doors.-Salve…-mormorò imbarazzata.

-Salve, distretto di polizia di Riverstone-si presentò un poliziotto.-Lei è Jillian Avery?-

-Mhm-annuì nervosa lei, continuando a battere i piedi a ritmo della musica.

-Siamo stati chiamati da una certa signora di nome Karen Clifford la quale ci ha detto che suo figlio, Michael se ricordo bene, è stato in terapia da lei per circa un anno-continuò in tono inquisitorio, Jillian annuì nuovamente.-Ha avuto notizie dal ragazzo, recentemente?-

-Oh…si-biascicò Jillian, scrollando le spalle e espirando forte, cercando di tenere i nervi saldi.-Proprio due giorni fa. Al momento si trova in Inghilterra ad un’accademia molto prestigiosa, sa com’è, è difficile poterlo sentire spess—

-E’ sicura al cento per cento che si trovi lì, signora Avery?-domandò un altro poliziotto, tirando fuori dalla giacca un pezzo di carta e porgendoglielo, Jillian lo afferrò frettolosamente.-Perché abbiamo stampato la lista degli iscritti presenti, e non c’è alcun Michael Clifford.-

Jillian deglutì e strinse il foglio fra le mani, per poi sbuffare;

-Ci sarà sicuramente un errore agenti!-esclamò con nonchalance, restituendo la lista al poliziotto.-Sono sicura che si siano sbagliati.-

-Se ne è così certa non le dispiacerà chiamare il ragazzo adesso, non crede?-fece l’agente, indicandole con il dito la cornetta del telefono. Jillian scoccò lui un sorriso nervoso e iniziò a comporre il numero di Michael, sperando che il ragazzo riuscisse a tenere al gioco; Jillian si sentiva coinvolta in qualcosa in cui non centrava, sebbene fosse dalla parte del ragazzo. Aveva fiducia in lui e nelle sue azioni e se aveva deciso di fuggire da quell’accademia c’era una ragione.

E a dirla tutta, pensava che una vacanza fosse tutto quello di cui Michael aveva bisogno.

Dopo il sesto squillo scattò la segreteria telefonica, la donna attaccò e scrollò le spalle;

-Non risponde-

-Come no-sbuffò un agente, piegandosi minacciosamente sulla sua scrivania e facendo scampanellare un fermacarte decorato.-Non so cosa trama lei con il signorino Clifford, ma qualsiasi cosa stia facendo le potrebbe costare la carriera. Quindi, prima che la portiamo con noi in questura, ci dica dove si trova-

-Le regole sono regole-continuò dispiaciuto l’agente alle sue spalle. 

Jillian sospirò, sistemandosi un ricciolo castano dietro l’orecchio e pensando intensamente a come comportarsi, quel ragazzo la stava mettendo in un mare di guai.

Fu quando si spalancò la porta del suo studio nuovamente, presentando Karen Clifford impaziente sull’uscio, che la giovane psicologa sbiancò in viso, e in preda al panico balbettò, a denti stretti:

-Glastonbury festival.-

 

 

 

Bean non capiva se fosse sveglia o se si trovasse in una specie di trance.

Percepiva il terreno umido sotto i talloni, e le gambe di Ashton intrecciate alle sue e il suo russare leggero; il cielo era minaccioso sulla sua testa, eppure non le metteva angoscia, e stare così vicino ad Ashton con così pochi indumenti indosso non la faceva sentire esposta.

Bean stava bene.

Sorrise fra se e se inspirando a fondo, sentendo un leggero fastidio alla base del collo, costellato da piccoli lividi viola e rosa che Ashton aveva lasciato. Le piacevano come erano in contrasto con la sua pelle chiara, quasi traslucida, e le piaceva essere tanto vicina ad Ashton da riuscirgli a sentire il cuore battergli nel petto forte. Anche a lei batteva all'impazzata in quel momento, e questo la faceva sentire più viva che mai.

Cosa che la fece ridere poiché, per molte persone, lei viva non lo era affatto.

 

 

 

 

La mattinata al festival era ancora più rumorosa della sera.

I gambali fluo di Tyler facevano un suono fastidioso quando sguazzavano nel fango, simile a quello di una paperella di gomma. 

Quella mattina avevano scoperto che a Glastonbury-a meno che non si possedesse un camper dotato di doccia- i bagni erano in comune. Lavarsi al festival era come farsi la doccia negli spogliatoi della scuola dopo l'ora di educazione fisica. Per una frazione di secondo Luke uscì da essa per prendere l'asciugamano, e giurò di vedere un uomo alzargli un pollice insù. Lo prese come un complimento.

-BOO!-

Calum balzò dallo spavento, facendo cadere una boccetta di balsamo da viaggio per terra, Ashton scoppiò a ridere ficcandosi in una delle cabine a fianco agli amici.

-Buongiorno anche a te, insomma-esclamò Calum.-Che fine hai fatto ieri sera?-

-Lui e Fagiolina avevano di meglio da fare, non è vero?-fece sarcastico Tyler, Ashton sorrise leggermente.-Com'è andata con Malpelo?-

-Potresti chiamarla per nome, una volta per tutte?-disse Ashton, Tyler sbuffò lanciandogli una lozione attraverso il muro che li separava.-Siamo stati bene. Mi piace davvero davvero tanto-

-Adorabile-mormorò disgustato Michael, Ashton sbuffò forte, sciacquandosi il viso sotto l'acqua fredda.

-Cosa c'è che non va stavolta, Mike?-domandò, Michael scrollò le spalle e scosse la testa, quando Calum parlò al posto suo.

-Ha perso il cellulare ieri-esclamò, il riccio aggrottò la fronte e fece una piccola risata.

-State scherzando-

-Per mia sfortuna no, siamo serissimi-fece Michael, chiudendo il getto dell'acqua ed afflosciandosi contro la parete bagnata; non gli importava che non fosse vestito e che quel muro fosse probabilmente contaminato, aveva bisogno di un sostegno dietro alla schiena mentre si sentiva il peso del mondo (o semplicemente, di sua madre) cadergli addosso.

-Oh-fece Ashton, interdetto.-Beh troveremo una soluzione-

-Davvero? Del tipo?-chiese ironico Michael, affacciandosi in direzione della doccia dell'amico.-Cambiare identità? Fingere il suicidio?-

-Devi finirla di essere sempre così teatrale-rispose Ashton.

-Teatrale? Per piacere, vorrei vedere te al posto mio!-

-Io cercherei di pensare positivo e pianificherei qualcosa per passarla liscia, invece di lamentarmi e fare il vittimista come fai sempre-continuò, chiudendo anche lui il getto ed alzando la voce.-Cosa abbiamo promesso proprio ieri?-

-Ma proprio non riesci a capire?-Michael scosse la testa e strabuzzò gli occhi, come se ogni cosa che dicesse Ashton fosse una bestemmia.-Io non posso permettermi di "pensarla positivo"--mise le parole fra virgolette-- , con questo mi sono scavato la fossa da solo. Ho già fatto troppi, troppi errori e questa è stata la goccia che farà traboccare il vaso.-

Michael sospirò forte e prese a scusarsi, non sapeva precisamente il perché, ma guardando i suoi amici negli occhi capiva che delle sue lamentele ne avessero abbastanza. Sembravano capirlo e capire la gravità dei fatti, ma da una parte anche lui sapeva che continuando a dannarsi non avrebbe risolto niente. Ciò che era fatto era fatto, i dadi erano tratti.

-Hai bisogno di un telefono?-

La voce di Bean rimbombò fra le piccole docce e costrinse i ragazzi a girarsi in sua direzione; presi dal panico si nascosero quanto il più possibile dietro ai muri, coprendosi con gli asciugamani.

-BEAN!-strillò Luke.-Ma da dove cazzo spunti?-

-Ero nelle docce femminili-rispose incrociando le braccia, Calum divenne paonazzo in viso.

-Beh e queste sono le maschili-

-Nulla che non abbia già visto-continuò la rossa con una scrollata di spalle.-Ad ogni modo, ho sentito che Mike ha perso il telefono, hai bisogno di chiamare qualcuno di importante?-

-Ehm-esitò Michael, infilandosi goffamente i boxers che aveva poggiato sulla porticina.-Piuttosto aspetto delle chiamate. Anche se non desiderate-

-Posso procurarti io un telefono, se vuoi-continuò la ragazza sorridente.-Basta poi dire che questo è il tuo numero inglese ed il gioco è fatto!-

-Come pensi di potermi procurare un telefono?-disse Michael.-Grazie mille Bean ma credo che sia meg--

-Fidati di me-Bean gli fece un sorriso rassicurante.-Io non mi faccio mai beccare-

 

 

 

 

 

 

Quel secondo giorno a Glastonbury si stava rivelando essere particolarmente divertente.

C'erano esibizioni di ogni tipo da ogni parte, e Calum propose persino di andare ad ascoltare un gruppo di "Celtic punk" che si esibiva al Dragon fields. Nessuno si aspettava che il "celtic punk" fosse praticamente il tipo di musica solito ascoltare come colonna sonora di una scena d'azione in "pirati dei Caraibi", persino Michael rimase un po' interdetto mentre la band in questione faceva headbanging a suon di cornamusa. Affascinante, pensò.

Luke sembrava essere meno tentato dall'alcool, sebbene fosse solo grazie ai quattro che lo allontanavano da qualsiasi tentazione. Ma non poteva mentire a se stesso che c'era bisogno di molto di più per disintossicarsi completamente.

C'era musica ovunque, che variava dal folk alla trance proveniente da qualche stage più lontano; il fango della notte precedente si era seccato, ma riusciva lo stesso ad infilarsi sotto le suole delle scarpe; alla fine, andare a Glastonbury era come fare un viaggio nel tempo;

nonostante gli anni e la commercializzazione dell'evento, il festival manteneva il suo spirito Hippie, con le sue campagne sterminate, il verde ed i colori, le bancarelle fai da te e le migliaia e migliaia di persone vaganti per le fields con indosso un paio di gambali e una coperta sulle spalle. Una Woodstock moderna, che permetteva di far rivivere la rivoluzione che la Beat generation era riuscita a creare.

Tutto questo Michael lo percepiva, aveva letto libri e guardato tantissimi film sul movimento hippie e gli sembrava di trovarsi lì, nel '69.

Magari questo anche per la mancanza del suo cellulare.

Al ricordo di esso rabbirividì, buttando giù tutto di un sorso un bicchiere che gli aveva passato Tyler, scacciandolo immediatamente.

 

 

 

 

 

Si erano seduti su una lunga panchina di nuovo nelle zone del proprio accampamento, mentre ascoltavano una cover band degli Stone Roses ("Il cantante sembra faccia i gargarismi quando canta" esclamò Tyler), e Michael non riusciva a non guardarla.

Nina e Matty stavano discutendo vicino alla loro tenda, da quella distanza Matty sembrava un gigante vicino alla ragazza, la quale sembrava ancora più piccola in un enorme salopette di jeans. Cercava in tutti i modi di non fissarla troppo a lungo in modo da passare per maniaco, e avrebbe tanto voluto avvicinarsi, ma da come gesticolava Matty capì che era un momento troppo delicato per intromettersi.

-…Ah ed ho anche deciso di raparmi a zero, trasferirmi in Belgio e di vendere tutti i miei cd di Bob Dylan per comprarmi un frullatore ad energia solare, che ne pensi Mike?-

Michael scosse la testa più volte e si voltò verso Ashton, il quale gli alzò un sopracciglio in risposta.

-Ehm…lo penso anch'io-rispose Michael a bassa voce, Ashton gli lanciò contro una patatina.

-Ehi, mi sa che se continui a fissarla così riuscirà a percepire il tuo sguardo entrarle fin sotto i vestiti-disse facendo cenno con la testa in direzione di Nina.-Dovresti parlarle-

-Mi sembra un po' fuori luogo al momento-continuò Michael, quando davanti ai suoi occhi con un leggero tonfo comparì un telefono;

Saltò appena quando voltandosi si trovò faccia a faccia con una cascata di capelli rossi: Bean sorrideva soddisfatta a braccia incrociate, cosa che la rendeva ancora più inquietante del normale. 

-Bean-iniziò Michael, rigirandosi il telefono fra le mani.-Ma dove l'hai preso?-

-Non importa!-fece la rossa, sedendosi sulle gambe di Ashton e rubandogli una patatina.-L'importante è che ora ne hai uno, no? Chiama chi devi chiamare e spaccialo per il tuo momentaneo numero estero. Et voilà, parato il culo-

Tyler guardava Bean di sottecchi, con un'occhiata gelata; sapeva che a Bean ciò non avrebbe fatto nulla, ma sperava le facesse intendere che desiderava fare due chiacchiere. Sapeva anche che nessuno avrebbe avuto il coraggio di sapere dove avesse procurato quel telefono, quindi avrebbe fatto le sue ricerche da solo, nonostante fosse già arrivato quasi alla soluzione.

Ronald Mcdonald non gli era mai piaciuto manco da bambino, di sicuro ora non avrebbe cambiato idea.

 

 

 

 

 

 

 

-Dovrai parlarmi prima o poi-

Matty non ce la faceva più a sopportare quel silenzio ingombrante fra lui e Nina, la quale dormiva in un sacco a pelo fuori dalla tenda di notte pur di non stargli vicino. Le mancava così tanto, e ammetterlo gli faceva ancora più male.

Nina di rimando non dispose, bensì si portò la sigaretta alla bocca e riprese a estirpare le margheritine attorno al prato, intenta a voler fare una coroncina di fiori per entrare nello spirito del Festival. La voce di Matty era solo un ronzio.

-Per favore-la pregò il ragazzo, prendendo coraggio ed accomodandosi affianco a lei sull'erba, strappando anche lui un fiore e porgendoglielo; Nina si girò di scatto, glielo tirò via di mano e distolse nuovamente lo sguardo, facendo un tiro più lungo del dovuto dalla sigaretta e cacciando il fumo dal naso. Matty rise piano.-Anche se fai la parte dell'arrabbiata sei adorabile-

-Non faccio la parte-rispose velenosa Nina, intrecciando i vari fiori ed evitando il contatto visivo, Matty era così vicino e riusciva a sentire il suo ginocchio urtare contro il proprio.

-Lo so che non la fai, e questo mi sta facendo stare da cani. Non puoi neanche immaginare quanto-continuò il riccio, Nina rise con sarcasmo, facendo un altro lungo tiro fino ad arrivare al filtro.

-Non posso immaginare cosa? Ma vaffanculo-sputò.-Tu sei quello che sta male? Davvero vuoi passare per la vittima un'altra volta?-

-Non sto cercando di passare per la vittima…-

-Invece lo fai sempre. Da quando ti sei disintossicato ti abbiamo tutti trattato con i guanti, e ogni scusa era buona per ferirmi- Nina lasciò stare i suoi fiori per una manciata di secondi, ordinando al groppo in gola di sciogliersi il prima possibile.-Ora che scusa hai?-

Nina si alzò velocemente e si pulì via del fango, ma Matty la trattenne per il polso.

-Non ho nessuna scusa, e neanche spiegazioni. Oppure forse quelle le ho, ma non sarebbero plausibili.-Matty prese un respiro profondo.-Peggy non c'entra niente, è colpa mia, solo colpa mia. Ho…ho avuto una ricaduta, nelle ultime settimane, non ho resistito…-

-Oh mio Dio-Nina si mise una mano sulla fronte.-Matty perché non mi hai detto niente?-

-Fammi finire, per piacere-esclamò il ragazzo con fermezza.-Mi sentivo un fallimento di nuovo, capisci? Della roba chimica sta di nuovo prendendo il sopravvento su di me e mi sento così impotente. E tu non c'eri, e sei l'unica persona che riesce a farmi forza. E io ho fatto quello che ho fatto…beh piuttosto mi sono fatto fare, ma forse non è il caso al momento-

-Ah, tu dici?- sbottò Nina, la quale voce si stava rompendo dal pianto.

-Nina per favore-Matty le strinse la presa.-Se tu te ne vai, io non ce la potrò mai fare. Mi dispiace, mi dispiace per tutto quello che ti ho fatto passare, mi dispiace per essere stato così debole, per averti mentito, per tutto cazzo, per tutto. E Dio santo, quanto ti capirei se mi lasciassi definitivamente perché sono un completo disastro- strinse gli occhi per trattenere le lacrime.-Ma non so come potrei farcela poi. Altro che riabilitazione, Nina, tu mi salvi-

Matty abbassò lo sguardo imbarazzato, mentre sentiva le dita di Nina intrecciarsi alle sue. Dire quelle cose ad alta voce gli faceva uno strano effetto, non aveva mai avuto il coraggio di ammettere a se stesso quanto avesse bisogno di Nina nella sua vita. Era verissimo, e questo lo spaventava a morte.

-Perchè finiamo sempre così?-disse Nina a bassa voce, anche lei con gli occhi rivolti verso il basso.-A farci del male a vicenda e poi ritornare al punto di partenza?-

Matty le lasciò la mano, per poi afferrargliele entrambe e chiuderle fra le sue:

-Perché non sapremmo dove altro andare-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ashton era sempre stata una persona a cui piaceva esagerare.

E mentre baciava Bean in quel momento, nel bel mezzo della folla sudata che si urtava continuamente con spasmi delle braccia durante il ritornello di "Oh oh i love her so" dei Ramones, pensava che avrebbe preferito questo momento a qualsiasi altra cosa. Persino a quel bestione di Ozzy.

Nonostante baciarla gli facesse più che piacere (davvero, tanto piacere), questa loro intimità lo metteva a disagio. Principalmente perché fino al giorno prima la rossa lo voleva ammazzare a mani nude per aver quasi schiantato il furgoncino contro un branco di pecore e adesso aveva la propria lingua nella sua bocca, ma anche perché lo intimidiva.

In quel momento la ragazza ruppe il bacio per riattaccare le sue labbra al lobo di Ashton, il quale prima si congelò, e poi rimase perplesso. 

-Va tutto bene?-Bean si fermò, Ashton aggrottò la fronte. "NO!", pensò.

-Mhm, si- rispose annuendo, allontanandosi leggermente e facendo un sorriso nervoso.

-Ne sei sicuro?-

-Certo! Sto…-Ashton fu sopraffatto dal panico. Sperava vivamente Bean non riuscisse a percepire il suo nervosismo, perché sarebbe stato troppo imbarazzante.

Quasi più imbarazzante del sentirsi così impotenti per una ragazza.

Al riccio balzò quest'idea in testa; era per questo che si bloccava? Perché Bean riusciva a tenere la situazione in mano più di lui?

Era Ashton la "ragazza" della coppia?

-…Stai?-continuò Bean alzando un sopracciglio, quando qualcuno le toccò la spalla.

-Eccoli qui, la mia coppia schifosamente etero preferita!- la voce squillante di Tyler riusciva tranquillamente a superare la musica, come un'ambulanza in un silenzioso quartiere.-Ash, caro, ti spiace se mi rubo Bean per un secondo?-

Ashton stava per rispondere, ma Tyler se l'era già trascinata fuori.

-Sbaglio o mi hai chiamato per nome?-esclamò Bean confusa, Tyler si fermò di scatto, guardandosi attorno accertandosi non ci fossero occhi indiscreti.

-Cosa che doveva avvertirti chiaramente del fatto che non siamo qui per fare quattro chiacchiere.-Fece, freddo.-Smettila con la tua farsa e dì la verità, malpelo-

-Mi sa che quei gambali ti stringono troppo e non lasciano fluire il sangue al cervello-rispose scontrosa la ragazza, paurosamente più alta di Tyler.-Non so di che cosa tu stia parlando-

-Lascia allora che ti faccia io un piccolo riassunto--si schiarì la voce-- Circa una settimana fa ti abbiamo trovato su un marciapiede di fronte ad una stazione di servizio perché ti avevano rubato un'auto che, a quanto pare, non apparteneva neanche a te. Ti sei unita a noi nonostante fossimo completi sconosciuti in questo viaggio e fatto alloggiare in un fottutissimo albergo a cinque stelle corrompendo il receptionist con un botto di soldi. Non dai dettagli sulla tua vita e l'altra volta ho visto con i miei occhi un gruzzoletto di sterline caderti dalla borsa come se fossero un pacchetto vuoto di gomme. Per ultimo, sappiamo entrambi che il telefono che hai dato a Michael l'hai rubato. Non c'è voluto un arco di scienza per dedurre che tu sia una grande ladra bugiarda, non credi?-

Bean strinse le mani a pugno e respirò forte, per la prima volta Tyler la stava per avere vinta.

-Non è come credi-disse in un soffio.-Non è facile, non lo è per niente-

-Dove hai trovato tutti quei soldi?-chiese Tyler, Bean si morse la lingua e fece spallucce.-Bean, per l'amor di Dio! Rubare è sbagliato!-

-NON SONO UNA LADRA-

Bean si mise le mani sul viso, contando lentamente fino a dieci per calmarsi; era arrivata a otto, quando sentì le braccia di Tyler circondarla. Rimase di stucco quando rimosse le mani dagli occhi; Tyler, quel metro e sessantacinque di isteria e rocky horror picture show, la stava abbracciando.

-Non fare la zoccola e abbracciami-

Bean rise appena, ricambiando l'abbraccio e appoggiando la sua testa su quella di Tyler.

-Sei sempre così sboccato?-

-Sempre-

-Quindi ora siamo amici o…qualcosa del genere?-

-Non credo-la voce di Tyler era soffocata dalla stoffa pesante della canotta di Bean-Sarebbe troppo strano-

-Possiamo rimanere così un altro po'?-

-Si-rispose Tyler.-Basta che domani torniamo a insultarci-

-Affare fatto, Elthon John-





 
my space; (CHE EMOZIONE RISCRIVERLO OHGMOSDFADIDAIDOS)
soundtrack: oh oh i lover her so-Ramones
OH MIO DIO
O MIO DIO
sto davvero riscrivendo il my space e sì
mi spiace non vi siete liberati di THIS BITCH
sono ancora qui sebbene con due mesi circa di distanza, sapete è che a volte bisogna prendersi una vera e propria pausa per poter ricominciare al meglio, ed è un pò quello che ho fatto. Inoltre sono stata in inghilterra e non ho avuto proprio la testa per scrivere. O per fare altro in realtà. sono stata in letargo un pò dalla vita se non quella sociale e penso che mi abbia fatto solo bene.
Oddio suona egoista, lo so, ma è estate, e l'estate è fatta per distrarsi, no?
Ciò che importa è che finalmente sono tornata e non vedevo l'ora di farlo! Questa storia e voi lettrici significate tanto per me e continuerò a dirlo finchè non chiuderà i battenti
RINGRAZIO TUTTE LE RECENSIONI A CUI NON HO RISPOSTO MA A CUI A BREVE RISPONDERO' SCUSATEMI INFINITAMENTE
E TUTTI QUELLI CHE LA SEGUONO/L'HANNO PREFERITA/RICORDATA
siete tutti miei figli <3
Questo capitolo è piuttosto scialbo a dirla tutta, però col blocco assurdo che avevo è quello che sono riuscita a buttare giù, scrivendo intanto bozze per i futuri pochi capitoli che non vedo l'ora di poter finalmente postare!!!
mi sono incentrata su Bean, personaggio controverso, e vorei sapere le vostre opinioni! Che ne pensate di lei e tyler? ho adorato scrivere quella parte, e mi sono ispirata ad un evento che mi è successo personalmente.
Inoltre Nina e Matty hanno una discussione, e ci sarà tanto di cui palrare con Michael prossimamente.
Sto pian piano distruggendo tutti i miei personaggi preferiti sfatandone i miti, ma non bisogna mai subito giudicare una persona...ahia
troppi spoiler
ED ASHTON?
OMIOMFDAIOSFMOAS
Ho urlato
l'idea mi è balzata ascoltando boys and girls dei blur (che a proposito ASCOLTATE), vorrebbe solo essere virile povero bimbo
come pensate possa dimostrarlo? datemi idee, deheheh
Vado un pò di fretta e mi spiace di lasciare così il mio my space, non è mai successo, spero di poter scirvere al più presto e mi spiace ancora per le mie lunghe assenze, a volte la scrittura non si può forzare
Mi trovate su twitter @fjuorescent snapchat @punknuggett tumblr @kosmicsblues e youtube (X
Spotify soundtrack (X)
ALLA PROSSIMA, BITCHACHOS
VI AMO OKAY

STAY HYDRATED
XXXXXXXXXXXXXXXXXXXX

Lu

 
  
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