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Autore: MrTeschietto    08/08/2015    2 recensioni
La regione di Hoenn è oramai da parecchio tempo scossa dall'apparizione dei Pokémon Ombra. Ma cos'è che accomuna tutti questi Pokémon? Seguite Vera e Brendon nel loro viaggio per risolvere questo mistero, ma soprattutto, per diventare dei Maestri di Pokémon.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brendan, Vera
Note: AU, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Vera oramai non ne poteva più: il camion dei traslochi faceva degli sbalzi enormi ogni volta che incontrava una buca, e il fatto che lei si trovasse dietro con tutti i pacchi da trasloco non lo aiutava; ogni buca la faceva saltare di mezzo metro da terra!
 
I suoi pensieri furono però interrotti dal suono del suo NaviDex. Vera prese l’oggetto e notò che sullo schermo era apparsa un’icona raffigurante una lettera postale: aveva ricevuto un messaggio.
La ragazza toccò l’icona e sul touch screen apparve la faccia di un uomo sorridente con occhi azzurri e capelli castani completi di barba. “Ciao! Io mi chiamo Birch” disse l’uomo “Ma tutti mi chiamano Professor Pokémon. Non appena questo messaggio vocale finirà, sullo schermo davanti a te apparirà una scheda che dovrai compilare; una volta compilata non ti resta che inviarla a questo indirizzo e-mail e utilizzeremo i dati da te inseriti per stampare la tua Scheda Allenatore. Vieni quindi a trovarmi al mio Laboratorio ed essa ti verrà consegnata insieme al tuo primo Pokémon.”
 
Una volta finito questo discorso, sul touch screen del NaviDex apparve un file contenente delle informazioni da compilare, tra cui nome, età e indirizzo. Vera scrisse il tutto e poi, siccome la scheda lo richiedeva, si scattò una foto tramite la camera interna del NaviDex: lei era una ragazza di 15 anni, con capelli castani e occhi azzurri; al momento stava indossando una magliettina rossa e dei jeans corti bianchi; aveva inoltre sulla testa un fiocco rosso.
 
Inviati i risultati, Vera vide quindi la porta del camion aprirsi. “Finalmente!” pensò la ragazza mentre scendeva dal veicolo il più velocemente possibile.
 
Davanti a sé vi era uno spettacolo magnifico: la città di Albanova si trovava immersa nella natura, tanto che i confini della città erano marcati da alberi; vi era inoltre un profumo di pulito nell’aria, oltre al suono lieve delle ali di alcuni Taillow che sorvolavano i cieli chiari della regione di Hoenn.
 
“Vera, sono qui tesoro!” disse la madre della ragazza quando si accorse che sua figlia era scesa dal camion “Il viaggio sul camion dei traslochi deve essere stato faticoso.”
 
“Lasciamo perdere.” tagliò corto Vera.
 
“Comunque questa è Albanova. Ti piace?”
 
“Beh, sicuramente non è Johto. Ma ci farò l’abitudine.”
 
“Vieni, ti faccio vedere la casa.”
 
Detto questo la madre fece entrare Vera nella casa davanti a loro.
 
L’interno dell’abitazione era parecchio spoglio, ma una coppia di Machoke stava facendo avanti e indietro e stava sistemando tutto quanto nei posti prestabiliti dalla madre di Vera.
 
“Certo che i Pokémon traslocatori sono una vera comodità.” commentò  Vera.
 
“Non hai idea. ” disse sua madre in risposta “A proposito, la tua camera è già pronta: è la prima porta a destra al piano di sopra. Vai a vederla, tesoro.”
 
La ragazza non perse tempo e si diresse di sopra: la camera sua era molto più larga di quella che aveva a Johto; presentava inoltre un tappeto blu al centro, un letto (ovviamente), una TV con una Bambola Snorlax su cui lei ci si metteva sopra quando voleva guardare la televisione in relax, e ovviamente il suo PC, che si trovava al lato estremo della stanza sopra un tavolo di legno.
 
Vera era ancora imbambolata dalla bellezza della sua camera che non notò che sua madre era entrata nella stanza. “Allora, ti piace la tua nuova stanza?”
 
“Tantissimo! Grazie mille!” ripose la ragazza con scintille negli occhi.
 
“Sono contenta che ti piaccia!” disse la madre con estrema contentezza “Hanno finito di sistemare ogni cosa anche di sotto.”
 
“Se non altro adesso saremo più vicini a papà.”
 
“Già… Oh, a proposito, uno dei suoi amici vive in città: è il professor Birch.”
 
“Birch?!” esclamò Vera “È il professore a cui ho inviato i miei dati di Allenatrice!”
 
“Perfetto! Così avrai la possibilità di conoscerlo in anticipo! Abita proprio qui accanto: vai a fargli visita.”
 
“Beh, non hai tutti i torti…” osservò la ragazza “E va bene, vado.”
 
Vera scese le scale e uscì di casa e osservò la casa alla sua destra. Lesse quindi il cartello ai piedi di essa: Birch. “Almeno che non ci siano omonimi, scommetto la mia Bambola Snorlax che questa è casa loro.” pensò Vera prima di bussare educatamente alla porta.
 
Ad aprire la porta fu una donna dai capelli castani vestita con una maglietta celeste e dei pantaloni rosa. “Posso aiutarti in qualche modo?” chiese la donna non riconoscendo il viso della ragazza alla sua porta.
 
“Buon pomeriggio” salutò Vera con educazione “Mi chiamo Vera e mi sono appena trasferita qui accanto a voi.”
 
L’espressione della donna, da confusa, divenne giuliva. “Oh allora sei tu che ti sei trasferita qui accanto. È un piacere conoscerti.”
 
Vera strinse la mano alla donna, mentre ella diceva: “Devi avere grossomodo la stessa età di nostro figlio. Il tuo arrivo lo ha reso tanto felice.”
 
Vera arrossì leggermente. “D-davvero?” balbettò ridacchiando.
 
“Sì. Credo sia di sopra. Vai pure a conoscerlo: prima porta a sinistra.”
 
“La ringrazio.” rispose Vera.
 
La ragazza salì le scale e, dall’entrata della stanza, poté intravedere un ragazzo della sua età con i capelli castani vestito con una maglietta rossa a righe nere e con dei jeans grigi; portava inoltre un bizzarro cappelli bianco e stava al momento al computer.
 
“Molto bene, è il momento di inviare le mie informazioni.” disse il ragazzo premendo un pulsante e alzandosi dalla sedia su cui era seduto. Fu in quel momento che si accorse di Vera. “Hey, tu! Chi sei?! Che ci fai in camera mia?!” chiese con tono intimidatorio.
 
La cosa fece spaventare Vera, che prese a balbettare. “Ehm… s-scusami, non volevo… s-sono Vera, la tua nuova vicina e…”
 
La ragazza non riuscì a dire altro, ma vide l’espressione del ragazzo addolcirsi. “Ho capito ora: papà mi aveva detto che sarebbe venuto un Capopalestra ad abitare con la moglie e la figlia accanto a noi. Io mi chiamo Brendon, ti do il benvenuto nella città di Albanova.”
 
“Eheheh, grazie…” disse Vera calmandosi un po’ e accettando la stretta di mano del ragazzo “Mi spiace averti spaventato, non era mia intenzione.”
 
“No, scusami tu: non avrei dovuto reagire in quel modo.” rispose Brendon “Sai che ti dico? Per scusarmi del mio modo di fare barbarico, ti catturerò un Pokémon!”
 
Qui Vera arrossì di nuovo. “M-ma dai, non c’è bisogno di disturbarsi!”
 
La loro bizzarra conversazione fu interrotta da un suono provenire dal computer di Brendon. “Puoi scusarmi un secondo?” disse il ragazzo avvicinandosi allo schermo.
 
Non appena vide il messaggio scritto, l’espressione del ragazzo si riempì di gioia. “Finalmente la mia Scheda Allenatore è pronta!”
 
“Hey, anche io devo andare a ritirare la mia!” esclamò Vera, più come un pensiero ad alta voce che per dare un informazione al suo interlocutore.
 
“Beh, allora possiamo andarci insieme” propose Brendon “Il Laboratorio non è lontano.”
 
Vera deglutì arrossendo di nuovo. “V-va bene.”
 
“Prego, prima le donne.” disse galantemente  Brendon facendo un goffo inchino e indicando con le braccia la porta della sua stanza.
 
Vera in risposta fece un risolino e uscì, seguita poco dopo dal ragazzo.
 
 
Cinque minuti dopo i due ragazzi erano davanti al Laboratorio, e all’entrata vi era un uomo con un camice bianco e un blocco in mano.
 
“Buon pomeriggio, Gong.” salutò Brendon.
 
“Oh, buon pomeriggio, Brendon!” rispose Gong “Sei qui per la tua Scheda Allenatore ed il tuo primo Pokémon, suppongo.”
 
Il ragazzo annuì energicamente.
 
“Purtroppo il professor Birch è andato un attimo nel Percorso 101.”
 
“Come mai?”
 
“Aveva notato due Poochyena selvatici.”
 
A Brendon scappò una goccia di imbarazzo al lato della tempia. “Cosa c’è di tanto interessante? Sono molto comuni in questa zona di Hoenn.” disse il ragazzo.
 
Qui Gong sorrise. “Beh, la cosa che lo ha spinto addirittura ad andare sul campo a studiarli è che… entrambi erano Pokémon cromatici!”
 
“COSA?!” esclamò Brendon.
 
“Cos’è un Pokémon cromatico?” chiese Vera curiosa.
 
Fu Gong che rispose. “I Pokémon cromatici sono delle specie di Pokémon estremamente rari che hanno una colorazione diversa dalle specie originali.”
 
“Già è rarissimo incontrarne uno, ma addirittura due!” osservò Brendon “Perché non andiamo anche noi?”
 
“Sarebbe una fantastica idea!” rispose Vera “Non ho mai visto un Pokémon cromatico prima d’ora!”
 

Il cielo stava acquistando una leggera sfumatura rosa quando i due ragazzi raggiunsero l’entrata del Percorso 101.
 
“Chissà dove sarà andato…” si chiese Brendon, riferendosi ovviamente a suo padre.
 
La risposta venne presto, ma non nella maniera in cui il ragazzo si aspettava.
 
“AIUTOOOO!”
 
“Quella è la voce di mio padre!” esclamò Brendon.
 
“Proveniva da laggiù!” disse Vera indicando un punto più avanti.
 
“Sbrighiamoci!”
 
Quando i ragazzi arrivarono, videro il povero professore con le spalle al muro (o più letteralmente all’albero) con davanti a lui due Poochyena ringhianti. La cosa curiosa di questi due Pokémon era però che il muso e le zampe dei due, che sarebbero dovuti essere di colore nero, erano invece di un colore viola scuro, mentre il pelo, solitamente grigio, era di un colore celeste chiaro; gli occhi dei due emanavano inoltre una luce rossa.
 
“Papà!” chiamò Brendon.
 
Il professor Birch si voltò in direzione della voce e vide i due ragazzi. “Per favore, aiutatemi!” disse “Prendete una Poké Ball dalla mia borsa!”
 
E difatti, a un metro dal professore, a terra vi era una borsa arancione, con tre Poké Ball che sporgevano. Brendon e Vera non persero tempo e ne presero una ciascuno prima di dichiarare all’unisono: “Poké Ball, vai!”
 
Dalla Poké Ball di Vera uscì fuori una specie di pulcino rosso con un ciuffo giallo a forma di fiamma sulla sommità della testa e delle piccole alette dello stesso colore sotto al collo. “Torchic!” disse felicemente la creatura.
 
Dalla Poké Ball di Brendon fuoriuscì un Pokémon bipede di colore verde dagli occhi gialli; aveva inoltre una coda enorme di colore verde scuro e il suo ventre era di colore rosso. “Treecko!” fece il Pokémon con determinazione.
 
All’apparenza di nuovi avversari, i Poochyena cambiarono visuale e presero a ringhiare alle nuove minacce.
 
“Treecko, usa Botta!”
 
“E tu, Torchic, usa Graffio!”
 
All’ordine dei due allenatori, entrambi i Pokémon si avventarono su un avversario differente: Treecko utilizzò la sua potente coda per colpire quello di destra mentre Torchic usufruì degli artigli affilati delle sue zampe per colpire quello di sinistra.
 
I due Poochyena indietreggiarono, danneggiati dal colpo, prima di dichiarare con forza verso il cielo “Pooch!”.
 
“Hanno usato Gridodilotta” osservò Brendon “Ora sono più determinati di prima.”
 
“Non ci resta che usare una strategia per batterli.” rispose Vera.
 
Nel frattempo, i due Poochyena avevano iniziato a correre con forza verso i loro avversari.
 
“Torchic, usa Ruggito!”
 
“Chiiiiiiiiiiick!”
 
Il Pokémon Pulcino fece il suo verso con tutta la forza che aveva in corpo, bloccando i Poochyena, storditi dall’attacco.
 
“Ok, ora Treecko, usa Botta!”
 
All’ordine di Brendon, Treecko corse con velocità impressionante verso i due Pokémon e li colpì una dopo l’altro con la sua coda, facendoli cadere a terra.
 
In tutta risposta, i Poochyena si alzarono rapidamente e batterono in ritirata.
 
“Abbiamo vinto!” dichiarò Vera alzando il pugno all’aria e saltellando con felicità.
 
“Chi-chick!” fece Torchic, saltellando come la sua Allenatrice.
 
Brendon non aveva però tempo per festeggiare. “Papà, stai bene?”
 
“Sì, tranquillo. Vi ringrazio per avermi salvato” rispose Birch “Non mi sarei mai aspettato un carattere così violento da un gruppo di Poochyena.”
 
“Chissà perché…”
 
“Comunque, questo non è un posto adatto per chiacchierare, venite entrambi al mio Laboratorio.”
 
Brendon e Vera fecero ritornare Treecko e Torchic nelle loro Poké Ball e seguirono il professore.
 

“Allora…” iniziò Birch quando tutti e tre erano oramai dentro il Laboratorio “Vera, ho sentito parlare di te, da tuo padre.”
 
“La cosa è reciproca” rispose la ragazza “Mio padre ha molto rispetto per lei.”
 
“Ho ricevuto le tue informazioni di compilazione per la tua Scheda Allenatore insieme a quella di Brendon, e quindi ho iniziato subito a lavorarvi. Stanno stampando mentre parliamo” continuò il professore “Per quanto riguarda la scelta del vostro primo Pokémon ritengo non ci siano dubbi: considerando come ve a siete cavata contro quei Poochyena, credo che Torchic e Treecko saranno dei perfetti compagni per voi.”
 
“La ringrazio!”
 
“Grazie papà!”
 
“E c’è dell’altro” disse Birch dando ad ognuno di loro un attrezzo rettangolare di colore rosso insieme a cinque Poké Ball ciascuno “Questo è il Pokédex: registra automaticamente i dati di ogni Pokémon, visti o presi. Vi sarà molto utile nella vostra avventura. Non credo inoltre di dovervi spiegare cosa siano quelle, giusto?”
 
Brendon e Vera annuirono. “Sono Poké Ball” disse il ragazzo “Servono per catturare i Pokémon selvatici.”
 
“Esatto!”
 
Il loro discorso fu interrotto da Gong, che era appena arrivato. “Scusatemi, volevo dirvi che le vostre Schede Allenatore sono pronte. Ecco qui.”
 
Diede quindi a ciascuno dei ragazzi una tessera blu con scritti i vari dati che avevano precedentemente compilato.
 
“La Scheda Allenatore è molto importante, quindi vedete di non perderla.”
 
“Okay, grazie!” dissero i due ragazzi.
 
“Vi augurerei buona fortuna seduta stante, ma guardando l’ora non credo sia un ottima idea.”
 
Alle parole del professor Birch, Vera controllò l’orologio da muro alla sua destra. “Le sette e mezza?! Dovrei essere a casa!”
 
“Tranquilla, Vera!” disse il professore ridendo “Abbiamo deciso di invitare tua madre a cena stasera in maniera tale che ci possiamo tutti conoscere meglio. Inoltre lei sa già tutto.”
 
“Merito della mamma.” si intromise Brendon sorridendo ottenendo un occhiolino dal padre.
 
“Forza ora, andiamo!” disse Birch mentre le luci del Laboratorio cominciavano a spegnersi.
 

Angolo dell’autore: Bene, e con questo si chiude il primo capitolo! Prima di andarmene vorrei dire un paio di cose: innanzitutto, ho alzato l’età di Brendon e Vera di tre anni perché è ridicolo che dei ragazzini di 12 anni vadano in giro per il mondo da soli; poi volevo dire che, ovviamente, molti elementi del gioco originale saranno modificati per inserire la trama dei Pokémon Ombra.
Spero allora che vi sia piaciuto questo capitolo, e se ho ragione, per favore lasciate una recensione: mi aiutano molto! Hasta la vista!
  
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