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Autore: Julietds    10/08/2015    0 recensioni
[Dave Grohl/Josh Homme...forse] [Dave Grohl/Taylor Hawkins]
2002. Le registrazioni di One by one sono state un fiasco, tra i membri del gruppo c'è tensione e per poco i Foo Fighters non rischiano di sciogliersi. A Dave viene proposto di unirsi ai Queen of the stone age, band di Josh Homme, ma qualcuno non vede la cosa di buon occhio...

“Guardati, è proprio tipico tuo! Prima ti prendi un impegno, poi un altro, un altro ancora… credi di essere Superman ma sappiamo tutti e due come andrà a finire!”
Dave, più che adirato, lo fulminò con lo sguardo. Mosse un passo in avanti fino ad essere a pochi centimetri dal suo volto e serrò la mascella.
“Ah si? E dimmi… come andrà a finire dato che tu sai già tutto?”
Taylor deglutì. Non avrebbe voluto arrivare a tanto ma il moro non gli aveva lasciato alcuna scelta.
“Tu vuoi tenere il piede in due staffe ma non reggerai… e prima o poi, una delle due ti lascerà a piedi, se non farai la tua scelta da solo.”
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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“Se non vuoi saperne di ascoltarmi, almeno levati dalle palle!”

Nate e Chris sospirarono all'unisono seduti sul divanetto in pelle, intenti a bere caffé. Le urla del moro – le ennesime – si sentivano perfettamente dal salottino del bus dal momento che lui e Taylor stavano discutendo animatamente, da ben quarantacinque minuti, nella camera di Dave, in fondo al corridoio.

“Non sono io quello che ha deciso di formare una band, sette anni fa!” esclamò il biondo in tutta risposta. Il clima si stava facendo rovente nella stanza. “Guardati, è proprio tipico tuo! Prima ti prendi un impegno, poi un altro, un altro ancora… credi di essere Superman ma sappiamo tutti e due come andrà a finire!”

Dave, più che adirato, lo fulminò con lo sguardo. Mosse un passo in avanti fino ad essere a pochi centimetri dal volto del suo migliore amico e serrò la mascella.
“Ah si? E dimmi… come andrà a finire dato che tu sai già tutto?”

Taylor deglutì. Non avrebbe voluto arrivare a tanto ma il moro non gli aveva lasciato alcuna scelta.
“Tu vuoi tenere il piede in due staffe ma non reggerai… e prima o poi, una delle due ti lascerà a piedi, se non farai la tua scelta da solo.”

“Bene” rispose Dave allontanandosi. Tirò fuori la sua valigia da sotto il letto e iniziò a riempirla con vestiti, scarpe e quant'altro di sua proprietà fosse presente nella stanza. Poi si fermò, si portò una mano alla fronte ed esplose. “Sai qual è la cosa peggiore, Taylor? Il fatto che sia il mio migliore amico a mettermi in condizioni di andarmene. Non la band, tu. Forse dovremmo semplicemente finirla qui…”

Pronunciò quelle parole con disgusto sapendo che avrebbero ferito il biondo; invece Hawkins lasciò cadere il giornale che stringeva tra le mani sul letto e si sedette accanto alla valigia di Dave, chiudendo i propri palmi attorno alle mani indaffarate del cantante, interrompendo così la sua attività frenetica. Grohl sbuffò ma finalmente lo guardò negli occhi. “Io voglio solo che tu faccia la scelta giusta.”

Dave fece roteare gli occhi, poi realizzò. “No…” disse incrociando le braccia al petto. Un sorriso colmo di sarcasmo colorì le sue labbra mentre si allontanava dal letto. “Ti conosco, tu vuoi soltanto avere la certezza di essere meglio di Josh ma non lo sei. Lui c'è sempre stato per me ed è un musicista e una persona migliore di quanto tu non potrai mai essere!”

A quelle parole seguì un sonoro schiaffo impresso dalla mano del biondo sulla guancia del frontman. Il viso di Dave era ora di profilo, i suoi occhi erano chiusi, le sue labbra erano serrate e il dolore era dipinto sul suo volto. Era stato stupido a pronunciare quelle parole con una tale cattiveria ma fu quella reazione a ghiacciarlo. Non fu questo, però, ciò a cui pensò Taylor quando reagì a quel crudele ammonimento. La rabbia gli montò semplicemente in corpo e quando si rese conto di ciò che stava facendo era troppo tardi, così non fece una piega. Per qualche istante rimasero entrambi in silenzio delusi, feriti, inermi.

“Io…” iniziò Taylor con le mani che gli tremavano leggermente e gli occhi lucidi. “Io ci sono sempre stato per te. Sempre.” Usava un tono di voce basso e teneva gli occhi fissi sul petto dell'amico per non doverlo guardare negli occhi. “Non mi parlare di Josh, io ero con te in tutti i momenti migliori e peggiori, io e nessun altro. Sono l'unico che ti sia mai stato così vicino. Potrai negarlo finché vorrai, potrai anche andartene con lui, dato che lo trovi tanto migliore di me… ma so cosa ho fatto per te e non m'importa cos'abbia mai fatto lui, io ho fatto di più e lo so perché… perché…”

Le parole iniziarono a stargli strette in gola. Si trattava di affrontare un discorso che sarebbe dovuto essere affrontato da anni ma che nessuno dei due aveva mai avuto il coraggio di intavolare. Forse era arrivato il momento di ammettere come stessero le cose. Forse era arrivato il momento di ammettere ciò che provavano veramente l'un per l'altro.

“Perché?” domandò Dave impaziente. Aveva ancora la mascella serrata e le braccia incrociate ma si capiva che, dietro a quella maschera di indifferenza, gli importava conoscere la risposta alla sua domanda.

“Perché lo so, punto e basta” tagliò corto Taylor, ritirandosi come ferito.

Deluso, il moro ricominciò a fare la valigia senza che il suo batterista proferisse parola. Avrebbe voluto sentire ciò che pensava, almeno per una volta, e invece sembrava che il suo orgoglio avesse vinto per l'ennesima volta. Per questo lui se ne sarebbe andato con Josh, perché Josh non era così e soprattutto perché non aveva tempo da perdere con qualcuno che non era nemmeno disposto ad affrontare i propri sentimenti apertamente.
Una volta finita la valigia la chiuse e l'abbandonò sul letto per poi dirigersi verso la porta. Stava per aprirla quando una mano altrui si posò sul pomello impedendogli l'uscita. Dave lo guardò negli occhi sperando in un segno, in qualsiasi cosa. Qualsiasi cosa sarebbe andata bene, in quel momento. Un bacio, forse un semplice 'resta'.

“Dave…”

La voce di Taylor tremava. Stava per avere un infarto, ne era certo. Avrebbe voluto baciare quelle labbra più di ogni cosa al mondo eppure qualcosa lo bloccava.
“Mi dispiace che sia andata così… forse, in futuro, le cose andranno meglio ma per ora…” disse Dave.

Se vuoi che resti basta chiedere – continuava a ripetere la sua mente.

Dillo, forza.
Fermami.

Silenzio.

“Josh mi aspetta in auto qui fuori, quindi se non ti dispiace…” disse infine facendo cenno alla porta. Il biondo annuì inghiottendo tutta la sua amarezza in un colpo e allontanò la propria mano dal pomello. Osservò il suo migliore amico farsi largo tra i propri compagni di band e fermarsi solo una volta alla porta del bus. Tutti lo stavano fissando eppure lui aveva occhi per una sola persona, l'unica che avrebbe voluto lo pregasse di restare.

“Resta” disse sottovoce il biondo, più a se stesso che al cantante. Il cuore gli batteva a mille ma Dave sorrise triste ignorando cosa il suo migliore amico avesse sussurrato e uscì. Passò qualche secondo prima che gli occhi dei presenti si posassero su Hawkins. Sembravano volergli domandare tutti la stessa cosa: che cazzo ci fai ancora qui? Inizialmente indeciso, Taylor si fiondò dopo pochi istanti fuori dal mezzo. Doveva provarci, non poteva perderlo così. Non Dave. Il moro era appoggiato all'auto sportiva del chitarrista e i due stavano chiacchierando pacificamente quando il biondo si avvicinò. Ignorando la sua presenza a pochi passi, Homme posò una mano sul petto del batterista ridendo e Dave lo lasciò fare per poi abbracciarlo.
“È bello rivederti, ne avevo proprio bisogno” disse affettuosamente. Assistendo alla scena, il cuore di Taylor si spezzò ma, evidentemente, non abbastanza per fermarlo. Il batterista si avvicinò infatti ai due che, vedendolo, si staccarono l'uno dall'altro.
“Ciao Tayl-”
Il rosso tentò di presentarsi ma Hawkins non gliene diede occasione e si rivolse invece a Dave, il quale mosse un passo in avanti per capire le intenzioni del biondo.

“Resta” disse in tono deciso, questa volta accertandosi di essere udito.

L'altro si guardò intorno confuso. “È un po' tardi, non credi?” disse gettando un'occhiata al chitarrista che stava in piedi appena dietro di loro ancora più disorientato.
“Resta” ripeté il biondo. “Fallo per me” aggiunse sottovoce in modo che nessuno, forse nemmeno Dave, potesse sentirlo. Era troppo orgoglioso ma per lui avrebbe implorato in qualsiasi lingua il moro avesse voluto, purché restasse.
Il ragazzo ci pensò su qualche istante, poi si avvicinò al più giovane.

“Dammi una buona ragione per cui dovrei farlo. Dammi una buona ragione per restare.”

Questa volta Taylor non ci pensò due volte. In un secondo eliminò la distanza tra i loro due corpi e fece aderire le sue labbra a quelle del batterista socchiudendo gli occhi. Il cuore gli batteva a mille anche peggio di prima ma forse, ora, Dave avrebbe lasciato perdere quel Josh e sarebbe rimasto. Lo teneva per la maglietta con una mano, aveva un'inspiegabile paura che se ne andasse da un momento all'altro. Le loro lingue si scontrarono quasi per caso, si morsero l'un l'altro le labbra, si assaggiarono.
Non appena si staccarono, la prima cosa che il più giovane vide fu un sorriso. Dave stava sorridendo. Dave era felice, soddisfatto. Dave era un cazzone, uno stronzo e lui lo amava. Questa era la verità, nonostante ciò – o forse proprio per questo – Taylor sorrise con altrettanto entusiasmo.
“Posso pensarci…” commentò il moro, cercando di trattenere un sorriso che si allargava sul suo volto di secondo in secondo. “Ti chiamo” concluse divertito per poi separarsi da lui e salire in macchina con il rosso senza staccare gli occhi di dosso dal batterista.

Non era ancora finita. Forse non aveva completamente vinto la prima battaglia, ma avrebbe sicuramente vinto la guerra perché Taylor Hawkins, una volta saputo cosa desiderava e come ottenerlo, non si sarebbe arreso fino alla vittoria.





 
   
 
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