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Autore: beehara    10/08/2015    2 recensioni
Qualche volta la vita ti porta via tutto quello che ami.
La domanda è: puoi andare avanti?
Si dice che la vita sia solo un gioco e che il suo premio sia l'amore.
Si dice che la vita abbia le sue regole. Regole di cui non ti importa.
Fino a quando un giorno non realizzi... che puoi ancora perdere dopo aver vinto.

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Traduzione e adattamento in italiano di "REC", che è possibile leggere anche in lingua inglese sull'account di Caande su asianfanfics.com
Buona lettura.
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Donghae, Eunhyuk, Kang-in, Sungmin
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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REC

 

Si dice che la vita sia solo un gioco e l'amore sia il premio.

Si dice che la vita abbia le sue regole.

Regole di cui non ti importa.

Fino a quando un giorno non realizzi... che puoi ancora perdere dopo aver vinto.

 

Hyukjae stava ansimando leggermente quando posò una piccola busta di carta sulla tavola della cucina. Sedendosi, notò con un largo sorriso che era già apparecchiata.

"Cosa vorresti bere? Caffè o tè?" chiese e guardò giù verso l'altro lato della tavola. L'altro rimase in silenzio, un lieve sorriso sulle sue labbra. Hyukjae ritornò il sorriso. Sapeva troppo bene che non era bravo nel prendere decisioni.

"Ho incontrato Youngwoon-hyung l'altro giorno", cominciò a straparlare, allungandosi verso la piccola busta, prendendo un croissant ancora caldo dal suo interno. "Mi ha chiesto come stavo e quando gli ho detto che andava tutto bene mi è sembrato molto depresso. A dire il vero, per cominciare non sembrava molto felice."

Hyukjae cominciò a imburrare la punta del suo croissant e alzò lo sguardo. "Non guardarmi così!", rise, "Non so nemmeno io cosa avesse."

Riguardò il croissant nelle sue mani, "C'è qualcosa di strano, comunque. Mi ha detto 'Il tempo non si può fermare per sempre'. Un'altra risata esplose dalla sua gola, "Mi chiedo come sapesse che devo cambiare le pile al mio orologio. Non lo indossavo nemmeno."

Morse il suo croissant, alzò le spalle e si appoggiò indietro con un sospiro soddisfatto.

Il sole primaverile riscaldava il suo viso e lui chiuse gli occhi. Con le braccia incrociate dietro la testa, sedeva in pace e armonia per la prima volta da quella che sembrava un’eternità. Una leggera brezza soffiava dalla finestra della cucina che era aperta. Era debole e mite ma improvvisamente lo fece rabbrividire.

Il telefono squillò.

Hyukjae sedette dritto ma non pensava nemmeno a rispondere. Stava invece sorreggendo la testa, gomiti appoggiati sul tavolo e sperava che lo squillare finalmente si fermasse e lo lasciasse stare. Così accadde: dopo secondi che parvero una tortura la segreteria telefonica si mise in funzione con un alto beep.

L’appartamento fu riempito dal silenzio fino a quando egli udì un sospiro sonoro.

“Hyukjae-yah… Sono io, Sungmin. Io… volevo solo sapere come ti sentissi e se stessi bene. Non ti vedo da tanto tempo adesso e sto cominciando a preoccuparmi. Siamo tutti preoccupati per te, lo sai? Youngwoon-hyung mi ha detto di averti visto e… Sono passati tre mesi, Hyuk. Non fare così, ti prego…”

Si coprì le orecchie con tutte le sue forze e scrutò profondamente gli occhi castani davanti a lui che lo stavano guardando con gentilezza e con tanto amore, proprio come avevano sempre fatto. Gli occhi di cui si era innamorato. Ma non importava quanto li amasse, in quel momento sperò che la loro espressione cambiasse. Cambiasse perché il suo corpo stava tremando e la voce triste e allarmata del suo hyung lo avevano fatto a pezzi. Egli sperò che lui fosse preoccupato e che gli chiedesse cosa non andasse. Sperò che lui potesse dire qualcosa, qualsiasi cosa che Hyukjae non potesse anticipare.

Ma non lo fece. Sorrise solo del suo sorriso più bello e, nel vederlo, le parole non furono in grado di descrivere quando questo ferì Hyukjae. Lentamente, lasciò cadere le sue braccia.

“… Richiamami, okay? Ti supplico. Io… Per favore. Per favore, basta solo che tu mi chiami…”

Un altro beep poté essere sentito e il familiare silenzio ricoprì l’appartamento. L’atmosfera familiare era andata via, Hyukjae stava congelando e il silenzio sembrava soffocarlo. Esso terminò con il rumoroso impatto che le sue lacrime fecero quando caddero sulla tavola. Questo lo strappò dal suo torpore e bruscamente si asciugò le altre lacrime che minacciavano di cadere.

“Hai fatto la tua scelta, finalmente?” chiese, e si sforzò a sorridere triste. Aspettò un paio di secondi, ignorando la voce nella sua testa che gli diceva che già conosceva quale sarebbe stata la risposta.

Guardò fuori dalla finestra, guardando il suo viso rigato dalle lacrime nel riflesso; riflesso che non stava mostrandogli nessuno se non se stesso. Il suo sguardo vagò di nuovo all’altro lato della tavola dove fu accolto dallo stesso sorriso caldo. Allungò una mano come a voler accarezzare la guancia di fronte a lui ma fu fermata quando i suoi polpastrelli toccarono duro materiale invece che pelle soffice. La mano di Hyukjae si mosse lenta da un lato e premette un piccolo tasto. Gli occhi castani batterono e il sorriso che amava così tanto crebbe.

“Hyukkie… sai che io odio il tè! Perché continui a chiedermelo?”

Ascoltò la risata dell’altro e premette il tasto nuovamente. Il viso davanti a lui si congelò e lui era sicuro che il suo cuore stesse facendo lo stesso.

“Volevo solo essere sicuro…”, biascicò, guardando giù. Il tasto fu premuto ancora una volta.

“Volevo solo essere sicuro! Forse avevi cambiato idea, chi lo sa?”, sentì la propria risata allegra inondare la stanza, seguita da quella della persona che amava di più al mondo. Ci fu un fruscio e si sentirono altre risate.

“Va bene, allora ti dirò qualcosa che non cambierà.”

Guardò in alto e vide il suo viso proprio accanto a quello che poteva descrivere perfettamente a occhi chiusi.

“Okay, continua. Sono curioso.”

“Ti amo.”

“Cosa? Non ho capito bene.”

“Ti amo!”

“Ah, non riesco ancora a capirlo. Puoi ripeterlo a voce più alta?”

“Hyukjae!”

“Donghae?”

L’altro posò una mano sul suo collo e lo spinse solo un po’ più vicino. Le loro labbra si toccarono per un bacio leggero quanto una piuma che non durò che per una manciata di secondi ma che fu abbastanza per dimostrare quanto vere fossero state le sue parole. Un pollice accarezzò la sua mascella e quegli occhi amorevoli si posarono solo e solo su di lui.

“Ti amo. Ricordalo.”

“Lo farò”, sussurrò, mentre la sua voce nel video faceva lo stesso, spalle che tremavano con silenziosi singhiozzi quando lasciò andare il registratore. “Lo farò…”

 



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Traduzione e adattamento in italiano di "REC", che è possibile leggere anche in lingua inglese sull'account di Caande - asianfanfic.com

Caande: http://www.asianfanfics.com/profile/view/482939

REC: http://www.asianfanfics.com/story/view/556093/rec-angst-eunhae
   
 
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