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Autore: Tmntsuperfun12    11/08/2015    0 recensioni
Una fanfiction sulla mia vita
Con questa fanfiction non vi apro solo ciò che la mia mente ha escogitato sulle giornate dopo scolastiche, vi apro il mio cuore, la mia vita, i miei sentimenti, il mio amore; sappiate ciò mentre leggete, state leggendo me.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Italia, Veneto, Vittorio Veneto, Nei pressi di una scuola media e un liceo. Da un anno Laura ripeteva sempre la stessa strada, in andata da sola e a ritorno con il suo migliore amico Tiziano: alto, occhiali quadrati verdi, occhi verde oliva, capelli corti e bruni, camminata veloce e a grandi falcate ( tanto che la ragazzina doveva starli dietro quasi correndo ), agitava le mani in continuazione solo per spiegare qualcosa con la sua voce dolce che ispirava fiducia e con i suoi particolari 'ehm', secchione, gentile, sincero, generoso e tanti altri aspetti positivi che Laura ha espresso apertamente di non riuscire ad elencare tutti. Per tutto un anno lei era convinta di amarlo, quell' amore sincero, quello che senti nascere dal profondo e risale a galla come bolle in uno stago, si, uno stagno, perché lei non si sentiva mai troppo bene: aveva quotidianamente mal di mancia e l'emicrania e sospirava di stress, il Maestro Stefano le aveva chiaramente spiegato, durante l' allenamento di Judo, che aveva bloccato un muscolo appena sotto le costele e infatti, quando l' aveva presa in parte dal riscaldamento e le aveva ficcato quattro dita sotto le costole per provare la sua teoria, lei aveva guaito di dolore e perciò lui le aveva dato una pallina grande quanto un pugno e aveva detto di mettersela nel buco fra le costole e di distendersi a pancia in giù, faceva male.. Oltre che a dolori fisici, la dodicenne si svegliava di notte sudata e con il terrore che un lupo la stesse sbranando, di giorno si guardava le spalle come se qualcuno la stesse seguendo e sentiva il cuore pesante, sporco, sentiva di dover ricominciare perché era troppo sporco e sarebbe finita che gli ingranaggi, arrugginiti e forzati da quella melma, avrebbero smesso completamente di funzionare. Laura non si apprezzava per niente: boccoloni di capelli bruni le scendevano fino le scapole, occhi marroni, bassa quanto una bambina di quinta elementare, scurita da varie scottature, seno troppo ampio per l' età, tratteneva parte della pancia per paura che si vedesse dalla maglietta ( in realtà l' eliminazione del pane e del latte per via delle intolleranze l' aveva fatta dimagrire, forse perché le facevano veramente male, forse per lo shock ), normalmente camminata lenta, l' unica cosa che apprezzava di sé stessa era il disegnare, le piaceva disegnare i manga ed è proprio ciò che voleva insistentemente fare come lavoro, esercitandosi continuamente, non le piaceva chiedere per ricevere qualcosa, o le chiedevano se voleva quella precisa cosa o faceva a meno e ignorava l' estinto, timida nell'incontrare qualcuno, sicura con le persone che conosceva da anni. Pochi ragazzi passavano sulla strada cementata fra il fiume e la lunga siepe, Laura e Titti ( come lei abitualmente lo chiamava ) camminavano ( o meglio, lui camminava, lei gli correva dietro.. letteralmente faticava a seguirlo ) in silenzio, nel raggiungere l' autobus che da Vittorio sarebbe passato per Lago e per Val Mareno, nelle rispettive case di Tiziano e Laura. - Allora, successo qualcosa durante le vacanze, Laura? - chiese lui,dondolandosi leggermente da destra a sinistra con il busto. Lei esitò, aprendo la bocca un attimo e richiudendola di scatto. Avrebbe voluto che quel marmochietto di un Ettore fosse lì a rubare l' attenzione di Tiziano su Clash of Clans. Lei alzò le spalle, non volendogli mentire, ma non volendo provare a vedere la reazione di lui alla verità: - N-non credo di potertelo dire.. - sussurrò a voce roca. Lui la guardò con la coda dell'occhio, - Guarda Laura, a me puoi dire tutto che puoi fidarti! Ma se non vuoi non mi intrometto.. - - Sull'orecchio.. - - Come? - - Te lo dico sull'orecchio.. - spiegò lei, - Heam, va bene - disse con una tonalità leggermente più alta di quella che normalmente usava. Lei si fermò, mani sulle cinghie della cartella, bluejeans lunghi, maglietta rossa, felpa grigia e cappotto rosso, scarpe da ginnastica verdi, capelli sciolti e stranamente un foulard intorno al collo, lo aveva anche in classe. Lui si chino' il tanto che bastava per far avvicinare l' orecchia appunta al viso di lei in un gesto infantile, lei arrossi' leggermente, in quel freddo autunno, per ciò che stava per dire era più che ovvio! - Ho perso la mia verginità -
   
 
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