Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Troki_98    11/08/2015    1 recensioni
Ho fatto un sogno (il titolo ha a che fare più con questo che con la storia), mi sono svegliata alle 4 di notte e sono stata sveglia fino alle 7 pensando alla fanfiction che ne sarebbe venuta fuori e questo è il risultato.
Ci troviamo in un mondo medievale in cui Levi vive alla corte di re Erwin (lui sarà il cattivo, sorry) e poi succederanno cose che scoprirete leggendo. Ci sarà un nuovo personaggio Yvonne (amatela come la amo io) e un po' di Ereri alla fine :3
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Irvin, Smith, Nuovo, personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Questo capitolo ha bisogno di una premessa: la storia si basa su un sogno che ho fatto quindi se Erwin è il cattivo di turno non vogliatemene male, non sono io che controllo i miei sogni... o forse sì? Comunque sappiate che non ho nulla contro Erwin e che nonostante io shippi Ereri gli Eruri non mi dispiacciano. Seriamente, sono preoccupata possiate pensare che io odi Erwin ma non è così, ve lo giuro. In questo capitolo di introduzione ho preso un po' in giro Levi per quella faccenda della mania del pulito e mi dispiace... nah, non mi dispiace per niente, è stato bellissimo scrivere quelle scene. Ricordatevi del carceriere perchè lo reincontrerete più avanti. Fatemi sapere se vi piace e segnalatemi eventuali errori :3



Nei tempi antichi questo mondo era abitato dai giganti e per sconfiggerli gli uomini inventarono il dispositivo di manovra tridimensionale. Moltissimi giganti furono uccisi in quei tempi, finchè i pochi che rimasero si ritirarono in luoghi lontani dove non costituivano più un pericolo.
Con la ritirata dei giganti il dispositivo di manovra tridimesionale cadde in disuso e divenne praticamente una leggenda.
Un giorno però un ragazzo trovò il modo di usare il dispositivo in una guerra combattuta contro altri uomini, fermando così un'invasione nemica. Il ragazzo divenne poi re, re Erwin.
Re Erwin era un re molto giovane ma anche astuto, ricoprì i confini del suo regno di boschi in modo che i nemici, per invaderlo, attraversassero un luogo ideale per usare la manovra tridimensionale. Tuttavia re Erwin non era altrettanto bravo a gestire i suoi sudditi come lo era nel gestire le milizie. I sudditi erano sottoposti a pesanti tasse e le severe punizioni per coloro che trasgredivano la legge lo rendevano poco amato ma temuto.
Nei primi tempi il re aveva partecipato attivamente alla vita militare del suo regno poi, come tutti i re, si era ritirato definitivamente nel suo castello, circondandosi di nobili e di artisti.
Tra tutti gli artisti della sua corte re Erwin aveva una predilezione per Levi, uno scrittore e poeta che aveva trovato nei bassifondi di un villaggio vicino durante una parata. Il re adorava talmente tanto le opere di Levi che chiunque le criticasse veniva punito e umiliato nonostante Levi stesso protestasse contro questo accanimento.
-Erwin, piantala. Ha solo detto che non gli piaceva il protagonista della storia.- disse Levi, pur sapendo che era tutto inutile.
-Hai detto che il protagonista era ispirato a me, no? Quindi è anche un affornto personale.- ribattè re Erwin.
Levi fece una smorfia perchè l'aveva detto sul serio, più per far contento Erwin che per una effettiva somiglianza tra il re e quel personaggio.
-Questo non...- tentò.
-Basta, Levi. Starà in cella solo una settimana, avrà cibo e acqua, cosa vuoi che sia.- lo zittì il re dandogli una pacca sulla spalla.
Erano insieme a due guardie che scortavano il povero disgraziato nelle segrete e un gruppetto di nobili che lo guardava come se fosse tutta colpa sua, per cui Levi doveva trattenersi dal dire a Erwin quando cazzo fosse ingiusto sbattere in cella un nobile perchè non gli piaceva un personaggio di una storia.
Stavano nel frattempo scendendo in un'ala del castello, quella sotterranea, in cui Levi non era mai stato e di cui avrebbe richiesto un'immediata pulizia. C'era parecchio sporco là sotto.
Arrivarono davanti alla grossa e arrugginita porta di ferro che conduceva nelle segrete. Il carceriere venne ad aprire e si inchinò al cospetto del re. Levi si appuntò mentalmente di mandare qualcuno a pulire anche quel tizio.
Il corridoio delle segrete era sporco e polveroso come il resto dell'ala sotterranea e Levi prestò particolare attenzione a camminare al centro dello spazio, lontano dalle pareti corrose dall'umidità dove non aveva nessuna voglia di sbattere per sbaglio.
-Mettetelo nella cella in fondo.- ordinò il re.
-Cos'ha di speciale la cella in fondo?- chiese Levi guardando rassegnato le guardie che spingevano il nobile in fondo al corridoio, non si ricordava nemmeno il nome del tizio che stava per finire in cella a causa di una sua storia.
-É quella più grande. Così il nostro amico potrà stare comodo.- spiegò Erwin.
-Mica tanto comodo, maestà. É anche la più umida.- aggiunse il carceriere con un orrendo ghigno, anche alla luce delle lanterne i denti marroni di quell'uomo erano perfettamente visibili.
Levi dovette distogliere lo sguardo, aveva appena decretato che quella fosse la persona più disgustosa che avesse mai visto quando il carceriere aprì la porta della cella in fondo. Le lanterne delle guardie illuminavano abbastanza bene l'interno della stanza e Levi rimase a bocca aperta, il carceriere era lindo e pulito in confronto al pavimento della cella.
Le guardie stavano per gettare il nobile lì dentro ma Levi le bloccò:
-Fermi, fermi!- ordinò. Le guardie si fermarono e rivolsero un'occhiata dubbiosa al re. Levi gli si piantò davanti, affrontantandolo faccia a faccia e guardandolo, suo malgrado, dal basso verso l'alto.
-Erwin, non puoi rinchiudere quell'uomo là dentro.- disse solennemente indicando la cella.
-Perchè?- chiese Erwin sorpreso.
-Perchè è... è... è la cosa... è la cosa più sporca che io abbia mai visto!- esclamò Levi disperato. Il carceriere ridacchiò divertito e Levi pensò che l'unico motivo per cui non gli avrebbe spaccato la faccia e fatto cadere tutti quei suoi orribili denti era che il semplice pensiero di toccarlo lo disgustava ai più alti livelli.
-Levi, è una normalissima cella. Tutte le celle sono in queste condizioni.- disse delicatamente Erwin mettendogli una mano sulla spalla.
Levi sentì le gambe molli... tutte quelle porte che avevano superato, tutte quelle porte nascondevano celle come quella che aveva appena visto?
Sapeva che stare in cella doveva essere una cosa orrenda ma per qualche motivo se le era sempre immaginate pulite, le celle. Adesso si rendeva conto che era un'idea stupida ma la sua mente si rifiutava di accettare che, quando era ancora un criminale dei bassifondi, aveva rischiato più di una volta di finire in un posto del genere. Ringraziò tutti gli dei che conosceva per avergli salvato il culo tutte le volte.
-D'accordo, sono tutte così- concesse Levi -ma falla almeno pulire prima di metterlo dentro.-
-Levi...- disse re Erwin col tono paziente di chi sta cercando di far ragionare qualcuno molto stupido, Levi odiava quel tono.
-Cazzo, Erwin. Ma hai visto lo schifo che c'è là dentro?- sbottò esasperato.
-La mia decisione è stata presa.- disse pazientemente il re.
-Tu non puoi...-
-Sono il re, faccio quello che voglio, Levi. Se dico che quest'uomo starà in quella cella così sarà.- Erwin fece un cenno con la testa alle guardie che buttarono dentro il nobile e il carceriere chiuse la porta.
-É quasi ora di pranzo, andiamo tutti a prepararci.- esclamò re Erwin e intimò il gruppettò di nobili a lasciare le segrete.
Levi lo seguì contrariato seguito dalle due guardie e dal carceriere. Quest'ultimo gli si avvicinò ridacchiando in una zaffata di odore putrescente e gli disse ridacchiando:
-Non ti piace proprio lo sporco, eh?-
Se trovo un paio di vecchi guanti stanotte vengo a pulirti a forza di calci e pugni, bastardo pensò Levi e non gli rispose.
  
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