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Autore: Fenrir_23    11/08/2015    4 recensioni
Sono trascorsi nove anni dalla fine della serie, Sesshomaru è scomparso ...
“Rin ...” Sesshomaru puntò i suoi occhi sulla ragazza che aveva davanti. Incredibile come gli umani cambiassero in fretta: quando l'aveva vista l'ultima volta, lei aveva sedici anni e ancora le fattezze di una ragazzina, ma ora i lineamenti che ricordava avevano lasciato il posto a quelli di una giovane donna.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Rin, Sesshoumaru, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Rin/Sesshoumaru
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Rin si strinse con forza a Sesshomaru, immergendosi nel folto pelo bianco che gli ricopriva il corpo. Lì, sopra le nuvole, nonostante la protezione del demone, faceva tremendamente freddo … ma ciò non impediva all’umana di godersi il meraviglioso spettacolo regalato dalla prime luci del sole che sorgeva da Est, alzandosi lentamente nel cielo.
Sesshomaru ruggì, galoppando verso il basso. Mentre s’immergevano nelle nuvole bianche, Rin percepì la temperatura che si faceva man mano più gradevole, poi, nascoste fra di essere, iniziò a scorgere le sagome di quello che un tempo doveva essere stato un enorme, sontuoso,  bellissimo regno. Un giardino che pareva estendersi verso l’infinito, ora era ridotto ad una sgradevole palude.
Piante rampicanti secche e contorte, rovi pieni di spine e erbe infestanti, nascondevano quasi totalmente le piccole costruzioni che, lungo il viale principale, conducevano al grande palazzo ormai diroccato e distrutto che secoli addietro si stagliava al centro di tutto. l’acqua stagnante, emanava un odore sgradevole.
Il grande cortile interno, era infestato da demoni.
Sesshomaru li squarciò con le possenti zanne quando si scagliarono in massa contro di lui mentre stava per posarsi a terra.
 Rin si aggrappò alle spalle del demone, durante la sua trasformazione per tornare alla forma di sempre. Sesshomaru le passò un braccio attorno ai fianchi. “Stammi vicina.” E l’umana si strinse di riflesso alla pelliccia morbida della sua spalla destra.
“Che posto è questo?” Provò a domandare. Ma il demone accanto a lei stava fiutando l’aria come per cercare qualcosa, e non le diede ascolto. “Sono fuggiti …” Sussurrò solamente, a se stesso.  A rin venne da sorridere; quell’abitudine di pensare a voce alta lui l’aveva sempre avuta, se lo ricordava bene. E per uno come Sesshomaru, era un dettaglio talmente buffo, da intenerirla.
Il demone cane voltò lo sguardo verso l’umana.
“Vieni.”
 
 
 
“Un tempo, questa era la tana di mio padre.”
Sesshomaru si fermò per un momento ad ascoltare un suono che l’aveva insospettito. Non sapeva perché aveva sentito il desiderio di portare Rin con sé in quel posto orrido, anche un po’ pericoloso per lei; semplicemente si era limitato a seguire l’istinto. Forse era stato l’implicito desiderio di mostrarle quello che una volta era stato suo, di renderla più partecipe del suo passato. E del suo futuro.
“Noi Demoni nasciamo come vagabondi.” Continuò a spiegarle Sesshomaru.” Ma i più potenti fra noi, spesso si scelgono un territorio su cui regnare.”
Rin alzò lo sguardo verso di lui.
“I demoni meno forti, si uniscono al più potente per cercare protezione e, in cambio, diventano suoi sottoposti.”
Sesshomaru si fermò ad osservare l’acqua sporca e verdastra dello stagno al centro della corte interna del palazzo.
“Mio padre era uno dei generali più temuti e rispettati … ma poi, morì … io non tornai per prendere il suo posto, e mia madre abbandonò la nostra casa. Così si è ridotta come vedi.”
“Rin …” Sesshomaru guardò la ragazza negli occhi. Era una richiesta egoistica quella che le stava per fare, ma non gli importava. Voleva lei e il cucciolo che si portava in grembo accanto a sé, a qualsiasi costo. Eppure, nel parlarle, non riuscì a evitare di pensare a come lei si sarebbe potuta sentire.
“Voglio riprendermi ciò che è mio.”
Per qualche istante, regnò il silenzio.
“Non posso continuare a vagabondare …”
“Non voglio stare in un villaggio umano!” Lo anticipò Rin. “Voglio stare con te, Sesshomaru. Io … sto meglio in mezzo ai demoni, dove ci sei anche tu.”
“ E … il cucciolo mezzosangue …” Sesshomaru attirò Rin a sé, passandole una mano dietro la nuca.
“Starà … bene?”
Il demone non si sorprese di vederla esitare.
“Lo proteggerò io.” La rassicurò. “Non potranno dirgli nulla …”
 
 
 
 
Durante gli anni passati come prigioniero e servo nelle terre del Demone Serpente, Jaken aveva creduto di trascorrere il più brutto periodo della sua vita. Invece, sembrava non esserci limite al peggio. Avrebbe sopportato qualsiasi fatica fisica e mentale, pur di non dover subire quell’orrendo distacco che il suo padrone gli aveva imposto.
Da quanti giorni Jaken aveva smesso di seguirlo nelle sue avventure dopo secoli di onorato servizio? Ne aveva perso il conto.
Si accasciò all’ombra di un albero, rigirandosi fra le piccole mani verdi il bastone che Sesshomaru gli aveva donato molto tempo addietro.
“Siamo rimasti solo io e te, eh, Ah –Un?”
Il drago a due teste ruggì pigramente.
Com’erano cambiate le cose da allora … in pochi anni, il suo padrone era passato dall’odiare e disprezzare gli esseri umani ad … innamorarsi di una di loro, facendosi cogliere dalla stessa debolezza che un tempo aveva condannato suo padre. Jaken si sentiva molto preoccupato per quello … certo si trattava pur sempre della piccola – ormai non più piccola – Rin, a cui lui stesso era affezionato, eppure …
“Jaken.”
Una voce a lui nota, fece sobbalzare il piccolo demone.
Sesshomaru era lì davanti ai suoi occhi, affiancato da Rin.
“P- pa … “Gli occhi del servitore si riempirono di lacrime. “Padrone!” Gli si lanciò addosso, ma Sesshomaru lo fermò pestandolo in maniera poco gentile.
“Jaken, sto per riprendermi la tana che un tempo apparteneva a mio padre.” Spiegò Sesshomaru, senza troppi giri di parole. “Conduci Rin al villaggio umano, e poi torna da me nelle terre nascoste fra le nuvole a ovest di qui. Ah – Un le troverà facilmente.”
Il piccolo demone spalancò gli occhi, sconvolto. “C- cosa … cioè … sì, subito signore!”
Afferrò le redini di Ah- Un in fretta e furia e fece segno a Rin di montargli in groppa: lei abbracciò velocemente Sesshomaru, poi seguì Jaken.
“Svolgerò il mio compito al meglio!” Urlò il piccolo demone sventolando il bastone in aria, mentre Ah – Un prendeva il volo. “Sarò subito di ritorno, mio signore Sesshomaru!
Il demone cane osservò per diverso tempo la sua umana e il suo servitore che si allontanavano. E, un sorriso appena percettibile, si dipinse sulle sue labbra.
 
 
 
 
 
Inuyasha si era seduto in veranda ad aspettare nel preciso istante in cui Jaken se n’era andato borbottando cose assurde dopo aver riportato Rin al villaggio. Non le aveva chiesto spiegazioni, ma era quasi sicuro di essere riuscito ad intuire quello che stava accadendo. Si era insospettito quel mattino presto, nel preciso istante in cui aveva percepito l’odore di Sesshomaru e Rin lontani, oltre le nuvole ad Ovest. In un luogo che credeva di aver dimenticato, ma che conosceva. L’antica tana del demone cane.
“Signorino Inuyasha!”
Il vecchio Miyoga arrivò saltellando, stranamente serio. “Sapete dirmi cosa sta accadendo? Ho sentito voce che il signorino Sesshomaru si è recat-“
Ah – Un atterrò con un ruggito, e Jaken smontò dalla sua groppa con un salto goffo.
“Hei, mezzo demone Inuyasha!”
Ricordava bene quali erano state le parole del suo padrone. “Vai a chiamare Inuyasha. “Gli aveva ordinato Sesshomaru, osservando le terre sotto le nuvole. “ Digli che è giunta l’ora, di dimostrarmi se è veramente mio fratello.”
“Il mio padrone ti vuole al suo servizio.” Disse in tono serio. “Molti demoni si stanno radunando per sfidarlo, ora che ha scelto di rivendicare ciò che è suo … tu verrai?”
Inuyasha si alzò, estraendo Tessaiga.
Si voltò, quando percepì la presenza di Kagome e Rin alle proprie spalle.
“Tornerò molto presto, non preoccupatevi.” Disse, spiccando un balzo in avanti. “è arrivato il momento di comportarsi da fratelli.”
 
 
 
“E così è giunta l’ora.”
Dalla sua postazione sopra le nuvole, la femmina di demone aveva facilmente intuito ciò che stava per accadere. Si alzò dal suo trono, iniziando a scendere lentamente le scale che conducevano all’esterno del suo piccolo regno e rifugio, seguita dai propri sottoposti.
“Sono stata ferma qui a fare la muffa per troppi anni. “Pensò, mentre continuava a camminare, e il suo corpo iniziava lentamente a trasformarsi in un feroce, gigantesco cane bianco dagli occhi rossi.
“Sesshomaru, tua madre verrà ad aiutarti.”
 
 
 
 
Quando Inuyasha arrivò, un piccolo esercito di demoni da sempre fedeli al grande demone cane e al suo casato, fra cui Royakan, si era già radunato.
Il mezzo demone sventolò Tessaiga nell’aria, mostrandola al fratello maggiore. “Sesshomaru, sono pronto!” Lui annuì lievemente, continuando ad osservare in lontananza, verso l’orda di sciocchi e stupidi demoni che osavano sfidarlo, mettendo in discussione il suo dominio su quelle terre.
Non si sorprese di quando un altro demone cane trapassò le nuvole con un ruggito, per poi atterrare nel cortile interno del palazzo, smuovendo una nube di polvere.
Inuyasha osservò con curiosità la bellissima donna che ora stava avanzando verso Sesshomaru, notando fra loro una certa somiglianza.
“Madre.” La salutò il demone cane.”Non avevo richiesto il tuo aiuto.” Poi sguainò Bakusaiga puntandola verso l’orda di demoni che si stavano avvicinando.
E la battaglia ebbe inizio.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Capitolo un po’ di transizione ma necessario … nel manga e nell’anime non si capisce bene come sia organizzata la società dei demoni, quindi in questo capitolo mi sono inventata un po’ di cose radunando quel poco di informazioni che ci sono a riguardo … e niente, spero vi sia piaciuto, alla prossima!
 
 
 
   
 
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