Questo non era il loro primo bacio.




Il primo era stato parecchi anni prima, di fronte all' ingresso di Villa Hawkeye.

Era stata lei a prendere l' iniziativa: si era avvicinata lentamente con la scusa di dovergli aggiustare il colletto della camicia e l' aveva semplicemente baciato.
Le labbra della piccola Riza erano morbide ma non sapevano ancora di lei: sapevano invece di solitudine ed inesperienza.
Un momento di debolezza si era detto Roy in seguito: non vedeva perché quella bambina silenziosa e schiva avrebbe dovuto compiere un gesto del genere se non fosse stato per quella situazione così particolare.
Roy Mustang rimase in silenzio, perplesso, osservando quella ragazzina dallo sguardo triste ritirarsi in camera sua. Uscì da quel portone pronto a iniziare una nuova vita all' interno dell' esercito.



Quando si erano baciati per la seconda volta erano militari con le mani sporche di sangue e gli occhi pieni di rimpianti.
Fu lui questa volta a prendere l' iniziativa. Hawkeye l' aveva appena riaccompagnato a casa dopo averlo trovato completamente sbronzo nei pressi di un locale poco raccomandabile. La perdita di Hughes pesava ancora come un macigno.
I ricordi di quella serata sono ancora sfocati. Probabilmente aveva pianto di fronte a lei, poi (forse) aveva cambiato improvvisamente argomento e le aveva detto che ultimamente passava più tempo del solito ad osservarla, che talvolta si immaginava come sarebbe stata con la minigonna o altre sciocchezze del genere,ma era sicuro di averla baciata.
Non deve essere stato piacevole per il tenente. Il suo bacio doveva sapere di dolore e d' alcool.
Era stato un attimo di debolezza: i suoi sentimenti per la sua sottoposta erano pericolosi e c' era troppo da fare per farsi distrarre.
Riza l' aveva allontanato da sé nella maniera più cordiale ed educata possibile e si era raccomandata di riposare. Fu una notte lunga e piena di fantasmi.



E infine c' era stato questo. Erano passati quattro giorni dal giorno della promessa.
Questa volta non c' era dietro nessun calcolo, nessuna disperazione. Era avvenuto e basta in maniera consapevole e naturale.
Roy si era presentato nel cuore della notte nell' appartamento del suo tenente. Aveva bisogno di parlare di ciò che era successo, perché sapeva che non potevano più far finta di nulla come una volta. Non dopo che avevano rischiato di perdersi così tante volte nell' arco di una sola giornata.
Era una follia, lo sapeva: se li scoprivano potevano perdere troppo se non tutto. Eppure non riusciva più a togliersi dalla testa i suoi capelli biondi sempre perfettamente ordinati, il suo odore leggero e primaverile, il sorriso che gli aveva rivolto quando aveva recuperato la vista e la sensazione di calore, di vita, che aveva provato quella volta.
Era una follia, ma sarebbe stato ancor più da folli continuare a negare a se stesso di amarla.
Riza era sua, era sempre stata sua, e non aveva mia potuto godere appieno di lei. Questa volta però era diverso e riusciva a sentirla veramente vicino a sé come mai era successo prima.

Non si sarebbe più allontanato tanto facilmente; infondo entrambi sapevano essere molto discreti quando lo volevano.








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Tecnicamente è una one-shot per quanto corta. Le 500 sono state superate U_U.
La Royai è la mia OTP e non avevo mai scritto nulla su di loro, che vergogna... spero vi sia piaciuta.